Data: 22/04/2016 ore 16:30
“La conoscenza della propria storia serve a costruire la consapevolezza e la piena identità di un popolo”.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau presentando nell’Aula consiliare di via Roma il 22° volume degli Acta Curiarum del Regno di Sardegna, curato dal professor Federico Francioni dell’Università di Sassari, che raccoglie agli atti del Parlamento sardo presieduto dal vicerè Nicola Pignatelli, Duca di Monteleone.
Un lavoro imponente e prezioso, ha aggiunto Ganau, “che contiamo di completare in questa legislatura arrivando ad abbracciare un periodo vastissimo di quasi cinque secoli; una grande opera scientifica e storica per la prima volta interamente realizzata da un Consiglio regionale che mettiamo a disposizione non solo di studiosi ed accademici ma di quanti hanno interesse a conoscere la storia della Sardegna e delle sue istituzioni rapprsentative”.
Con la collana degli Acta Curiarum, ha detto ancora il presidente del Consiglio regionale, prosegue anche il processo di apertura del palazzo dell’Assemblea sarda verso l’esterno, “recentemente affiancato dalla rassegna Libri in Consiglio”.
Soffermandosi infine sul contenuto del 22° volume degli Acta, Ganau ha ricordato brevemente la figura del vicerè Pignatelli, “uomo equilibrato e di mediazione che oggi potremmo definire di maggior spessore politico” ed il contesto generale dei parlamenti sardi durante la Monarchia Spagnola, “quando ci si confrontava con governanti che venivano da lontano mostrando spesso forti divisioni fra le componenti della società sarda di allora ma l’orgoglio si saper reagire davanti a soprusi insopportabili, come testimoniano gli eventi del 1794 con la cacciata del vicerè piemontese, che ricorderemo fra qualche giorno in occasione de Sa Die de sa Sardigna”.
Dopo l’intervento del presidente del Consiglio ha preso la parola l’on. Michele Cossa, coordinatore del Comitato scientifico della collana, che ha messo l’accento sull’originalità dell’opera, “l’unica in Europa”, e sul valore della “lettura critica” degli atti parlamentari.
Successivamente ha preso la parola il prof. Marcello Verga dell’Università di Firenze che ha definito la storia dei parlamenti come il passaggio fondamentale del lungo percorso di una “coscienza costituzionale che parte da una antica sapienza ed arriva fino al regionalismo autonomistico, come fonte di coscienza nazionale, perché la storia delle istituzioni è storia dei popoli.”
Il prof. Italo Birocchi dell’Università di Roma – La Sapienza ha inquadrato l’attività dei parlamenti dal punto di vista di una “forma” fondata sulle consuetudini, sulla ricerca di un equilibrio simboleggiato anche dall’esigenza di “fare giustizia”. Tuttavia, ha spiegato, “non si tratta di una forma conservativa e di un equilibrio immobile quanto di un divenire aperto a presenze e contenuti nuovi in materia fondamentali come la rappresentanza degli interessi locali, la proprietà privata, l’affermazione del criterio della meritocrazia nell’accesso alle cariche pubbliche”.
Il professor Federico Francioni, curatore del volume, ha messo in evidenza il significato delle principali istanze che il Parlamento sardo, espressione di una Sardegna in grave crisi economica ed anche demografica, con gravi diseguaglianze fra città e campagne, rivolgeva alla Corona in quel periodo. Il tema centrale era quello della riduzione del donativo (che oggi potremmo paragonare alla pressione fiscale), “che le comunità locali, comprese Cagliari e Sassari, chiedevano fosse proporzionato alla popolazione”. Da queste rivendicazioni si passò alle proteste, ha concluso, “fino a far comparire nel linguaggio del tempo il termine tirannia, con gli esiti che conosciamo”.
(Af)