CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

Nota stampa n.79

Data: 11/03/2015 ore 16:00

Conclusa la discussione generale e approvato il passaggio agli articoli del Dl 130 “Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito l’Assemblea ha proseguito nell’esame dell’ordine del giorno con il Disegno di Legge n°130 “Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”. Il presidente ha quindi dato la parola al relatore di maggioranza del provvedimento, il presidente della commissione urbanistica Antonio Solinas, del Pd.
Solinas, nella sua relazione, ha sottolineato che «il dibattito ha generato molte aspettative in un settore attraversato da una profonda crisi pur avendo le potenzialità per far ripartire l’economia della Sardegna». Dal novembre, ha poi ricordato Solinas, «la commissione ha svolto audizioni con tutti i portatori di interesse che hanno espresso nella stragrande maggioranza un parere positivo sul provvedimento, istituendo successivamente una sottocommissione col compito di procedere, di concerto con gli uffici e l’assessorato, un testo più snello e di facile applicazione». Il relatore ha ringraziato  i componenti della commissione e in particolare quelli di  minoranza «che hanno sempre lavorato con spirito costruttivo sia pure partendo da posizioni diverse». Questo lavoro, ha continuato, «ha permesso di arrivare ad un testo più snello, che passa da 52 a 39 articoli, proponendo un quadro complessivo caratterizzato da uniformità di regole, contenimento del consumo di suolo, riqualificazione del patrimonio esistente, un quadro semplice in attesa nuova legge organica sull’urbanistica». Entrando nel dettaglio della legge, Solinas ha messo l’accento su quelli che, a suo giudizio, sono i punti qualificanti: «salvaguardia delle zone costiere ed agricole, attribuzione agli enti locali della disciplina relativa agli incrementi volumetrici, la differenziazione delle misure per le strutture turistico- ricettive condizionate agli interventi di destagionalizzazione, riqualificazione ambientale con demolizione-ricostruzione incentivate in zone di particolare valore o a rischio idrogeologico». Il testo, ha osservato il presidente della commissione urbanistica, «è anche frutto del recepimento osservazioni formulate da ordini professionali, associazioni di categoria ed ambientalisti».
Il relatore di minoranza Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha ricordato in apertura che il voto della minoranza è stato contrario in commissione, segnando «una differenza sostanziale fra le nostre posizioni e quelle della maggioranza perché, secondo noi, è privo di spunti propositivi in relazione all’equilibrio fra sviluppo e salvaguardia ambientale, non centra l’obiettivo di operare un radicale processo di riforma delle norme regionali, accentua quella lentezza di tempi giustamente percepita come inaccettabile dal tessuto economico e dalla società sarda». La proposta, quindi, a giudizio di Fasolino, «genere un quadro complessivo che per noi resta negativo; bisognava dare vita ad una nuova legge organica intervenendo su tutto il sistema di norme che superasse derive estremiste per aprire una nuova fase di governo del territorio orientata non tanto ad abrogare l’edificazione ma a produrre un testo capace di ridisegnare il futuro della Sardegna, all’insegna di qualità architettonica». Ci sono inoltre, ha proseguito il consigliere di Forza Italia, «troppi rimandi a leggi precedenti che rendono difficile applicazione della norma, segno dell’indifferenza alle preoccupazioni di tutta la filiera edilizia che chiedeva proroga del piano casa ed una nuova legge». Invece, ha lamentato Fasolino, «si è scelto di andare avanti a tappe forzate provocando fra l’altro un grave vuoto normativo; l’impianto predisposto dalla Giunta, va ricordato, è sostanzialmente difforme da quello sottoposto alla consultazione pubblica, più volte rimodulato e in alcune parti stravolto». Dopo queste vicissitudini, a giudizio di Fasolino, «è venuto fuori un testo ancora non sufficiente, con troppi vincoli, incertezza sui tempi, problemi di applicabilità, premialità insufficienti, mancanza di incentivi per il turismo, il contrario di una legge dinamica che servirebbe davvero alla Sardegna, frutto solo della volontà di marcare la discontinuità con il passato». Eppure, ha concluso, «il piano casa precedente non solo non ha prodotto alcuno scempio ambientale, ma anzi ha permesso un’opera importante di riqualificazione del territorio regionale». (Af)
Subito dopo le relazioni di maggioranza e opposizione, il presidente Ganau ha aperto la discussione generale dando la parola al primo iscritto a parlare, il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi.
L’esponente della minoranza ha manifestato, in premessa, la necessità di dare risposte ai sardi per il superamento della crisi che ha colpito l’Isola. «La politica ha il dovere di compiere uno sforzo per non lasciarsi travolgere dai rimpianti e dai rimorsi – ha detto Cherchi – da noi dipende il futuro di molti cittadini».
Cherchi ha poi accusato la Giunta di avere, in materia urbanistica, un atteggiamento condizionato da “spinte ideologiche antiche”. «Mi sembra di rivedere il mitico Tafazzi, personaggio della fortunata trasmissione televisiva “Mai dire gol”  – ha affermato Cherchi –  lui si martellava le parti basse con uno strumento di plastica, il centrosinistra usa invece il mattone». Il consigliere azzurro ha poi stigmatizzato il ritardo con il quale il provvedimento arriva in Aula. «Sarebbe stato molto meglio prorogare il Piano casa. Questa norma segna il suicidio politico del centrosinistra. Noi tuttavia non possiamo gioire perché abbiamo a cuore il destino dell’Isola».
Cherchi ha auspicato una correzione del Disegno di legge per evitare ulteriori danni all’economia sarda. «Nella frenesia di distruggere quanto fatto dalla Giunta Cappellacci la maggioranza condanna i cittadini a subire gli effetti del proprio  autolesionismo».
Oscar Cherchi ha poi difeso l’impianto del Piano Casa approvato nella scorsa legislatura (« Non è vero che ha alimentato la cementificazione e favorito gli amici degli amici. E’ stato invece uno strumento utile per aiutare la ripresa dell’edilizia, settore che dal 2013 registra una crescita incoraggiante ») e invitato la maggioranza a migliorare quel Piano anziché stravolgerlo.
Da Cherchi anche un accenno all’appello lanciato nei giorni scorsi dall’Ance attraverso i principali giornali dell’Isola: «Loro sanno quale ruolo abbia giocato il Piano Casa per ridare fiato alle imprese – ha rimarcato Cherchi – il loro grido d’allarme non aveva la finalità di blandire Cappellacci o il centrodestra». 
Il consigliere di minoranza, infine, ha evidenziato alcune criticità della legge in discussione. «Le zone E agricole sono sparite, nelle zone storiche A gli incrementi volumetrici diventano quasi impossibili, per le zone B – ha concluso Cherchi – gli aumenti previsti sono ridicoli: 20% per i comuni che non hanno adeguato i Puc al Piano Paesaggistico regionale».  
Mario Floris (Uds) ha definito confuso e pieno di incongruenze il Disegno di legge in discussione. «Su questa materia emerge una delle pagine più tristi di questa Giunta –ha detto Floris – contiene un’ingiustificata fobia nei confronti di quanto la precedente Giunta aveva messo in campo per lo sviluppo. Obiettivo primario era creare occupazione, rilanciare l’economia e fare uscire i sardi dalla crisi. Invece, Piano Casa e Piano paesaggistico sono stati affossati senza uno straccio di confronto in grado di recuperare quanto di positivo era stato prodotto dall’esecutivo Cappellacci».
Floris ha quindi evidenziato gli aspetti positivi del precedente Piano paesaggistico «nuovo strumento di pianificazione e di tutela del territorio costiero, frutto del confronto con tutte le parti economiche e sociali dell’Isola».
Una bocciatura senza appello quella del leader dell’Uds per il Disegno di legge in discussione: « Stiamo esaminando una  legge tappabuchi. Anziché prorogare il Piano Casa e sospendere il Piano paesaggistico, in attesa di una nuova legge urbanistica, si è preferito usare il bulldozer».
Critiche infine all’iter del provvedimento, partorito dalla Giunta, esaminato dalla Quarta Commissione poi assegnato a una sotto-commissione. «In passato le leggi in materia urbanistica venivano approvate all’unanimità – ha ricordato Floris – i partiti svolgevano un ruolo di raccordo tra la politica e la società civile. Ora invece si torna alla situazione di sei anni fa, quando il presidente Soru decise di dimettersi e di far sciogliere il Consiglio a causa dei contrasti con la sua maggioranza. L’auspicio è che la maggioranza riveda il proprio atteggiamento».
Anche Edoardo Tocco (Forza Italia) ha sottolineato l’importanza del provvedimento sui cui vengono riposte le aspettative di tanti sardi. «Non vorrei però che fosse fatto per bloccare quelle opportunità create dalla precedente Giunta e che hanno portato indiscutibili benefici al sistema delle imprese».
Tocco ha ribadito la necessità di arginare la cementificazione delle coste e promuovere la tutela del patrimonio naturalistico «ma questo non deve impedire al settore urbanistico di svilupparsi e di creare lavoro».
Il consigliere azzurro ha poi messo in evidenza il rischio di creare nuovi vincoli e, conseguentemente, impedire lo sviluppo dell’edilizia popolare, la riqualificazione dei centri storici e delle zone periferiche. Da Tocco, infine, un riferimento alla difficile situazione degli uffici per l’edilizia privata: «A Cagliari lo scenario è drammatico: oltre 8000 le pratiche bloccate negli uffici comunali – ha concluso Tocco – la Sardegna non può permettersi nuovi vincoli. Questo provvedimento rischia di diventare la scure dell’edilizia privata». (Psp)
Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha sottolineato che l’Aula, nel corso dell’esame del Dl 130, dovrà dimostrare di essere capace di raccoglie e tradurre in miglioramenti normativi le osservazioni e le critiche formulate in proposito dalle organizzazione delle imprese e dei lavoratori che operano nel comparto dell’edilizia. Il consigliere della minoranza ha quindi rilevato quella che a suo giudizio rappresenta una palese contraddizione: e cioè le dichiarazioni del presidente della Giunta che si dice impegnato nella creazione dei posti di lavoro e i posti di lavoro che si perderanno nel comparto dell’edilizia e del suo indotto per il venir meno delle misure contenute nel cosiddetto “Piano casa”. «Il provvedimento che proponete – ha dichiarato Crisponi – è infatti la pietra tombale sulle possibilità di ripresa economica e strozzerà tutte quelle attività che in questi ultimi anni hanno retto alla crisi».
Il consigliere della minoranza ha definito il “piano casa” approvato nella scorsa legislatura un “piano serio”, una legge intelligente che non ha prodotto sconquassi sotto il profilo ambientale.
Luigi Crisponi ha però espresso apprezzamento per le previsioni di legge contenute nell’articolo 20 che stabilisce premialità a vantaggio dei servizi delle strutture ricettive. L’esponente dei Riformatori ha quindi auspicato una definizione più puntuale delle strutture ricettive ed ha suggerito quanto disposto in materia dalle leggi 22/84 e 27/98.
Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha lamentato il ritardo con il quale arriva in Aula il disegno di legge in materia di edilizia ed ha ricordato in tono critico che dalla data di approvazione del Dl in Giunta al passaggio in commissione è trascorso un mese. Tedde ha anche ricordato le rassicurazioni fornite dall’assessore dell’Urbanistica sulla proroga delle disposizioni del piano casa entro il 29 novembre 2014. «Scadenza non rispettata – ha dichiarato il consigliere della minoranza – perché il fuso orario della Giunta è molto diverso da quello delle famiglie e delle imprese sarde». L’esponente di Fi ha denunciato la scarsa condivisione da parte degli operatori e ricordato i 30mila posti persi in edilizia e i 1500 che sono andati perduti nell’ultimo quadrimestre del 2014.
«Per queste ragioni – ha dichiarato il consigliere Tedde – abbiamo invocato la proroga del piano casa, ottenendo in cambio un provvedimento caratterizzato da pregiudizi ideologici».
Marco Tedde ha concluso lamentando il fatto che ad un anno dall’insediamento del Consiglio neppure una proposta di legge della minoranza si stata iscritta all’ordine del giorno né esitata da una delle sei commissioni consiliari».
Il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, ha evidenziato che l’assenza di interventi nel corso del dibattito da parte di consiglieri della maggioranza certifica l’impossibilità del centrosinistra a difendere il disegno di legge 130.
Il consigliere della minoranza ha quindi denunciato come il testo originario proposto dall’assessore Erriu era profondamente differente da quello poi emendato in Quarta commissione. «Il provvedimento che discutiamo – ha affermato Fasolino – rappresenta il nulla e la sua approvazione è persino inutile».
«Ci aspettavamo una riforma profonda – ha aggiunto il consigliere di Fi – che ponesse l’edilizia come strumento per lo sviluppo in Sardegna». A giudizio di Fasolino sono del tutto inadeguate le poche premialità volumetriche previste nel Dl 130 ed ha affermato che non c’è alcun incentivo di tipo economico.
«Questa legge sull’edilizia – ha incalzato – farà più danni del Ppr di Soru, perché allora la crisi non c’era e oggi invece con il provvedimento sull’edilizia si cancella persino la speranza di una ripresa economica».
Giuseppe Fasolino ha quindi lamentato “il generale appiattimento” dei consiglieri della maggioranza ai voleri e alle decisioni del presidente della Regione: «Anche per queste ragioni con voi al governo l’edilizia ritorna ad essere solo terreno di scontro ideologico e non opportunità di crescita e sviluppo». (A.M.)
Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha ricordato che il tema in discussione «richiede un approccio laico per superare i limiti di un dibattito che dura da diversi lustri; il territorio merita un riordino profondo sotto tanti aspetti, una nuova visione d’insieme, un sistema legislativo in grado di dare soluzioni strutturali». Il tema della tutela ambientale, ha aggiunto Tunis, «appartiene a tutti e le differenze sono nel modo in cui difenderlo ma questo scenario è stato inquinato da un vecchio approccio ideologico al punto che è diventata prevalente l’analisi della giurisprudenza piuttosto che l’interpretazione della norma». Per superare questa fase di stallo, il consigliere di Forza Italia ha proposto di «partire da una riflessione su ciò che serve alla nostra Regione, argomento che purtroppo arriva nel momento peggiore della maggioranza, dove il principale partito è costretto ad ingoiare qualunque cosa in attesa di un rimpasto». Secondo l’esponente di Forza Italia, «sono state tradite le speranze di tante parti della società sarda, marginalizzate da un testo che sconfessa del tutto lo stesso disegno di legge della Giunta; abbiamo bisogno di tempo per fare un testo organico in materia urbanistica ma nel frattempo non possiamo continuare ad affamare la Sardegna e se, avessimo agito da buoni padri di famiglia. avremmo prorogato il piano casa, su questi problemi noi ci siamo ma voi siete commissariati».
Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha affermato in apertura che «siamo stati quasi obbligati a questo disegno di legge, non per gli effetti positivi ma a causa di quelli negativi perché, approvando il piano casa che consentiva molte cose in deroga al Ppr, è evidente che si sono scoraggiate le amministrazioni comunali a predisporre i Puc e ad adeguarli al Ppr ed è chiaro che con i Puc approvati non sarebbe stato necessario il piano casa». Riferendosi alle posizioni manifestati dai portatori di interesse, Demontis ha detto che «non chiedono deroghe ma il completamento del Piano paesaggistico, una nuova legge urbanistica, l’accelerazione delle procedure di approvazione dei Puc anche modificando il Ppr, nuovi regolamenti edilizi, la pianificazione del territorio agricolo e, siccome questo non c’è, hanno chiesto deroghe». Il testo, ha osservato il consigliere del Pd, «contiene piccole deroghe ed è giusto, perché quelle grandi non danno sviluppo ma lo compromettono; il piano casa ha dato solo occupazione temporanea ed altrettanto farà questa legge ma lo sviluppo è un’altra cosa e non c’entra con le cose che stanno chiedendo i portatori di interesse, dato che edilizia e urbanistica sono cose diverse e non vanno confuse». Questa, ha continuato, «è una legge emergenziale e comunque molto più efficace di una legge fondata sulle deroghe, la crisi dell’edilizia non è imputabile al Ppr ma viene da molto più lontano, è una crisi strutturale da affrontare con soluzioni organiche, non si può confondere la goccia con il mare».
Il consigliere Antonello Peru (Forza Italia) ha esordito dicendo che «se qualcuno tenta di chiamarlo piano casa sbaglia di grosso, è un provvedimento sterile e inutile, un diktat del segretario regionale del Pd che di fatto commissaria Giunta e maggioranza, una occasione perduta a partire dalla mancata proroga del vecchio piano casa, che ha centrato obiettivi importanti in materia di riqualificazione, risparmio energetico, contenimento del consumo di suolo ed occupazione; era una legge nata con l’intuizione che le famiglie potessero avvicinarsi a piccoli investimenti sulla propria casa». Il nostro patrimonio edilizio, ha aggiunto Peru, «è pari a circa 1 milione e mezzo di abitazioni, per questo l’unico strumento per riqualificare il tessuto urbanistico era proprio il piano casa, unico strumento che poteva rimettere in moto il settore e così è stato con 40.000 concessioni edilizie che hanno generato circa 1 miliardo di euro più gli incentivi nazionali». Il settore, ha sintetizzato Peru, «è rimasto vivo proprio per questo sia pure fra difficoltà enormi mentre, sull’atro fronte, non c’è stata nessuna distruzione del paesaggio, nessuna devastazione delle coste e dei centri storici, con benefici evidenti». Il testo, ha detto ancora il consigliere Peru, «per la metà recepisce il testo unico nazionale ma per il resto è nulla; ci sono ampliamenti non convengono a nessuno, centri storici cancellati, nelle zone agricole e turistiche non c’è nulla e in questo scenario emerge un dato di fondo, non esiste al mondo nessuno che demolisce la sua casa per farne una più piccola del 15%». Non solo, ha incalzato il consigliere: «la premialità del 25% per i servizi sulle coste saranno una doccia fredda per gli operatori, oltretutto è una norma che c’è già nella legge 45 in vigore ma è vietata dal Ppr, cosa che dovrà essere chiarita, senza dimenticare la legge sul golf cancellata per una pulsione ideologica, mentre poteva essere una opportunità vera per allungare la stagione turistica».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha dichiarato che «è impossibile affrontare un problema così delicato con un approccio non ideologico come dimostra l’unico intervento della maggioranza a sostegno della legge». Cementificatori in questo Consiglio ce ne sono pochi ed invece le obiezioni sono invece fondate perchè la Sardegna non può vivere di assistenzialismo e forse non vuole anche perché riceve dall’apparato pubblico pessimi esempi ogni giorno». L’impianto della legge, ha poi osservato l’esponente dei Riformatori, «è ostile lo si vede dalla legge sul golf, tentativo di portare in Sardegna una utenza ricca cancellato da un ambientalismo di maniera condito da invidia sociale e dalla scarsa ottusa consapevolezza dell’impatto di queste norme sulla società sarda». Molti colleghi, ha proseguito Cossa, «intervengono come sindaci del loro paese e spero che abbiano letto la legge insieme ai responsabili degli uffici tecnici, perché è vero che il sistema delle deroghe è una degenerazione della legge ma questo provvedimento fa il contrario di quello che dice». La scelta di non prorogare il piano casa è stata disastrosa, ha concluso, «perché nonostante alcune forzature non ha prodotto alcun disastro ma il settore edilizio ne ha beneficiato soprattutto  livello di piccole imprese, mettendo in movimento quasi un miliardo di risorse private: tutto questo è finito da un giorno all’altro». Incontriamo delegazioni di persone in lotta per il posto di lavoro ogni giorno «eppure dei disoccupati dell’edilizia non ne parla nessuno, nessuno ha versato una lacrima, auspico almeno una apertura in senso tecnico». (Af)
Dopo Michele Cossa è intervenuto nel dibattito generale Augusto Cherchi. Per il consigliere di Soberania e Indipendentzia questa PL  deve essere definita come “legge preparatoria alla vera legge”. E’ ormai necessario che il Consiglio approvi al più presto  la nuova legge di riforma urbanistica. Quindi la valutazione che deve essere data al testo di legge all’esame dell’Aula deve essere una valutazione in chiave prospettica  e, in quanto tale, deve essere valutata positivamente. Certo – ha detto Cherchi –  alcune parti dovranno essere ridefinite e discusse. Prima fra tutte quella che “riesuma vecchie lottizzazioni dormienti”. 
Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna)  ha posto innanzitutto alcune questione di metodo. Questa norma  edilizia – ha affermato  – parte viziata perché non sono state coinvolte, nella fase istruttoria, le autonomie locali. Inoltre, il consigliere ha sottolineato che, rispetto al disegno di legge licenziato dalla giunta, il testo è stato completamente stravolto. Per Locci, questo metodo  non aiuta il dibattito ma acuisce i dissidi. Dunque, è importante aprire un dibattito e un confronto . “Quest’aula –  ha concluso – ha bisogno di ritrovarsi anche nella discussione ma i gruppi di maggioranza rifuggono il confronto. Questo non è un metodo. Si può fare di più”.
E’ poi intervenuto Ugo Cappellacci (Forza Italia Sardegna) che prima di tutto ha sottolineato l’assenza in Aula del presidente della Regione  Francesco Pigliaru.   “Un dispositivo che ha una valenza politica così forte e conseguenze così forti  – ha affermato Cappellacci –  meriterebbe la presenza  del presidente. Cappellacci ha ricordato le feroci  polemiche che accompagnarono l’approvazione del  Piano casa da quando fu approvato. Era il 23 ottobre del 2009 – ha ricordato l’ex presidente della Regione – e quella che allora era opposizione arrivò perfino, nonostante una sentenza della Corte costituzionale che si pronunciò a favore , a instillare il dubbio sulla legittimità del Piano casa e ad invitare i comuni a non applicarlo. Invece proprio grazie  all’applicazione del  Piano casa (del tutto legittimo come ha ripetuto Cappellacci) si sono realizzati innumerevoli interventi  creando lavoro, occupazione e ricadute economiche positive.  Cappellacci ha invitato il governo regionale  a valutare con prudenza e attenzione quello che è stato fatto nella scorsa legislatura  in materia di gestione del territorio.  Cappellacci ha affermato che la revoca frettolosa  del piano paesaggistico dei sardi sembra  solo un trofeo da mostrare al nuovo segretario regionale del pd. Il Presidente Pigliaru – ha concluso – dimostri in questa circostanza  di non essere un vaso di terracotta costretto a viaggiare in mezzo a vasi di ferro. (R.R.)
Per il consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, non bisogna confondere la legge edilizia con la legge urbanistica. «Si tratta di due cose diverse – ha detto Meloni – oggi si discute di edilizia ma l’assessorato sta già pensando a una legge urbanistica da approvare nel più breve tempo possibile. Serve uno strumento moderno che consenta ai Comuni di adeguare i Puc.
Meloni ha quindi manifestato la sua contrarietà al sistema delle deroghe che finora ha governato il settore dell’edilizia: «Per questo – ha detto l’esponente della maggioranza – ho accolto con favore la nuova legge che consentirà di superare l’attuale situazione di precarietà». Meloni, dall’alto della sua esperienza di sindaco di un comune costiero (Loiri Porto San Paolo), ha contestato la politica urbanistica messa in atto dalla Giunta di centrodestra nella passata legislatura: «Avete avuto cinque anni di tempo ma avete preferito un sistema di deroghe a scapito della pianificazione. Questo comportamento omissivo non ha favorito comuni e imprese».
Meloni, al termine del suo intervento, ha sollecitato un approfondimento su alcuni aspetti della legge, primo fra tutti l’incremento volumetrico per le zone F «che non sono zone di interesse turistico ma hanno sostituito, di fatto, le zone  di espansione territoriale».
Alberto Randazzo (Forza Italia) ha contestato in Aula le affermazioni fatte da alcune associazioni ambientaliste contro i provvedimenti in materia urbanistica approvati nella scorsa legislatura. «Non permetto a nessuno di darmi del cementificatore –ha detto Randazzo – nessuno di noi vuole distruggere l’ambiente. Il 70% delle autorizzazioni sono state date da amministratori di centrosinistra, il Piano Casa, con i suoi 35mila provvedimenti approvati, ha prodotto benefici per l’economia sarda».
Randazzo ha poi evidenziato le critiche alla legge espresse dagli artigiani e dai rappresentanti delle piccole e medie imprese e invitato la maggioranza ad ascoltare i consigli provenienti dal mondo produttivo.
Attilio Dedoni (Riformatori) ha sollecitato più attenzione per una materia importante come l’urbanistica. «Su leggi come questa si decide il futuro dell’Isola – ha detto Dedoni – se le organizzazioni di categoria esprimono un giudizio negativo in modo chiaro e preciso attraverso gli organi di stampa, dovrebbe venire il sospetto che qualcosa non va».
Il capogruppo dei Riformatori ha poi sottolineato l’importanza degli interventi sul fronte dell’occupazione: «Non è vero che il lavoro temporaneo non crea sviluppo. Il primo obiettivo è salvare le imprese, lo si può fare anche creando occupazione temporanea».
Tra gli elementi critici della legge, Dedoni ha segnalato l’assenza di misure per la semplificazione burocratica. «Sapete quanto ci vuole per ottenere un’autorizzazione ? – ha chiesto l’esponente dell’opposizione – è una vergogna. Siamo qui per dare risposte al popolo sardo, abbiamo il compito di agevolare l’iter burocratico, non quello di seminare zizzania. Per questo occorrerà analizzare a fondo i passaggi tecnici previsti dalla legge per le autorizzazioni edilizie». (Psp)
Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha invitato l’Aula a ragionare sulla sostanza delle cose e dismettere una contrapposizione che nella realtà non ha ragione di essere. Il consigliere della maggioranza ha ammesso che i timori del centrosinistra in occasione dell’approvazione del piano casa non si sono manifestati e ha definito un “difetto” la mancata proroga delle disposizioni contenute nel piano casa varato nella scorsa legislatura.
«Ma – ha affermato Arbau – nella sostanza non è accaduto niente e il Dl 130 garantisce una continuità alle misure edilizie». «Così come il piano casa non ha prodotto i danni paventati dall’allora opposizione – ha proseguito l’esponente della maggioranza – così la legge in discussione se approvata non bloccherà l’economia della Sardegna». A giudizio del capogruppo il Dl 130 rappresenta il primo passo in vista di nuove norme in materia di governo del territorio perché – ha aggiunto Arbau – “per fame abbiamo derogato alla programmazione urbanistica”.
Il consigliere del centrosinistra ha concluso escludendo la volontà di cancellare leggi e provvedimenti efficaci insieme con un non meglio precisato intento punitivo verso i piccoli artigiani dell’Isola.
Il capogruppo del Partito sardo d’Azione, Christian Solinas, ha affermato di non volersi rassegnare alla vocazione all’inutilità, nei termini indicati da Efisio Arbau, ed ha paventato il rischio che nel corso dell’esame dell’articolato possano intervenire, come è accaduto per i precedenti provvedimenti, sostanziali modifiche che stravolgono il testo di legge.
«Il disegno di legge in discussione – ha spiegato il consigliere sardista – non ha più una paternità certa e la norma è percepita in maniera così confusa da ingenerare critiche da paret di tutti i soggetti interessati». Solinas ha quindi evidenziato la contraddittorietà delle critiche: da una parte le imprese, gli artigiani e i lavoratori che lamentano la fine dei benefici del piano casa e dall’altra gli ambientalisti che denunciano rischi per l’ambiente e intenti cementifica tori.
A giudizio del consigliere della minoranza condensare in un unico testo norme di materia urbanistica, paesaggistica e edilizia rappresenta un “errore” e non sarebbe l’intendimento dell’assessore Erriu che invece, in precedenza in Consiglio, aveva preannunciato la volontà di procedere con una semplificazione del quadro normativo.
Con il Dl 130, a giudizio dell’esponente Psd’Az, restano senza risposte le richieste di coloro che hanno chiesto la proroga del piano casa e non sono soddisfatte le aspettative di chi attende una autentica riforma nel comparto dell’edilizia e nel settore dell’urbanistica.
Solinas ha inoltre ricordato come alla Sardegna servano norme certe e chiare ed ha ribadito l’urgenza di interventi che semplifichino il quadro.
Il capogruppo dei Quattro Mori ha concluso con un invito alla riflessione ed ha auspicato che l’assessore dell’Urbanistica “riprenda in mano la situazione” per restituire ai sardi le opportunità previste dal piano casa e predisporre nuovi e distinti testi in materia urbanistica.
Il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, ha definito il Dl 130 un provvedimento “complesso” che interviene sull’aspetto paesaggistico e ambientale ed interviene sul futuro sviluppo delle città e dei paesi dell’Isola.
Il consigliere della maggioranza ha però ammesso “alcune criticità palesi e potenziali” ed ha ribadito la necessità di una particolare attenzione perché – così ha affermato – nel settore dell’edilizia insieme a onesti imprenditori operano anche dannosi e pericolosi speculatori.
L’esponente dei Rossomori ha quindi affermato la necessità di compiere più approfondite valutazioni e di riservarsi ulteriori osservazioni nel merito, nel corso dell’esame dei singoli articoli e degli emendamenti. (A.M.)     
Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha ricordato che il tema in discussione «richiede un approccio laico per superare i limiti di un dibattito che dura da diversi lustri; il territorio merita un riordino profondo sotto tanti aspetti, una nuova visione d’insieme, un sistema legislativo in grado di dare soluzioni strutturali». Il tema della tutela ambientale, ha aggiunto Tunis, «appartiene a tutti e le differenze sono nel modo in cui difenderlo ma questo scenario è stato inquinato da un vecchio approccio ideologico al punto che è diventata prevalente l’analisi della giurisprudenza piuttosto che l’interpretazione della norma». Per superare questa fase di stallo, il consigliere di Forza Italia ha proposto di «partire da una riflessione su ciò che serve alla nostra Regione, argomento che purtroppo arriva nel momento peggiore della maggioranza, dove il principale partito è costretto ad ingoiare qualunque cosa in attesa di un rimpasto». Secondo l’esponente di Forza Italia, «sono state tradite le speranze di tante parti della società sarda, marginalizzate da un testo che sconfessa del tutto lo stesso disegno di legge della Giunta; abbiamo bisogno di tempo per fare un testo organico in materia urbanistica ma nel frattempo non possiamo continuare ad affamare la Sardegna e se, avessimo agito da buoni padri di famiglia. avremmo prorogato il piano casa, su questi problemi noi ci siamo ma voi siete commissariati».
Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha affermato in apertura che «siamo stati quasi obbligati a questo disegno di legge, non per gli effetti positivi ma a causa di quelli negativi perché, approvando il piano casa che consentiva molte cose in deroga al Ppr, è evidente che si sono scoraggiate le amministrazioni comunali a predisporre i Puc e ad adeguarli al Ppr ed è chiaro che con i Puc approvati non sarebbe stato necessario il piano casa». Riferendosi alle posizioni manifestati dai portatori di interesse, Demontis ha detto che «non chiedono deroghe ma il completamento del Piano paesaggistico, una nuova legge urbanistica, l’accelerazione delle procedure di approvazione dei Puc anche modificando il Ppr, nuovi regolamenti edilizi, la pianificazione del territorio agricolo e, siccome questo non c’è, hanno chiesto deroghe». Il testo, ha osservato il consigliere del Pd, «contiene piccole deroghe ed è giusto, perché quelle grandi non danno sviluppo ma lo compromettono; il piano casa ha dato solo occupazione temporanea ed altrettanto farà questa legge ma lo sviluppo è un’altra cosa e non c’entra con le cose che stanno chiedendo i portatori di interesse, dato che edilizia e urbanistica sono cose diverse e non vanno confuse». Questa, ha continuato, «è una legge emergenziale e comunque molto più efficace di una legge fondata sulle deroghe, la crisi dell’edilizia non è imputabile al Ppr ma viene da molto più lontano, è una crisi strutturale da affrontare con soluzioni organiche, non si può confondere la goccia con il mare».
Il consigliere Antonello Peru (Forza Italia) ha esordito dicendo che «se qualcuno tenta di chiamarlo piano casa sbaglia di grosso, è un provvedimento sterile e inutile, un diktat del segretario regionale del Pd che di fatto commissaria Giunta e maggioranza, una occasione perduta a partire dalla mancata proroga del vecchio piano casa, che ha centrato obiettivi importanti in materia di riqualificazione, risparmio energetico, contenimento del consumo di suolo ed occupazione; era una legge nata con l’intuizione che le famiglie potessero avvicinarsi a piccoli investimenti sulla propria casa». Il nostro patrimonio edilizio, ha aggiunto Peru, «è pari a circa 1 milione e mezzo di abitazioni, per questo l’unico strumento per riqualificare il tessuto urbanistico era proprio il piano casa, unico strumento che poteva rimettere in moto il settore e così è stato con 40.000 concessioni edilizie che hanno generato circa 1 miliardo di euro più gli incentivi nazionali». Il settore, ha sintetizzato Peru, «è rimasto vivo proprio per questo sia pure fra difficoltà enormi mentre, sull’atro fronte, non c’è stata nessuna distruzione del paesaggio, nessuna devastazione delle coste e dei centri storici, con benefici evidenti». Il testo, ha detto ancora il consigliere Peru, «per la metà recepisce il testo unico nazionale ma per il resto è nulla; ci sono ampliamenti non convengono a nessuno, centri storici cancellati, nelle zone agricole e turistiche non c’è nulla e in questo scenario emerge un dato di fondo, non esiste al mondo nessuno che demolisce la sua casa per farne una più piccola del 15%». Non solo, ha incalzato il consigliere: «la premialità del 25% per i servizi sulle coste saranno una doccia fredda per gli operatori, oltretutto è una norma che c’è già nella legge 45 in vigore ma è vietata dal Ppr, cosa che dovrà essere chiarita, senza dimenticare la legge sul golf cancellata per una pulsione ideologica, mentre poteva essere una opportunità vera per allungare la stagione turistica».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha dichiarato che «è impossibile affrontare un problema così delicato con un approccio non ideologico come dimostra l’unico intervento della maggioranza a sostegno della legge». Cementificatori in questo Consiglio ce ne sono pochi ed invece le obiezioni sono invece fondate perchè la Sardegna non può vivere di assistenzialismo e forse non vuole anche perché riceve dall’apparato pubblico pessimi esempi ogni giorno». L’impianto della legge, ha poi osservato l’esponente dei Riformatori, «è ostile lo si vede dalla legge sul golf, tentativo di portare in Sardegna una utenza ricca cancellato da un ambientalismo di maniera condito da invidia sociale e dalla scarsa ottusa consapevolezza dell’impatto di queste norme sulla società sarda». Molti colleghi, ha proseguito Cossa, «intervengono come sindaci del loro paese e spero che abbiano letto la legge insieme ai responsabili degli uffici tecnici, perché è vero che il sistema delle deroghe è una degenerazione della legge ma questo provvedimento fa il contrario di quello che dice». La scelta di non prorogare il piano casa è stata disastrosa, ha concluso, «perché nonostante alcune forzature non ha prodotto alcun disastro ma il settore edilizio ne ha beneficiato soprattutto  livello di piccole imprese, mettendo in movimento quasi un miliardo di risorse private: tutto questo è finito da un giorno all’altro». Incontriamo delegazioni di persone in lotta per il posto di lavoro ogni giorno «eppure dei disoccupati dell’edilizia non ne parla nessuno, nessuno ha versato una lacrima, auspico almeno una apertura in senso tecnico». (Af)
Dopo Pittalis è intervenuto l’assessore agli Enti Locali Cristiano  Erriu che  ha detto che questa  diposizione non rappresenta una legge urbanistica o una legge  edilizia ma  è il primo momento di una strategia proiettata a costruire la nuova legge regionale di governo del territorio che sarà completata in tempi brevi. Il testo all’esame dell’aula ha l’obiettivo di dare risposte al caso concreto ed è una legge di carattere emergenziale. L’esponente della giunta ha aggiunto di essere contrario ai precedenti Piani casa perchè contenevano anche “pericolose scorciatoie”. Scorciatoie cancellate nell’attuale testo  che  recupera quanto di meglio c’era nei piani casa precedenti mirando con precisione alle esigenze reali ed evitando ogni possibile operazione di speculazione.  Dopo l’intervento dell’assessore agli Enti Locali si è chiusa la discussione generale. L’aula ha votato il passaggio agli articoli (Presenti 46, votanti 45, sì 27, no 18).Il presidente ha ricordato che per accordo con i capigruppo il termine tassativo per presentare gli emendamenti è lunedì alle 12. Il consiglio è stato convocato a domicilio. (R.R.)

 

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