CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

Nota stampa n.97

Data: 09/04/2015

Seduta n. 97

 

Dibattito sul DL n.130 “Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio”. Approvati gli art. 23 (Condizioni di ammissibilità degli interventi) e 24 (Procedure). 

 

Cagliari 9 aprile 2015.  La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale dell’art.23 (“Condizioni di ammissibilità degli interventi”) del Disegno di legge n.130 – Giunta regionale – “Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”.

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha osservato che «dopo la parte delle premialità nelle varie zone urbanistiche con questo articolo se ne verificano le condizioni ed emergono due aspetti importanti da approfondire». Il primo, ha spiegato, «riguarda interventi su immobili senza titolo abitativo totale o parziale per cui si ipotizza o un vecchio condono eventualmente già concluso o un accertamento di conformità; questi casi vanno ampliati comprendendo sia gli edifici ultimati alla data del dicembre 2014 che quelli provvisti di certificazione di completamento delle strutture».

Il consigliere Mario Floris (Uds-Sardegna) ha sottolineato che «la legge il carattere della provvisorietà con i continui richiami alla legge urbanistica che ancora non c’è, nonostante una lunga storia della Sardegna fatta da amministratori locali e regionali nell’alternarsi delle generazioni sempre con l’obiettivo comune di realizzare un equilibrio fra sviluppo e tutela dell’ambiente». Rispetto a questi grandi passi in avanti, ha lamentato Floris, »oggi si ritorna indietro perfino sacrificando conquiste ottenute in passato, con un il ginepraio di norme che causerà ulteriori difficoltà ai comuni sardi per la presenza di disposizioni inconciliabili come quella che, in finanziaria, concede fondi per l’albergo diffuso nei centri storici e quella, presente nel Dl 130, che vieta qualunque attività negli stessi centri storici».

Il consigliere del Psd’Az, Marcello Orrù, ha affermato che «l’articolo in esame è come tutti gli altri pieno di divieti ed andrebbe ritirato, non per un partito preso ma per il bene dell’economia sarda, perché non si può dire che l’edilizia è un settore trainante dell’economia sarda e poi proporre un impianto di norme che non consente di realizzare progetti di qualità». La Giunta, ha commentato Orrù, «governa la Sardegna senza mandato degli elettori pur essendo formata da persone per bene e di qualità; manca però la conoscenza esatta e concreta della realtà e, sullo sfondo, resta una visione ideologica che impedisce un approccio utile alla soluzione dei tanti problemi della nostra Regione».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha criticato il fatto che «mentre qualche settore della maggioranza continua a criticare a vuoto ed abbaia alla luna, emerge la profonda delusione per una legge che era partita con l’ambizione di diventare una norma strutturale capace di dare certezze al Piano casa precedente ed invece si è rivelata il suo esatto contrario: non è strutturale perché ha un limite temporale al 31 dicembre 2014 e questo limite andrebbe cancellato e non è nemmeno organica perché tampona malamente la grave crisi dell’edilizia in Sardegna». (Af)

Il presidente ha dato la parola al consigliere dei Riformatori sardi, Luigi Crisponi, il quale ha illustrato le tante perplessità e il malcontento che questa legge sta generando tra i cittadini e non soltanto tra gli addetti ai lavori.

Crisponi ha evidenziato poi come l’esordio della stagione turistica sia stato fiacco. Due i principali motivi: i problemi legati ai trasporti aerei e navali e il fatto che la maggior parte delle strutture non è competitiva con l’offerta internazionale, in quanto sarebbero necessari adeguamenti che la Regione non incentiva. Per Crisponi la situazione del comparto turistico è preoccupante.

Per il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, l’articolo 23 individua le categorie escluse dalle interventi e opera una differenziazione nell’applicazione della norma che non crea equità. Per Solinas l’articolo in alcune parti è condivisibile, ma presenta numerosi elementi di criticità in particolare al “punto f” (“negli edifici di interesse paesaggistico o identitario individuati nel Piano paesaggistico regionale ed inclusi nel Repertorio del mosaico”) e al “punto e” (“negli edifici di interesse artistico, storico, archeologico o etno-antropologico vincolati ai sensi della parte II del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137, e successive modifiche ed integrazioni”).

«L’articolo 23 – ha affermato Marco Tedde (FI) – sotto alcuni aspetti è condivisibile, e non contestiamo con forza questo articolo ma tutto l’articolato». Per Tedde si tratta di una legge inadeguata. «Non lo diciamo solo noi – ha affermato – ma tutti i rappresentanti della categoria e addirittura lo dice anche l’Irs». Si tratta, secondo l’esponente dell’opposizione, di una legge che non piace a nessuno, anche a parti della stessa maggioranza. «Noi continueremo a tentare – ha concluso –  con emendamenti ed emendamenti agli emendamenti a migliorare questa legge. Sarebbe stato meglio prorogare la legge 4». Per il vice capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda «stiamo continuando a legiferare in un modo schizofrenico. Stiamo trattando commi, articoli e parole che sono ben lontani da un legge». Zedda ha avvisato la maggioranza che il provvedimento, se così approvato, si presterà a diverse interpretazioni e a contenziosi. Per il consigliere «questo articolo 23 andava rivisto e armonizzato con ciò che abbiamo approvato prima, invece ci siamo incaponiti a dire soltanto quello che non si può fare». (Eln)

Sempre sull’articolo 23, dopo l’on. Zedda, è intervenuto l’on. Dedoni (Riformatori), che ha detto: “Stiamo scrivendo norme inapplicabili, che diventeranno strumenti di tortura per gli utenti. Il partito del mattone è quel povero cristo che non ha casa e cerca di costruirla, magari a casa del padre”.

A seguire, è intervenuto l’on. Rubiu , capogruppo Aps. Ha affermato che “in questa legge grande assente è l’uomo, l’attore protagonista del territorio. Questa è una legge che non ha anima, che non riconosce la diversità dei paesaggi e della società, dei contesti urbani e non urbani”. 

Per il Pd ha preso la parola il capogruppo, on. Pietro Cocco, che ha detto: “Dall’opposizione ho sentito interventi fuori tema, minestroni supponenti, come se la Sardegna fosse rappresentata in toto da centrodestra. Con grande passione discutete del mattone ma non è questa legge la soluzione dei problemi edilizi della Sardegna perché dovremo affrontare a breve la legge urbanistica. Che senso hanno interventi come i vostri davanti a un articolo così chiaro come questo?”.

All’on. Cocco  ha risposto il capogruppo di Forza Italia, on. Pittalis: “E’ il mondo produttivo e del lavoro, non noi, che contesta questa legge. Noi non portiamo verità incrollabili ma non vogliamo nemmeno essere responsabili dello sfascio che questa legge porterà. Pure gli ambientalisti ve l’hanno contestata, non solo i costruttori. Questo articolo 23 è l’articolo dei divieti, altro che degli interventi. Siete ancora in tempo per ritirare questa legge disastrosa”.

Sull’emendamento 222 (soppressivo dell’intero articolo23, parere contrario di Giunta e commissione), l’on. Locci (Forza Italia) ha annunciato il voto favorevole e ha detto: “I limiti dell’articolo 23 non sono compatibili con il carattere di stabilità che voi dite di voler conferire a questa legge”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’on. Tedde (Forza Italia) e l’on. Oscar Cherchi (Forza Italia). L’on. Angelo Carta (Psd’Az) si è chiesto: “Perché questa legge non piace ai sindaci né ai turisti, agli impresari e ai cittadini, agli uffici tecnici e pure a parte della maggioranza. Perché vi accanite così?”. Favorevoli all’emendamento 222 anche l’on. Fasolino (Forza Italia) e l’on. Rubiu (Udc), per i quali “è un tentativo di correggere le storture messe in pratica sino ad ora”. (C.C)

Modesto Fenu (capogruppo Sardegna) ha evidenziato il contenuto della lettera g) dell’articolo 23, laddove si fa riferimento al Pai ed ha affermato che la norma rischia di creare delle “mostruose storture edificatorie” con il blocco di aree agricole e con il conseguente impoverimento del valore delle stesse.

Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha dichiarato il voto a favore dell’emendamento soppressivo totale dell’articolo 23 ed e ha sottolineato l’erroneo contenuto della lettera c) che, a giudizio dell’esponente della minoranza, contiene un riferimento normativo inesistente. Crisponi ha inoltre espresso critiche per le previsioni della lettera i) che fanno riferimento “alle procedure per individuare gli ambiti di esclusione di applicazione della legge”. «Significa – ha concluso il consigliere dei Riformatori – che i consigli comunali che non hanno adottato il Puc entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge devono individuare ambiti di esclusione con ovvi profili di illegittimità e con evidenti problemi di opportunità politica»

Non essendoci altri consiglieri iscritti a parlare, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha aperto la votazione sul’emendamento n.222 che non è stato approvato con 31 contrari e 21 favorevoli.

Il presidente ha quindi annunciato la votazione all’emendamento n. 272 (Oscar Cherchi e più) che propone l’abrogazione della lettera b) comma 1) dell’articolo 23.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha sottolineato che le disposizioni dell’articolo 23 stabiliscono che potranno usufruire degli eventuali incrementi volumetrici soltanto coloro che non hanno utilizzato i benefici della legge 4\2009 (piano casa) ed ha avanzato perplessità sulla data del 31 dicembre 2014 per indicare il termine della conclusione lavori degli edifici esistenti per l’applicazione delle norme del Dl 130. «Vogliamo sopprimere questo limite – ha concluso Locci – perché vogliamo che la norma sia applicabile anche a coloro i quali possiedono o possiederanno un immobile».

Il consigliere Oscar Cherchi (Fi) ha dichiarato voto favorevole ed ha criticato il termine del 31 dicembre 2014, indicato nel comma b) ed ha proposto di sostituirlo con la data di entrata in vigore della legge.

Marco Tedde (Fi) ha dichiarato il voto favorevole all’emendamento 272 ed ha parlato di “schizofrenia normativa” in riferimento al comma b). Il consigliere della minoranza ha quindi sottolineato le differenti proposte tra giunta, commissione e maggioranza del termine di fine lavori per fare ricorso ai benefici della legge: «E’ il segno di quanto quella che discutiamo sia una legge pasticciata e inadeguata».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha introdotto il tema della “Xylella” (un batterio che minaccia gli ulivi) ma è stato prontamente interrotto dal presidente del Consiglio perché argomento non pertinente all’ordine del giorno. A conclusione del breve scambio di opinioni tra il capogruppo Dedoni e il presidente Ganau, il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha domandato una breve sospensione dei lavori che è stata accordata.

Alla ripresa è stato posto in votazione l’emendamento n. 272 che non è stato approvato con 29 contrari e 18 favorevoli. (A.M.)

Si è quindi passati alla votazione degli emendamenti soppressivi parziali n. 65 (Rubiu e più) e 273( Peru e più) che sono stati respinti dall’Aula.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento sostitutivo parziale n. 415 (Fasolino e più).

Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) che ha definito “pleonastico” il contenuto del comma 1 lett. a) nella parte in cui si condiziona l’ammissibilità degli interventi alla positiva conclusione dei procedimenti di condono o accertamento di conformità. Secondo Cherchi, per il via libera agli interventi basterebbe invece prevedere che “non venga alterato l’indice volumetrico previsto”. L’emendamento n.415 è stato respinto con 28 voti contrari e 18 a favore.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n.128, presentato dalla Giunta regionale, che modifica la lettera b del comma 1) portando al 31 dicembre il termine entro il quale non sono più ammissibili incrementi volumetrici negli edifici per i quali è stata fatta la comunicazione di fine lavori.

Sull’emendamento è intervenuto il capogruppo del PD Pietro Cocco che ha proposto un emendamento orale all’emendamento n.128 per posticipare ulteriormente il termine “alla data di entrata in vigore della presente legge”.

Marco Tedde (Forza Italia) ha annunciato il suo voto a favore ma, allo stesso tempo, ha confermato il giudizio negativo sul testo della legge «contradditorio e confuso».  Tedde ha poi contestato le continue modifiche alla legge in corso d’opera: «fare leggi utilizzando questo metodo è difficile. Il testo viene modificato ad ogni passaggio. Questa tecnica legislativa non è ammissibile, così non si può lavorare».

Giudizio condiviso da Oscar Cherchi (Forza Italia) che ha invocato la presentazione di un testo di coordinamento che consenta di avere un quadro più chiaro.

Luigi Crisponi (Riformatori) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento n.128 con l’integrazione proposta dal capogruppo del Pd. «La correzione – ha osservato Crisponi – modifica un articolo scritto maldestramente».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha sostenuto la richiesta formulata da Oscar Cherchi “perché si arrivi a un testo di coordinamento”. Zedda ha poi annunciato il suo voto favorevole all’emendamento «che corregge le incongruenze segnalate dalla minoranza».

Gianluigi Rubiu, capogruppo di Area Popolare Sarda, si è detto “felice” di votare un emendamento della Giunta «che fotografa la superficialità con la quale si è trattato il tema. Avevamo ragione noi quando dicevamo che c’era bisogno di un’ulteriore riflessione».

Voto favorevole anche da parte di Stefano Tunis (Forza Italia). «Se fosse stato utilizzato lo stesso spirito per le altre norme – ha detto Tunis – sarebbe venuto fuori un altro testo».

Ha quindi preso la parola il presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas (Pd) il quale ha difeso il testo licenziato dal parlamentino da lui presieduto: « non c’è niente di nascosto – ha affermato Solinas – la legge è stata licenziata ai primi di dicembre, il termine del 24 scaturiva dalla possibilità di approvare la norma prima di Natale. Non è stato possibile e quindi è stato corretto».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha espresso soddisfazione per la presentazione dell’emendamento. «Quando si propongono cose sensate che vanno nella giusta direzione si riesce a trovare l’unanimità».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n.128,  con l’integrazione emendamento orale, che ha ottenuto il via libera con 48 voti a favore e 2 contrari.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’emendamento sostitutivo totale n.626 (Giunta) che emenda il n.86 (Agus e più) ed estende l’inammissibilità degli interventi anche agli edifici individuati dai PUC ai sensi dell’art 19 della legge regionale n.45/1989. L’emendamento è passato con 32 voti a favore e 19 contrari.  

Disco verde anche per l’emendamento sostitutivo totale n.627 (Giunta) che emenda l’emendamento n.129. Il testo modificato riscrive la lettera h) del comma 1 dell’articolo 23 consentendo gli interventi negli edifici che il Piano particolareggiato o una delibera del Consiglio comunale abbiano riconosciuto in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto.  

Il presidente Ganau ha poi messo in votazione il testo dell’articolo 23 che è stato approvato con 31 voti a favore e 20 contrari.

Subito dopo l’approvazione dell’articolo 23 ha chiesto la parola l’assessore all’Urbanistica Cristiano Erriu che ha manifestato l’esigenza di coordinare le due scadenze previste dagli articoli 19 e 23. Il presidente Ganau ha assicurato che la sollecitazione verrà recepita in sede di coordinamento.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, pur comprendendo le esigenze di coordinamento, ha contestato il modo di procedere della maggioranza. « Non riuscite a convincerci. Il metodo utilizzato è schizofrenico, ci sono emendamenti presentati all’ultimo momento e poi si invocano esigenze di coordinamento. Metteteci nella condizione di esaminare ciò che si propone all’Aula». (Psp)

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 24 che disciplina le procedure per la realizzazione degli incrementi volumetrici. Ottenuti i pareri di Commissione e Giunta sugli emendamenti, il presidente Ganau ha aperto la discussione.

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha sottolineato che «al di là del teatrino prevarrà il buon senso sulla tutela di grandi valori come ambiente e paesaggio ma il dato politico significativo riguarda l’esercizio dei poteri derivanti dal proprio Statuto nei confronti dello Stato anche in sede di legge urbanistica». Si tratta di poteri, ha spiegato, «che ci sono stati sottratti dopo Renzi ha spogliato le Regioni delle competenze in materia di territorio compresa l’edilizia pubblica». Soffermandosi poi sul testo, Floris ha affermato che «risente della mancata istruttoria delle commissioni di merito, cosa che avrà conseguenze negative a cominciare da una prevedibile impugnativa da parte del governo». La Giunta, ha concluso, «aveva annunciato molte riforme ma è in forte ritardo limitandosi al compitino di tutti i giorni; questa legge doveva essere fatta dopo la riforma degli enti locali».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha detto in apertura che «la saggezza di Floris ci stimola ad una doverosa riflessione perché la legge sta venendo fuori senza che se ne possano prevedere gli effetti sul sistema regionale e questo doveva essere, in effetti, il lavoro delle commissioni competenti che è stato vanificato dai continui rimaneggiamenti del testo». A titolo di esempio, Cherchi ha citato proprio l’articolo in esame, dove si parla di procedimenti amministrativi e si introduce una sorta di doppio binario, la Scia per il patrimonio esistente in aree urbane ed il permesso di costruire per le zone turistiche; non si capisce perché dato che i procedimenti sono gli stessi, così come emergono numerose perplessità sulla richiesta di valutazione di coerenza anche nelle zone non gravate da vincoli, su questo punto una modifica è necessaria».

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Eugenio Lai.

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha dichiarato che «la definizione delle procedure non è un passaggio da poco in relazione all’impatto della legge sul territorio; per questo i pasticci rischiano di produrre conseguenze gravissime a cominciare dalla penalizzazione inaccettabile per le strutture ricettive che non trova riscontro nell’ordinamento regionale, è solo una zavorra, una camicia di forza per giunta illegittima, mentre sarebbe necessaria una proporzione fra valutazione amministrativa e dimensione dell’intervento».

Il consigliere del Psd’Az Marcello Orrù ha evidenziato la coerenza negativa «fra l’articolo in esame ed il provvedimento complessivo, composto da articoli privi di contenuti senza indirizzi chiari, contesto che rende impossibile sia tutelare l’ambiente che assicurare un minimo di sviluppo e tanto meno di occupazione». Prevale, ha lamentato, «l’impianto ideologico e l’appesantimento burocratico, mentre serve una revisione profonda perché appare sganciato dalle esigenze reali del territorio». Nel sassarese, ha ricordato Orrù, «sono sempre più lunghe le file alla Caritas, luogo frequentato ormai anche da persone provenienti dal mondo dell’edilizia, manovali, muratori, carpentieri; mi rivolgo ai colleghi della maggioranza chiedendo loro di ritirare il provvedimento, frutto dello stesso clima di terrore che causò tanti danni allo stesso centro sinistra, i sardi chiedono lavoro e l’edilizia deve ricoprire il suo ruolo strategico di volano dell’economia».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha rilevato che «in materia di procedure occorre essere chiari, la verifica di coerenza è un appesantimento burocratico che danneggia i cittadini perché in termini reali si tratta di 45 giorni in più». Un appesantimento inaccettabile, ha continuato Locci, che si vede anche nelle piccole cose: nemmeno la modulistica, ad esempio, è adeguata a quello che serve per far funzionare lo sportello unico per l’edilizia perché gli uffici comunali interessati alla sperimentazione non accettano quella predisposta dalla Regione».

Il consigliere Giuseppe Fasolino, anch’egli di Forza Italia, ha condiviso le considerazioni del consigliere Floris, «fondate sia sul piano politico che su quello della realtà dei fatti; il testo è pieno di contraddizioni evidenti perché prima si parla di permesso di costruire, poi si rimanda ad un articolo successivo in cui si prevede una elevatissima discrezionalità che, in termini pratici, si tradurrà in un diniego». Appare poi molto grave, ha aggiunto, «l’asimmetria procedurale prevista per le strutture ricettive; non solo non si semplifica ma si rende quasi impossibile realizzare un progetto».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha detto che «per certi aspetti l’articolo è comico perché non si capisce a quali possibilità siano agganciate le procedure previste; è ovvio che così come è congegnato non produrrà nessun effetto come i fatti dimostreranno, è auspicabile perciò una riflessione perché è ancora possibile introdurre ulteriori miglioramenti».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha ribadito «la necessità di un testo più semplice e snello, che vada all’essenza delle questioni calandosi nella nostra realtà; è importante ricercare convergenze anche in un contesto difficile sostanzialmente privo di un filo conduttore, anche perché manca la percezione di quanto la burocrazia può essere di ostacolo allo sviluppo».

Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha parlato di un testo che «alimenterà ulteriore confusione negli uffici tecnici comunali, fra i professionisti ed i cittadini, anche perché le procedure indicate dalla legge sono sostanzialmente superate dalle disposizioni del recente decreto Milleproproghe». Quanto alla parte riservata ai bonus volumetrici assegnati ai disabili, Rubiu ha ricordato che «la materia è già disciplinata dalla legge regionale 3/2008, una ennesima dimostrazione di superficialità mentre ci vorrebbe cautela e rispetto per argomento così delicato e difficile».

Il consigliere Gavino Sale (Irs), riferendosi alle accuse di incoerenza rivoltegli dall’opposizione ha affermato che «mi fischiano le orecchie ma è bene chiarire la nostra posizione; non cadremo nella vostra banale trappoletta, abbiamo firmato un patto e saremo coerenti pur non nascondendoci nel voto segreto». Abbiamo un'altra visione del nostro ambiente, ha precisato, «mentre la vostra è conservatrice, una bolla inesistente dello sviluppo edilizio che produce solo invenduto di valore sempre più scarso, noi ci opponiamo a questa visione e vogliamo invece migliorare la classe dei nostri edifici con interventi di efficientamento energetico, risanamento e ristrutturazione, fattori che rappresentano il 75% dell’edilizia moderna». Lo chiede anche l’Europa, ha concluso, «che ci propone gli esempi virtuosi di Friburgo dove sono stati creati centinaia di migliaia di posti di lavoro».(Af)

Il presidente ha dato quindi la parola al consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, intervenuto su delega del capogruppo. «Quando abbiamo iniziato a discutere di questa legge la confusione regnava sovrana e oggi questa confusione è stata centuplicata», ha affermato l’esponente della minoranza. «Siamo un’opposizione che cerca di migliorare una legge che non può essere migliorata e siamo ancora più confusi dopo l’intervento dell’on. Sale, che da un lato parla all’esterno di voler combattere i cementificatori e poi approva con la maggioranza la costruzione di 126 villette. Non sono questi i consigli che servono alla Sardegna, on. Sale – ha concluso Tedde – ci vuole coerenza».

Il presidente, constatato che non c’erano più iscritti a parlare, ha messo in votazione gli emendamenti. L’Aula ha approvato l’emendamento dell’opposizione, n. 468 (Pittalis e più) con 47 voti favorevoli e un contrario dopo l’intervento del presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas (Pd), che ha espresso il parere favorevole della Commissione. Il testo prevede che all’articolo 24, comma 5, le parole “ad eccezione di quelli dell’articolo 20” sono soppresse. L’articolo 20 riguarda gli “Interventi di incremento volumetrico delle strutture destinate all'esercizio di attività turistico-ricettive”.    

Approvati anche il soppressivo parziale 33 (=193=469=476) che ha soppresso il comma 9 dell’articolo 24. Il punto 9 prevedeva per gli incrementi volumetrici delle strutture turistico-ricettive la necessità di una preventiva valutazione della compatibilità urbanistica e paesaggistica degli interventi proposti con il contesto circostante, effettuata di concerto tra amministrazione comunale e amministrazione regionale secondo le procedure da definire con apposita deliberazione della Giunta regionale da assumere entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

Approvato anche l’emendamento 130 della Giunta modificato parzialmente dall’emendamento all’emendamento 628 della stessa Giunta. Il testo approvato prevede la sostituzione dei commi 1, 2 e 3  dell’articolo 24 con i seguenti: “1. Gli interventi previsti negli articoli 19, 21 e 22 sono realizzati mediante segnalazione certificata di inizio attività (Scia). Gli interventi previsti nell’articolo 20 sono soggetti a permesso di costruire. 2. L'avvio dei lavori di incremento volumetrico di cui agli articoli 19 e 21 e il rilascio del permesso di costruire per i casi di cui all’articolo 20 sono condizionati alla positiva valutazione di coerenza in merito al rispetto delle condizioni di cui all'articolo 25, comma 3, lettere a) e b). 3. La valutazione di coerenza di cui al comma 2 è resa con parere motivato dall'ufficio competente al rilascio dei titoli abilitativi. Per gli interventi previsti negli articoli 19 e 21, decorso inutilmente il termine di quarantacinque giorni dalla data di presentazione della Scia si intende formato il silenzio assenso”.

L’Aula ha anche approvato l’emendamento 474 della Giunta che al comma 4 sostituisce il periodo “questa sostituisce la “ con “questa assorbe la”. Il Consiglio ha poi approvato il testo dell’articolo.

Il presidente Ganau ha chiuso la seduta, i lavori riprenderanno domani mattina alle 10. (Eln)

 

 

Condividi: