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Il centrosinistra e l’assessore Paci su approvazione reddito di inclusione sociale

Data: 03/08/2016 ore 10:30

«E’ iniziata la guerra alle povertà», così Luca Pizzutto, segretario regionale di Sel e primo firmatario della proposta di legge che ha istituito il reddito di inclusione sociale in Sardegna, ha aperto, alla presenza del vice presidente della Giunta, Raffaele Paci,  la conferenza stampa dei consiglieri del centrosinistra, convocata per fare il punto politico e tecnico sull’introduzione del Reis (reddito di inclusione sociale. Aggiudu torrau) destinato, nelle intenzioni della maggioranza, a rappresentare lo strumento cardine del “nuovo” welfare sardo. «Non è la panacea di tutti i mali – ha precisato Pizzutto – ma offriamo un’opportunità concreta a diecimila famiglie ridotte in povertà, perché possano uscire da una condizione drammaticamente penalizzante».
La prima erogazione del reddito per coloro che ne avranno il diritto (dichiarazione Isee al di sotto dei 3000 euro\anno) è ipotizzata per il prossimo autunno e la cifra dovrebbe aggirarsi intorno alle 500 euro per nucleo familiare e 200 euro per singola persona. I fondi a disposizione per il 2016 superano complessivamente i 50 milioni di euro (30 di fondi regionali e 20 del Pon inclusione) ma il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, insieme con il vicepresidente del Consiglio, Eugenio Lai, hanno sollecitato l’assessore Paci affinché la dotazione finanziaria possa essere incrementata almeno fino a 70 milioni di euro.
«C’è bisogno di inclusione sociale – ha affermato il vice presidente della Regione, Paci, sottolineando la coesione dimostrata in Aula dalla maggioranza – e di più diritti per tutti: con l’approvazione della legge che istituisce il Reis, il centrosinistra al governo della Sardegna muove proprio in questa direzione».
La soddisfazione del Pd, per l’approvazione del provvedimento che Sel aveva presentato pochi giorni dopo l’avvio della Legislatura, è stata espressa da Gigi Ruggeri («il Reis è una misura specifica contro la povertà e rappresenta un servizio alla democrazia e alla partecipazione dei cittadini») e da Lorenzo Cozzolino che ha posto in evidenza come “finalmente” si introduca uno strumento che “metta insieme Comune, Asl e Regione”. Il riconoscimento politico per il ruolo svolto dalle forze della minoranza è invece arrivato con la dichiarazione del capogruppo di Sel, Daniele Cocco: «Dobbiamo riconoscere il grande senso di responsabilità dimostrato dalle opposizioni in Aula, che ci hanno consentito di approvare una legge fondamentale in una sola giornata di lavori».
Soddisfazione è stata espressa quindi dal capogruppo di Sovranità, democrazia e lavoro, Roberto Desini («è una legge di tutto il centrosinistra sardo e ben venga il sostegno della Regione alle amministrazioni locali per far fronte al sempre crescente disagio economico nelle nostre comunità») e dal suo omologo dell’Upc, Pierfranco Zanchetta che ha auspicato un innalzamento della somma destinata a ciascun nucleo familiare e l’allargamento della platea dei beneficiari.
«Con l’approvazione del Reis raccogliamo la richiesta di aiuto della società sarda», ha dichiarato Paolo Zedda (Soberania & Indipendentzia) che ha elencato le tre grandi emergenze sociali dell’Isola: alto livello di povertà, bassi livelli di istruzione e calo delle nascite. «L’introduzione del reddito di inclusione è una riforma che ha molto di socialista», ha aggiunto il presidente della commissione Sanità, Mondo Perra (Upc-Socialisti), prima di passare la parola a Luca Pizzutto per la replica finale al capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda (Pdci) che astenendosi nella votazione finale  in Aula, aveva definito il Reis “una elemosina di Stato”: «Noi, col reddito di inclusione sociale offriamo un’opportunità di vita a dieci mila famiglie sarde, chi ha saputo fare di meglio si metta in fila».  

 

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