Data: 05/10/2010
Riprendono alle 16 gli Stati generali sulle riforme. La presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo, aprendo i lavori, ha ricordato che l’assemblea straordinaria di oggi si celebra per espressa e unanime volontà di tutte le componenti del Consiglio regionale, contenuta nell’ordine del giorno approvato nella seduta del 28 settembre scorso, al fine di iniziare il percorso di coinvolgimento di tutte le rappresentanze del Popolo Sardo nel procedimento di revisione dello Statuto speciale di autonomia. Un’Assemblea, quella odierna, fortemente voluta e ricercata da tutte le formazioni politiche presenti in Consiglio, alle quali va riconosciuto il merito di questa iniziativa, per far sì che il momento legislativo necessario per riscrivere lo Statuto Speciale di autonomia, sia il più ampio e partecipato possibile. Ma la giornata di oggi vuole essere anche un doveroso e convinto riconoscimento a tutte le componenti sociali, politiche, sindacali, economiche e culturali che formano la nostra società per il contributo che hanno sempre fornito alla crescita e al progresso civile della Sardegna. L’attualità politica ci dice che questo nostro passaggio storico, se vogliamo che rientri appieno nel contesto delle iniziative in atto in tutta la Penisola per la riforma delle Costituzione in senso federale, deve operarsi in una prospettiva immediata per poterci inserire nel filone delle modifiche costituzionali da soggetti attuatori e coprotagonisti del processo in atto. Il pericolo, evidenziato da quasi tutti i relatori intervenuti nel corso del dibattito tenutosi in Consiglio nella sessione dedicata alla revisione dello Statuto, e del quale mi faccio interprete, è quello che inopinatamente a causa delle nostra inerzia, ancora una volta, ci venga calata dall’alto una riforma che non ci appartiene e nella quale non ci riconosciamo. L’opera di riscrittura dello Statuto di Autonomia non è compito che possiamo lasciare al legislatore statale, in quanto funzione primaria dei legittimi rappresentanti del Popolo sardo per le implicazioni e ricadute che tale opera riformatrice comporta per le sorti future di tante generazioni di sardi. Noi dobbiamo intervenire nel processo in atto con un progetto originale, fondato sui nostri caratteri storici che delinei il percorso di una via sarda al federalismo. Un federalismo solidaristico che rappresenti la concreta e piena espressione democratica della volontà del Popolo sardo, della sua identità e della sua peculiarità culturale e geografica. Non sta a me indicare come questa volontà possa o debba essere declinata. Sarà il Consiglio ad esprimersi in merito. Tuttavia, in qualità di Presidente dell’Assemblea legislativa del Popolo Sardo, non posso esimermi dal rivolgere un appassionato appello affinché insieme allo spirito unitario prevalga sempre in tutti l’interesse a servire la Sardegna, ponendo questo valore al di sopra di ogni altra appartenenza. L’approvazione delle proposta di legge costituzionale per la revisione dello Statuto da parte del Consiglio Regionale formalizza solo la prima tappa fondamentale di un percorso legislativo che dovrà essere contestualmente integrato da ulteriori riforme strutturali per portare a compimento la riorganizzazione complessiva della Regione. In primo luogo ci attende la riforma del Titolo III per adeguare la parte decostituzionalizzata dello Statuto al nuovo testo, ma anche per perseguire gli obiettivi sul Federalismo fiscale che emanerà il Governo e la cui scadenza è prevista a maggio del 2011. A questo adempimento dovranno accompagnarsi altre due riforme di sistema. Prima di tutto l’approvazione di una legge statutaria che ridisegni, sulla base delle nuove mutate esigenze, la forma di governo della Regione e detti norme in materia elettorale, e alla riforma della legge regionale 1 del 1977 per adottare un modello organizzativo che, in primo luogo, conferisca un nuovo assetto degli assessorati. Solo al termine di questa impegnativa e appassionante opera di rivisitazione di tutto il sistema socio-economico, politico e istituzionale potremo vedere la luce di una nuova alba per la Sardegna e assicurare al nostro Popolo tutti gli strumenti utili per un reale, autorevole e soddisfacente governo della nostra Isola.