Data: 21/01/2015 ore 11:25
Il lungo ciclo di audizioni che la seconda commissione (Lavoro, Cultura) presieduta dall’on. Gavino Manca (Pd) ha voluto dedicare all’esame della finanziaria per le parti di competenza è proseguito con l’intervento delle associazioni che operano nel mondo del cinema e dello spettacolo.
I rappresentanti di Moviementu-Rete cinema Sardegna hanno messo l’accento sia sull’inadeguatezza delle risorse per il settore che sulla mancanza di una disciplina normativa regionale “di sistema” coerente con il quadro nazionale che si va delineando con la riforma che entrerà in vigore da quest’anno.
Dopo l’intervento di Antoia Iaccarino, che ha sottolineato come “anche la divisione di competenze in materia fra diversi assessorati sia un problema”, Luca Melis ha ricordato che “il settore cinematografico è stato molto trascurato negli anni e la stessa ripartizione delle risorse prevista dalla finanziaria 2015 contiene uno sbilanciamento di risorse a favore della Film commission e a danno della produzione, che va corretto perché la stessa normativa regionale attribuisce più fondi al sostegno delle produzioni”.
Andrea De Blasio ha poi definito “incomprensibile il dato della finanziaria sul cinema che, di fatto, ripropone gli stessi stanziamenti del 2010; la Regione dimentica che il cinema è una industria che ha bisogno di una prospettiva triennale per poter fare una buona programmazione, così come richiede lo stesso Ministero dei Beni culturali stimolando gli operatori ad attivare un circuito virtuoso che affianca all’intervento pubblico quello dei privati, degli sponsor e dei fondi europei”.
De Blasio ha inoltre sostenuto la necessità di un rilancio della Film commission della Sardegna ed ha citato, come esempio da seguire, quello della Puglia “dove, a fronte di 3 milioni di fondi pubblici, si è generato un ritorno di 12 milioni, in termini di economia reale e ricadute sul territorio”.
Il regista Enrico Pau ha infine richiamato l’attenzione della commissione sul sostegno alle start up, fondamentale per lo sviluppo del cinema sardo, seguito da un pubblico sempre in crescita. “Senza questo sostegno – ha affermato – rischiamo di essere esclusi dal circuito nazionale del Ministero, dall’accesso ai fondi europei, dalle convenzioni con la Rai e dalle co-produzioni internazionali; in pratica rischiamo di chiudere”.
Passando al teatro, il presidente di Cedac Sardegna Antonio Cabiddu ha dichiarato che il circuito sardo (uno dei 13 attivi in campo nazionale) ha tutte le carte in regola per affrontare le sfide della nuova legge di riforma nazionale, che ha come cardine il ciclo triennale di programmazione. “Abbiamo 45 compagnie – ha detto – ed un pubblico di 60.000 spettatori l’anno che ci consente di coprire il 40% dei costi con una performance superiore alla media nazionale e siamo presenti in 15 Comuni comprese piccolissime realtà come quella di Meana Sardo”. Eppure, ha lamentato, “abbiamo subito nel 2014 un taglio improvviso del 30%, poi ridotto al 20%, nel mese di novembre a programmazione già chiusa”.
Possiamo crescere ancora anche integrando nel nostro circuito la musica e la danza, ha concluso Cabiddu, “ma paradossalmente siamo sull’orlo della scomparsa; dopo le 220 giornate degli anni precedenti quest’anno siamo già scesi a 170 avvicinandoci pericolosamente alla soglia di 160 giornate fissata dal Ministero, è ora che la Regione si occupi di questo problema che, anche sul piano culturale, rischia di cancellare la Sardegna dalle geografia nazionale”.
A nome di Akroama, Pier Lelio Lecis ha ribadito “il valore di produzioni realizzate da maestranze sarde, espressione di una realtà viva fatta di investimenti concreti e remunerativi”.
Il presidente della commissione Gavino Manca ha dichiarato in conclusione che l’ascolto degli operatori del settore cinematografico e teatrale è stato utilissimo per una riflessione a tutto campo che dovrà portare in tempi brevissimi al riordino della normativa regionale sulla materia, in grado di rilanciare attività produttive che possono contribuire in modo concreto alla crescita della Sardegna. Nello specifico, in riferimento al cinema, Manca ha sottolineato la necessità di distinguere le attività promozionali della Film commissioni dalla produzione, aggiungendo che di conseguenza, ci sono margini di intervento sulla assegnazione delle risorse nei diversi capitoli.
(Af)