Discorso di insediamento – XIV Legislatura
Signor Vicepresidente, assessori, colleghe e colleghi,
nel momento in cui mi accingo ad insediarmi nella carica di Presidente del Consiglio desidero rivolgere un saluto al nostro popolo.
Il popolo sardo che oggi vive momenti di grande sofferenza per una crisi economica che ha assunto risvolti preoccupanti anche sotto il profilo sociale.
Un affettuoso saluto rivolgo a tutte le donne sarde che oggi, con l’elezione di una di loro alla guida dell’Assemblea regionale, vedono concretizzato il sogno di una democrazia paritaria in seno alle istituzioni.
Una parità dove l’unica differenza fra i generi è finalmente costituita dalla sola capacità dei singoli e non dalla mera appartenenza ad uno di essi.
Va riconosciuto al nostro parlamento regionale il coraggio di aver voluto effettuare una scelta di grande civiltà.
Una scelta foriera di sempre più luminosi e nuovi traguardi nel cammino delle conquiste sociali e nella costruzione di una società migliore, pluralista ed attenta alle esigenze dei singoli individui.
Pur con tutta umiltà, e, ci tengo a sottolineare, senza nessun tentativo di accostamento, mi piace ricordare come, anche nel passato, la Sardegna abbia costituito un esempio di quanto le donne siano state capaci di incidere nei processi di crescita sociale, culturale e civile.
Lo faccio, per tutte, rendendo omaggio alla memoria di due grandi donne: Eleonora d’Arborea e Grazia Deledda.
Eleonora d’Arborea, uno degli esempi più rappresentativi della storia sarda, italiana ed internazionale.
Fiera nel difendere l’autonomia della Sardegna dall’invasore. Indomita nel cercare di unirla sotto un’unica bandiera.
Grande nell’amministrare il suo popolo.
Insuperabile nel voler codificare la società sarda attraverso un corpo di leggi scritte, la Carta de Logu, considerato uno dei primi esempi di Costituzione al mondo.
Altra donna, altra epoca, ma stessa rilevanza, Grazia Deledda che in un mondo dominato dalla predominanza maschile in tutti i settori della vita pubblica, culturale ed artistica, ottenne nel 1926 il Nobel per la letteratura, scrivendo pagine di struggente bellezza sulla sua amata Sardegna.
Fu la seconda donna a conseguire questo riconoscimento ambitissimo.
Fece conoscere al mondo la grandezza di un popolo e l’originalità della sua cultura.