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Interpellanza del gruppo “Sovranità, democrazia e lavoro” sul mancato avvio delle strutture per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore

Data: 03/03/2016 ore 09:30

Garantire l’accesso alle cure palliative a alla terapia del dolore,  dando così seguito alle disposizioni della delibera dell’11 febbraio del 2014 che istituisce la rete regionale della terapia del dolore. E’ la richiesta avanzata dal gruppo della maggioranza “Sovranità, democrazia e lavoro” e contenuta in un’interpellanza (primo firmatario il consigliere Congiu) rivolta all’assessore dell’Igiene, Sanità e assistenza sociale, Luigi Arru, ed al presidente della Regione, Francesco Pigliaru.
Il documento, illustrato ai giornalisti questa mattina dal consigliere Augusto Cherchi nella sala stampa del Consiglio regionale, si conclude con la richiesta di chiarimenti “sui motivi per i quali a distanza di anni non esiste ancora un sistema organizzato in rete che consenta di curare migliaia di persone che soffrono della malattia  e del dolore” e ribadisce l’urgenza di soluzioni ad incominciare dall’avvio delle procedure  stabilite dalle delibere n. 33\32 del 2013; n. 2\4 del 2014 e 5\31 del 2014.
Nel corso del suo intervento Augusto Cherchi ha ricordato contenuti e finalità della legge del Parlamento italiano n. 38 del 15 marzo 2000 (Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore) ed ha ripercorso i diversi atti deliberativi che hanno riguardato un tema che “interessa da vicino 400 mila sardi e che pesa sulla spesa farmaceutica per l’inappropriatezza delle cure ”. L’esponente del Partito dei sardi ha quindi insistito sulla valenza sociale della terapia ed in riferimento alla riduzione degli interventi chirurgici nel centro regionale della terapia del dolore all’ospedale Brotzu ha definito inaccettabile che nell’Isola esistano liste d’attesa, lunghe oltre due anni, per curare il dolore. «Si aggiunga – ha concluso  Augusto Cherchi – che la Regione perde le risorse economiche destinate alla formazione del personale da impiegare nelle cure».
«Dare gambe alla rete della terapia del dolore in Sardegna – ha aggiunto Gianfranco Congiu – è una scelta di civiltà ed il problema del dolore impatta dunque sulle coscienze e non solo sulla finanza regionale».
Un tempestivo intervento dell’assessore per garantire anche ai sardi il diritto alla cura del dolore è stato sollecitato, quindi, dai consiglieri Anna Maria Busia e Piermario Manca mentre il capogruppo, Roberto Desini, ha posto l’accento sulle numerose iniziative intraprese dal gruppo “Sovranità, democrazia e lavoro” proprio in materia di Sanità («la gestione della sanità sarda non va nel verso giusto») ed ha così concluso: «Sulla sanità continueremo a mantenere alta l’attenzione». 
 

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