Versione per la stampa http://www.consregsardegna.it/wp-content/plugins/print-o-matic/css/print-icon-small-black.png


Presentato il nuovo volume degli Atti dei Parlamenti sardi.

Data: 20/02/2017

Poco più di due lustri della storia della Sardegna raccontati attraverso gli atti parlamentari. Documenti che svelano a studiosi e appassionati il ruolo assunto dalla Sardegna nel contesto mediterraneo ed europeo durante l’ascesa al trono e  la conquista dell’Impero da parte di Carlo V. Su questo periodo “tra l’autunno del Medioevo e gli albori dell’età moderna”, si concentra il nuovo volume degli Acta Curiarum Regni Sardiniae, il sedicesimo dei 24 complessivi inseriti nel progetto editoriale avviato negli anni ’80 dal Consiglio regionale della Sardegna e dedicato allo studio della storia parlamentare dell’Isola all’epoca dei viceré spagnoli (1355-1847).

         La nuova edizione critica, divisa in due tomi, curata dalla professoressa Laura Galoppini dell’Università di Pisa, analizza e contestualizza gli atti parlamentari dei viceré Angelo de Vilanova (1518-1528) e Martino Cabrero (1530).

         Soddisfazione per la pubblicazione del nuovo testo è stata espressa dal presidente del Consiglio Gianfranco Ganau: «Prosegue con vigore il lavoro di studio e pubblicazione di tutti i volumi della collana dedicata ai Parlamenti sardi – ha detto Ganau – a inizio legislatura abbiamo preso l’impegno di chiudere l’opera entro la fine di questo mandato. Mancano ancora otto volumi, due sono all’esame del Comitato scientifico e altri sei sono prossimi alla consegna. Si tratta di un lavoro preziosissimo che punta a ricostruire una parte importante della nostra storia».

Dal 20 dicembre scorso, le opere già pubblicate sono disponibili online sul sito del Consiglio regionale. «Oggi tutti i sardi, non solo studiosi e accademici, possono approfondire la materia e leggere, comodamente da casa, la storia dei nostri Parlamenti – ha proseguito il Presidente del Consiglio regionale – il nostro impegno e spero prossimo risultato, rimane quello di far conoscere anche fuori della Sardegna l'importanza dell’opera sin qui svolta e la sua qualità, storica e scientifica, attraverso l’organizzazione di uno specifico appuntamento in una prestigiosa sede istituzionale nazionale».

Soddisfatto anche il presidente del Comitato Scientifico, Michele Cossa, che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa per il contributo dato alla conoscenza delle nostre istituzioni parlamentari. «Quest’ultimo volume, in particolare,  consente di rivisitare un periodo considerato finora “secondario” dalla storiografia – ha detto Cossa – l’analisi dell’attività dei Parlamenti Vilanova e Cabrero svela invece un ruolo inedito della Sardegna nel contesto europeo e mostra un’Isola protagonista delle nuove istanze di modernità».

         Al saluto del presidente Ganau e del presidente del Comitato scientifico Michele Cossa sono poi seguite le relazioni del prof. Angelo Torre dell’Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro” e del prof. Gian Giacomo Ortu, componente del Comitato scientifico.

         Il prof. Torre si è soffermato sulla natura pattizia del rapporto tra  parlamenti e sovrano. «Un rapporto confermato dall’analisi degli acta dei parlamenti Vilanova e Cabrero – ha detto Torre – dove si registra la concessione dei donativi alle casse del Regno in cambio della certificazione dei privilegi. Anche i Parlamenti analizzati dalla professoressa Galoppini sono caratterizzati dal dialogo tra sovrano e assemblea, siamo ancora lontani dalla monarchia assoluta».

         Il prof. Ortu è invece entrato nel merito degli atti posti in essere dai due Parlamenti Vilanova e Cabrero: «Siamo in un periodo caratterizzato da grandi eventi europei: la protesta luterana, la conquista spagnola del Messico, l’apogeo dell’umanesimo e del Rinascimento italiano – ha detto Ortu – eventi dai quali la Sardegna rimane ai margini. Ciò che occorre rimarcare è invece il radicamento delle istituzioni parlamentari sarde nonostante il cambio di dinastia nella casa regnante spagnola dopo l’avvento degli Asburgo. Un radicamento dovuto a tre fattori: l’allontanamento del Re dalla vicende isolane, il superamento degli steccati etnici tra le elite che riporta in auge il concetto di naciò sardesca,e la minaccia esterna rappresentata dalle invasioni dei Mori». Il professor Ortu ha poi rimarcato l’importanza dell’approccio metodologico all’opera: «Non si tratta di una riproduzione meccanica di atti e documenti – ha concluso Ortu – i curatori hanno invece portato avanti una riflessione profonda sulle fonti. Il risultato è un altro documento che, con lo sviluppo dell’online, potrà costituire un ipertesto fruibile in tutte le direzioni».

         La curatrice,  infine, ha confermato le difficoltà incontrate nella redazione dell’opera: «Il testo contiene documenti inediti dei parlamenti con integrazione di fonti archivistiche sarde e catalane – ha detto la professoressa Galoppini – integrazioni necessarie soprattutto per la ricostruzione dell’attività del Parlamento Cabrero di cui sono andati perduti i processi verbali e rimangono solo alcuni capitoli di Corte».

         Documenti che rappresentano una preziosa testimonianza dell’evoluzione e della trasformazione politica e sociale della Sardegna nella prima metà del ‘500. Una Sardegna che vede l’emergere di nuovi ceti (piccola nobiltà, burocrazia reale e borghesia mercantile),  il recupero da parte delle città regie dei territori occupati dai feudatari e la battaglia per limitare i poteri baronali. 

Condividi: