Data: 05/07/2019 ore 10:00
Il prossimo 25 ottobre il Tribunale civile di Cagliari si pronuncerà su un ricorso, presentato da alcuni elettori sardi, che potrebbe aprire la strada alla pronuncia della Corte di Giustizia europea in materia di compatibilità fra la legge elettorale per il parlamento Ue e la tutela della minoranza linguistica sarda.
L’iniziativa, presentata in Consiglio regionale dal responsabile Esteri del Psd’Az Andrea Cocco, ha lo scopo di aumentare e migliorare la rappresentanza politica superando l’attuale sbarramento del 4% e, soprattutto, quello di garantire uno spazio adeguato alla minoranza linguistica sarda finora ingiustamente esclusa (a differenza di altre) pur essendo una delle più numerose e nonostante la “copertura” della legge nazionale 482/89 sulla tutela delle minoranze linguistiche.
Rispetto ad un ricorso simile del 2016 che la Corte costituzionale respinse per un vizio di forma, ha ricordato il presidente dell’Associazione per i diritti dei sardi Flavio Cabitza, “adesso pensiamo di potercela fare: non vogliamo impugnare le recenti elezioni ma arrivare a sostenere presso la Corte di giustizia che, se il parlamento europeo è luogo di rappresentanza dei popoli, la nostra minoranza linguistica non può essere esclusa”. Agiremo inoltre, ha concluso, “per la modifica del collegio unico Sardegna-Sicilia: a settembre infatti partirà la raccolta di firme, sostenuta anche dall’ex parlamentare Roberto Capelli, per sottoporre al Parlamento nazionale una proposta di legge di iniziativa popolare”.
Tecnicamente, ha spiegato l’avvocato Roberta Campesi che rappresenta i ricorrenti con un pool di legali, “chiediamo l’accertamento di un diritto, cioè la possibilità di far valere le ragioni dei cittadini-elettori sardi (in caso di accoglimento del ricorso) davanti alla Corte di giustizia”. L’ordinamento, ha spiegato, non consente un accesso diretto alla Corte ma prevede un ruolo di “filtro” da parte dei Tribunali degli Stati membri.
(Af)