Data: 14/02/2017 ore 10:30
“Se nel 2012 la Sardegna non avesse ritirato i ricorsi alla Corte costituzionale in materia di entrate, oggi avrebbe 600 milioni in più: sono soldi dei sardi che ci spettano e per questo la Regione deve riaprire la vertenza con lo Stato”.
Lo ha dichiarato il consigliere regionale Paolo Truzzu (Misto-Fdi) che, assieme al collega Ignazio Locci di Forza Italia, ha presentato attraverso alcune slide la ricostruzione dei rapporti fra Stato e Regione in materia di entrate e spesa sanitaria.
Proprio sulla sanità, ha spiegato Truzzu, “emerge in maniera evidente il macroscopico errore del ritiro del ricorso che ha visto invece vittoriosa la Valle d’Aosta, secondo il principio costituzionale consolidato da numerose sentenze in base al quale le Regioni che pagano la sanità con ricorse proprie (come la Sardegna) non devono concorrere alla spesa nazionale”. In termini reali, ha aggiunto il consigliere, “con un ricorso identico a quello della Sardegna la Valle d’Aosta ha ottenuto la restituzione di 400 milioni per il periodo 2012-2015 e la cancellazione degli accantonamenti futuri mentre, con la cosiddetta vertenza entrate di Pigliaru e Paci, la Sardegna ha rinunciato a tutti i ricorsi e perfino agli eventuali risultati positivi di altre sentenze fino a tutto il 2017: un risultato disastroso per il governo regionale (a parole) più sovranista della storia”.
Il consigliere Ignazio Locci di Forza Italia ha ricordato in apertura che “la manovra dello Stato che si è abbattuta sugli Enti locali per la riduzione del debito pubblico vale 4.5 miliardi di euro per il periodo compreso fra il 2012 ed il 2019 ed ha colpito pesantemente la Sardegna che, in maniera del tutto illogica, paga due volte il sistema delle Autonomie, prima con le trattenute dallo Stato e poi con il fondo unico degli Enti locali, alimentato da risorse proprie”. Il risultato di questa manovra a tenaglia, ha continuato Locci, “è che in pochi mesi gli enti locali sardi, a cominciare dalle Province, arriveranno al default finanziario”. Quindi, ha concluso, “non solo la vertenza entrate con lo Stato va riaperta ma il presidente del Consiglio Ganau deve convocare al più presto gli Stati generali della Sardegna per un dibattito aperto con numeri alla mano sui rapporti fra Stato e Regione per poi spostare la battaglia a Roma in difesa dei diritti dei sardi”.
All’incontro ha partecipato anche il consigliere di Forza Italia Ugo Cappellacci che, da governatore, presentò i ricorsi del 2012. “Ritirarli è stato un gravissimo errore non solo perché la situazione della Sardegna era identica a quelle di altre Regioni a Statuto speciale, come hanno dimostrato i risultati ottenuti dalla Val D’Aosta quanto perché, in una transazione come quella che (apparentemente) ha chiuso la vertenza entrate nel 2014, gli accorsi si fanno considerando anche le speranze di vittoria in contenziosi aperti; nel caso della Sardegna più che speranze erano certezze”.
Quanto ad una nuova vertenza con lo Stato, Cappellacci ha espresso molti dubbi: “non vedo come possa guidarla chi si è dimostrato colpevole di superficialità ed arroganza ed ha agito come inviato speciale del Governo centrale, alzando bandiera bianca e portandoci alla disfatta”.
(Af)