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Proposta di legge nazionale dell’opposizione per assegnare alla Sardegna la proprietà del demanio marittimo

Data: 02/10/2018 ore 10:30

La Sardegna è l’unica Regione a statuto speciale che non è proprietaria del demanio marittimo e trasferisce allo Stato tutte le risorse derivanti dalla sua gestione.

Per correggere questa anomalia che risale al 1948 i consiglieri di minoranza hanno presentato una proposta di legge nazionale, composta da un solo articolo, che pur essendo stata approvata all’unanimità dalle commissioni Autonomia e Bilancio ormai da alcuni mesi non è ancora arrivata in Consiglio.

E’una proposta molto semplice, ha sottolineato fra l’altro il capogruppo di Fdi Paolo Truzzu, “che consentirebbe alla Sardegna di esercitare concretamente la sua autonomia sostenendo con nuove risorse lo sviluppo del settore turistico, che rappresenta oggi la prima vera industria della Regione con grandi potenzialità di crescita”. La nuova legge, ha concluso, Truzzu, “potrebbe essere approvata dal parlamento in tempi brevissimi con una sola lettura di Camera e Senato, perché non prevede nuovi oneri a carico dello Stato”.

Per il primo firmatario della proposta Gennaro Fuoco “gestire direttamente il demanio non significa solo acquisire un bene economico che appartiene ai sardi ma anche riappropriarsi di un bene identitario”. Secondo gli ultimi dati disponibili riferiti al 2016, ha aggiunto Fuoco, “gli introiti delle concessioni demaniali (non solo gli stabilimenti balneari) ammontano a  8 milioni di euro ma con una evasione stimata di circa il 50%, per cui una revisione equilibrata che tenesse conto sia degli investimenti effettuati che dei valori di mercato porterebbe la Sardegna ad incassare fra i 30 e 40 milioni l’anno”. Non riesco proprio a spiegarmi se non facendo riferimento ad “incompetenza ed inadeguatezza”, ha concluso il consigliere, “perché a fronte di questi dati inoppugnabili l’iter della legge sia fermo da maggio solo perchè manca la relazione della Giunta”.

Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha criticato con forza i ritardi nell’approvazione della legge, “ennesimo esempio di sottomissione allo Stato di cui il governo regionale ha già dato prova in tutti i settori”. Essere padroni della nostra terra è fondamentale, ha concluso la Zedda, “e soprattutto potrebbe aprire nuovi spazi per il nostro turismo e tante altre attività produttive collegate”.

Secondo il presidente del gruppo Udc Gianluigi Rubiu “è sintomo di incapacità politica continuare a tollerare una situazione che vede la Sardegna lavorare per conto dello Stato nel settore del demanio marittimo senza incassare un centesimo”. Stiamo proponendo, ha detto infine, “di modificare una sola parola dello Statuto (art.14, primo comma), da escluso a compreso: si può fare in pochi minuti”.

 

(Af)

 

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