Data: 06/04/2016
Un palo di cavi elettrici a bassa tensione sistemato all’interno di una tomba dei giganti. Succede a Sarroch nel sito archeologico di San Liberno. Il caso, segnalato nel 2014 dall’associazione Nurnet, approda in Consiglio regionale.
Il gruppo “Sovranità, Democrazia e Lavoro” ha presentato un’interrogazione urgente al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore dei Beni Culturali Claudia Firino.
«E’ un insulto alla storia della Sardegna e all’intero popolo sardo – afferma il primo firmatario Gianfranco Congiu – uno scempio che impone un immediato intervento della Regione. Il palo va rimosso al più presto».
Come è possibile che accadano queste cose? A chiederselo è il consigliere Pier Mario Manca che invoca un’azione di controllo più stringente. «Prima di autorizzare interventi sul territorio è necessario verificare preventivamente la presenza di emergenze archeologiche – sostiene Manca – solo così si potranno evitare nuovi scempi».
La presenza di un palo elettrico all’interno del sito archeologico di San Liberno è inspiegabile anche dal punto di vista “tecnico”: «L’area si trova in una zona pianeggiante – sottolinea Augusto Cherchi – il palo poteva essere spostato di 50 metri senza problemi. Realizzare una colata di cemento in una tomba dei giganti è un atto delinquenziale. Chi ha dato l’autorizzazione?».
«La nostra iniziativa ha un duplice obiettivo – conclude il capogruppo di Sdl, Roberto Desini, sollecitare un intervento delle autorità competenti e sensibilizzare l’opinione pubblica. Il sito di San Liberno è un patrimonio di tutti i sardi che va tutelato e valorizzato». (Psp)