Data: 14/01/2015
«Una valutazione critica ma propositiva». E’ la dichiarazione resa dal presidente dell’Anci, Piersandro Scano, alla Terza commissione, a nome dell’intero sistema delle Autonomie locali della Sardegna, sulla Manovra 2015. «Propositiva – ha spiegato Scano – perché non solo poniamo questioni ma facciamo anche proposte e il nostro giudizio finale sulla finanziaria regionale dipenderà dal loro grado di accoglimento». Ma per il numero uno dell’Anci «sul giudizio alla Manovra pesa lo stato dei rapporti con la Giunta che presentano un elevato livello di criticità per la questione relativa al definanziamento delle opere pubbliche in capo agli Enti Locali». «E’ infatti una questione ancora aperta e non superata», ha puntualizzato il sindaco di Villamar.
Scano ha quindi auspicato il rilancio della “vertenza entrate” con lo Stato e una ridefinizione delle questioni attinenti i finanziamenti agli Enti Locali. «La competenza – ha dichiarato il presidente Anci – deve essere in capo alla Regione ed il trasferimento delle risorse agli Enti Locali non dovrà essere quantificato di anno in anno ma deve essere fissato sulla base delle compartecipazioni».
L’altro tema approfondito da Scano ha riguardato il piano regionale delle infrastrutture. «Bene il muto – ha sintetizzato l’esponente del Pd – ma no alla frammentazione degli interventi perché siamo favorevoli ad un grande realizzazione strategica e di impatto da individuare con un ampio coinvolgimento, considerato che il mutuo rappresenta un indebitamento collettivo dei sardi».
Le perplessità degli Enti Locali hanno riguardato anche il ruolo di “Area” come centrale di progettazione a carattere regionale: «Il fondo progettazioni per gli Enti Locali è una soluzione positiva ma solo se sarà gestito dagli Enti Locali e non già dalla Regione».
Piersandro Scano ha quindi sottolineato come dal fondo per le povertà manchino 10 milioni di euro e ad ha auspicato un’adeguata dotazione per il fondo per l’autosufficienza. In conclusione, il rappresentante dell’Anci, ha proposto, a fronte della riduzione di 14 milioni del fondo unico per gli Enti Locali, “almeno il ripristino dei livelli di finanziamento del 2014 se non fosse praticabile la dotazione del 2013 (35 milioni in più rispetto alla dotazione 2015).
Il presidente del Consiglio delle autonomie locali, Giuseppe Casti, ha ricordato i tagli praticati dal Governo al sistema dei Comuni ed ha auspicato la riapertura della “vertenza entrate” con lo Stato.
Il sindaco di Carbonia ha quindi ribadito le perplessità espresse da Scano in ordine al ruolo di “Area” ed ha proposto lo stralcio dell’articolo 5 della legge finanziaria, demandando ad un provvedimento ad hoc la definizione dei compiti dell’ente regionale per l’edilizia abitativa.
In conclusione Casti ha denunciato il taglio in finanziaria dell’80% delle risorse destinate al funzionamento del Cal: «Passano dai 500mila euro dello scorso anno, a 100mila euro del 2015, e non ho ancora compreso se sia uno scherzo o una provocazione della Giunta regionale».
Il presidente della Provincia di Oristano, Massimiliano De Seneen, in rappresentanza dell’Unione province sarde, ha evidenziato la situazione di estrema difficoltà in cui operano gli Enti locali per effetto dei tagli governativi ed ha invitato la Regione a considerare “un sostegno per le amministrazioni penalizzate dalla legge di stabilità”. A questo proposito ha citato il caso della provincia di Oristano che dovrà fare fronte con oltre 3 milioni di euro alla quota parte del contributo richiesto per l’abbattimento del debito pubblico.
De Seneen ha inoltre invitato la commissione e il Consiglio a valutare l’impiego di parte delle somme del muto da 600 milioni, destinate al piano regionale per le infrastrutture, per garantire i trasferimenti agli Enti Locali attuatori di opere delegate dalle Regione.
L’assessore della Provincia di Sassari, Giommaria Deriu, sempre in rappresentanza dell’Ups, ha ribadito al richiesta che il fondo unico degli Enti Locali sia ripristinato ai livelli di stanziamento del 2013 ed ha denunciato il rischio che i servizi in capo alle amministrazioni provinciali vadano incontro ad uno stop, a causa della mancanza delle risorse necessarie. (A.M.)