Data: 23/04/2018
“Trasmettere ai giovani i valori fondanti della Repubblica significa rendere più forte una democrazia in cui diritti, libertà ed uguaglianza non possano mai essere messi in discussione”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau ad Ozieri, intervenendo al Teatro civico “Oriana Fallaci” alla giornata commemorativa del 73° anniversario della Liberazione. Una giornata che il presidente ha voluto collegare ad un recente fatto di cronaca accaduto nel centro del Mejlogu, dove comparvero scritte intimidatorie contro la presenza di un gruppo di migranti. La ferma condanna di quell’episodio che tutta la comunità ozierese ha voluto esprimere, ha ricordato Ganau, “è un esempio di buona politica che sa assumersi la responsabilità di gestire problemi complessi di fronte ai quali nessuno può girarsi dall’altra parte”. Per questo, rivolgendosi ai ragazzi del Liceo “Segni” e dell’Istituto “Fermi”, il presidente li ha invitati ad impegnarsi “per essere migliori di noi e cercare sempre risposte alle domande che ci pone la società, perché i problemi dell’immigrazione sono strettamente legati ad altre grandi questioni del nostro futuro: sostenibilità, lavoro, diritti umani, equilibrio demografico, sicurezza”. Con questa stessa consapevolezza, ha detto ancora il presidente del Consiglio regionale agli studenti, “dovete condannare sempre quanti fra di voi inneggiano al fascismo: svastica e saluto romano non sono un gioco, ma simboli del periodo più terribile vissuto dall’Europa quando le persone potevano essere imprigionate per le proprie idee politiche, la propria religiose o l’orientamento sessuale”. Esortando infine i ragazzi a credere in futuro migliore, Ganau ha concluso sottolineando l’importanza della cultura e della conoscenza che offrono anche ai sardi tante opportunità: “confrontatevi col mondo senza timore e, se decidete di restare nella nostra terra, non fatelo per rassegnazione ma per costruire il sogno di una Sardegna vicina alle vostre esigenze”. Dopo il presidente Ganau ha preso la parola la senatrice Albertina Soliani, presidente dell’Istituto “Alcide Cervi”. Un intervento appassionato, aperto dal ricordo della Carta costituzionale come “una Costituzione che pensò ai giovani”, permettendo loro di studiare ed affrontare in anni difficilissimi un futuro ricco di opportunità. La Soliani ha poi ricordato brevemente la figura di Gavino Cherchi, insegnante di Ittireddu che durante la seconda guerra mondiale venne a lavorare a Parma e diventò un protagonista della Resistenza, prima di essere catturato ed ucciso sulle rive del Po con altri due compagni. Gavino, ha affermato la senatrice Soliani, “è un nostro eroe e un vostro eroe”. Albertina Soliani si è posi soffermata sulle vicende della famiglia Cervi e dell’Istituto, da lei guidato, che ne porta avanti la memoria.
Era una famiglia di contadini semplici che amava la terra, ha detto, “ma con gli occhi aperti sul futuro, furono i primi a comprare un trattore e vollero in regalo un mappamondo”. Aiutavano molti prigionieri alleati che cercavano una via di scampo, ha proseguito la Soliani, “e per questo furono intercettati dai fascisti ed uccisi per rappresaglia; la madre morì di dolore poco dopo, il padre nella casa, che oggi è diventata il museo, a raccontare la sua storia”. Proprio in quella casa, ha aggiunto, “il 25 aprile, come ogni anno, faremo un incontro dove leggeremo la Costituzione tutti assieme, un articolo alla volta”. Perché la storia di allora, ha sostenuto, “è per molti aspetti la storia di oggi: diceva Eleanoor Roosvelt che i diritti umani sono là dove tu vivi, nel senso che anche il mondo di oggi ci pone davanti alla scelta di vivere con qualcuno o contro qualcuno, siamo noi che decidiamo da che parte stare”. Ed ora tocca a voi, ha concluso rivolgendosi ai giovani, “migliorare il mondo”. (Af)