Data: 25/07/2018 ore 10:00
- Approvata la legge che incentiva all’esodo il personale della Fluorite di Solus spa in liquidazione (da Pl n. 534, Cocco Pietro e più)
- Approvate le norme in materia funebre e cimiteriale (Testo unificato n. 223-466)
- Approvata l’istituzione del reddito di libertà (Pl. n.472, Alessandra Zedda e più)
Il presidente Ganau ha aperto la seduta 313 e ha dato la parola all’on. Crisponi (Riformatori Sardi) sull’ordine dei lavori. L’oratore si è rivolto al presidente Pigliaru e ha parlato del fatto che “nel periodo di massima allerta incendi e non è immaginabile che il Corpo forestale di vigilanza ambientale sia senza direttore generale. Vorrei capire perché la nomina del dottor Casula non sia stata ancora ratificata e la delibera on line non sia consultabile”.
Il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, ha preso la parola come relatore di un provvedimento di legge dal titolo “Incentivi all’esodo del personale della Fluorite Silius in liquidazione”. Ha detto l‘on. Cocco: “Lo scopo della legge di oggi è incentivare con 800 mila euro l’accompagnamento all’esodo, anche se qualche lavoratore nel 2017 ha rifiutato di andare in pensione. Vogliamo fare giustizia per una serie di lavoratori di un’azienda che non può più procedere”.
Conforme il parere della Giunta, il presidente Ganau ha chiesto all’Aula di votare il provvedimento. Approvati gli articoli 1 (incentivi all’esodo del personale della Fluorite di Silius spa in liquidazione), 2 (Norma finanziaria) , 3 (Entrata in vigore). A seguire l’Aula si è espressa favorevolmente sulla legge.
Il presidente Ganau ha messo poi in discussione il testo unificato di legge in materia funebre e cimiteriale.
Il relatore, on. Pietro Comandini (Pd), ha detto che “ si tratta di una legge portatrice di diversi interessi, in particolar modo gli interessi delle famiglie che si trovano davanti al lutto di un proprio caro. La Sardegna è la penultima regione italiana che ha legiferato in materia, con un vuoto normativo che dura dagli anni ’90. Era necessario definire i compiti della Regione e del sistema sanitario ma il testo che discutiamo oggi, per quanto perfettibile, è di certo completo e dice con chiarezza chi deve fare che cosa, i compiti di coordinamento della Regione e quelli operativi dei Comuni. Entro 180 giorni la Regione deciderà i criteri dell’intera attività funebre, che in Italia ha un mercato del valore parecchio. Servivano regole certe e trasparenza per colmare con concretezza questo vuoto normativo di cui ho parlato prima”. Per l’on. Comandini “si tratta di 54 articoli ma molti recepiscono il regolamento di polizia mortuaria. Bisogna istituire una volta per tutte il registro delle cremazioni in ogni Comune, considerando che in Sardegna negli ultimi 5 anni tale procedura è aumentata del 41 per cento. Ed è giusto che le ceneri possano essere assegnate anche al convivente dell’unione civile, perché siamo davanti a un vero e proprio diritto”.
Favorevoli anche l’on Edoardo Tocco (FI), Cherchi (Pds), che hanno parlato di “una legge che coinvolge aspetti di natura religiosa e culturale oltre che sanitarie e di interesse economico per le imprese. E’ una legge di cui la Sardegna aveva davvero bisogno”.
Favorevole anche l’on. Rubiu (Udc), che ha detto: “L’articolo 5 rappresenta il vero contenuto della legge ma permettetemi di dire che è molto sottile il confine tra chi vuole fornire servizi funerari e chi vuole speculare”.
Per la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, “anche se non è piacevole dobbiamo legiferare su questa materia e dare regole di polizia mortuaria con legge. E’ necessario fornire un sistema normativo di civiltà ai Comuni sardi e siamo convinti che questa legge possa dare un contributo importante per la tutela delle famiglie e degli operatori privati”.
Per l’assessore Arru, che ha ringraziato “l’on. Comandini per il lavoro non facile che si è assunto con questo testo di legge e per l’attività di mediazione sulla norma che prevede la donazione di un cadavere per finalità scientifiche e mediche di studio ella chirurgia e della anatomia”.
Per dichiarazione di voto l’on. Tedde (FI) ha parlato “di materia ostica che andava comunque disciplinata” ma ha annunciato il voto di astensione, come anche l’on. Lampis (Fdi).
L’Aula ha approvato dunque il passaggio agli articoli. L’articolo 1 (finalità e oggetto) è stato approvato. (C.C.)
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’articolo 2, che è stato approvato con 37 voti favorevoli, e l’emendamento aggiuntivo 316 (Comandini e più), che aggiunge al secondo comma dopo la parola “i requisiti” le parole “dei loculi” (31 voti favorevoli).
Il capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi totali. L’Aula ha poi approvato gli articoli 3 (33 voti favorevoli) e 4 (34 voti favorevoli).
La consigliera Zedda ha poi chiesto al presidente Ganau il voto palese per gli articoli successivi. L’Aula ha quindi approvato, in rapida sequenza, l’emendamento sostitutivo totale 320 (Comandini e più) all’articolo 5, l’articolo 6, l’articolo 7 e l’emendamento aggiuntivo 317 (Comandini e più), che dopo la lettera “n” aggiunge “n bis” “coniuge: ai sensi della Legge 20 maggio 2016 n.76, la dicitura ricomprende le parti di un’unione civile, equiparate ai coniugi, e i conviventi di fatto designati dall’articolo 1, comma 40, lett.b”, e poi gli articoli 9,10,11 e 12.
E’ intervenuto il capogruppo dell’Udc Sardegna, Gianluigi Rubiu, chiedendo il voto elettronico. L’Aula ha approvato dall’articolo 13 all’articolo 37. Il presidente ha messo poi in votazione l’articolo 38 e l’emendamento 321 (Tocco e più), che aggiunge l’articolo 38bis “1. Per la traslazione delle ceneri o dei resti di un congiunto all’interno di un unico loculo è sufficiente l’autorizzazione della maggioranza degli eredi aventi diritto, se non è stata modificata la volontà del defunto”. L’Aula ha approvato entrambi i testi. Il presidente Ganau ha poi messo in votazione l’emendamento 318 (Comandini e più) sostitutivo totale dell’articolo 39 che è stato approvato. Via libera dell’Aula agli articoli 40,41,42,43 e 44. All’articolo 45 è stato presentato un emendamento sostitutivo 319 che è stato approvato. Via libera anche all’articolo 46 e al sostitutivo parziale 322 (Daniele Cocco e più), che al comma 3 sostituisce le parole “duecento metri” con “un chilometro”, emendato oralmente dalla consigliera del Pd, Daniela Forma, la quale ha chiesto di inserire “da un chilometro dalla linea di costa” e non solo dagli stabilimenti balneari.
Il presidente Ganau ha messo in votazione gli articoli dal 47 al 53, che sono stati approvati.
Daniele Cocco, capogruppo di Art.1 Sinistra per la democrazia e il progresso, ha chiesto di aggiungere la sua firma e quella dei componenti del suo gruppo alla legge. Il presidente ha confermato l’inserimento delle firme e ha messo in votazione la legge, che è stata approvata con 36 voti favorevoli.
Il presidente ha sospeso la seduta e convocato la Conferenza dei capigruppo per decidere la prosecuzione dei lavori. Al rientro in aula, Ganau ha riferito che la Conferenza dei capigruppo ha deciso di proseguire i lavori con l’esame della proposta di legge n. 472/A “Istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza” (Alessandra Zedda e più).
Ha chiesto la parola il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru, il quale ha dichiarato di essere entrato in possesso di un provvedimento del Servizio Rapporti internazionali della Presidenza della Regione con cui si determina l’estinzione dell’Associazione nazionale allevatori (Aras). Il consigliere ha manifestato forte preoccupazione per la sorte dei 300 lavoratori che soltanto ieri erano stati ricevuti dalla Giunta regionale. Peru ha chiesto se il presidente della Giunta e l’assessore dell’Agricoltura siano a conoscenza del fatto e come intendano procedere.
Luigi Lotto (Pd) ha confermato che ieri i rappresentanti dell’Aras sono stati ricevuti dalla Giunta e che è indubbia la situazione di difficoltà in cui versa l’associazione messa in liquidazione. In attesa di ricevere una risposta dal ministero per l’inserimento dei lavoratori dell’Aras all’interno dell’Agenzia Laore, Lotto ha confermato che sarà fatto tutto il possibile perché l’Aras continui a lavorare e si eviti la sospensione dell’erogazione dei servizi.
Alessandra Zedda (capogruppo di Forza Italia) ha dichiarato che si tratta di una notizia gravissima e che è stata lesa la dignità della Giunta e del Consiglio. Zedda ha chiesto al presidente Ganau, se la notizia fosse confermata, di chiedere al presidente della Giunta Francesco Pigliaru e all’assessore regionale dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, di venire in aula a riferire sull’accaduto. D’accordo anche Rubiu (capogruppo Udc), che ha espresso fortissima preoccupazione per la sorte dei tantissimi posti di lavoro a rischio. L’esponente dell’opposizione ha ricordato di aver espresso in quinta Commissione forte perplessità sulla gestione della situazione dell’Aras. Anche Michele Cossa (vice presidente dei Riformatori sardi per l’Europa) ha espresso preoccupazione per le devastanti conseguenze di questo atto, se confermato, rispetto alle prospettive di lavoro di decine e decine di lavoratori che dalla Regione si aspettavano un’azione ben diversa.
Franco Sabatini (Pd) ha dichiarato che non gli risulta un’azione del genere, ma che era stato nominato solo un perito per verificare la situazione dell’associazione, visto che l’Aras è in liquidazione. Luigi Crisponi (Riformatori sardi per l’Europa) ha chiesto che l’assessore Caria chiarisca in aula sulla situazione e che vengano tutelati i lavoratori dell’Aras. (ELN)
Il consigliere del Pd Antonio Solinas ha affermato che «alla luce della documentazione disponibile non si può fare finta di niente, servono certezze o in alternativa occorre sospendere l’Aula in attesa di chiarimenti, perché la determinazione dirigenziale dice che l’Aras è estinta e vorrei capire esattamente di cosa si tratta, perché sono in gioco cose non semplici ed il destino di centinaia di lavoratori».
Il vice presidente della Regione Raffaele Paci ha comunicato di non avere notizie specifiche, impegnandosi comunque a contattare l’assessore Caria.
Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della Proposta di legge n.472/A-Alessandra Zedda e più-“sull’istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza”. Per illustrare il provvedimento, il presidente ha dato la parola alla relatrice.
Nel suo intervento, la Zedda ha affermato che «oggi si può dare a questa legge la definizione di legge di civiltà al termine di un percorso lungo, costruito anche con un confronto con la normativa nazionale ed europea, consentendo alla Sardegna di essere la prima Regione italiana e fra le prime d’Europa a legiferare su questa materia». In questo modo, ha proseguito, «crediamo di aver dimostrato che siamo state capaci di andare oltre ogni schieramento ma anche oltre ogni sensibilità femminile con lo sguardo rivolto al futuro, in un panorama generale povero di leggi ma soprattutto di azioni capaci di incidere su un fenomeno diventato piaga sociale e causa di morte». Da questo punto di vista, ha aggiunto la Zedda, «è importante sottolineare che la legge affronta anche il problema della violenza economica, di cui si parla meno anche se costituisce un elemento grave che impedisce alla donna di uscire dalla relazione: la riconquista dell’autonomia è quindi centrale per potersi sottrarre ai soprusi e per questo il reddito è importante come affermazione della libertà, da inserire in un processo di cambiamento culturale al quale deve contribuire anche il sistema pubblico-privato sociale (centri anti violenza, Enti locali, Plus, centri, categorie, strutture di accoglienza)».
Per il Pd il consigliere Franco Sabatini ha sostenuto che «c’è poco da aggiungere a quanto detto dalla collega Zedda perché la gravità del fenomeno è sotto gli occhi di tutti come purtroppo raccontano ogni giorno i media, e non bastano più vicinanza e solidarietà». Per questo, ha aggiunto, «è nata una legge nuova per mettere in piedi iniziative concrete, portando a compimento una azione avviata proprio con la collega Zedda approvando un emendamento alla legge di stabilità 2018 che istituiva il reddito di libertà con una dotazione 300.000 euro come primo segnale». Questa è una legge necessaria, ha detto ancora Sabatini, «che oltre al reddito prevede il raccordo con altri strumenti di intervento pubblico regionale nazionale ed europeo che vanno messi a sistema: istruzione educazione, affido familiare, esenzione imposte, prevenzione e contrasto del fenomeno; occorre però che la legge sia applicata in ogni sua parte, accelerando anche la spesa delle risorse destinate ai 5 centri antiviolenza, alle 3 case rifugio e ad altre strutture attive sul territorio regionale».
La consigliera Anna Maria Busia, del Misto, ha ricordato di aver condiviso con entusiasmo la proposta della collega Zedda, pur essendo difficile «sottrarsi ad un senso di stanchezza nel sentire, ad 11 anni dall’istituzione dei centri anti violenza, numeri sempre più allarmanti, nel vivere la contrapposizione di uomini che non prendono coscienza del problema se non coinvolti personalmente, nel dover continuare a spiegare alla donne come devono difendersi, mentre a parti invertite il Paese verrebbe rivoltato come un calzino». A suo giudizio «non si tratta di una legge sulle donne ma sugli uomini, che ci interroga sul perché si debbano stanziare soldi per difendere le donne dalla violenza, segno che la nostra cultura purtroppo non ha fatto passi avanti ma dovrà arrivare un giorno in cui si potranno stanziare meno soldi perché l’emergenza è diminuita; per questo bisogna che gli uomini inizino ad indignarsi per far sentire le donne meno sole».
La consigliera del Pd Daniela Forma ha richiamato l’attenzione del Consiglio sul fatto «che questa legislatura si è connotata in maniera molto positiva per leggi di civiltà a sostegno delle buone politiche di genere, a cominciare dalla legge statutaria elettorale, un dato importante perché consentire alla donne piena cittadinanza nelle istituzioni significa contribuire a rimuovere gli ostacoli che ancora esistono per la loro affermazione nella società». In questa fase storica, ha continuato, «stiamo mettendo in discussione i nostri modelli di riferimento lasciando sul campo troppe vittime, quasi lo stesso numero di vittime della donne in età fertile colpite dal cancro: ora vogliamo invertire la tendenza dando alle donne un sostegno economico che le libera dalla sudditanza nei confronti del loro carnefice, restituendo loro anche autonomia personale e familiare».
Sempre per il Pd la consigliera Rossella Pinna ha osservato che «oggi parliamo di violenza di genere eppure non è l’8 marzo e non c’è nessuna ricorrenza, segno di una sensibilità che comunque non è mai abbastanza, nei confronti di quello che viene definito delitto democratico perché non fa distinzioni di reddito e di cultura anche se è vero che colpisce meno quelle che possono permettersi la libertà». La Pinna ha ribadito «la centralità del cambiamento culturale che purtroppo non ha tempi brevi come dicono i numeri che invece stanno aumentando anche perché i dati sottostimano l’incidenza reale del fenomeno, un cambiamento che coinvolge le istituzioni ma in definitiva deve raggiungere ogni cittadino». Un aspetto particolarmente qualificante della legge, ha dichiarato, «è quello che cerca di eliminare la dipendenza economica dal partner ed aiuta le donne a riconquistare la loro dignità personale, trovare un lavoro, superare la precarietà, una indipendenza economica che soprattutto è un dovere verso se stesse e verso i figli».
Ancora per il Pd il consigliere Raimondo Caciotto ha evidenziato che a fronte del gran parlare del fenomeno, i dati dimostrano purtroppo che non accenna a diminuire, per cui è evidente che occorre una inversione di tendenza sul piano culturale: “dal linguaggio rispettoso di differenze e specificità al riconoscimento reciproco, senza prevaricazioni, superando la fase spesso scontata dello basta sdegno e della solidarietà, mostrando più capacità di denuncia, di prevenzione, di azioni incisive, stimolando l’approccio verso le istituzioni». La legge, ha concluso, «in definitiva parla molto anche degli uomini ed agli uomini, in qualche modo vittime di se stessi ed incapaci di relazionarsi con la donna, favorendo la nascita di sentimenti universali che dovrebbero appartenere a tutti senza distinzioni di genere».
Secondo il consigliere di Art1-Mdp Luca Pizzuto per il Consiglio regionale della Sardegna «è un giorno bello ed importante con il quale si fa un passo avanti di non poco conto; accetto le provocazioni delle colleghe ma ricordo che ci sono tanti uomini che si battono per queste cose, fra i quali anche noi che abbiamo presentato una proposta contro la violenza all’inizio della legislaturaۛ». Quella in discussione è anche «una legge non scontata, che in qualche modo va oltre il sistema dei centri anti violenza inserendo un elemento di libertà e consentendo alle donne di iniziare un percorso di vita alternativa, fermo restando che bisognerà mettere mano alla cultura di massa che stiamo vivendo e che in qualche modo produce questi fenomeni».
A nome della Giunta l’assessore della Sanità e delle Politiche sociali Luigi Arru ha espresso il suo plauso alle consigliere che hanno lavorato alla legge che il Consiglio discute «in un giorno senza ricorrenze, non eccezionale ma positivamente normale, per dire no alla violenza come strumento di gestione di un conflitto». La legge, ha aggiunto, «si aggiunge ad altri strumenti normativi come quelli dei centri anti violenza che in qualche modo sono emergenziali, mentre con questa norma si fa percorso di inclusione sociale attiva sia per la donna che per la famiglia; la appoggiamo quindi con decisione auspicando una riflessione più ampia sul reddito di inclusione sociale che, a seconda della casistica, dovrebbe ricomprendere anche queste situazioni».
Il presidente ha quindi messo in votazione il passaggio della legge agli articoli.
Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha parlato di «una giornata davvero importante per la Sardegna che ci deve riempire di orgoglio, anche perché personalmente mi sono sentito toccato dall’intervento della collega Busia sulle difficoltà di spiegare ai propri figli quello che accade, ed ho pensato che forse per un padre forse è ancora più difficile, così come spiegarlo ad un figlio». Per questo, ha sostenuto, «serve un intervento forte di tipo culturale, una legge per una società migliore, capace di trasmettere alle nuove generazioni l’importanza del rispetto delle persone a prescindere dalle identità di genere».
Sempre per Forza Italia il vice capogruppo Marco Tedde ha detto di sentirsi «indignato non a parole ma nei fatti sostenendo proposta di legge straordinaria ed importante, perché la famiglia è la prima cellula della società ma purtroppo anche il luogo in cui si consumano conflitti traumatici e violenze; fenomeni che si contrastano legge di civiltà giuridica e sociale, che si mette al fianco delle donne e di tutto il genere umano, crea le condizioni perché questa sensibilità entri a far parte della cultura di tutti, apre nuovi spazi di libertà economica ed offre strumenti di sostegno psicologico, colmando anche una grave assenza dello Stato».
Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli della legge, che il Consiglio ha approvato con 47 voti.
Il vice presidente della Regione Raffaele Paci, prendendo la parola sul problema relativo ad Aras segnalato in precedenza, ha comunicato di aver sentito l’assessore Caria, a Roma per impegni istituzionali, ed il direttore generale della presidenza della Giunta Alessandro De Martini. Il provvedimento di estinzione dell’Aras, ha chiarito Paci, «è in realtà un atto dovuto in base al codice civile, adottato nell’ultimo giorno utile prima della scadenza, nel rispetto della volontà dei soci di una associazione che ne hanno deciso lo scioglimento; l’Aras però non muore ma è in liquidazione controllata in modo più diretto dal tribunale, per cui sussistono tutte le condizioni per portare avanti la convenzione fino al 2020».
Sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Art.1-Mdp Daniele Cocco ha ricordato la decisione della conferenza dei capigruppo di procedere ad oltranza fino all’approvazione della legge n.472/A. (Af)
Aperta la discussione sull’articolo 1 (principi e finalità) la relatrice Alessandra Zedda ha annunciato il parere favorevole a tutti gli emendamenti (tutti a firma delle consigliere Pinna, Zedda, Busia e Forma) presentati al testo di legge e la Giunta si è rimessa alla volontà dell’Aula.
Il presidente ha quindi posto di seguito in votazione per alzata di mano, l’emendamento n. 1 che sostituisce la formulazione dell’articolo 1, quindi l’emendamento 2 che sostituisce alcune piccole diciture o parole al comma 1, identica finalità per gli altri emendamenti approvati, il n.19 e il n. 18.
Via libera all’articolo 1 è stato votato favorevolmente anche l’articolo 2 (reddito di libertà) con l’aggiuntivo n. 20 che precisa al termine del comma 1 il rispetto della normativa sulla privacy.
Approvato l’emendamento n. 3 che modifica la dicitura impresa con associazioni datoriali, via libera all’articolo 3 (intese e protocolli tra Regione e imprese). Approvato l’articolo 4 (requisiti e condizioni di accesso) con l’emendamento 27 e 4, via libera all’emendamento 5 che sostituisce parzialmente il comma 2 e all’emendamento n. 21 che cancella il comma 3.
Approvato l’emendamento n. 6 soppressivo dell’articolo 5 (Raccordo con altri strumenti di emancipazione socio-culturale previsti da norme nazionali ed europee e con gli enti attuatori), via libera all’articolo 6 (procedimento) con gli emendamenti n. 7 (priorità alle donne con figli minori o con disabilità); l’emendamento n. 8 che sostituisce il comma 3; l’emendamento n. 9 che sostituisce alcune diciture al comma 4; l’emendamento n. 23 che sostituisce parzialmente alcune parole nel comma 2; l’emendamento aggiuntivo n. 10 e l’aggiuntivo n. 22.
Approvato l’articolo 7 (decadenza dal Rdl) è stato poi cancellato, con l’approvazione dell’emendamento n. 11, l’articolo 8.
Approvato l’articolo 9 (Fondo regionale per il reddito di libertà e misure collegate) senza il comma 2, soppresso dall’emendamento n. 25.
Approvato l’articolo 10 con l’emendamento sostitutivo parziale n. 13 che modifica il titolo dell’articolo con la seguente dicitura: “Progetti di educazione all’effettività e alla parità di genere”. Via libera al sostitutivo parziale n. 14 e all’aggiuntivo n. 15 che integra il comma 1 con le parole “terzo settore”.
Approvato l’articolo 11 (Affido familiare) e l’articolo 12 (Esenzione dal pagamento delle imposte) con l’emendamento n. 16 che sostituisce il comma 1.
Soppresso l’articolo 13 (Azioni di tutela e difesa delle donne vittime di violenza) con l’emendamento n. 17 .
Approvato l’articolo 14 (misure attrattive) con il sostitutivo n. 26 che cambia la lettera b) del comma 1.
Approvato l’articolo 15 (Norma finanziaria), l’articolo 15 bis (Abrogazioni) e l’articolo 16 (entrata in vigore) la capogruppo Fi, Alessandra Zedda, ha ringraziato l’assemblea per la collaborazione e la sensibilità ed ha annunciato voto a favore dell’intero gruppo. A favore anche il Partito dei sardi che con il consigliere Cherchi ha chiesto la sottoscrizione del provvedimento da parte di tutti i consiglieri Pds.
La legge è stata quindi approvata con 46 favorevoli su 46 votanti.
Il Consiglio è convocato per mercoledì 1 agosto alle 10. (A.M.)