Data: 19/02/2015 ore 16:00
Manovra 2015, conclusa la discussione generale
La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale sul DL 170/S/A.– Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2015) ed il presidente ha dato la parola al consigliere Alessandra Zedda, di Forza Italia.
La maggioranza è fantasma, ha esordito la Zedda criticando le numerose assenze sui banchi del Consiglio ed annunciando tuttavia un intervento di taglio propositivo. Il programma regionale di sviluppo, secondo Zedda, è però «solo un bel libro dei sogni dove c’è dentro di tutto ma non si capisce con quali progetti, con quali risorse e con quale organizzazione regionale si pensa di poterlo realizzare, eppure sono argomenti che meritano una riflessione comune, perché lo stesso Piano dovrà essere definito annualmente e già questo è un primo dato: siamo nel 2015 ma non è stato possibile nemmeno presentare un progetto organico». Il vice capogruppo di Forza Italia ha poi giudicato negativamente una politica di sostegno alle imprese «che viene sostanzialmente delegata soltanto ai fondi comunitari, dato che le risorse della finanziaria sono del tutto insufficienti; sarebbe stato molto più utile un ciclo di programmazione molto centrato su questa prima fase in cui occorre aggredire in modo forte la crisi per poi operare consolidamenti». Anche perché, ha avvertito il consigliere, «i problemi della spesa comunitaria non sono risolti, ci sono ancora duplicazioni e inefficienze nella macchina organizzativa, la sfida è proprio quella di partire da qui con la massima velocità; crediamo insomma che sia finita l’ora delle vostre lezioni e sia arrivato il momento del fare».
Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha affermato all’inizio del suo intervento di cogliere una significativa apertura da una parte dell’opposizione, in un quadro generale sicuramente drammatico con indicatori tutti ancora di segno negativo. E tuttavia, ha affermato il capogruppo di Sel, «la manovra è ambiziosa e coraggiosa anche per queste ragioni; con numeri veri anche se non rilevantissimi in termini assoluti, l’assessore Paci ha fatto un grandissimo lavoro in commissione anche con la collaborazione significativa della minoranza, ora i risultati si vedono e ci sono novità importanti, a partire dall’attenzione alle fasce più deboli della società sarda». Abbiamo voglia di proporre soluzioni nuove, ha proseguito Cocco, «sappiamo che non sarà facile ma con grande sobrietà vogliamo proporre la nostra impostazione che, su alcuni grandi temi, ha già prodotto risultati importanti che con onestà intellettuale andrebbero riconosciuti». Siamo all’inizio di un percorso lungo, ad avviso del consigliere Cocco, «consapevoli del fatto che non si può avere tutto e subito; con il mutuo di 700 milioni, ad esempio, abbiamo fatto un passo giusto in questa fase storica che ci consente di avere un po’ più di ottimismo perchè dare un po’ di lavoro alle nostre imprese e pagarle con puntualità è già un risultato significativo». Siamo anche coscienti del fatto, ha concluso il capogruppo di Sel, «che la Sardegna ha bisogno di una terapia d’urto e crediamo di averla messa in campo con questa finanziaria». (Af)
Per Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, «quella presentata dalla Giunta è una finanziaria senz’anima, fondata sul principio del pareggio di bilancio che invece non è la panacea di tutti i mali».
Dedoni ha contestato l’impostazione del documento contabile: «Risponde a logiche vecchie di 20 anni ha detto – non critico le situazioni in cui, dopo un ampio confronto, si cerca di apportare migliorie al testo, ciò che contesto sono i “salti della quaglia” che non portano da nessuna parte. Serve una visione politica generale che tenga contro delle vere esigenze della Sardegna».
L’esponente della minoranza è poi entrato nel merito delle disposizioni della manovra: «Non c’è una scelta di fondo. Manca un’idea di sviluppo, non è chiaro su che cosa si voglia puntare per il riscatto dell’Isola. Questa finanziaria non individua un settore strategico (per esempio il turismo, al quale collegare le attività dell’agricoltura, dell’artigianato e del commercio) su cui orientare i finanziamenti. Ci sono invece mille rivoli che non portano a niente».
Dedoni ha poi manifestato preoccupazione per la mancanza di certezze sulle entrate. «Ne vedremo delle belle in fase di assestamento di bilancio – ha detto il capogruppo dei Riformatori – oggi ci lamentiamo della spesa sanitaria ma è stata la Giunta Soru ad accollarsi l’onere della sanità con la firma dell’accordo sulle entrate fiscali».
Il consigliere d’opposizione ha infine espresso forti perplessità sull’accordo firmato lo scorso mese di luglio dalla Giunta Pigliaru con il Governo. «E’ un accordo capestro. Non ci sono certezze sulle entrate, sarà difficile chiudere il cerchio. Altre regioni del centro sud – ha aggiunto – hanno ottenuto 500 milioni di euro per la cultura e la valorizzazione dei beni culturali. La Sardegna non c’è, nonostante la presenza di un sottosegretario sardo in quel Ministero».
Al termine del suo intervento, Dedoni ha invitato il Consiglio a non delegare alla Giunta le scelte sugli investimenti infrastrutturali.
Roberto Desini, capogruppo del Centro Democratico, ha invece difeso l’impianto della manovra 2015. «La coperta è corta – ha affermato – non basta a far fronte a tutti i bisogni e alle necessità del popolo sardo». Il consigliere del Cd ha poi smentito le voci su presunte fibrillazioni interne alla maggioranza. «Da noi c’è un continuo dibattito, anche acceso, ma abbiamo la fortuna di avere un allenatore che ha la capacità di fare sintesi e di indicare la rotta da seguire».
Desini ha quindi sottolineato quello che a suo avviso è l’aspetto più importante della finanziaria: una seria programmazione basata sull’integrazione delle risorse europee, nazionali e regionali. Bene, secondo, l’esponente della maggioranza, anche la decisione di ripristinare i fondi sul sociale, rivedendo però i criteri di assegnazione delle risorse della legge 162. « Nel mio comune (Sennori ndr) ci sono 200 piani della 162 con circa 840mila euro impegnati. I piani vengono spesso visti, non come assistenza e aiuto ai soggetti bisognosi, ma come l’unica fonte di reddito di interi nuclei familiari. Non credo che sia questa la risposta che dobbiamo dare a queste fasce sociali».
Altro elemento qualificante della manovra 2015, a giudizio di Desini, è la contrazione di un mutuo da 700 milioni di euro per le infrastrutture. «E’ una scelta coraggiosa in tempi di crisi che punta alla crescita e dice basta alla vecchia logica di interventi che non hanno ricadute sul tessuto economico e sociale». Desini ha poi ricordato l’esigenza di lavorare alla programmazione dei fondi comunitari 2007-2013 «Ci sono ancora 397 milioni di euro da spendere entro il 2015».
Al termine del suo intervento, il capogruppo del CD ha indicato le due priorità della legislatura: la riforma della sanità («i numeri comunicati dai commissari sono disarmanti, occorre porre un freno alla voragine finanziaria») e degli Enti locali («sono finiti i tempi delle vacche grasse, bisogna aver il coraggio e l’umiltà di cambiare»). (Psp)
Il presidente ha dato la parola al capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas. L’esponente della minoranza non ha lesinato critiche alla manovra finanziaria e al Prs, definendoli privi delle iniziative necessarie per il rilancio dell’economia sarda. Solinas ha detto, inoltre di aver messo a confronto il Psr con quello della scorsa legislatura: «Ho apprezzato la nuova veste grafica e la nuova ripartizione dei capitoli, ma l’analisi di fondo e le linee tendenziali restano le stesse». Solinas ha sottolineato che oggi bisogna dare ai sardi una buona amministrazione invece di una regione appesantita, con ritardi e percorsi amministrativi lunghi e complessi.
«In un tempo di grandi accelerazioni – ha affermato – non possiamo fare attendere le risposte a cittadini e imprese. La burocrazia regionale si è trasformata in un ostacolo allo sviluppo a prescindere da questa o quella maggioranza». «Crediamo che fare bene o meglio ciò che già esisteva ieri non sia sufficiente. E’ necessario elaborare strategie e progetti nuovi, al passo con le sfide del presente». Solinas ha ribadito l’importanza di ridefinire i rapporti con lo Stato e con l’Europa, «si deve ripartire dall’autonomia e dal nostro statuto», e ha aggiunto, «un’autonomia che non governi l’economia non è autonomia e solo un decentramento amministrativo». Solinas ha riproposto un percorso che porti all’indipendenza contestualizzata all’interno dell’Europa e l’istituzione dei punti franchi. In conclusione, parlando della Saremar ha chiesto all’assessore quando i 400mila turisti arrivati in Sardegna con Saremar hanno generato di compartecipazione iva.
Paolo Truzzu, (Fdi) ha ricordato i danni causati al territorio sardo dall’entrata nell’euro, affermando che il superamento della crisi non è soltanto nelle mani della Regione Sardegna. Per Truzzu si tratta di una Finanziaria deludente, come hanno affermato – ha ricordato – gli enti locali, le associazioni di categoria e i sindacati, che prevede un pareggio di bilancio con meno risorse. L’Irap più bassa d’Italia non è sufficiente – secondo il consigliere – per attrarre investimenti. Truzzu ha proposto l’istituzione dei punti franchi, maggiore attenzione ai diversi settori produttivi, ma soprattutto alle politiche per il lavoro («il grande assente nelle Finanziaria»).
Il consigliere di opposizione ha, inoltre, proposto alla Giunta di coinvolgere tutta l’opposizione e i rappresentanti della società civile per portare avanti un’unica vertenza nei confronti dello Stato, soprattutto sul problema delle entrate. (eln)
Il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, ha evidenziato le tante aspettative che i sardi hanno riposto nella prima finanziaria della Giunta Pigliaru. «Una Manovra difficile – ha spiegato il consigliere della maggioranza – che si innesta in un momento di crisi e che è condizionata anche dalle precedenti scelte politiche». Usula ha ricordato che il centrosinistra sarà giudicato sulle scelte che dimostrerà di saper fare, allo stesso modo di come i cittadini sardi hanno valutato non positivamente l’operato della precedente maggioranza. «Oggi tocca noi – ha dichiarato l’esponente dei Rossomori – e dimostreremo di essere all’altezza ma non si respira un clima di speranza e fiducia». Usula ha ricordato a questo proposito le risultanze dell’incontro con i rappresentanti degli Enti Locali e gli interventi che si sono susseguiti nel corso delle audizione nelle commissioni consiliari.
«La Finanziaria – ha spiegato il capogruppo – non riesce a rispondere alle aspettative dei sardi anche se non esiste la finanziaria “perfetta” soprattutto in tempoi di scarsità delle risorse». Emilio Usula ha quindi illustrato il drammatico scenario che vive la Sardegna e che non risparmia imprese («in tanti chiudono per mancanza di futuro»), operai, lavoratori, cassintegrati, i sindaci («ormai agiscono come esattori dello Stato confinati nella solitudine e sono diventati obiettivo di atti criminali»), le zone interne («ormai sono sempre più abbandonate a se stesse»).
Il consigliere del centrosinistra ha quindi affrontato il tema dell’indebitamento ed ha confermato condivisione per l’accensione del mutuo da 700 milioni di euro sottolineando però che tali risorse devono determinare una ricaduta positiva sul lavoro ed ha auspicato maggiori stanziamenti a favore dei Comuni per le opere immediatamente cantierabili.
Usula ha inoltre ricordato i numerosi emendamenti proposti dai consiglieri Rossomori per migliorare la Finanziaria, ad incominciare da quelli per l’introduzione del reddito di cittadinanza, che però non hanno trovato accoglimento in finanziaria («ma siamo fiduciosi che la maggioranza saprà cogliere nel corso dell’esame in Aula il positivo intendimento di fondo»). «In questa finanziaria – ha concluso Usula si può fare ancora molto ma si poteva partire meglio e Rossomori conferma la disponibilità ad offrire il proprio contributo».
Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha sottolineato l’importanza che l’approvazione del bilancio riveste per l’attività dell’amministrazione: «E’ lo specchio degli amministratori e fa emergere pregi e difetti dell’azione del governo».
«La finanziaria 2015 – ha proseguito il consigliere della minoranza – è un testo molto chiaro e tutti ne hanno compreso i fondamentali che sono rappresentanti dal taglio generalizzato dei servizi e dall’aumento delle tasse».
«L’intera Isola è indignata – ha insistito il rappresentante Udc – e l’aumento dell’Irap colpisce le poche realtà produttive rimaste in piedi nel territorio sardo». Rubiu ha lamentato l’assenza di un piano per il lavoro, nonostante i solleciti in tal senso arrivati dai sindacati, ed ha definito “ridicola” la proposta avanzata dall’assessore del Lavoro per la creazione di un’agenzia privata per il collocamento.
Un ulteriore sottolineatura critica ha riguardato l’assenza dell’industria dalle voci in bilancio ed ha elencato una serie di tagli che, a suo giudizio, vanno a colpire i giovani e i più deboli ad incominciare dai portatori di handicap. «Si aggiunga – ha incalzato Rubiu – che i nuovi parametri del reddito Ise imposti dal governo comporteranno la cessazione dei benefici della legge 162 per la metà dei sardi che attualmente ne usufruiscono».
«Avete messo nel mirino i giovani, le imprese, i disoccupati, le associazioni, i portatori di handicap e tutta la Sardegna con questa finanziaria vede ridotte le proprie opportunità», così ha concluso il suo intervento il capogruppo Udc. (A.M.)
Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha affermato in apertura che la prima finanziaria del centrosinistra risente inevitabilmente della situazione ereditata, con crisi industriali profonde come quelle di Eurallumina ed Alcoa per cui si è fortemente impegnati in queste settimane. Chi ha governato prima, ha detto Cocco, «si è mostrato privo del minimo senso del pudore perché in quegli anni non si sono fatti passi vanti nemmeno nella tanto declamata vertenza entrate, mentre ora in poche settimane si sono messi in campo centinaia di milioni sulla viabilità e su altri settori, con misure concrete e verificabili». Per stare all’oggi, ha continuato l’esponente del Pd, «la finanziaria ha la possibilità di contare su risorse importanti in un quadro finalmente liberato dal Patto di stabilità, è una manovra di avvio dei lavori che non vende fumo e non racconta favole, il mutuo da 700 milioni ne è il punto qualificante con risorse indirizzate ai territori che hanno bisogno di infrastrutture». Non sarà facile invertire la tendenza, ha riconosciuto Cocco, «anche a causa della spesa sanitaria fuori controllo su cui si dovrà intervenire con riforme importanti già avviate, ma c’è un segnale importante per gli Enti locali con il fondo unico portato a 600 milioni più altre risorse ma, in generale, è giusto dire che nessun settore della società sarda in difficoltà è stato dimenticato». Dopo aver criticato e preso le distanze da «alcune battute poco eleganti e di cattivo gusto nei confronti dell’assessore Mura, che sta lavorando bene in una situazione appesantita dagli errori del passato», il capogruppo del Pd ha concluso dichiarando che proprio nei settori strategici della Sardegna «la finanziaria dà risposte importanti e convincenti».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, in primo luogo, ha manifestato il disappunto del suo gruppo «per i banchi dell’esecutivo che sono troppo vuoti, fatta eccezione per alcune presenze occasionali; forse qualche assessore avrebbe imparato qualche cosa». Invece, ha detto, «registriamo l’inadeguatezza e l’incompetenza di molte componenti della squadra di governo; la luna di miele è finita, è finito il tempo delle accuse post elettorali, è il tempo che la maggioranza parli di cosa ha fatto e, sotto questo profilo, il documento rappresenta bene il primo anno di legislatura, un anno di illusioni e di promesse, in cui è emersa la distanza abissale fra quanto promesso ed i risultati raggiunti». Pittalis ha poi affrontato in dettaglio l’elenco di quelle che a suo avviso sono le promesse mancate: «la riforma della Regione che si è esaurita in due consulenti in più, la riforma Enti locali che ancora non ha alcuna forma come giustamente percepisce il sistema delle autonomie». Va dato atto al presidente del Consiglio, ha aggiunto Pitttalis, «di aver riunito i capigruppo di maggioranza e opposizione per trovare una soluzione al problema delle società in house ma, a parte questi episodi, viene fuori una realtà in cui la maggioranza ha pensato solo a distruggere quanto fatto in precedenza, dal Piano paesaggistico tornato indietro a 9 anni fa alla una nuova legge sull’edilizia promessa per lo scorso novembre ed ora impantanata». Non si può, ha protestato Pittalis, «dare la colpa di tutto questo all’opposizione; quello che noi chiediamo è di uscire da questo impasse, dicendo che la maggioranza va sempre bene e non è vero neanche quello, visto che state già tenendo sotto tiro l’assessore Arru». (Af)
Chiusa la discussione generale, il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore regionale della Programmazione e Bilancio Raffaele Paci per la replica.
L’esponente dell’esecutivo ha subito chiarito la filosofia ispiratrice della manovra 2015: «Vogliamo coniugare rigore e sviluppo – ha detto – consapevoli del fatto che la situazione è drammatica con la disoccupazione in aumento e i territori in crisi. Una situazione che non è responsabilità nostra né di chi governava prima, ma è determinata dalla crisi che ha investito l’Europa e l’Italia a partire dal 2008».
Paci ha quindi difeso l’impostazione della finanziaria, che prevede un equilibrio dei conti pubblici in linea con quanto previsto dalla Costituzione sul vincolo del pareggio di bilancio, e indicato i tre i capisaldi della manovra: l’abolizione del Patto di stabilità, la programmazione unitaria delle risorse, gli interventi di tipo keynesiano per sviluppare la domanda attraverso gli interventi pubblici per le infrastrutture.
Sul primo punto, Paci ha difeso l’accordo firmato lo scorso luglio con il Governo nazionale: «Grazie a quell’intesa possiamo finalmente spendere tutte le risorse disponibili. La cancellazione del Patto di stabilità consentirà di erogare nel 2015 circa 700 milioni di euro in più. Dopo tanto tempo, tutti gli stanziamenti potranno essere erogati nell’anno di competenza. E’ un risultato importante che permetterà di abbattere i residui passivi che oggi ammontano a oltre 2 miliardi di euro». L’assessore si è poi soffermato sulla vertenza entrate: «Non è ancora risolta – ha sottolineato – ma la trattativa con il Governo ci ha consentito di ottenere a gennaio i primi 300 milioni di euro. Entro luglio, la Commissione paritetica scriverà le norme attuative dell’articolo 8 dello Statuto. C’è inoltre l’accordo per lasciare in Sardegna le riserve erariali che andranno a coprire il debito della Regione e degli Enti Locali». Paci ha condiviso il giudizio delle opposizioni sull’insufficienza delle entrate: «I soldi non bastano – ha ammesso il rappresentante dell’esecutivo – bisogna contrattare con lo Stato la riduzione degli accantonamenti tenendo conto che la crisi ha determinato una forte riduzione del gettito fiscale».
Sul secondo punto, l’assessore al Bilancio ha rimarcato l’importanza della gestione dei fondi europei. Rimangono 307 milioni del programma 2007-2013 – ha detto Paci – vogliamo spenderli immediatamente. Nel 2015 avremo 500 milioni a disposizione, 81 per il cofinanziamento degli interventi, 59 per le politiche attive, 79 per gli incentivi alle imprese, 49 per cultura sport e turismo, 155 per l’agricoltura. Con queste risorse possiamo finanziare le politiche di sviluppo».
Sugli interventi “keynesiani” nel settore pubblico, Paci ha chiarito che è questa la giusta strada da seguire in un momento di forte contrazione dell’economia. «Nel momento in cui la Banca Centrale immette importanti risorse sul mercato, tocca allo Stato predisporre interventi per le opere pubbliche. Noi avremo a disposizione 700 milioni di mutuo, che comporteranno un indebitamento di 100 milioni all’anno. In questo modo riusciremo a far ripartire la domanda interna. Ciò non comporterà un aumento del debito pubblico, anzi questo si ridurrà grazie al basso costo del denaro».
Paci dopo aver ricordato altri importanti provvedimenti come la riduzione dell’Irap (“la più bassa in Italia”) e lo stanziamento di 45 milioni di euro per istruzione, cultura e lavoro, ha auspicato un sereno confronto in Aula. «La manovra potrà essere ancora migliorata, soprattutto per la parte del sociale, anche qui, però, bisogna affrontare la sfida in modo da ridurre gli sprechi e premiare chi ha veramente bisogno». L’assessore, infine, si è detto d’accordo con il capogruppo di Forza Italia Pittalis: «E’ vero che il rilancio della Sardegna non passa solo dalla manovra di bilancio ma soprattutto dalle riforme. Occorre procedere spediti nel riordino degli enti locali, nella definizione di una nuova legge urbanistica, nella razionalizzazione degli organismi agricoli e industriali, nella semplificazione amministrativa. L’entusiasmo lo lascio da parte – ha concluso Paci – lo riservo al momento in cui vedremo scendere la disoccupazione e ripartire l’economia».
Al termine dell’intervento dell’assessore, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e aggiornato i lavori a martedì 24 febbraio alle 16.00. Il presidente ha inoltre fissato il termine per la presentazione degli emendamenti alla manovra 2015 che scadrà alle 12.00 di lunedì 23 febbraio. Martedì mattina sarà invece convocata la Commissione Bilancio per l’esame degli emendamenti. (Psp)