Data: 09/04/2014 ore 10:30
Dibattito sulle Dichiarazioni Programmatiche del Presidente della Regione
Cagliari 9 aprile 2014. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente, on. Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito l’Assemblea ha proseguito nell’esame dell’ordine del giorno, la prosecuzione del dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione, on. Francesco Pigliaru con l’intervento dei capigruppo. Il presidente ha dato quindi la parola all’on. Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi. L’on. Dedoni ha subito messo l’accento sull’importanza delle dichiarazioni programmatiche, «che indicano le priorità del governo e il suo modo di porsi nei confronti del popolo sardo. Su questi aspetti c’è però una carenza di fondo, perché al di là dell’elencazione di alcuni problemi, non si vede una idea capace di invertire la rotta rispetto alla gravissima crisi della Sardegna». La nostra Regione, ha proseguito il capogruppo dei Riformatori, «è un’isola e paga molto cara questa sua dimensione geografica, in termini di ritardo di sviluppo. E, a mio giudizio, rilevo un approccio troppo morbido rispetto si gravissimi problemi della Sardegna. Bisogna invece interrogarsi con coraggio sull’incidenza della finanziarizzazione dell’economia, che ha messo in ginocchio la società e quella sarda in particolare. Non basta, quindi, appiattirsi sulle posizioni del governo nazionale perché dello stesso colore politico, dimenticando, per esempio a proposito delle scuole, che molte risorse erano già a disposizione della Regione». In primo luogo, secondo Dedoni, «occorre, in materia di riforme, far sentire alta la voce della Sardegna e del suo popolo, altrimenti rischiamo di essere risucchiati dal nuovo centralismo statale e dalla deriva tecnocratica dell’Unione europea». Così come non si può «andare avanti con decreti e delibere di giunta scavalcando il Consiglio, che invece è e resta il luogo centrale dell’elaborazione legislativa della Regione». C’è insomma, ha concluso l’on. Dedoni, «una esigenza costituente per le istituzioni sarde, per il suo sistema produttivo, per l’intera società sarda, capace di lasciarsi alle spalle per sempre la stagione in cui si sono dati soldi a tutti, alimentando illusioni e false promesse che hanno lacerato profondamente il nostro tessuto sociale». Successivamente, il Presidente ha dato la parola al capogruppo di Sel, on. Daniele Cocco che, rispondendo all’on. Dedoni ha tenuto a chiarire «che non c’è una filosofia di fondo perché non c’è tempo per fare filosofia, ora è il tempo del fare. I problemi della Sardegna sono molto urgenti e richiedono soluzioni rapide ed efficaci, senza demagogia e con grande serietà. La politica deve saper fare passi indietro proprio mettendo in pratica il programma del Presidente: equità, sicurezza, pari opportunità. Non sarà facile ma dobbiamo mettercela tutta, anche per meritare la fiducia dei Sardi. Soprattutto di quelli che sono in cassa integrazione, disoccupati, precari, lavoratori con tante difficili vertenze aperte ormai da troppo tempo». Rivolgendosi poi all’opposizione, l’on. Cocco ha ricordato «che il programma non esaurisce tutto e ci saranno altri passaggi attraverso i quali entrare concretamente nel dettaglio dei singoli provvedimenti». «Per quanto riguarda le riforme, è condivisibile il principio di “non negoziabilità” espresso con convinzione dal presidente della Regione. La vertenza entrare e la ricontrattazione del patto di stabilità restano centrali nei nostri rapporti con lo Stato ma c’è bisogno di un grande cambiamento: in agricoltura, dove emerge che la sanità regionale non ha veterinari in organico, negli ospedali, dove i pazienti della Sardegna non sono tutti uguali di fronte al diritto alla salute; e l’assessore ha fatto bene, sotto questo profilo, a chiedere ai manager di limitarsi all’ordinaria amministrazione». Nella pratica, ha lamentato con accenti fortemente critici l’on. Cocco, «si continua a governare con vecchi metodi, a Sassari dove i manager sanitari hanno assegnato importanti incarichi all’indomani delle elezioni, o all’Ente Foreste con le ultime delibere ad personam adottatate con attivismo sempre crescente». (Af) Il capogruppo del Partito sardo d’Azione, Christian Solinas, ha aperto il suo intervento con gli auspici di buon lavoro rivolti al presidente, alla Giunta e all’intero Consiglio e ha sottolineato la difficile congiuntura sociale e politica che attraversa la Sardegna. Nelle ansie e nelle difficoltà dei sardi – ha dichiarato il consigliere sardista – risiede la domanda di una nuova politica, non più riconducibile al tradizionale schema della destra e della sinistra. L’on. Solinas ha quindi evidenziato come sia in atto una vera e propria demonizzazione della politica, ricordando come questa attraversi una crisi che è insieme di potere, di autorevolezza e di credibilità. Il capogruppo sardista ha invitato “la politica” ad esplorare la crisi della Sardegna per poterla governare e poi risolverla e ha evidenziato come l’istituto della rappresentanza si stia progressivamente logorando. L’on. Solinas, a questo proposito, rivolgendosi direttamente al Partito Democratico e alla sua coalizione, ha affermato che «l’esecutivo regionale rappresenta l’immagine compiuta del commissariamento della politica in Sardegna». Il tutto – a giudizio del capogruppo dei Quattro Mori – contribuisce ad incrementare il progressivo distacco dalla legittimazione popolare. L’on Solinas ha definito «una politica ridotta a caricatura di se stessa», l’attuale politica che paga scelte che non compie ma che sono fatte dalla “tecnica”. Il consigliere del Psd’Az ha citato ad esempio la legge 31 che nata con buone intenzioni circa la distinzione tra il potere di indirizzo politico e le attività in capo all’amministrazione ha finito col creare “una casta dei dirigenti” e ha fatto pagare ai diversi assessori e ai presidenti che si sono succeduti, inefficienze che, nella realtà, non gli appartenevano. «Il Psd’Az – ha sottolineato l’on. Solinas – assumerà solo il metro della politica per misurare l’efficacia del governo regionale e valutare le iniziative del presidente della Giunta». Il capogruppo del Psd’Az ha poi affrontato il tema della legge elettorale e compiuto un’analisi sul risultato dello scorso 16 febbraio, a partire dell’allarmante dato dell’astensionismo. L’on. Solinas ha evidenziato come il risultato elettorale abbia fatto emergere tre grandi aree politiche: centrodestra, centrosinistra e un’area sardista-sovranista. «Tre quasi vincitori – ha dichiarato Solinas – che significa tre sconfitti», ma ha sottolineato l’esponente dei Quattro Mori, la legge elettorale ha invertito la rappresentanza assembleare e ha escluso una parte importante degli elettori sardi. «Infatti – ha sottolineato l’on. Solinas – l’attuale maggioranza consiliare non è maggioranza in Sardegna». Il capogruppo sardista ha concluso ricordando come sulla politica dei trasporti, la precedente legislatura e l’azione della passata Giunta abbiano conseguito importanti risultati sia sulla continuità territoriale aerea che per il trasporto ferroviario, rimarcando l’incremento del traffico aereo e l’aumento dei passeggeri negli aeroporti sardi, ad incominciare da quello di Cagliari che è stato inserito tra gli 11 aeroporti italiani di interesse internazionale. L’on. Solinas ha ricordato in conclusione le iniziativa intraprese per contrastare le politiche tariffarie e la privatizzazione della compagnia di navigazione marittima, Tirrenia. Il presidente ha dunque concesso la parola all’on. Roberto Desini che ha espresso la sua personale soddisfazione e quella dei rappresentanti del Centro Democratico, per le linee programmatiche illustrate in Aula dal presidente della Regione, on. Francesco Pigliaru, definite «reali e facilmente comprensibili e recepibili». Il consigliere del Cd si è detto preoccupato dalla grave crisi sociale che attraversa l’Isola e ha dichiarato di considerare positivamente la presenza tra i banchi del Consiglio di ben 15 tra sindaci ed ex sindaci. «Perché – ha spiegato l’on. Desini – gli amministratori rappresentano un valore aggiunto e i sindaci hanno il termometro sociale delle nostre comunità e sanno interpretarne al meglio bisogni e aspirazioni». Il consigliere Desini ha affermato di cogliere con soddisfazione i riferimenti del presidente Pigliaru alla cosiddetta “stagione della responsabilità”(soprattutto alla luce del dato sull’astensione manifestatosi in occasione delle ultime elezioni regionali) che deve essere finalizzata per riavvicinare i cittadini alle istituzioni, A questo proposito, l’on Desini, ha voluto citare esempi concreti di povertà e disagio, constatati nel corso del suo mandato da sindaco del Comune di Sennori (provincia di Sassari). L’on. Desini ha chiesto soluzioni ai problemi che mettono in ginocchio le famiglie e ricordato come nel suo paese nell’arco di due anni le famiglie sotto la soglia estrema di povertà si siano quadruplicate e come in certe famiglie anche l’istruzione dei figli è condizionata e penalizzata dalle condizioni economiche. L’esponente del Centro Democratico ha trattenuto a stento l’emozione nel ricordare un episodio di cui è stato diretto testimone, davanti al dolore di due genitori costretti a dover scegliere quale dei due figli far proseguire negli studi in un istituto superiore. Il capogruppo del Centro democratico ha rivolto critiche alla gestione della sanità sarda e denunciato l’esistenza di veri e propri «feudi elettorali» in alcune aziende sanitarie locali. Nelle sue conclusioni, l’on. Desini, ha rilanciato la proposta avanzata dal suo partito per ridurre da otto a tre le Asl in Sardegna. (A.M.) Il Presidente on. Ganau ha quindi dato la parola al capogruppo di “Soberania Indipendentzia” on. Emilio Usula. «La grave situazione in cui versa la Sardegna – ha esordito – è sotto gli occhi di tutti. Mentre questo Consiglio si insediava, fuori dal “Palazzo” manifestavano i cassintegrati, i disoccupati, gli studenti. A loro occorre dare risposte in tempi rapidi. è il programma di questa coalizione di Governo in cui il gruppo Soberania-Indipendentiza si riconosce». Le dichiarazioni programmatiche del Presidente Pigliaru, ha proseguito l’on. Usula – rappresentano una fotografia impietosa della situazione della Sardegna e, allo stesso tempo, ci affidano il compito di provare a cambiarla. Occorre avere la consapevolezza del nostro ruolo, ha detto il capogruppo di Soberania-Indipendentiza rivolgendosi a maggioranza e opposizione. «Spetta a tutti noi dare risposte alle criticità, da fuori ci vedono come una cosa unica nonostante le profonde distanze che ci dividono: siamo la classe politica sarda che ha il dovere di impegnarsi per cambiare la dura realtà». Questo Consiglio, ha detto ancora l’on. Usula, deve capire che non ci sono governi amici. La decisione della Giunta di rilanciare “la vertenza entrate” e ricontrattare il patto di stabilità rappresenta un buon viatico. «In Sardegna – ha proseguito Usula – ci sono due grandi emergenze: le nuove povertà e la disoccupazione. Compito di questa maggioranza è ridare speranza alla gente. Solo così potremo riavvicinare i cittadini alla politica». Il capogruppo di Soberania-Indipendentzia ha quindi affrontato il tema delle riforme, partendo dalla necessità di “garantire più partecipazione agli enti locali”. Nel quadro della riforma dello Statuto – ha detto l’on. Usula – è necessario ripensare a un governo della Regione più attento alle istituzioni periferiche. Altro tema urgente, ha detto il consigliere della maggioranza, è affrontare con decisione la grave situazione del sistema agropastorale. «La crisi e la cattiva amministrazione hanno messo in ginocchio il mondo delle campagne e sono la causa principale dell’abbandono dei piccoli comuni e della ricomparsa dei fenomeni migratori. Bisogna pensare a un nuovo modello che consenta a chi lavoro nei campi e negli ovili di produrre ricchezza e aspirare a una situazione di benessere. Da questo punto di vista la priorità è la soluzione delle emergenze sanitari(peste suina e lingua blu). La Sardegna entro cinque anni deve liberarsi dal flagello della peste suina, una partita costata alla Regione nel corso degli anni 600 milioni di euro». Ultimo accenno infine alla sanità. L’indirizzo sulle politiche sanitarie spetta alla politica, ha detto l’on. Usula, basta con lo strapotere dei direttori generali. Al termine del suo intervento, il capogruppo di Soberania indipendentzia ha invitato Giunta e Consiglio ad assumere una posizione più autorevole nei confronti dello Stato e dell’Europa. In queste ore – ha ricordato l’on. Usula – si stanno prendendo decisioni pericolose sulla riforma del titolo V della Costituzione. “Parlano di noi senza consultarci, su questo fronte non possiamo arretrare di un millimetro. Occorre tutelare le prerogative della specialità ed eventualmente lavorare per allargarle per arrivare – ha concluso l’on. Usula – ad un reale esercizio della nostra sovranità.(PSP) L’on. Giorgio Oppi, capogruppo dell’Udc, ha voluto tracciare una delle linee delle opposizioni che, ha ricordato, «non hanno una voce unitaria». Nel merito, l’on. Oppi ha affermato che «i principi contenuti nel programma sono condivisibili, ma occorre ricordare che le liste di centro destra hanno prevalso; per l’on. Pigliaru hanno votato meno del 23% degli elettori. Questo non mette mettendo in dubbio la sua legittimità a governare, vuol dire però che non può rappresentare la Sardegna da solo. Dovrebbe quindi lavorare molto con il Consiglio, come pure ha detto di voler. Questa è la strada maestra: altre strade privilegiano solo interessi particolari e di singoli». Oppi ha espresso anche accenti critici sulla composizione della giunta: «Un esecutivo di tecnici esterni al Consiglio è un male in se, il popolo ha eletto i consiglieri anche perché governassero. In realtà la scelta dei tecnici è stata determinata dal fatto che altrimenti alla maggioranza mancati numeri nelle commissioni. E ancora, la soluzione ai problemi non è di mettere un medico alla sanità, ben sapendo che che la politica non ha alcun potere di controllo, come dice la legge 10. Lo stesso D’Alema diceva che la politica è la più raffinata delle professioni intellettuali ed ora bisogna riconoscere che, dopo aver ridotto i consiglieri regionali e a 60 abbiamo portato gli stipendi a 62». Il capogruppo dell’Udc ha poi messo l’accento su alcuni comportamenti incoerenti del nuovo esecutivo, come una lettera dell’assessore dell’agricoltura, senza che avesse giurato, al direttore generale di Laore, i controlli invocati da più parti sulla sanità ben sapendo che tali controlli sono vietati dalla legge. Inoltre, secondo Oppi, «bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare: il governo precedente ha fatto molto e non ci sono state nomine di militanza ma persone per bene: potrei fare molti nomi. Ci sono stati anche risultati molto importanti: in Sardegna la spesa farmaceutica è calata di 28 milioni e ci sono stati risparmi consistenti a fronte di situazioni delicate come sclerosi multipla, diabete, microcitemia. Ora la Sardegna, sotto il profilo della spesa sanitaria, è una Regione virtuosa e non canaglia come era nel 2005». Siamo d’accordo con lei, ha osservato l’on. Oppi, anche «sul fatto che non esistono governi nemici né amici, ma dello stesso colore sì». «Vedremo come si comporterà il governo Renzi – ha concluso l’on.Oppi – certo che le prime avvisaglie non sono buone, siamo d’accordo anche sulla fine degli annunci per privilegiare i fatti concreti, però la concretezza va dimostrata e non solo proclamata: questa sarà la misura del nostro atteggiamento». (A.F.) Ha dunque preso la parola, annunciando all’Aula la decisione di svolgere un intervento bilingue (italiano e sardo) il capogruppo di “Sardegna Vera” on. Efisio Arbau. Lu fato ca a faeddare in sardu no est una “nota di colore” comente at iscritu carchi giornalista, ma est unu de sos fundamentos de su “patto costituzionale” tra sa Sardigna e s’Istadu italianu (Lo faccio – ha detto Arbau – perché parlare nella lingua della nazione sarda non è una nota di colore, come ha scritto qualche giornalista, ma uno dei capisaldi del patto costituzionale tra la nostra comunità nazionale e lo Stato italiano). Questa ha detto Arbau deve essere la legislatura dell’affermazione definitiva del bilinguismo perfetto, condizione necessaria per l’autodeterminazione del popolo sardo. Per far questo serve, prima di tutto, portare la nostra lingua nelle scuole. Nel suo intervento l’on. Arbau ha poi voluto dare un giudizio politico sulla coalizione di centrosinistra premiata dagli elettori alle ultime elezioni regionali. E’ il modello politico idoneo per affrontare le sfide del cambiamento perché, ha affermato il capogruppo di Sardegna Vera, «Nois tenimus una maggiorantzia chi podet essere unu modellu pro su tempus benidore», non fondata sull’amore reciproco ma sul perseguimento di un obiettivo comune”. Il nostro – ha proseguito l’on Arbau – è “un matrimonio d’interessi, costruito guardando alle necessità diffuse e multiformi della Sardegna e basato su una regola di competizione interna, umana e non ideale, che avrà la forza di potersi affermare come strumento idoneo per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati. «Custa coalizione l’amus sortia prima de sas eletziones e amus agatau sa manera de nos ponnere umpare pro dare isperantzia a sa Sardigna» (questa coalizione l’abbiamo costruita in campagna elettorale e in quel frangente abbiamo trovato il modo per stare insieme e restituire speranza alla Sardegna). Nella seconda parte del suo intervento, svolto in italiano, l’on. Arbau ha citato la lettera aperta dei Vescovi sardi alla classe politica. In quella missiva – ha ricordato il capogruppo di Sardegna Vera si traccia la strada del servizio nelle istituzioni che deve essere ispirato dai principi di giustizia sociale, libertà e solidarietà. Affrontare la crisi economica, ha detto l’on Arbau, deve essere la nostra priorità. Occorre mettere gli istituti di credito ed Equitalia davanti alle loro responsabilità. I primi devono rinegoziare gli strumenti di credito per dare respiro alle aziende in difficoltà, i secondi devono rivedere il sistema di riscossione attraverso una transazione sui debiti che preveda un taglio degli interessi e delle sanzioni. Sulle riforme costituzionali, l’on. Arbau ha sottolineato la necessità, alla luce delle riforme annunciate dal Governo Renzi, di pensare alla nostra specialità. Non ci sono alternative, ha detto il capogruppo di Sardegna Vera, per un’evoluzione verso una forma di stato o comunità autonoma federata alla Repubblica Italiana. Occorre rilanciare la questione sarda per non subire la riforma “romana”. L’obiettivo minimo, ha detto Arbau, è la costruzione di un sistema fiscale sardo, con l’’istituzione dell’agenzia sarda delle entrate. Serve anche una profonda riforma della burocrazia. Applichiamo il “decreto del fare” ha detto Arbau e attiviamo le zone a “burocrazia zero” in tutta l’isola che consentano alle imprese di avere risposte entro trenta giorni. Altri temi caldi, ha detto ancora Arbau, sono quelli dell’istruzione e della conoscenza. Occorre lavorare per costruire un sistema di livello europeo partendo dalla scuola primaria per arrivare alla formazione universitaria. Basta con la vergogna dei ragazzi sardi che scappano dall’Isola attratti da università senza la nostra storia. Sul fronte dell’economia, l’on. Arbau si è detto favorevole a una riconversione del sistema industriale. “Basta accanimenti terapeutici sulle imprese decotte bisogna pensare al futuro”. A chi ha perso il lavoro e a chi non lo ha ancora trovato e a chi si trova in condizioni di difficoltà bisogna assicurare un paracadute sociale attraverso il “reddito minimo garantito per un tempo limitato, l’assistenza sociale per l’estrema povertà e la formazione professionale puntuale. Per rilanciare l’economia occorre puntare ancora sul settore primario: pastori e agricoltori. Ha detto Arbau continuano ad essere all’altezza della situazione nonostante tutto e tutti. Servono però nuove politiche commerciali, e un sistema che metta insieme trasformatori. Più fiducia, secondo l’on Arbau, occorre dare ai commercianti e ai piccoli artigiani “spina dorsale della nostra economia” . Dall’on. Arbau, infine, anche un accenno alla questione dei trasporti(“Serve cambiare il sistema per controllare i nostri porti e aeroporti e risolvere la convenzione con Tirrenia”) e alla sanità (“siamo obbligati ad eliminare il controllo politico. Le nomine dei direttori generali siano valutate sui risultato e non sulle appartenenze”). (PSP) Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha affermato in apertura che «il dibattito in Consiglio regionale non è un rito ma un fatto di sostanza politica». «Da alcuni interventi dell’opposizione, ha lamentato, sembrava che non avessero governato la Sardegna per 5 anni; sembrava che le responsabilità fossero chissà dove. È vero che non hanno tutte le responsabilità di una crisi gravissima ma molte sì. Infatti Zona franca, trasporti, riforme, urbanistica, sono problemi che dopo la fine della legislatura precedente sono rimasti aperti. Guardiamo con attenzione, invece, ad una opposizione responsabile, che legherà il suo giudizio sull’esecutivo ai fatti concreti». Certo, ha ammesso l’on. Cocco, «la situazione è molto difficile e non lo diciamo per mettere le mani avanti, però ce la possiamo fare lavorando con molta collegialità fra Giunta e Consiglio e individuando, fra le tante priorità, gli interventi più coerenti con una idea complessiva del futuro della Sardegna, senza farci schiacciare da emergenze come Alcoa, Matrica, Ottana, con la consapevolezza che questi lavoratori, fra poco, verranno da noi a sollecitare risposte». Affrontando il problema dei costi dell’energia e la sua incidenza su molte realtà industriali in crisi, il capogruppo del Pd ha sollecitato «una nuova pianificazione. Alcune questioni contenute nel piano della giunta precedente, sono interessanti e vanno riprese. Per questo deve arrivare al più presto in Consiglio». Altro argomento legato al futuro di molti territori dell’Isola toccato dall’on. Cocco, le bonifiche di vastissime aree industriali dismesse, come nel Sulcis Iglesiente, «dove si è consentito ad aziende controllate direttamente o indirettamente dallo Stato, di usare la Sardegna riconsegnandola inquinata. Su questo non abbiamo chiesto fino in fondo ai responsabile di pagare per quanto hanno fatto». La Sardegna, ha aggiunto l’on. Cocco, «ha tante potenzialità inespresse a cominciare da ambiente e paesaggio; impossibile non utilizzare questa ricchezza in senso sostenibile. Nel programma queste cose ci sono tutte, così come c’è il giusto spazio dedicato all’agricoltura dove serve però una profonda riforma di tutti gli enti di settore e per il problema della peste suina che va combattuta con un piano straordinario ed azioni radicali altrimenti non ne usciamo. La stessa recente delibera della giunta sulla scuola per mettere a norma gli edifici, significa rispettare un preciso impegno con i Sardi; rispetteremo anche quelli per ridurre il peso della burocrazia e superare il patto di stabilità. Cercheremo con tutte le nostre forze di rispettare anche quelli». (Af) Il presidente del Consiglio, on. Ganau, ha dato dunque la parola all’ultimo iscritto nella discussione sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta, il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, che ha ribadito,in apertura del suo intervento, l’invito a far cessare «la schiuma propagandistica». «Non è più tempo – ha dichiarato l’esponente di Fi, rivolto ai banchi della maggioranza – di cavalcare il disagio sociale e il malcontento in Sardegna». Il capogruppo di Fi ha quindi sottolineato come il centrosinistra governi in Italia, in Sardegna e amministri le principali città dell’Isola, rimarcando come il centrosinistra goda anche «di buona stampa» e sia in capo al Partito Democratico «l’egemonia bancaria con il controllo della Fondazione Banco di Sardegna». «Avete il controllo – ha dichiarato con tono critico l’on. Pittalis – del settore del credito alle famiglie e alle imprese». Il capogruppo ha quindi ricordato il sostegno delle Università sarde per l’on. Pigliaru e in particolare la discesa in campo e l’impegno di «un Magnifico rettore nell’agone politico-elettorale alle ultime elezioni regionali». Il consigliere Pittalis ha dichiarato che l’attuale opposizione in Consiglio ha però dalla sua parte «la maggioranza dei sardi che hanno attribuito alle liste della coalizione del centrodestra la maggioranza numerica dei consensi». Il capogruppo di Fi ha quindi rimarcato come invece le 11 sigle che alle regionali si sono schierate al fianco dell’on. Pigliaru oggi rappresentino una maggioranza consiliare composita in cui è evidente il rischio dell’eccesso di frammentazione che si tradurrà in una serie di complicazioni politiche per l’azione del governo regionale. L’on. Pietro Pittalis ha annunciato «un’opposizione non ideologica» e rimarcato la distanza e le differenze con la condotta tenuta dall’opposizione nella scorsa legislatura verso la Giunta Cappellacci. «La politica non è un duello rusticano», ha ammonito l’on. Pittalis che ha assicurato il contributo in Aula della minoranza «nell’esclusivo interesse dei sardi». Il capogruppo di Forza Italia ha quindi rimarcato i risultati ottenuti dal governo Cappellacci e ricordato come quell’esperienza alla guida della Regione si sia dovuta confrontare con il culmine della crisi attualmente in atto. «Cappellacci ha fatto ciò che si poteva fare e non ha messo le mani nelle tasche dei sardi», ha dichiarato l’on. Pittalis prima di rivolgere l’invito al presidente della giunta perché eviti di introdurre altre tasse («come aveva fatto da assessore della Giunta Soru con la tassa sul lusso»). L’on. Pittalis ha quindi affrontato il tema del confronto tra la Regione e lo Stato e ha espresso preoccupazione per «la flebile reazione dimostrata in merito alle annunciate modifiche in Parlamento, del Titolo V della Costituzione che minacciano autonomia, prerogative e competenze della Sardegna». Il capogruppo ha dunque annunciato il sostegno di Forza Italia al referendum sardista per l’indipendenza e invitato il Consiglio e la Giunta a riflettere sulla necessità di recuperare la politica al suo naturale ruolo. L’on. Pittalis ha concluso rivolgendosi direttamente agli assessori («evitino l’esercizio muscolare del potere e ricordino che spetta all’Aula dare l’indirizzo politico e il controllo sul loro operato») e al presidente della Giunta perché «accetti la sfida della maggioranza nella difesa degli interessi dei sardi». (A.M.) Conclusi gli interventi dei capigruppo, il Presidente del Consiglio on. Ganau ha dato la parola al Presidente della Giunta on. Francesco Pigliaru. Ho ascoltato il dibattito con la massima attenzione, ha detto Pigliaru. «Parto dalla critiche sulla composizione della Giunta: non c’è un disprezzo per la politica nelle scelte fatte, legittimate per altro dal risultato elettorale. Questa è una Giunta con competenze non solo tecniche. Ci sono assessori con un’importante esperienza politica. Le competenze tecniche sono utili, serve una competenza tecnica alla Programmazione, in passato – ha ricordato l'on. Pigliaru – ha aiutato a risolvere la vertenza entrate». Il Presidente Pigliaru ha poi ribadito la sua intenzione di confrontarsi con tutto il Consiglio, anche con l’opposizione. «Nelle mie dichiarazioni programmatiche – ha detto – ho sollecitato un maggiore controllo del Consiglio nei confronti dell’esecutivo. Sono consapevole che ci sia stato negli ultimi anni uno sbilanciamento di poteri e sono favorevole a un riequilibrio». Un modo per farlo, ha detto il Presidente della Giunta, è quello della «valutazione degli effetti delle politiche». Se diciamo di volere puntare sull’istruzione, il Consiglio potrà valutare se i soldi messi a correre producano o meno effetti positivi. «Io valuto le forze politiche d'opposizione come avversarie e non nemiche, questa – ha detto l'on. Pigliaru – rimane una regola fondamentale». Il Presidente della Regione ha dato atto alla precedente Giunta di alcuni importanti risultati ottenuti nella scorsa legislatura. «La riduzione dell'Irap – ha detto il presidente – è un valore per la Sardegna. Noi non abbiamo nessuna intenzione di introdurre nuove tasse. È il momento di dare ossigeno alle imprese. Vogliamo andare nella stessa direzione compatibilmente con le esigenze di bilancio». Buoni risultati sono stati raggiunti anche sul fronte dell'energia, ha proseguito l'on. Pigliaru – non vogliamo ripartire da zero. «Sul Piano paesaggistico, invece, vogliamo procedere ad alcune verifiche. E' stato cancellato perché abbiamo bisogno di tempo per valutare e verificare al lavoro fatto». L'on. Pigliaru ha inoltre sottolineato l'importanza dell'apertura di contenziosi nei confronti dello Stato. «Le sentenza della Corte Costituzionale sulla vertenza entrate ci dà adesso più potere contrattuale nei confronti del Governo». Il presidente della Regione ha quindi ricordato all'Aula il punto centrale del suo programma: la ricontrattazione del patto si stabilità. «Non si fa nulla senza risorse, ha detto l'on. Pigliaru. Questo patto che prevede una dotazione di 2 miliardi a fronte di una spesa obbligatoria di 1,9 miliardi non ci offre gli strumenti per contrastare la crisi. La mia Giunta provvederà ad una revisione della spesa per verificare la presenza di eventali sprechi ma pretenderà dallo Stato una revisione del Patto». Senza una riforma profonda della Regione però sarà molto difficile andare avanti. Il Presidente della Giunta ha detto di ritenere indispensabile la riformulazione della “Legge n°1”. «Occorre riorganizzare la Regione, ha detto l'on Pigliaru, il numero degli assessori sarà normato ma bisognerà prevedere la possibilità di rendere flessibili le deleghe. Sappiamo di avere molti direttori generali e di servizi. Le strutture potranno essere riorganizzate. Inoltre, ha proseguito il presidente, bisognerà introdurre sistemi di premialità veri, la meritocrazia deve prevalere, no ai premi uguali per tutti, serve incentivare la qualità del lavoro che dà qualità di risultati». L'on. Pigliaru si è poi soffermato sul tema dell'agricoltura. «E’ un settore fondamentale per la Sardegna – ha detto – con potenzialità enormi. Oggi esporta pochissimo: sei milioni verso l’Europa, mentre l'agroalimentare arriva a 140-160 milioni. Troppo poco. Non sottovalutiamo questo settore. Nella nostra proposta c'è una linea direttrice: l’infrastrutturazione materiale e immateriale». Anche in questo campo sarà decisiva l'istruzione. «Nessun paese al mondo può affrontare la crisi senza un’istruzione alta. La mancanza di conoscenza mette in pericolo la tenuta economica e sociale. Troppe famiglie sono entrate nella soglia della povertà, se la situazione rimane tale molti studenti dovranno lasciare gli studi. Se non investiamo non ci sono speranze e prospettive per la Sardegna». In agricoltura – ha ricordato Pigliaru – c’è il livello di istruzione più basso. Occorre invece alzare il livello di conoscenza per sfruttare l’innovazione e rendere più competitivo il settore. Il presidente della Regione ha quindi confermato il suo impegno per il varo di una legge sulla scuola che consenta di governare il dimensionamento scolastico e non subirlo da Roma. «In questo modo – ha detto l'on. Pigliaru – metteremo freno allo spopolamento delle zone interne». Il presidente ha poi parlato del progetto “Garanzia Giovani” indicando questo intervento come esempio da seguire. «Li si capisce – ha detto l'on Pigliaru – come si può restituire una speranza ai giovani. I ragazzi sardi potranno rivolgersi a un’agenzia pubblica per essere accompagnati al lavoro. Le agenzie che non produrranno risultati non avranno nessun beneficio economico. Il sistema sarà aperto ad agenzie esterne». Aumentare la partecipazione femminile al mercato del lavoro è un altro obiettivo della Giunta: «significa pari opportunità, crescita e sviluppo. Occorre sfruttare un potenziale enorme finora messo da parte». Nella parte finale del suo intervento, l'on Pigliaru è tornato sul tema dell'energia confermando l'intenzione dell'esecutivo di puntare sul metano. «Non è però questo il momento di parlare di metanodotto o di gassificazione – ha detto – si valuteranno le diverse opzioni e poi si deciderà . Lo Stato in ogni caso dovrà organizzare la dorsale di distribuzione come ha fatto nel resto d’Italia. Senza metano non si va avanti. I costi devono essere a carico del Govrno centrale per compensare l'handicap dell’insularità». Il presidente ha quindi confermato la volontà della Giunta di sbloccare tutti i cantieri possibili: ANAS, bonifiche Igea, edilizia sanitaria, popolare e scolastica. «Queste cose saranno portate domani a Roma – ha annunciato l'on. Pigliaru – diremo alla Ragioneria dello Stato che dovranno essere messe fuori dal Patto di stabilità». Il Presidente della Regione nella parte finale del suo intervento ha voluto fare un accenno alla peste suina. «Sarà nostra cura – ha affermato – affrontare e risolvere una volta per tutte questo problema. E’ un risultato necessario e indispensabile per dare speranza all’agricoltura sarda. Oggi i mercati puntano sulla qualità del cibo – ha concluso l'on Pigliaru – avere un territorio certificato, in grado di produrre prodotti di qualità ci apre le porte dei grandi mercati internazionali». (PSP) Al termine della replica del presidente della Regione, il presidente del Consiglio ha comunicato, in previsione del successivo punto all’ordine del giorno che prevede il completamento dell’ufficio di presidenza dell’Assemblea, di aver accettato la richiesta dei gruppi di Sel, Psd’Az, Sardegna Vera e Riformatori Sardi, di esprimere propri rappresentanti all’interno dell’ufficio. Quindi si è proceduto alla votazione che ha dato il seguente esito: sono stati eletti componenti dell’ufficio di presidenza l’on. Luca Pizzuto (Sel) con 34 voti, l’on. Angelo Carta (Psd’Az) con 14 voti, l’on. Michele Azara (Sardegna Vera) con 35 voti e l’on. Michele Cossa (Riformatori Sardi) con 12 voti. Il presidente, on. Ganau ha poi sospeso la seduta. I lavori riprenderanno nel pomeriggio alle 16.00 con all’ordine del giorno le comunicazioni del presidente della Regione sul disegno di legge di revisione costituzionale di riforma del Titolo V° della Costituzione. (Af)