CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVI Legislatura
Ufficio Stampa
Mercoledì 18 Dicembre 2019 – Pomeridiana
Approvato la Proposta di legge n. 58/A “Modifiche alla legge regionale 9 gennaio 2014, n. 2 (Razionalizzazione e contenimento della spesa relativa al funzionamento degli organi statutari della Regione)”
Approvato il Documento n. 2/XVI/A “Legge regionale 15 gennaio 1991, n. 7, articolo 24 e seguenti. Proposta al Consiglio regionale per la nomina di tre esperti in seno alla Consulta regionale per l’emigrazione”
Approvata la Proposta di legge n. 88 (Giagoni e più) “Modifiche alla legge regionale 21 giugno 2019, n. 8 (Modifiche all’articolo 1 della legge regionale n. 26 del 2017 (Proroga di termini)) (Proroga del Piano casa)
Il Consiglio regionale si riunirà venerdì, 20 dicembre, alle 10,30
La seduta pomeridiana è stata aperta dal presidente Pais che ha messo subito in discussione l’articolato e i relativi emendamenti della proposta di legge n.58.
Il presidente ha quindi dato la parola al consigliere dei Progressisti Massimo Zedda che ha ribadito alcune considerazioni espresse nel corso della discussione generale. «E’ difficile così come è stata formulata la legge applicare contratti a tempo determinato. Il sistema misto pubblico-privato determina un vulnus difficile da superare. Gli Uffici del Consiglio saranno costretti a chiedere pareri e consulenze per verificare la piena applicabilità del provvedimento in esame».
Perplessità anche sul costo del personale: «Suggerisco al presidente del Consiglio regionale di pretendere l’ammontare complessivo della spesa dal Presidente della regione e degli Uffici della presidenza – ha detto Zedda – noi conosciamo solo le spese del Consiglio ma non abbiamo notizia sulle spese della Giunta e della struttura presidenziale. Ciò non consente di capire se stiamo rispettando il principio di riduzione della spesa. Se non conosciamo questi dati non possiamo applicare la legge.
Suggerisco, per evitare problemi in futuro, che da oggi venga bloccato l’aumento della spesa per il funzionamento della Giunta e della Presidenza della Regione».
Il consigliere di minoranza ha proseguito segnalando altri aspetti incongruenti della proposta di legge: «Non si capisce perché i collaboratori siano posti alle dirette dipendenze del gruppo nonostante i contratti li firmi il presidente del Consiglio che però non può sciogliere quei contratti. Succede anche oggi ma si tratta di personale comandato – ha affermato Massimo Zedda – un altro rischio è che si verifichi una moltiplicazione di contratti con la sostituzione di un contratto pieno con più part time. Il rischio è quello di avere personale sottopagato e sotto ricatto e la creazione di altro precariato».
Il primo firmatario della legge Franco Mula (Psd’Az) ha chiesto 5 minuti di sospensione per un chiarimento su alcuni emendamenti presentati. Sospensione accordata dal presidente Pais.
Alla ripresa dei lavori il relatore Franco Mula e la Giunta hanno espresso parere favorevole su tutti gli emendamenti presentati tranne il numero 6 che è stato ritirato.
Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Massimo Zedda che ha chiesto ai proponenti di illustrare il contenuto degli emendamenti. «Il numero 9 non è chiaro. Si parla di attività gestionale che sta in capo ai direttori e ai dirigenti di servizio, non può essere in capo ai collaboratori dei gruppi a meno che il proponente non pensi il contrario. Se ci spiegassero gli emendamenti sarebbe più facile andare a vanti con più celerità nella discussione».
A Zedda ha replicato Franco Mula: «Nel dispositivo era stata introdotta una norma sugli enti locali – ha detto – siccome non può essere applicata al personale dei gruppi è stata emendata per dire che non si può fare».
Posto in votazione, a scrutinio elettronico, l’emendamento n.9 è stato approvato con 24 voti favorevoli e 22 contrari. Via libera anche all’emendamento n.7 che sostituisce la parola collaboratori con l’espressione “personale di supporto al gruppo”.
Stessa sorte anche per l’emendamento n.2 con il quale si prevede la possibilità, e non l’obbligatorietà, per i dipendenti degli enti locali chiamati a lavorare presso i gruppi consiliari di essere collocati in aspettativa.
Sull’emendamento n.5, che prevede la possibilità per i gruppi di stipulare più contratti part time in sostituzione di un contratto a tempo pieno, è intervenuto ancora il consigliere Massimo Zedda: «Ne approfitto per chiedere chiarimenti anche sull’emendamento precedente – ha detto l’esponente dei Progressisti – sembra che si voglia dare la possibilità a chi sottoscrive un contratto di non andare in aspettativa. In questo modo un dipendente degli enti locali potrebbe mantenere un contratto di natura pubblicistica e stipularne uno nuovo di natura privatistica in Consiglio. Questo aspetto consente di ottenere un beneficio in busta paga e di spacchettare i contratti. Ditemi quale alta professionalità si avrà la possibilità di assumere sottoscrivendo contratti a 500 euro al mese. Sono certo, ha affermato ironicamente Zedda, che con 500 euro si troveranno principi del foro e costituzionalisti emeriti disposti a venire a lavorare da noi». Messo in votazione l’emendamento n.5 è stato approvato con 27 voti a favore e 23 contrari.
Sull’emendamento n.4 il proponente, Franco Mula, dopo aver risposto a un chiarimento di natura tecnica chiesto da Massimo Zedda si è così rivolto all’aula: «Sembra che alcuni si vergognino di votare a favore di questo provvedimento. Mi meraviglia che questo avvenga anche da parte dei colleghi del Pd che votano contro la legge dopo averla corretta con alcune indicazioni. Anche voi, on. Zedda, avete dato suggerimenti, sembra che stia arrivando chissà quale porcheria. Se non vi interessava perché avete dato suggerimenti? Sembra che si provi vergogna a esprimere un voto contrario. A questo provvedimento avete contribuito anche voi. So che è un tema sentito, anche voi avete necessità di avere questo personale per poter operare al meglio».
Sul punto è intervenuto il consigliere del Pd Roberto Deriu: «Noi la stimiamo sul piano personale, on. Mula, è vero che lei si è operato per questa legge, riconosciamo il suo impegno. Noi abbiamo votato contro in Commissione e voteremo contro anche in Aula. Se diamo suggerimenti lo facciamo dall’opposizione, non dovete offendervi se avete vinto le elezioni. Vi diamo consigli migliorativi, se li accogliete fate bene. Non offendetevi se votiamo contro». L’emendamento n.4 è passato con 27 sì e 23 no.
Il presidente Pais ha quindi messo in votazione il testo dell’art.1. Per dichiarazioni di voto è intervenuto Massimo Zedda: «Nei nove mesi trascorsi dall’inizio della legislatura anche sui testi che non condividiamo abbiamo cercato di apportare modifiche – ha affermato Zedda – è avvenuto anche per Argea. Avremmo potuto lasciarlo così com’era. Quando vediamo evidenti castronerie non possiamo non intervenire. Basta guardare la prima stesura della legge che prevedeva la possibilità da parte del presidente del Consiglio di licenziare il personale in comando. Vi abbiamo suggerito di sottoporre il testo all’attenzione di altri organi, di acquisire il parere di un giuslavorista ma voi avete deciso di andare avanti. La legge sarà inapplicabile, lo sanno gli uffici e i funzionari e i gli stessi consiglieri dei Riformatori che si stanno astenendo».
Di parere opposto il consigliere Giorgio Oppi (Udc): «Dobbiamo essere corretti e spiegare cosa succede. Anche i consiglierei foranei hanno diritto di poter avere collaboratori. Il costo dei comandati è stato calcolato male. Si partiva da 56mila euro e si è arrivati a 60mila. La legge era sbagliata da prima: non si arriva mai a 60 comandati. Ci sono persone con una retribuzione superiore. C’è bisogno di una modifica che consenta anche ai consiglieri foranei di avere i propri collaboratori – ha detto Oppi – con questa legge si vuole consentire ai consiglieri di poter lavorare al meglio». Il testo dell’articolo 1 è stato approvato con voto elettronico (27 sì e 23 no)
Sull’emendamento aggiuntivo n.1 che introduce al primo comma lettera a) le parole “a tempo pieno e a tempo parziale mediante comando condiviso e comando d’eccedenza” è intervenuto il consigliere Massimo Zedda: «Sono d’accordo con Oppi – ha detto – altrimenti rinnegherei il mio passato lavorativo. Sono stato segretario del gruppo della sinistra in Consiglio comunale. Da consigliere regionale ho beneficiato della possibilità di assumere personale esterno e da sindaco ho sfruttato la norma che consente al di utilizzare uno staff con personale esterno. Non è questo il tema. Dico solo: se la legge dice che la spesa deve essere ridotta, se vogliamo applicare questa norma, dobbiamo pretendere di conoscere anche quella degli altri enti. Noi abbiamo una fotografia della spesa del Consiglio ma non di quella della Giunta. Per attivare questa legge, Giunta e Presidenza della Regione devono ridurre la spesa per il Gabinetto e girovagare meno. Devono insomma produrre meno spesa, altrimenti si fa decadere questo provvedimento».
Stesso giudizio da parte di Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti: «Ricordo una trasmissione che confuse i dati e disse che il Consiglio spende milioni di euro. In realtà l’aumento di spesa pubblica è piuttosto limitato, ai collaboratori si paga in più solo lo straordinario. E’ evidente che il cambio di regime, con accessi esterni muterebbe lo scenario: l’attuale trasferimento di risorse da una amministrazione all’altra andrebbe all’esterno con aumento di spesa per il personale. Nelle norme di contenimento della spesa, la macchina pubblica viene concepita come un unicum: in alcuni casi viene imposto di attivare le procedure di mobilità per reperire le figure professionali necessarie. Il rischio è un aumento della spesa». Messo in votazione l’emendamento aggiuntivo n.1 è stato approvato con 26 voti a favore e 23 contrari. (Psp)
Aperta la discussione sull’emendamento aggiuntivo n. 3, il consigliere dei progressisti, Massimo Zedda, ha criticato la proposta formulata dai consiglieri della maggioranza Cera e Cocci (gruppo Fi) per consentire la stipula di più contratti part time anche se devono essere “ricondotti nel limite di una unità lavorativa”: «Assisteremo ad un andirivieni di personale a tempo, con lavoro frazionato e saranno firmati centinaia di contratti». L’Aula ha quindi approvato l’emendamento con 27 favorevoli, 24 contrari e 4 astenuti. Approvato (28 sì, 21 contrari e 5 astenuti), dopo l’intervento critico del consigliere Massimo Zedda («rischiamo un proliferare di cause di lavoro»), anche l’emendamento aggiuntivo n. 8 (Mula, Psd’Az) che aggiunge alla fine del comma 7 quater la seguente dicitura “prevedendo una differenziazione retributiva commisurata alle prestazioni da svolgere”.
Via libera anche all’articolo 2 (dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio del Consiglio regionale) con 27 a favore, 22 contrari e 4 astensioni, nonostante l’intervento contrario dell’onorevole Massimo Zedda che ha evidenziato la necessità di dare evidenza della riduzione della spesa di Giunta e presidenza della Regione, considerato che con la norma in approvazione non è prevista riduzione di spesa per il terzo organo statutario, il Consiglio regionale.
L’esponente della minoranza ha dunque posto in dubbio anche la possibilità che la legge entri in vigore ed ha evidenziato come le responsabilità della firma dei contratti dei collaboratori dei gruppi sia stata “scansata” dai capigruppo e dai dirigenti del Consiglio e posta in capo al presidente Pais. «Andate a fari spenti in curve pericolose, la notte», ha tuonato Massimo Zedda, ma l’Aula ha approvato l’articolo 3 (entrata in vigore) con 29 favorevoli, 20 contrari e 4 astenuti.
Voto contrario al provvedimento è stato quindi dichiarato da Massimo Zedda (Progressisti) mentre il consigliere Michele Cossa, a nome del suo gruppo, ha spiegato il voto di astensione dei Riformatori: «Non c’è la volontà di mettere in difficoltà la maggioranza ma sul tema del funzionamento del Consiglio crediamo serva un testo condiviso che affronti complessivamente il problema». «Non serve lo scontro tra maggioranza e opposizione – ha concluso Cossa – ma c’è necessità di soluzioni efficaci per produrre leggi applicabili e degne della nostra istituzione autonomistica».
Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha ribadito il favore dei sardisti ed ha rimarcato l’autonomia dei legislatori sardi, parlando di una “diffusa sensazione di paura che pervade l’assemblea sarda”. «Alcuni consiglieri – ha aggiunto Mula – avevano preannunciato voto favorevole al provvedimento in discussione ed oggi hanno il timore di farlo».
Il voto contrario del gruppo Progressisti è stato annunciato dal capogruppo Agus che ha escluso posizioni di scontro con la maggioranza ma ha confermato sostanziali differenze di vedute sulla questione del funzionamento dei gruppi consiliari. «Più in generale – ha concluso Agus – l’inizio di legislatura non depone a nostro favore, non fosse altro che sono state approvate solo 12 leggi, 9 delle quali sono di assestamento di bilancio, e dunque quella che ci accingiamo a varare è di fatto la terza legge approvata dal Consiglio e guarda caso riguarda il nostro funzionamento interno».
Il consigliere del Psd’Az, Giovanni Satta, intervenendo per confermare il suo voto favorevole ha rivolto un invito al presidente del Consiglio perché sia discussa la mozione sull’aumento dei costi del trasporto marittimo. Il presidente del Consiglio ha preannunciato dunque la convocazione della capigruppo, al termine della seduta, per l’inserimento all’ordine del giorno del documento sul costo del trasporto merci, ed ha posto in votazione la proposta di legge sul funzionamento degli organi statutari che è stata approvata con 27 voti a favore, 22 contrari e 4 astenuti. (A.M.)
Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame del Documento n.2 concernente la nomina di tre rappresentanti nella Consulta regionale dell’emigrazione.
Il relatore Domenico Gallus (Udc) si è rimesso all’Aula.
Il presidente ha comunicato l’arrivo di un ordine del giorno con la nomina di tre componenti della Consulta: Carlo Manca, Antonio Giua e Giuseppe Dessì. I tre designati sono stati eletti con 41 voti favorevoli e 12 astenuti.
Successivamente l’Assemblea ha cominciato l’esame della Pl n.88 (Proroga del Piano casa).
Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha sottolineato che la proroga del Piano casa arriva in ritardo dopo il tentativo di inserire in quel testo parti relative alla legge urbanistica, e comunque riguarda le case che ci sono e magari chi possiede un attico (per questo suggerirei a qualcuno di astenersi come farò io, non partecipando alla votazione) e non quelle che ci dovrebbero essere. Da questo punto di vista, ha osservato, va ricordata l’inerzia della nostra Agenzia Area da vent’anni ha in cassa molte risorse non spese, sia per realizzare nuove abitazioni che per ristrutturare quelle esistenti, anche perché questa rappresenterebbe forse l’unica risposta per il mondo delle professioni tecniche, per i Comuni ed i cittadini, molti dei quali oggi restituiscono quanto versato per la Bucalossi perché, pur avendo i titoli, non hanno i soldi per costruire. Questa, ha concluso, sarebbe davvero una buona legge urbanistica, che comprenda fra l’altro fondi ai Comuni per sbloccare migliaia di pratiche in sonno legate al condono dell’85 insieme ad altre cose importanti come l’agibilità degli edifici (l’80% a Cagliari), che darebbe grande impulso al mercato immobiliare.
Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni ha ricordato che in occasione della legge 8 del 2015 fece una grande battaglia su alcune lacune del Piano casa (pur votandolo) che lo avevano reso sostanzialmente inapplicabile in attesa della legge urbanistica che non poi non si fece. Ora siamo alla quarta proroga, ha lamentato, e come accaduto per Province Sanità e Trasporti bisogna registrare un enorme ritardo dopo le tante promesse della campagna elettorale a cominciare dalle zone F; per cui a questo punto bisogna capire l’idea della maggioranza sulla legge urbanistica superando le diverse voci che si alternano dentro la coalizione a livello mediatico e sui territori. Voteremo la proroga, ha concluso, ma subito dopo bisogna cominciare a fare sul serio e sulla scadenza del 30 giugno sono molto pessimista.
Per i Progressisti Maria Laura Orrù ha condiviso la necessità di non lanciare proclami che non sono positivi per nessuno e concentrarsi invece sui contenuti con un Piano vero sul quale Giunta e maggioranza sono rimaste al palo. Tutti i professionisti tecnici e non solo, ha ricordato, si aspettano da tempo che le leggi di settore si sblocchino anche perché, nel frattempo, è stato trascurato il problema più importante che è la qualità dell’abitare, problema che si affronta non solo con i finanziamenti e i bonus ma con una cultura nuova aperta alla sostenibilità ambientale, alla qualità dei fabbricati ed all’uso di nuovi materiali eco compatibili.
Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha condiviso le dichiarazioni del collega Meloni soprattutto perché, leggendo i giornali degli ultimi 9 mesi, sembrava che la nuova normativa urbanistica dovesse essere cosa fatta, con annunci dell’assessore Sanna su verande, sottotetti ed molto altro, mentre la verità è che siamo alla seconda proroga pressati dalla scadenza di fine anno e solo per il senso di responsabilità dell’opposizione. Il provvedimento avrà una ampia maggioranza, ha affermato, proprio perché la proroga “secca” consente alla maggioranza per l’ennesima volta di eludere i temi veri dell’urbanistica e di allontanare i contrasti interni alla coalizione. In commissione, ha detto ancora Lai, si sono fronteggiati a lungo due testi del Psd’Az e di Forza Italia che sono rimasti com’erano per la promessa di una proposta della Giunta che non è arrivata. I temi centrali, ha concluso, sono quelli della riqualificazione e non l’incremento volumetrico fatto di slogan che durano lo spazio di un mattino e calano su un Consiglio regionale che, per produttività, è uno dei peggiori della nostra autonomia.
Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, rivolto al collega Zedda, si è chiesto se lui ha un capogruppo o no, dato che nella riunione dei capigruppo della settimana scorsa si è discusso dei temi all’ordine del giorno del Consiglio, per cui o vive su Marte o è successo qualcosa. Giagoni ha poi ringraziato il collega Satta che ha messo all’attenzione dell’Aula l’importantissimo problema dei trasporti con l’impegno di parlarne in settimana chiedendo alla minoranza un gesto di responsabilità. Le nostre castronerie? Polemizzando con l’opposizione, il capogruppo della Lega ha detto che, sul tema, si potrebbe parlare a lungo anche di quelle del Comune di Cagliari ed infine, rivolto alla Giunta, ha espresso la necessità di stringere i tempi perché i sardi stanno aspettando.
Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha dichiarato che quando si parla di urbanistica il clima non è mai quello di “Bianco Natale” anche se va riconosciuto che oggi entrare in Aula con una semplice proroga non crea grande entusiasmo, perché sanità e urbanistica erano e sono due pilastri dell’azione di governo e sotto questo profilo crea un po’ di ansia, in prospettiva, il percorso della revisione del Ppr. Poco fa, ha ricordato, abbiamo parlato di supporti specialistici per l’azione istituzionale del Consiglio e certamente ne ha bisogno anche la Giunta, perché molti si aspettano qualcosa di diverso da quello che c’era prima ed occorre dare risposte; consapevoli di questo nella legge abbiamo scelto di fissare un termine proprio perché vogliamo che sei mesi siamo un obiettivo di tutti, che deve spingere tutti ad accelerare.
A nome della Giunta l’assessore dell’Urbanistica Quirico Sanna, dopo aver ringraziato il Consiglio per i toni corretti e propositivi del dibattito, ha ricordato il percorso di ascolto compiuto, visitando molti Comuni compresi quelli più piccoli dove non era mai passato un assessore regionale. La nuova legge, ha affermato, dovrà puntare sulla riqualificazione del tessuto urbanistico e la riduzione del consumo del territorio richiamando l’attenzione dei sardi sul concetto di bello, quello che ho espresso ad Arzachena parlando delle grandi intuizioni di Antonio Simon Mossa. A gennaio, ha assicurato l’assessore, porteremo la nostra proposta in commissione possono garantire che la parola verrà mantenuta con l’obiettivo di un nuovo equilibrio fra ambiente e sviluppo e soprattutto con quello di fare il bene dei sardi.
Successivamente il Consiglio ha approvato per alzata di mano il passaggio agli articoli della legge.
Subito dopo l’Aula ha iniziato il dibattito sull’art. 1
Il consigliere Massimo Zedda dei Progressisti, replicando a Giagoni, ha ribadito la sua volontà di impegnarsi sul problema dei trasporti e respinto le insinuazioni del collega, precisando la sua posizione su alcune vicende che hanno riguardato il Comune di Cagliari durante i suoi due mandati,
Sempre per i Progressisti il capogruppo Francesco Agus ha osservato che l’opposizione ha sempre mostrato un alto senso di responsabilità, citando i casi di Argea e delle Province, e mettendo l’accento sul fatto che il Consiglio è chiamato a dare certezze alle professioni tecniche ai Comuni ed ai cittadini e, da questo punto di vista, è chiaro che le continue proroghe creano enormi difficoltà. Noi voteremo la proroga, ha continuato, ma auspichiamo una discussione più serena rispettando la scadenza di giugno, sulla quale però è legittimo e realistico nutrire molti dubbi, ricordando anche che questo testo è arrivato in Aula per il contributo decisivo dell’opposizione.
Ancora per i Progressisti il consigliere Giuseppe Piu ha sottolineato che è difficile fare un dibattito di alto livello in Consiglio e sui territori senza una proposta chiara ed una visione della maggioranza in una materia così complessa come l’urbanistica. Dobbiamo affrontare la scadenza di giugno con un lavoro attento e scrupoloso in commissione, ha auspicato, altrimenti ci saranno duemila emendamenti e la legge non sarà approvata e questo vale per tanti altri argomenti affrontati in campagna elettorale a cominciare dalla Città Metropolitana di Sassari.
Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha assicurato che non c’è nessun intento di attaccare personalmente l’assessore ma la volontà di mettere il giusto accento su un grande problema politico con richiami che, del resto, sono arrivati in modo molto chiaro anche dal capogruppo del Pasd’Az, C’è un clima preoccupante, ha concluso, come vedremo fra poco sul testo riguardante i direttori generali, per cui faccio appello al presidente perché la discussione sia più pacata. (Af)
Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, ha ricordato all’Aula di aver presentato una proposta per una proroga illimitata del Piano casa per dare certezza agli operatori. Per l’esponente dell’opposizione i sei mesi di proroga non saranno sufficienti e ha evidenziato che alcune proposte che potrebbero essere inserite nel nuovo Piano casa non sono confortanti e, se confermate, “dovrete aspettarvi una opposizione durissima da parte nostra”. Per Ganau, che ha annunciato il voto favorevole alla proroga, serve una legge che regoli un settore che non è stato governato per troppo tempo.
Roberto Deriu (Pd) ha affermato che il provvedimento in esame attiene più all’edilizia che all’urbanistica. Il consigliere si è detto contento di votarlo sia per le ragioni espresse dall’on. Ganau, sia perché dà ossigeno alle imprese che stanno attraversando una grave crisi. Secondo Deriu non c’è entusiasmo da parte di questa Giunta verso quei ceti produttivi e coraggiosi che invece meriterebbero più attenzione. Deriu ha auspicato che la Giunta presenti un pacchetto di norme, anche più vasto, a sostegno dei settori produttivi e, in quel caso, la maggioranza avrebbe la collaborazione dell’opposizione. Se invece il centrodestra vuole fare la parte di chi deve sempre contrastare quello che è stato fatto prima, Deriu ha annunciato la contrarietà dell’opposizione. L’esponente del Pd ha, infine, chiesto che la Giunta rispetti le prerogative che hanno i consiglieri per quanto attiene al sindacato ispettivo.
Giovanni Satta (Psd’Az) ha annunciato il voto favorevole e ha sottolineato il gravoso compito di chi ricopre il ruolo di assessore, in particolare quando si tratta una materia come quella dell’urbanistica. Satta ha ricordato che nella scorsa legislatura la legge urbanistica, presentata dall’allora maggioranza, ebbe un esito negativo. Il consigliere del Psd’Az ha evidenziato che il centrodestra non ha l’obiettivo di distruggere l’ambiente e costruire ovunque, ma di tutelare il territorio e l’ambiente trovando il giusto equilibrio. Satta ha ricordato che sono stati persi 35mila posti di lavoro in edilizia e ha assicurato che la nuova legge urbanistica sarà approvata con i giusti tempi e che il nuovo Piano casa otterrà il via libera entro sei mesi.
Il presidente Pais ha messo in votazione l’articolo 1 che è stato approvato all’unanimità con 50 voti favorevoli.
Sull’articolo 2 è intervenuto il consigliere del Pd Giuseppe Meloni, il quale ha annunciato il voto favorevole e ha affermato che la scadenza della proroga a giugno 2020 non sarà sufficiente.
Maria Laura Orrù (Progressisti) ha annunciato il voto favorevole e ha affermato di sottoscrivere quanto detto dall’on. Deriu sulla necessità di valorizzare gli artigiani e i produttori locali, ma ha anche parlato di economia e organicità. Per la consigliera Orrù bisogna scrivere una legge urbanistica moderna e dopo occuparsi delle leggi come il Piano casa. “Il procedimento è sbagliato – ha detto – e crea confusione anche tra i professionisti nel momento in cui devono progettare” e ha aggiunto “la transizione ecologica è una transizione economica”. Per Orrù questa è la via da seguire, come sta accadendo nel resto d’Europa, e se non verrà avviato subito questo percorso l’Isola sarà sempre in ritardo. Per la consigliera dei Progressisti la Sardegna ha una grande opportunità se si guarderà al futuro con coraggio.
Daniele Cocco, capogruppo di Leu, ha annunciato il voto favorevole e ha voluto dare merito all’opposizione “che da tre votazioni sta garantendo il numero legale”. Voto favorevole anche da parte del capogruppo dei Riformatori, Aldo Salaris, il quale ha espresso apprezzamento per l’intervento dell’assessore Sanna, ribadendo che sono necessarie norme da mettere a regime e che bisogna dare certezze agli operatori nel rispetto per l’ambiente. Salaris ha poi respinto le critiche mosse dal capogruppo della Lega, Dario Giagoni, ricordando l’intervento esaustivo del collega Michele Cossa.
L’Aula ha approvato l’articolo 2 con 44 voti favorevoli e un voto contrario. Il Presidente Pais ha ringraziato la maggioranza e l’opposizione, che hanno consentito che questo provvedimento arrivasse in aula nei tempi previsti. Il presidente ha aperto la votazione finale sul testo, che è stato approvato all’unanimità con 45 voti favorevoli. Pais ha annunciato che il disegno di legge sull’esercizio provvisorio per il 2020 sarà esaminato domani, alle 15,30, dalla Terza commissione, insieme al disegno di legge sul Rendiconto della Regione per l’anno 2018. Il presidente ha chiuso la seduta, il Consiglio si riunirà venerdì, 20 dicembre alle 10,30.