CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

Nota stampa n.102

Data: 05/05/2015 ore 16:00

Approvato il passaggio agli articoli del TESTO UNIFICATO N. 58-79-107-115-121-122/A  “Norme in materia di agriturismo, ittiturismo, pescaturismo, fattoria didattica e sociale e abrogazione della legge regionale n. 18 del 1998”
Approvata la Pl 126 (Sale e più) “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 maggio 2013, n. 12 (Norme per la formazione specialistica medica, medico-veterinaria e non medica dell'area sanitaria)”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente del Consiglio ha formulato gli auguri dell’Assemblea al nuovo segretario generale Marcello Tack, rivolgendo nello stesso tempo un saluto al predecessore Mariangela Sedda, che ha lasciato il servizio. Successivamente, il presidente ha dato lettura del programma di lavoro dell’Aula e delle commissioni, definito dalla conferenza dei capigruppo e della conferenza dei presidenti di commissione. Completata l’esposizione, il presidente del Consiglio ha avviato la discussione generale del dell’Assemblea sul testo unificato n. 58-79-107-115-121-122/A (Norme in materia di agriturismo, ittiturismo, pescaturismo, fattoria didattica e sociale e abrogazione della legge regionale n. 18 del 1998), dando la parola al relatore di maggioranza Luigi Lotto (Pd).
Nel suo intervento, Lotto ha ricordato che quella in discussione è la quarta legge emanata dal Consiglio in materia di agricoltura, a testimonianza dell’attenzione per un settore di grande importanza per la Sardegna. Uno degli obiettivi di fondo, ha detto, «è quello di rilanciare i prodotti agricoli sardi, ma di fatto quella misura ha bloccato l’attività degli agriturismi rendendo necessaria la ricerca di altre soluzioni, tenendo presenti anche i problemi per la macellazione delle carni in azienda e la classificazione delle strutture». Bisognava intervenire su tu tutta la materia, ha proseguito Lotto, «e per questo sono state unificate ben quattro proposte di legge arrivando ad un testo unificato ed una legge quadro in grado di affrontare i nodi principali della materia, fermo restando che uno dei punti controversi resta quello dei prodotti utilizzabili di cui è stato fatto un elenco preciso con un limite del 35% relativo sia ai prodotti aziendali che a quelli di trasformazione». Inoltre, ha aggiunto ancora il consigliere del Pd, «vanno sottolineate le parti della legge relative all’ospitalità, all’aumento dei posti letto delle strutture, al limite dei pasti forniti alla clientela».
Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu, relatore di minoranza, ha sottolineato in apertura «la buona volontà comune di costruire una legge per la Sardegna e per il mondo agricolo, mettendo in luce la necessità di fare una buona legge che sia anche in grado di rafforzare la competitività della nostra Regione in Europa e nel mondo, rafforzando il legame fra turismo ed agricoltura». Rispetto alla normativa vigente, ha però osservato Rubiu, «la norma appare in contrasto con la legislazione nazionale ed in particolare con la Legge 96/2006 e, nel merito, ci sono alcune cose che non ci soddisfano: dal tetto del 35% per i prodotti locali, decisamente troppo basso, che per noi va portato almeno al 50%, alla mancata indicazione della cosiddetta anzianità dell’azienda, perché non ci si può improvvisare imprenditori agrituristici facendo a meno di storie ed esperienze». In questo modo, ha lamentato Rubiu, «danneggiamo le aziende serie, che hanno saputo costruire nel tempo la loro reputazione, e danneggiamo il mercato alimentando una concorrenza impropria».
Il consigliere Oscar Cherchi, di Forza Italia, ha affermato che, con la legge in esame, si dà seguito «ad un ragionamento unico partito nel 2010 che puntava a collegare nel modo più stretto possibile il turismo e l’agricoltura, veicolando il messaggio strategico compra sardo, mangia sardo». Cherchi ha poi criticato il tetto del 35% assegnato alle produzioni locali da proporre all’utenza, «anche perché questo discorso va collegato alle produzioni sarde di qualità, espressione di una offerta più larga che comprende anche l’ittiturismo, le fattorie didattiche e sociali fino ad arrivare, prendendo spunto alla recente legge sull’edilizia, alle premialità volumetriche per quanti vogliono avviare queste nuove attività economiche». Le distanze fra le proposte e quelle della maggioranza restano, ha concluso Cherchi, «ma riteniamo che il dibattito di merito sugli emendamenti possa co0ntribuire a migliorare il provvedimento».
La consigliera Daniela Forma, del Pd, ha messo in luce il grande impegno della commissione nella predisposizione del testo, riconoscendo che «i punti dirimenti restano quelli della percentuale dei prodotti locali assegnati alle aziende, il numero massimo di coperti e dei posti letto». E’inoltre necessario, ha continuato, «tracciare un confine fra l’attività agrituristica e quelle contigue, fattore di preoccupazione più volte richiamato dalle associazioni di categoria; tuttavia, si può pensare ad un incremento del tetto del 35% per le produzioni locali inserendo magari un riferimento stringente alle produzioni tradizionali consolidate nel tempo». Una parte consistente del modo agricolo, ha concluso, «ha rappresentato questa esigenza, così come ha fatto presente il discorso della macellazione interna che aumenterebbe il tasso di multifunzionalità delle aziende, utilizzando positivamente il supporto delle fattorie didattiche e sociali».
Sempre per il Pd, il consigliere Gianmario Tendas ha ricordato che il settore agrituristico è un fenomeno tutto sommato abbastanza recente, «ma ha grandi potenzialità di sviluppo e di crescita e già ora registra incrementi superiori allo stesso settore agricolo». Dagli operatori del settore, ha aggiunto, «è arrivata una indicazione chiara, nel senso che occorreva superiore alcune criticità della legislazione precedente, dall’albo dei fornitori ai tetti delle produzioni locali, al controllo esercitato dal Corpo forestale regionale; siamo partiti da qui e credo che questi obiettivi siano stati raggiunti». In queste legge, ha dichiarato, «ci sono innovazione, semplificazione, incremento dei posti letto per le strutture e trasparenza sulla classificazione delle stesse, sostegno alle produzioni tipiche e di qualità; con queste premesse il settore può ripartire». In Sardegna, ha concluso, «operano circa 900 aziende agrituristiche che producono circa 50 milioni di fatturato e danno lavoro a 2500 addetti; sono numeri apparentemente significativi ma in realtà molto più bassi della media nazionale e distanti dalle eccellenze di alcune Regioni come Toscana, Veneto e Trentino-Alto Adige, vuol dire che c’è ancora molto da fare, le distanze con l’opposizione ci sono ancora ma bisogna riconoscere che l’impianto comune della legge è solido».
Il consigliere Pier Mario Manca (Sardegna Vera) ha espresso l’opinione che, nella legge, «le differenze con il settore turistico classico sono molto chiare e, sotto questo profilo, il testo si può migliorare ma non stravolgere, perché siamo davanti ad un buon progetto che assegna il giusto valore ad un concetto moderno di azienda multi funzionale orientata alla qualità ed all’ospitalità». Certamente non possiamo competere, ha riconosciuto Manca, «con le grandi produzioni europee e mondiali, ma dobbiamo puntare su una agricoltura sostenibile e di pregio, fondata sulle produzioni alimentari tradizionali». Un altro punto qualificante, ha sostenuto il consigliere, «riguarda la filiera completa della zootecnia, fattore di garanzia per i consumatori che si tratta di prodotti effettivamente legati al territorio sardo; questa è la strada da percorrere che, in definitiva, è la stessa che la Sardegna ha voluto indicare con la sua partecipazione all’Expo 2015, un discorso che va riproposto ed allargato ad altri settori, cominciando dalla valorizzazione del mare».
Per i Riformatori sardi, il consigliere Luigi Crisponi ha dato atto alla commissione di aver svolto un lavoro di qualità, respingendo però l’interpretazione secondo la quale ci sarebbe confusione fra il settore disciplinato dalla norma in esame e quello turistico. L’accoglienza, ha precisato, «è un’altra cosa, è la valorizzazione della qualità e dell’identità». Su alcune parti della legge, ha continuato Crisponi, «manteniamo tutte le nostre riserve, sulla base dei convincimenti che arrivano dagli operatori del settore; ricordo un articolo del periodico Terra Nostra molto critico sulla legge in cui si annunciava un disciplinare interno molto più rigoroso, proprio per sottolineare il legame di questa particolare attività economico con il territorio». Bisogna però fare in fretta, ha avvertito il consigliere Crisponi: «sui grandi portali internet della categoria fino a poco tempo fa erano indicate 4500 aziende che oggi sono diventate 4800, bisogna quindi fare di più sulla strada dell’innovazione e sotto questo profilo il tetto del 35% sulle produzioni locali è un autogoal clamoroso, perché di fatto si apre la strada non solo a produzioni nazionali ma perfino al pane carasau prodotto in Umbria».  E’auspicabile perciò, ha raccomandato infine Crisponi, «una riflessione consapevole, adeguata a questa legge che è il primo provvedimento in cui si parla di economia, produzione e sviluppo; per noi l’Expo non finisce il 30 ottobre ma dura tutta la vita». (Af)
Dopo Luigi Crisponi è intervenuto Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) che ha detto che finalmente in Consiglio si parla di economia. L’obiettivo comune  – ha detto – è quello di superare la vecchia legge 18 e approvare una nuova legge multifunzionale. Grazie in commissione a un  clima positivo  è arrivato all’esame dell’aula un testo unificato. Noi ci siamo astenuti in commissione – ha aggiunto –  per un motivo di principio: noi crediamo che in relazione a questo testo ci sia stato uno sforzo di sintesi ma avremmo gradito che i contenuti fossero diversi. Il significato di complementarietà e di connessione  divide maggioranza e opposizione. Noi riteniamo che l’azienda agricola abbia un’altra connessione con il territorio. Non e’ possibile concepire un agriturismo che somministri  “pizza al metro” . Un agriturismo deve essere legato all’azienda agricola. Un’azienda agrituristica deve valorizzare i prodotti tipici ed enogastronomici. La materia prima dei pasti deve provenire prevalentemernte dal territorio. Quindi, cibi e bevande devono provenire da aziende sarde. Invece questa legge prevede una percentuale di appena il 35%. Tedde ha annunciato la presentazione di alcuni emendamenti per modificare questa percentuale.
 
Per Luigi Lotto (Pd) non si può con una legge  individuare come idonei a fare agriturismo solo una parte di agricoltori.  Questa legge – ha aggiunto – è un provvedimento per gli agricoltori. L’attività di agriturismo deve essere qualcosa di complementare all’agricoltura. Per Lotto  la percentuale del 35%, prevista per i prodotti aziendali utilizzabile nella somministrazione dei pasti, può essere anche abbassata al 30%. Sul numero dei posti letto Lotto ha annunciato la presentazione di un  emendamento che elimina il limite dei 10 ettari. Noi dobbiamo prevedere – ha proseguito – che chiunque fa agricoltura deve poter fare agriturismo. Io sono d’accordo ad aumentare fino a 30 i posti letto. Lotto ha fatto un accenno anche alla macellazione e alla semplificazione. Su questo ultimo punto il presidente della commissione ha aggiunto che non si può più  consentire che diventi impossibile poter esercitare questa attività a causa delle difficoltà burocratiche.

Per Emilio Usula (Soberania e Indipendentzia) si tratta di una proposta di legge importante che arriva dopo un grande lavoro di mediazione.  Si arriva a questa proposta dopo averla discussa, approfondita e modificata in commissione. Si tratta di un tentativo di avere una legge non calata dall’alto ma frutto di interlocuzioni. Un percorso e un metodo politico nuovo. La filosofia che sta alla base della proposta – ha detto –  è agevolare lo sviluppo delle attività agricole e zootecniche della Sardegna. Dobbiamo tener conto dello spopolamento della aree interne e dobbiamo agevolare chi investe in agricoltura.  Questa legge – ha aggiunto – deve dare regole chiare e deve semplificare le procedure. Questo è un bicchiere mezzo pieno ma noi vogliamo riempirlo valorizzando e promuovendo la produzione e il consumo dei nostri prodotti. Nei nostri agriturismo – ha specificato –  si devono  consumare prodotti sardi. Cibi alimenti e bevande che per l’80% derivino dalle nostre produzioni. Questo non significa che ogni agriturismo debba produrre tutto. Sarebbe antieconomico. Con questa legge si vuole stimolare la creazione di una rete di connessione e di  collaborazione tra aziende agricole e agrituristiche. Si deve arrivare a un sistema di rete su base locale e regionale. Insomma è necessario creare accordi di filiera. Questo rappresenterà anche una forte crescita culturale.

Per Efisio Arbau (Sardegna Vera) questo Testo unificato è importante ma ha sottolineato che alcuni  argomenti non sono stati affrontati.  Arbau ha parlato dell’interprofessionalità, della riforma degli enti agricoli, della questione ARAS, della questione di come devono essere gestite le agenzie agricole (mettendole in relazione con gli amministratori locali). Per Arbau grande importanza deve avere la formazione dei ragazzi fino ai venti anni che devono essere invogliati ad impegnarsi in agricoltura.

L’intervento di Arbau è stato l’ultimo della discussione generale. Il presidente Ganau  ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato. L’esame del testo è stato sospeso.  I consiglieri hanno tempo fino alle 9 di domani mattina per presentare gli emendamenti. Alle 10 si riunisce la commissione competente, alle 10 e 30 si riunisce il Consiglio.

Proposta di legge n. 126 (Sale e più) “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 maggio 2013, n. 12 (Norme per la formazione specialistica medica, medico-veterinaria e non medica dell'area sanitaria)”.
Il presidente Ganau ha quindi sospeso la discussione degli articoli del testo unificato in materia di agriturismo ed ha dichiarata aperta la discussione sul secondo punto all’ordine del giorno: la proposta di legge n. 126 (Sale e più) “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 maggio 2013, n. 12 (Norme per la formazione specialistica medica, medico-veterinaria e non medica dell'area sanitaria)”.
Assente il relatore designato, il consigliere Gavino Sale (Irs-Misto), è intervenuto il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, per illustrare contenuti e finalità del provvedimento. L'obiettivo della legge – ha spiegato il consigliere della maggioranza – è quello di modificare i requisiti aggiuntivi per concorrere alla formazione specialistica medica in Sardegna, ovvero delle borse regionali riservate e finanziate con risorse rese disponibili dalla Regione. Per accedere a tali contributi e alle borse regionali riservate, l'articolo 1 della suddetta proposta di legge eleva a 5 gli anni di residenza in Sardegna alla data della stipulazione del contratto di formazione specialistica e aggiunge il requisito del conseguimento del diploma di laurea in Medicina e chirurgia in un uno degli atenei presenti in Sardegna, ovvero Sassari o Cagliari. «E’ necessario tutelate gli studenti sardi, impedendo che possano essere scavalcati nelle graduatoria dai loro colleghi del resto del Paese – ha dichiarato Desini – come da tempo fanno la regione veneta, la Valle d’Aosta, la provincia autonoma di Bolzano, per i loro studenti». «Affermo – ha concluso il capogruppo Cd – con convinzione l’importanza di questo approfondimento per difendere i nostri concittadini e rimettere in condizioni di parità i nostri studenti».
Il presidente del Consiglio, non essendoci iscritti a parlare, ha comunicato all’Aula la presentazione di un emendamento (Desini e più) all’articolo 1 della Pl 126 che proponeva l’introduzione dell’articolo 1 bis che così recita: “le disposizioni della presente legge si applicano anche ai concorsi in svolgimento alla data di entrata in vigore della presente legge”.
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha chiesto una breve sospensione dei lavori per valutare il significato e le implicazioni dell’emendamento presentato da undici consiglieri della maggioranza.
Il presidente del Consiglio ha accordato la sospensione dei lavori ed alla ripresa ha annunciato il ritiro dell’emendamento ed ha proceduto con la votazione del passaggio agli articoli che è stato approvato con 48 sì e nessun voto contrario.
Il presidente Ganau ha posto in votazione in sequenza l’articolo 1 “Modifica del comma 46 dell'articolo 5 della legge regionale n. 12 del 2013 (Requisiti per accedere ai contributi)” e l’articolo 2 “Entrata in vigore” che sono stati approvati per alzata di mano.
Annunciata la votazione del testo finale della legge è intervenuto per dichiarazione di voto, annunciando voto favorevole, il capogruppo Cd, Roberto Desini.
Il consigliere di Autonomia popolare sarda, Gianni Tatti, ha invitato la Giunta ad esprimere il parere di competenza sul provvedimento e l’assessore degli Enti Locali, Cristiano Erriu, ha dichiarato di “rimettersi alle volontà dell’Aula”.
Sono dunque intervenuti per dichiarare il voto a favore dei rispettivi gruppi di appartenenza i consiglieri: Alessandra Zedda (Fi); Luigi Lotto (Pd); Luigi Crisponi (Riformatori); Emilio Usula (Soberania e Indipendentzia); Daniele Cocco (Sel); Marcello Orrù (Psd’Az) e Modesto Fenu (Sardegna).
Concluse del dichiarazioni di voto, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha posto in votazione il testo finale della legge e ne ha proclamato l’approvazione con 49 voti a favore e due astensioni.
Il presidente ha quindi sospeso i lavori e convocato in Aula una riunione della conferenza dei capigruppo, al termine della quale Ganau ha dichiarato conclusi i lavori ed ha convocato il Consiglio per domani (mercoledì 6 maggio) alle 10.30. (A.M.)

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