Data: 03/04/2014 ore 10:00
Dibattito sulle Dichiarazioni Programmatiche del Presidente della Regione
Cagliari 3 Aprile 2014 – La seduta si è aperta sotto la Presidenza dell’ on. Gianfranco Ganau. All’ordine del giorno la discussione generale sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru.
Dopo le formalità di rito, il presidente on. Ganau ha dato la parola al primo iscritto a parlare, l’ex governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci.
L’on. Cappellacci ha sottolineato che i consiglieri di Forza Italia faranno un’opposizione costruttiva, “liberi dal pregiudizio, ma intransigenti sul giudizio, diversamente da come ha lavorato l’opposizione nella scorsa legislatura”. Cappellacci ha esortato il presidente Pigliaru a ricordare che gli elettori del centrodestra sono tanti e intelligenti e che non si fanno abbindolare dalle facili promesse. “Ne tenga conto – ha affermato – se vuole essere il Presidente di tutti i sardi”. L’on. Cappellacci ha giudicato le dichiarazioni del capo dell’Esecutivo non efficaci, “un’analisi condivisibile, ma senza proposte concrete”.
L’ex presidente ha paragonato il grave periodo che sta attraversando la Sardegna al dopoguerra: “Questo è il nostro dopoguerra e ora dipende da noi decidere se vogliamo essere come i nostri padri o portare avanti soltanto gli interessi dei diversi partiti politici”. L’on. Cappellacci ha poi continuato: “Per raggiungere obiettivi importanti servirà coraggio e servirà dire anche no ai capi bastone della politica. E noi non vediamo tutto questo”. In particolare, l’esponente di Forza Italia ha ricordato le più importanti battaglie portate avanti nella scorsa legislatura e che dovrebbero essere portate avanti anche in questa: Patto di stabilità, continuità territoriale aerea e marittima, riforma del Titolo V, definizione dei rapporti con lo Stato. Ma non solo, l’on. Cappellacci ha poi puntato sulla questione delle accise: “Non abbiamo bisogno di professori che ci mettano un brutto voto, ma di uomini e donne coraggiose che vogliano portare avanti una battaglia storica per la Sardegna. Questa non è un’aula universitaria, questa volta quello sotto esame è lei”. E ha aggiunto: “La zona franca integrale per lei è un incubo, ma per noi è una battaglia storica della Sardegna, portata avanti dai nostri padri”. Su questi temi l’on. Cappellacci ha garantito l’appoggio del partito di cui fa parte.
Il presidente Ganau ha poi dato la parola all’on. Mario Floris (Uds). “L’intervento del Presidente Pigliaru è stato semplice, lineare e tecnicamente perfetto – ha affermato – e ha elencato problemi e ipotesi organizzative, consapevoli delle difficoltà, con richiamo alla politica come spirito di servizio”. L’on. Floris si è detto preoccupato, però, per la contrapposizione in cui viene messa la maggioranza con la minoranza, definita opposizione. “Ci avete chiamato opposizione che evoca lo scontro. Maggioranza e minoranza, invece, insieme, in modi diversi, sono chiamati a governare una Regione, ognuna con il suo ruolo. Di questi aspetti avremmo dovuto parlare”.
L’on. Floris si è detto preoccupato per l’atteggiamento di alcuni assessori della Giunta Pigliaru, che avrebbero adottato delibere prima ancora di ottenere la fiducia sul programma. “Abbiamo detto che la politica degli annunci non è più valida, ma dal tentativo dei suoi assessori una ricerca di facile consenso”. Con affermazioni, secondo l’on. Floris, che non possono essere pronunciate da un assessore. “La battaglia sulle accise è sacrosanta, come quella sulle servitù militari e sulla continuità territoriale”. “Il problema dei problemi è lo Statuto. La colpa è di tutti. Abbiamo davanti a noi – ha concluso l’on. Floris – una sfida esaltante. La revisione è indispensabile con un confronto determinato e determinante con lo Stato e l’Europa”.
L’on. Floris ha poi ricordato come due assessori della Giunta abbiano condiviso un percorso comune con le Giunte di centrodestra per quanto riguarda la continuità territoriale e sull’Urbanistica. (E.L.N.)
L’on. Roberto Deriu (Pd) si è rivolto in apertura al Presidente Pigliaru, sottolineandone in positivo la sua caratteristica di essere “fuori cornice e fuori schema, lontano dalla politica mediatica e dalla propaganda, dai tromboni, da ogni stereotipo. Un presidente che ha dimostra coraggioso anticonformismo, da apprezzare e condividere”. Passando all’esame del programma, per l’on. Deriu si tratta di “un programma semplice e saggio, non aggressivo attento alla solidarietà”. Sarebbe stagliato, tuttavia, nascondere le gravissime difficoltà del momento attuale. “Intendiamo misurarci, ha affermato l’on. Deriu, con la formidabile sfida di questo tempo immerso nella disperante gravità della crisi e cercheremo di essere fautori del progresso della società e del riscatto del nostro popolo, questo antico popolo e nobile autonomia”. Apprezziamo infine, ha continuato l’esponente del Pd, “il disegno di Sardegna coesa e sovrana, intrisa dei valori costituzionali cui abbiamo giurato. Presidente, la sostentiamo e la sosterremo. Si rivolga con fiducia all’Assemblea”.
L’on. Marcello Orrù (Psd’Az) ha manifestato all’inizio del suo intervento la sensazione che “i prossimi 5 anni duri e difficili”. Sul piano politico e generale, Orrù ha detto di non condividere la scelta giunta “tecnica”, per altro qualificata e per bene, ma non elette dai cittadini che, invece, “si aspettavano questo”. E’la politica, a suo giudizio, “che può risolvere i problemi senza aumentare tasse, mentre tecnici non conoscono la sofferenza reale del popolo”. Il Sassarese, ha aggiunto il consigliere sardista soffermandosi sulla situazione del suo territorio di provenienza, “è stato trascurato, ha necessità di interventi, le persone solo al limite della sopportazione”. Dunque, ha sostenuto Orrù, “bisogna far ripartire l’economia e creare posti di lavoro rilanciando l’edilizia, priorità vera ed urgente di tutta la Sardegna, dove il sistema delle imprese è crollato del 40%, in termini di occupazione e investimenti: sono numeri impressionanti”. L’on. Orrù ha espresso infine un giudizio molto critico sulla decisione della giunta di annullare il Pps, “che aveva consentito di superare la paralisi dell’edilizia provocata dalla pianificazione di Soru”. Non possiamo più permettere che altre aziende chiudano, ha poi affermato Orrù, sollecitando interventi urgenti anche nel settore agricolo e sulla sanità, con particolare riferimento a quella del Sassarese, per dare alla Sardegna al più presto una prospettiva reale”.(Af)
Presidenti de su Consillu, Presidenti de sa Regioni, Onorevulis consilleras e consilleris. Con queste parole l’on. Paolo Zedda (Rossomori) ha introdotto il suo intervento in Aula, svolto interamente in lingua sarda.
Per l’on Zedda il documento programmatico presentato dalla Giunta indica la strada giusta da seguire per i prossimi cinque anni perche “tenit sa propria sintzilla, cuncreta e crara mirada chi at ghiau sa coalitzioni de centru-manca in custus mesis” ( ha la stessa chiara e sincera visione che ha guidato nei mesi scorsi la coalizione di centrosinistra).
L’on. Zedda ha quindi sottolineato l’importanza delle soluzioni offerte dal presidente della Giunta per affrontare la crisi “solutzionis efetivas e no populisticas” (soluzioni concrete e non demagogiche).
La crisi è drammatica, ha proseguito l’on Zedda: cresce la disoccupazione, cala il Pil, le industrie chiudono, le nuove povertà allarmano.
Ma non sono le uniche emergenze per l’Isola. La questione linguistica è una di queste. In questi anni, ha detto l’on. Zedda, non si è fatto abbastanza per garantire il bilinguismo perfetto. Eppure, ha sottolineato l’esponente dei Rossomori, gli studi scientifici dimostrano che nelle nazioni dove si insegna la lingua locale cala la dispersione scolastica: “Is pipius chi fueddant italianu e sardu imparant prima a ligi, si cuncentrant mellus, arresolvint prus beni problemas cumplessus, imparant prus a lestru s’inglesu (I bambini che parlano italiano e sardo imparano prima a leggere, hanno maggiori capacità di concentrazione e di apprendimento, imparano più velocemente l’inglese).
Per l’on. Zedda è dunque necessario dare effettiva attuazione alla legge 482 del ’99 sulle minoranze linguistiche e alla Carta Europea delle Lingue Minoritarie firmata dallo Stato italiano nel 2000. Solo così, ha affermato l’on. Zedda, potrà essere assicurato ai ragazzi sardi il diritto di poter imparare la propria lingua materna.
L’on Zedda ha poi sollecitato una tutela più stringente del patrimonio identitario della Sardegna (launeddas, canto a tenore, canto polifonico etc.),
Eus a bolli – ha concluso l’on Zedda) chi custus cinc’annus benidoris fessint annus de rinascita economica, sotziali ma finas culturali e artistica ( la speranza è che i prossimi cinque anni segnino la rinascita economica e sociale della Sardegna ma anche quella culturale e artistica.
L’on. Stefano Tunis (Forza Italia) è stato invece critico sul programma della Giunta, pur garantendo la disponibilità della minoranza a svolgere un’opposizione costruttiva. Per l’on. Tunis le dichiarazioni del presidente Pigliaru sono carenti nella trattazione di alcuni temi essenziali per l’Isola.
La sua Giunta, ha detto l’esponente di Forza Italia rivolgendosi al presidente Pigliaru, ha “ghettizzato la militanza preferendo l’espertismo”. L’appartenenza è invece un valore aggiunto, le competenze accademiche da sole non bastano. Le Università sarde, ha proseguito l’on. Tunis, pur ricevendo importanti risorse pubbliche non sono riuscite a dare risposte alle attese della gente. Il programma “Master end Back” è l’esempio lampante: la Regione in passato ha dovuto mandare i suoi giovani laureati fuori dall’Isola per le specializzazioni e l’alta formazione.
I problemi della Sardegna, ha detto l’on Tunis, devono essere affrontati e risolti uno per uno. Non bastano indicazioni generiche e fumose. Sulla formazione professionale e i Csl(Centri servio per il lavoro e l’impiego), ha affermato il consigliere del centrodestra, si ripresenta lo spettro di una soluzione pasticciata.
Pensare ancora di stabilizzare troppe persone non è possibile, ha detto l’on. Tunis, occorre riaffermare il principio che le assunzioni nella pubblica amministrazione avvengono attraverso pubblici concorsi.
Nelle dichiarazioni ha proseguito l’on Tunis manca inoltre un impegno forte per l’agricoltura e le politiche energetiche. Sul primo punto ci sono solo affermazioni generiche; sul secondo manca un’idea su come affrontare le sfide del futuro.
Sono consapevole, ha concluso l’on. Tunis, che le dichiarazioni programmatiche non possono affrontare nel dettaglio tutte le questioni. Le proposte in campo e quelle che saranno presentate all’Aula saranno oggetto di analisi approfondita da parte nostra e se necessario di puntigliosa battaglia. (PSP)
Ha preso, poi, la parola l’on. Salvatore Demontis: “Il suo intervento, presidente Pigliaru, mi ha emozionato perché lo condivido”. Secondo l’on. Demontis è fondamentale riconquistare la fiducia dei cittadini, che si sono allontanati dalla politica. “Non ci vogliono più concedere deleghe in bianco. Dobbiamo creare un nuovo rapporto che si basi su rendicontazione, open data, trasparenza, politica del buon esempio e governance orizzontale”.“Chi rende conto è credibile”, ha affermato l’esponente del Pd che punta su una maggiore trasparenza sull’operato della pubblica amministrazione. Secondo l’on. Demontis è fondamentale che la politica dia il buon esempio per far “ripartire una coscienza civica” . “Nel mio profilo facebook – ha detto – ho inserito tutti i dati patrimoniali miei e della mia famiglia perché la trasparenza è fondamentale”. Ma non solo. E’ necessaria, secondo il consigliere, una governance orizzontale, ossia negoziare con i cittadini i sacrifici da affrontare per raggiungere insieme gli obiettivi, e il controllo prima e dopo delle politiche messe in campo.
Il contesto sovrannazionale rende difficile, secondo l’esponente del Pd, capire cosa succederà domani: “Bisogna avere una visione dall’alto e lei ce l’ha, presidente Pigliaru. Come c’era nel 2004, ma forse non noi eravamo pronti al cambiamento. Oggi lo dobbiamo essere. Lei è un presidente che rappresenta il cambiamento, come il suo programma”. Per l’on. Demontis bisogna puntare sull’istruzione, aumentando le borse di studio, e sulla valorizzazione dell’ambiente, “perché la valorizzazione dell’ambiente è valorizzazione economica”.
Il presidente Ganau ha dato, quindi, la parola l’on. Marco Tedde (FI): “Dobbiamo lavorare tutti assieme per sciogliere i nodi che ostacolano lo sviluppo. Il nostro impegno è di lavorare, seppure, su posizioni diverse, per fare uscire l’Isola dalla crisi e ridisegnare la Sardegna futura”.
Per l’esponente della minoranza: “Alcune delle sue dichiarazioni sono condivisibili, ma sono intrise di detti comuni, con analisi non sempre approfondite, ma non ci sono obiettivi strategici e strumenti tattici per conseguire gli obiettivi. Non capiamo – ha proseguito – come vogliate governare con noi la Sardegna”.
Mancano completamente proposte per la riorganizzazione la Regione, per migliorare la trasparenza e sulle Province. “Il suo è un approccio quasi grillino”. Per l’on. Tedde non è stato fatto cenno su come migliorare le infrastrutture, rendere la sanità più vicina ai cittadini, sulla continuità territoriale, ma anche su turismo, agricoltura, agroalimentare, cultura e identità. Poco sulle imprese. Per l’on. Tedde serve più chiarezza su Ppr e Pps: “Noi riteniamo che il termine aggiornare intenda altre censure”. “Sono fortemente preoccupato – ha concluso l’esponente di Forza Italia – anche perché lei ha fiducia in una maggioranza che lei definisce, eufemisticamente, composita”. (E.L.N.)
L’on. Franco Sabatini (Pd) ha dichiarato in apertura che “contrariamente al centro destra ho capito benissimo il programma del presidente, l’idea di fondo, il progetto del centro sinistra, coerente con quello presentato agli elettori, che sarà definito con maggiore dettaglio col programma regionale di sviluppo che sarà esaminato dalle commissioni e dal Consiglio”. C’è da fare un lavoro enorme dopo 5 anni di fallimenti del centro destra, ha continuato Sabatini, “che riusciremo a portare avanti solo con una forte azione riformatrice. Le riforme sono nel nostro dna, accettiamo la sfida consapevoli dell’inadeguatezza generale della politica, un problema che riguarda ciascuno di noi e tutta la classe dirigente”. Dobbiamo certamente riformare la nostra burocrazia, premiare il merito, semplificare le procedure ma anche andare oltre, ha osservato l’on. Sabatini: “in Sardegna c’è un intreccio fra finanza privata, burocrazia e politica che fa i suoi interessi: dobbiamo scardinare questo sistema che ci impedisce di fare il salto di qualità”. Rivolgendosi agli Assessori, l’esponente del Pd ha voluto ricordare che “ la politica ha sempre il primato, fissa regole ed obiettivi, non si deve soccombere alla burocrazia”. In materia di riforme, l’on. Sabatini ha affermato che “non basta smontare quello che c’è; bisogna essere capaci di ricostruire, studiare molto, prendersi il tempo necessario. E la Sardegna ce la può fare se riuscirà a superare anche i nostri ritardi culturali”. La nostra Autonomia, ha concluso l’esponente del Pd, “fa acqua da tutte le parti. In Italia e in Europa è cambiato il mondo, dobbiamo capire come stare dentro questo nuovo sistema e su questo, ha concluso, non ho limiti e tesi preconcette partendo dalla nostra identità”.
L’on. Alessandra Zedda (FI) ha previsto che questa “legislatura sarà la più complessa degli ultimi 50 anni, nei quali si dovrà fronteggiare crisi e rilanciare sviluppo. Sotto questo profilo, il Programma è insufficiente: elenca principi ma si tiene a distanza dalla profondità della crisi. Governare è diverso da fare campagna elettorale: bisogna fare scelte, emanare atti, sostenere scontri e prendere decisioni. No abbiamo più tempo”. Per questo, a parere dell’on. Zedda “non bastano le diagnosi, peraltro note da tempo, se la prognosi non si scioglie e resta riservata”. Quindi non faremo sconti, ha avvisato il consigliere di Forza Italia. “La Sardegna ha bisogno di correre forte e non si può trascurare un settore come l’agricoltura, preziosa come altri settori tradizionali,ed il turismo deve dare un apporto determinante al Pil regionale” Sui rapporti con lo Stato, l’on. Zedda ha invitato il Presidente Pigliaru e l’esecutivo a “non avere timori reverenziali con lo Stato; l’ Autonomia resta la nostra stella polare, non ci sono governi amici o nemici, contrattiamo in modo duro e difficile, ma sempre facendo proposte”. Sulla vertenza Regione – Stato l’on. Zedda ha ricordato i risultati della giunta precedente, a cominciare dalla riduzione dell’Irap con tutto il Consiglio regionale. Una battaglia che bisogna continuare con la riforma del patto di stabilità, su cui lo Stato è inadempiente. Dal 2009 per adeguare spesa regionale al nuovo quadro delle entrate e non lo ha fatto, nonostante le pronunce della corte dei conti e della corte costituzionale e i danni che ciò ha provocato all’economia regionale”. La zona franca, infine, deve tornare ad essere una grande battaglia della Sardegna, secondo l’on. Zedda: “non abbiamo mai voluto imbrogliare nessuno, crediamo nella fiscalità di vantaggio che sarebbe un vero strumento di politica economica nelle mani del governo regionale”. (AF)
Ha quindi preso la parola l’on. Giuseppe Meloni (Pd). Ci attende un duro lavoro – ha esordito – il nostro compito principale è quello di restituire fiducia nella politica e colmare il solco profondo che separa i cittadini dalle istituzioni. “Questa – ha detto l’on. Meloni – è l’ultima chiamata per la politica sarda”.
La questione più urgente da affrontare è quella del lavoro – ha proseguito l’on. Meloni – servono misure straordinarie per favorire l’occupazione dei giovani e delle donne. Il consigliere del Partito Democratico ha ricordato la difficile situazione dei 1200 lavoratori di Meridiana: “bisogna intervenire subito per impedire di disperdere un grande patrimonio di esperienze e di professionalità”.
L’on. Meloni ha poi affrontato il tema della rappresentatività politica dei territori in Consiglio Regionale. L’elezione di due soli consiglieri in Gallura rispetto ai cinque previsti – ha detto – è un grave colpo alla democrazia. La legge elettorale deve essere modificata.
Sul fronte dei trasporti, l’esponente del centrosinistra ha invocato un intervento urgente della Giunta per garantire il diritto alla mobilità dei sardi. Due le proposte: per il trasporto marittimo, la revisione della convenzione con la Tirrenia; per quello aereo, la definizione di regole certe per la continuità territoriale che garantiscano collegamenti efficienti anche con gli scali minori.
Dall’on. Meloni, infine, una sollecitazione alla Giunta perché vengano rilanciati in Gallura settori produttivi in difficoltà come quelli del sughero, del granito, dell’allevamento bovino, della nautica e del turismo.
Sul difficile rapporto Stato-Regione e sul rischio che le riforme costituzionali avviate dal Governo Renzi mettano in discussione l’Autonomia della Sardegna, ha invece puntato la sua attenzione l’on. Michele Cossa (Riformatori).
Dopo aver fatto gli auguri di buon lavoro alla Giunta Pigliaru, l’on. Cossa ha espresso dubbi sulla tenuta dell’attuale maggioranza in consiglio Regionale. “La presenza di anime troppo diverse tra loro – ha detto – potrebbe rendere difficile la convivenza”. L’on. Cossa è entrato poi nel merito del programma presentato dalla Giunta regionale, definendolo “ricco di buone intenzioni ma poco concreto”. Nelle sue dichiarazioni – ha detto l’on. Cossa rivolgendosi al presidente Pigliaru – si nota un’assenza di coraggio nei confronti del Governo nazionale.
L’esponente dei Riformatori si è quindi soffermato sulla questione delle “accise sui carburanti” e sulla decisione del Governo di impugnare la legge approvata dal Consiglio regionale nella scorsa legislatura che consentiva ai sardi di acquistare la benzina a metà prezzo. “Sconfessare quella norma – ha sottolineato l’on. Cossa – è un grave errore politico”. La riduzione dei prezzi dei carburanti, ha proseguito, è una pretesa legittima.
L’esponente dei Riformatori ha dunque sollecitato la Giunta a una presa di posizione forte sulla riforma del Titolo V della Costituzione in discussione in Parlamento. “C’è un clima di ostilità nei confronti delle Regioni a Statuto Speciale – ha detto– perché la Giunta non interviene? Anche le forze sovraniste e indipendentiste presenti nella maggioranza ritengono questa una battaglia persa? Critiche anche sul “silenzio” dell’esecutivo regionale per quanto riguarda la riforma degli Enti Locali. La cancellazione delle Province, votata all’unanimità dai sardi ai referendum, è un dato di fatto, ha detto Cossa, la Giunta però deve dire la sua sulla Riforma delle Unioni dei Comuni che in Sardegna non può essere la stessa pensata a livello nazionale e sul destino delle Città Metropolitane.
L’on. Michele Cossa ha poi affrontato il tema dell’istruzione, ritenuto centrale nel programma della Giunta Pigliaru. Sono ancora troppi i giovani che lasciano la Sardegna per andare a formarsi in altre università. “C’è da chiedersi – ha detto l’on. Cossa – quali ricadute abbiano avuto le ingenti risorse incamerate negli anni scorsi dalle Università sarde”.
Al termine del suo intervento, l’esponente dei Riformatori, si è soffermato sulla delicata questione dei trasporti. Siamo certi – ha detto – che la tariffa unica per la continuità territoriale aerea sia la cosa giusta? Oggi, ha concluso l’on. Cossa, è necessario studiare un piano di interventi per incrementare i flussi turistici. (PSP)
L’on Moriconi (Pd) ha detto di concordare con il Presidente Pigliaru, quando ha sostenuto che quello che attraversiamo “è il momento peggiore della nostra storia recente. Per questo la politica ha il dovere di liberasi dalle contrapposizioni di parte ed avviare una grande stagione di pacificazione fra politica e opinione pubblica, anche perché non basta seguire emergenza ma occorre uno sguardo di prospettiva”. Quello del Presidente Pigliaru, ha aggiunto Moriconi, “è un programma crea aspettative, mostra senso di misura ed equilibrio ma anche determinazione su grandi impegni. Altri hanno rappresentato sogni che però sono rimasti tali. Noi non ce lo possiamo permettere per onestà intellettuale e morale. Il programma guarda in faccia la realtà, la Sardegna è questa, non vendiamo illusioni ma vogliamo fare qualcosa di importante, ci metta nelle condizioni di collaborare con lei e la sua giunta”. In Sardegna, ha ricordato l’on. Moriconi, “c’è malessere, disagio, rabbia, non abbiamo tempo e non possiamo sbagliare. In Sardegna c’è speranza di cambiare la politica regionale e i primi provvedimenti della giunta vanno in questa direzione”. E’ necessario però accelerare i tempi delle decisioni. Moriconi ha ricordato che, su Abbanoa, “la giunta di centro destra avviò un progetto di riforma nel 2009 che è ancora lì. Non possiamo commettere lo stesso errore”.
L’on. Paolo Truzzu (Fdi), in apertura, ha voluto rivolgere un pensiero di cordoglio in ricordo di Luigi Biggio, consigliere regionale di An per due legislature, recentemente scomparso. Entrando nel merito dell’analisi sul programma, l’on. Truzzu ha apprezzato alcuni passaggi del documento, ma si è chiesto, dopo aver riconosciuto che è giusto combattere la burocrazia e premiare il merito “come passare dalle parole ai fatti in una coalizione così composita dove troverà difficoltà, con molte forze politiche che la compongono notoriamente schierate in difesa dello statu quo”. Ancora, è giusto abbassare le tasse e creare un ambiente favorevole alle imprese ma “non è chiaro come si farà”, ha continuato Truzzu, anche per taluni rapporti fra esponenti della giunta “con un sistema bancario che ha pesanti responsabilità sulla crisi per aver sottratto alle politiche di sviluppo. D’accordo anche sulla centralità dell’istruzione, ma da prorettore non ha trovato lo spazio per la situazione di tanti giovani laureati bravissimi che non trovano occupazione ed emigrano, cosa dice a questi ragazzi?”. Non si capisce, ha polemizzato l’esponente di Fratelli d’Italia, “se la giunta ha vissuto qui, in questa Sardegna, è parte del problema o soluzione del problema. Nel programma ci sono forti carenze su agricoltura, turismo, industria. Da un presidente di centro sinistra ci si aspettava di più”. Manteniamo queste riserve, ha concluso l’on. Truzzu, “ma giudicheremo dai fatti.” (Af)
Ha preso, poi, la parola l’on. Gigi Ruggeri (PD) che ha ricordato all’Aula e alla Giunta regionale come la povertà in Sardegna riguardi il 20 per cento famiglie e come sia arrivato a circa 100mila il numero dei disoccupati. “Problemi – ha detto – che hanno bisogno di soluzioni importanti. Non è giusto dare tutte le colpe all’amministrazione precedente, ma non è stata all’altezza della sfida, perché senza visione di fondo”. L’on. Ruggeri ha attaccato i partiti che hanno formato la maggioranza nella scorsa legislatura: troppa demagogia da coloro che oggi la imputano al presidente Pigliaru. Il capo dell’Esecutivo si è assunto la responsabilità, secondo il consigliere, di intervenire in settori strategici come energia e sanità perché “non è vero che la spesa farmaceutica è in diminuzione come ha dichiarato l’on. Cappellacci”. Sui fondi europei l’on. Ruggeri ha affermato come sia meglio puntare su pochi progetti qualificanti, come i trasporti interni e il sistema portuale e aeroportuale, piuttosto che disperdere le energie.
Dura la sua posizione anche sulla valutazione del merito: favorevole a ripristinare la prassi di premiare i meritevoli, ossia chi è più vicino agli interessi dei sardi, e di mandare via chi non è capace di assolvere al suo ruolo. Ma la sfida più grande, secondo l’on. Ruggeri, è sulla macchina regionale. “Abbiamo più dipendenti pro capite della Lombardia, con più dirigenti della Lombardia”. E auspica una riduzione dei dirigenti e della differenza tra gli stipendi dei dirigenti e del resto del comparto: “Il lavoro pubblico porta dei vantaggi di stabilità, ma ha stipendi esagerati. Ci vuole un taglio delle retribuzione apicali tra il 5 e il 10 per cento per costituire un fondo a favore del lavoro giovanile”. Bisogna tutelare chi ha perso il lavoro, ma anche chi non lo ha mai avuto, per questo l’on Ruggeri ha chiesto al presidente Pigliaru uno sforzo straordinario per le politiche occupazionali, con un intervento coordinato con il settore del turismo.
Il consigliere del Pd ha poi affrontato il ruolo che deve avere il Consiglio regionale e la sua riorganizzazione: “Il Consiglio si deve riappropriare delle sue funzioni”, ha detto, “con un migliore accesso all’informazione sull’attività dell’Esecutivo, che preveda anche una rendicontazione dei risultati ottenuti dalle leggi prodotte”. Secondo l’esponente del Pd il Consiglio deve anche riformare se stesso “perché chi entra e viene dall’esterno si rende conto che c’è troppo, c’è sovrabbondanza di personale”.
L’on. Ruggeri ha auspicato un controllo costruttivo e pungolante da parte della minoranza, e non un’azione di guerriglia, e una maggioranza non autoreferenziale che interpreti la politica come servizio.
Il presidente Gianfranco Ganau ha, poi, dato la parola all’on. Luigi Crisponi (Riformatori sardi), il quale ha subito ricordato come il presidente Pigliaru abbia dedicato appena sei righe al mondo delle imprese in grave difficoltà. “Il mondo delle imprese merita ben altro: sostengo e accesso al credito, oltre ai servizi che rendano competitive le aziende. Nel Nuorese – ha ricordato – manca la fibra ottica, il wifi, e le reti energetiche”. “Il presidente Pigliaru si è dimenticato delle mille Igea che soffrono sul territorio, che non riescono ad affrontare la crisi, a cui non possiamo far mancare il sostegno perché non spengano la luce”.
L’on. Crisponi ha poi affrontato il problema del credito: bisogna migliorare l’accesso al credito per imprese e famiglie. “Non può bastare il rafforzamento dei Consorzi fidi – ha affermato – perché le famiglie ne restano escluse”. Come ex assessore del Turismo ha, poi, affrontato il problema del settore che ha governato nella scorsa legislatura: manca un programma per il miglioramento dell’economia turistica, “quel mondo che produce 50mila occupati e che deve avere una particolarissima attenzione e grandi risorse. Non bisogna parlare di turismo come compartimento stagno, ma parlare di intersettorialità con cultura, ambiente e identità”. In conclusione l’on. Crisponi ha ricordato alla Giunta che oggi non può esistere altro sostegno al rilancio dell’economia della Sardegna se non quello fornito del low cost. “Vi abbiamo lasciato due eredità importanti: la continuità territoriale e la tariffa unica”, ha detto, garantendo il rigore nel controllo dell’attività dell’Esecutivo, ma anche il sostegno dei Riformatori sardi per iniziative importanti per il rilancio dell’Isola. (E.L.N.)
Riavvicinare i cittadini alla politica e restituire fiducia nella massima Assemblea della Sardegna. L’on. Raimondo Perra (PSI) si è detto d’accordo con il “primo comandamento” contenuto nelle dichiarazioni programmatiche della Giunta Pigliaru. La seconda priorità, ha detto citando Pietro Nenni, deve essere quello di “riportare avanti chi è rimasto indietro”. Oggi, ha detto l’on. Perra occorre dare risposte urgenti alle popolazioni colpite dall’alluvione dello scorso autunno, ai giovani perché sia garantito loro il diritto allo studio, agli emigrati sardi perché abbiano un giorno la possibilità di tornare nella loro terra.
Condivido l’impostazione della Giunta, ha proseguito l’on. Perra: “non basta affrontare le emergenze, serve una programmazione a medio termine”. Secondo l’esponente socialista è necessario poi intervenire sul sistema produttivo con misure mirate alla riduzione del costo del lavoro che consentano di “riagganciare i timidi segnali di ripresa”. In Sardegna – ha proseguito – bisogna pensare a un nuovo modello produttivo, fondato sull’innovazione e la competitività.
Nel suo intervento, l’on. Perra ha riservato particolare attenzione alle questioni ambientali e della sanità. “Senza una tutela ferrea dell’ambiente non si può garantire il diritto alla salute dei cittadini. Basta con la dicotomia salute-lavoro. Entrambi sono diritti fondamentali dell’uomo che non possono essere messi in contrapposizione”.
Per il consigliere socialista la Sardegna deve proseguire nelle politiche di tutela del territorio. Il consumo del suolo, non ha portato lavoro, oggi è necessario aprire un grande cantiere regionale per le bonifiche in modo da restituire territorio alle politiche di sviluppo.
L’ultimo intervento della seduta antimeridiana è stato quello dell’on. Angelo Carta (Psd’Az). L’ex assessore ai trasporti della Giunta Cappellacci ha detto di aver apprezzato gli intendimenti e i principi esposti dal presidente Pigliaru nel suo programma di governo. Mancano però, ha detto l’on Carta, le indicazioni su come risolvere i problemi della Sardegna. Nessun accenno ha proseguito l’esponente sardista, ai grandi temi della lingua, identità e sovranismo.
L’on Carta, rivolgendosi alla Giunta ha chiesto quale ruolo voglia ritagliarsi la Sardegna in Italia e in Europa, su quali basi Consiglio regionale ed esecutivo intendano combattere insieme la battaglia per la difesa della specialità e dei diritti del popolo sardo. “La lingua – ha proseguito l’on Carta – non è una banalità. E’ indipensabile che il sardo entri al più presto nelle scuole”.
Nel suo contributo alla discussione, l’on. Carta ha affrontato anche i temi del turismo (“occorre rafforzare il collegamento tra zone interne e zone costiere”), della zona franca (è necessario puntare sulla perimetrazione di punti franchi previsti dal D.L. 75/98 per dimostrare che l’idea non è sbagliata) del patto di stabilità (una colossale sciocchezza perché impedisce agli enti locali di spendere le risorse per gli investimenti”) e della formazione professionale (“i giovani sono allo sbando, trovare lavoro senza qualifiche diventa un’impresa”).
Concludendo il suo intervento, l’on. Carta ha voluto rivolgere un appello al Consiglio per cambiare al più presto la legge elettorale che penalizza le donne e impedisce ai territori di essere adeguatamente rappresentanti. Ripartiamo dalla Costituente, ha concluso l’esponente del Psd’Az per consentire alle forze politiche rimaste fuori dall’Assemblea Sarda nonostante il buon risultato elettorale di dare il loro contributo.
Subito dopo l’intervento del’on Carta, il presidente Ganau ha chiuso la seduta aggiornandola al pomeriggio.
I lavori del Consiglio riprenderanno alle ore 16.00. (PSP)