Data: 12/12/2017 ore 10:30
- Comunicazioni del presidente della Regione sul regolamento delle servitù militari
- Approvata la proroga al 30 giugno 2019 del piano casa regionale (Pl. 468 – Solinas Antonio e altri)
La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le comunicazioni del presidente della Regione Francesco Pigliaru (ai sensi dell’art.121 del Regolamento) sulle servitù militari.
Aprendo il suo intervento il presidente Pigliaru ha ricordato l’impegno assunto davanti al Consiglio nel 2014 con ordine del giorno sul problema delle servitù militari approvato all’unanimità, aggiungendo che da allora «è iniziato un lungo e faticoso lavoro con il ministero della Difesa, cui hanno contribuito anche i parlamentari sardi presenti nella commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito». Pigliaru ha poi ripercorso in sintesi i principali passaggi del complesso rapporto fra Regione Sarda e servitù militari, fondato su alcuni dati strutturali: la Sardegna è dagli anni ’50 la prima piattaforma addestrativa europea e sostiene il 60% del peso nazionale della presenza militare con appena il 2% della popolazione. Una situazione, ha ribadito il presidente della Regione, che «presenta una evidente sproporzione e richiede forti interventi di riequilibrio, che la nuova proposta di accordo definisce con chiarezza nei contenuti e nei tempi, ed è la prima volta che questo accade dagli anni ‘50». Prima di illustrare i dettagli del documento, il presidente si è soffermato sui risultati concreti conseguiti negli anni precedenti: sospensione delle attività militari da giugno a settembre, rispetto delle prescrizioni antincendio affidate al corpo forestale regionale, riconoscimento degli indennizzi anche per i pescatori di Capo Frasca che per vent’anni erano rimasti esclusi.
Pigliaru ha poi esposto al Consiglio i punti qualificanti del nuovo accordo col Ministero della Difesa: sospensione formale giugno a settembre, presenza per la prima volta di osservatori ambientali indipendenti nei poligoni e nelle aree addestrative a garanzia di certezza e trasparenza dati, pagamento annuale degli indennizzi ai Comuni ed alle categorie interessate, rilasci definitivi di porzioni di territorio a Teulada e Capo Frasca, della caserma Ederle a Cagliari e di altri beni non più utili alle esigenze della Difesa. Ora, ha proseguito Pigliaru, «decide il Consiglio ma non c’è dubbio sul fatto che siamo in condizioni di ottenere il rilascio di porzioni di aree finora occupate dai poligoni, primo passo per una graduale dismissione di queste aree come chiedevano lo stesso Consiglio le comunità locali; i Sindaci, anzi, potranno disporre del loro territorio in estate e nelle festività pasquali senza chiedere alcuna concessione temporanea ai comandanti militari». Ed inoltre, ha aggiunto, «saranno localizzate in Sardegna attività di innovazione tecnologica e di ricerca duale nel settore spaziale e aerospaziale, attraverso la costituzione di un tavolo inter- istituzionale dove saranno definite sia le misure concrete da adottare che la tempistica degli interventi e ciò significa non solo un importante riconoscimento per i nostri ricercatori ma anche crescita, sviluppo e posti di lavoro». Per quanto riguarda la misure compensative per i Comuni sui quali gravano limitazioni per la presenza militare, ha detto ancora il presidente della Regione, «entro 90 giorni sarà insediato un tavolo interministeriale per la verifica delle somme da corrispondere e le modalità dei pagamenti, superando i pensati ritardi dell’attuale sistema di erogazione che era comunque vincolato alla compatibilità con gli equilibri generali del bilancio dello Stato mentre ora è stato introdotto il criterio di compensazione del danno con erogazioni annuali; inoltre abbiamo ottenuto l’insediamento di alcuni reparti dell’Esercito nella caserma di Pratosardo a Nuoro, come chiedeva la comunità ed il riavvio della scuola sottufficiali La Maddalena, che intendiamo trasformare in un polo di eccellenza per l’economia del mare». La definizione puntuale dei percorsi amministrativi con i quali saranno concretizzati i contenuti nel documento, ha concluso il presidente della Regione, «ci rassicura sul fatto che gli impegni saranno mantenuti, forse qualcuno solleverà obiezioni e dirà che si poteva fare meglio o che erano cose già raggiunte e per noi sarebbe stato facile cavalcare l’onda populista di dire no a tutto ma il nostro obiettivo è fare il bene della Sardegna».
Al termine dell’intervento del presidente il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha chiesto la disponibilità del testo dell’accordo e la sospensione della seduta per almeno 30 minuti, «in modo da poter esaminare il contenuto del documento che, al di là delle cose dette dal presidente, presenta alcune molto delicate che intendiamo verificare».
Il presidente Ganau ha accolto la richiesta ed aggiornato i lavori del Consiglio alle ore 12.00. (Af)
Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau che ha messo in discussione la proposta di legge 468 (proroga del Piano casa). A nome della commissione Quarta il presidente on. Antonio Solinas (Pd) ha illustrato la norma più importante, il comma a art. 37 che prevede “e comunque non oltre il 30 giugno 2019”. L’oratore ha sollecitato l’approvazione confidando sul fatto che per quella data la riforma della legge urbanistica sarà completata.
L’on. Marco Tedde (Forza Italia) è intervenuto ha detto: “Con questa proposta di legge è chiaro che la maggioranza, con onestà, sta certificando il fallimento di tutte le sue politiche urbanistiche. Presidente, nel suo programma lei ha censurato tre anni di proroga del precedente Piano casa e invece non avete fatto nulla di quello che avete annunciato, anche per i contrasti interni al partito di maggioranza relativa. Oggi l’edilizia sarda piange la perdita di diecimila addetti nel biennio, come dice l’Ance. E nel terzo trimestre 2016 hanno chiuso 297 aziende della filiera edile mentre il piano casa 2009 del centrodestra ha prodotto 46 mila pratiche edili fino al 2015”.
Per il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, “la proposta è necessaria perché c’è una scadenza ma nei giorni scorsi sono stati presentati dati economici che raccontano di una Sardegna che cresce e anche più di altre regioni. Bisogna con forza lavorare per migliorare i numeri dell’edilizia sarda ma non è vero che noi abbiamo abbandonato il campo dell’urbanistica: noi siamo quelli che hanno fatto le riforme e questo pagherà. Se le riforme non le fai puoi solo lamentarti ma nulla cambia. Anche sull’urbanistica noi interverremo: come abbiamo fatto la riforma della sanità e degli enti locali arriveremo anche all’urbanistica nei prossimi mesi“.
Per Forza Italia ha preso la parola il capogruppo, on. Pietro Pittalis, che ha parlato proprio di riforme: “Questa mattina in via Roma c’erano i medici, a lamentarsi della loro riforma. E i sindaci fanno altrettanto, contro l’accentramento delle competenze in capo agli assessorati. Avete poco da vantarvi delle vostre riforme. E sul campo dell’urbanistica l’Ance ieri a Bitti ha detto con il suo presidente che avete fatto la più sporca operazione, sul piano politico, che si potesse fare eliminando il piano casa della giunta Cappellacci. Vi siete mossi sul pregiudizio ideologico, vi siete fatti travolgere dai diktat di Soru che doveva avere per forza soddisfazione”. L’oratore ha proseguito: “Avete fatto un’operazione al ribasso, presidente Pigliaru, perché Soru su questo era caduto. Ora che l’edilizia è crollata francamente si rimane allibiti a sentire le parole del capogruppo del Pd. Questa norma che prorogate non ha nulla a che fare con il piano casa di Berlusconi e della giunta Cappellacci. Sosterremo l’emendamento Dedoni, l’unica norma di qualità”.
L’assessore Erriu ha preso la parola per la Giunta e ha detto: “Mi pare che il termine del 30 giugno 2019 sia congruo ma riteniamo che molto prima la legge sia approvata. Dunque, il giudizio sulla proposta è positivo”.
Per dichiarazione di voto l’on. Fasolino (Pd) si è espresso così: “Mi spiace ma avevamo già detto che il vostro piano casa non ha nulla a che fare con quello della giunta Cappellacci. Come già è stato detto siamo davanti alla certificazione di un fallimento e noi, a differenza vostra, mettiamo davanti il risultato per i cittadini e lo anteponiamo alle appartenenze politiche. E se avete fissato la scadenza al 2019 è chiaro che non ci credete nemmeno voi alla possibilità di approvare la riforma in questa legislatura”.
L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli e poi gli emendamenti aggiuntivi 1 e 2 sull’articolo 1.
La commissione col presidente Solinas ha invitato al ritiro i presentatori degli emendamenti.
L’on. Dedoni (Riformatori) ha sollecitato l’approvazione del suo emendamento a fare dell’applicabilità del Piano casa e dell’incremento di cubatura ai centri storici e così l’on. Cossa, che ha detto: “Il vostro pregiudizio ideologico e le conseguenze di tutto ciò meriterebbero un’analisi approfondita. In molti dei nostri centri urbani stanno sorgendo funghi sui lastrici solari, senza nessuna armonia. Questo è un effetto delle vostre norme, che colpisce centri abitati talvolta già non bellissimi sotto il profilo estetico”.
Per l’on. Pietro Cocco (Pd) “questo dei centri storici è un tema sentito ed è anche vero che ci sono edifici in centro storico che non hanno nessuna rilevanza architettonica. Per questo rinnovo l’invito al ritiro”.
L’on. Tedde (FI) ha aggiunto la sua firma all’emendamento Dedoni: “E’ una norma di buon senso, perché libera il centro storico. Che voi invece avete paralizzato”.
Ironico con la maggioranza l’on. Fasolino: “ Ora che mi avete detto che approverete la legge urbanistica mi sento molto tranquillizzato. Ma quando pensate di farla, visto che siamo già in campagna elettorale?”.
Ha aggiunto la sua firma all’emendamento Dedoni anche l’on. Mariano Contu (FI) e ha parlato anche dei problemi legati all’applicazione del piano di assetto idrogeologico.
Per l’on. Crisponi (Riformatori) “oltre a far ripartire il comparto edile l’emendamento Dedoni ha la finalità anche di frenare lo spopolamento dei piccoli territori. E i piccoli Comuni sono l’ottanta per cento della Sardegna. Ecco perché dovreste avere il coraggio di votare questa norma insieme a noi, sostenendo gli amministratori locali e i proprietari di immobili nei centri storici”.
Per dichiarazione di voto l’on. Dedoni ha replicato al capogruppo del Pd: “Mantengo gli emendamenti non per arroganza ma per andare davvero incontro ai centri storici ed evitare bruttezze come quelle che sono consentite dalle vostre norme. Ci vorrebbe un po’ di lungimiranza da parte vostra e meno ideologia”.
L’assessore Erriu ha replicato: “Effettivamente nei centri storici sardi si è visto di tutto, dalle serrande al muralismo come anche i media ormai ci fanno notare. Ma non è possibile applicare il piano casa, come chiedete, in assenza di un piano particolareggiato o di piani di riqualificazione da parte dei Comuni. Questi problemi non possono essere risolti senza il piano particolareggiato, che spetta ai Comuni. Poi possiamo discutere di metri cubi e di legge urbanistica organica ma questo emendamento aggiunge problemi e non risolve nulla”.
Il testo dell’articolo è stato approvato mentre sono stati respinti i due emendamenti Dedoni e più.
Approvato anche l’articolo 2 e il testo finale della legge.
Il presidente Ganau ha sospeso la seduta. Il Consiglio riprenderà i suoi lavori alle 16. (C.C.)