Data: 05/07/2017 ore 10:30
Prosegue nella Seconda commissione del Consiglio regionale il confronto sul testo unificato in materia di lingua sarda (T.U. Pl 36, 167 e 228) . Questa mattina i lavori del parlamentino presieduto da Gavino Manca (Pd) si sono aperti con l’audizione del presidente dell’Istituto Etnografico della Sardegna, Peppino Pirisi, che coadiuvato dal direttore Manuel Delogu ha illustrato le attività e le numerose iniziative dell’Isre per la valorizzazione della lingua e del patrimonio etnografico della Sardegna. In particolare i vertici dell’ente regionale hanno avanzato la proposta affinché si preveda in legge una specifica sezione all’interno dell’Istituto etnografico che possa svolgere, tra gli altri, anche i compiti che il testo unificato riserva all’istituenda “Agenzia sarda per le lingue”.
A seguire, il sindaco di Alghero, Mario Bruno, ha ribadito l’importanza “in chiave non solo culturale ma anche economica e turistica” della lingua catalana ed ha preannunciato la partecipazione alla giornata della lingua catalana, in programma a Barcellona il prossimo 7 luglio, promossa dalla Generalitat. «Porteremo il nostro impegno per la tutela e la promozione del catalano – ha affermato il primo cittadino – compresa la concessione del palazzo Serra, nella centrale piazza Civica, alle associazioni di tutela del catalano, così da farne la nuova “casa dell’alguerés”». Mario Bruno ha dichiarato di apprezzare la proposta unificata della commissione ed ha suggerito l’inserimento di un’apposita norma per la toponomastica bilingue e anche una misura in favore delle biblioteche specializzate.
Simonetta Castia e Francesco Cheratzu hanno illustrato le osservazioni dell’Associazione editori sardi, concentrandosi particolarmente sugli articoli 19, 20, 21,22 e 23 del testo che trattano i temi dell’informazione, l’editoria e l’istruzione. La presidente dell’Aes ha fatto presente ai commissari che il riferimento alla legge 22 del 1998 per stabilire criteri e modalità per l’attribuzione dei previsti incentivi all’editoria appare poco opportuna “perché la legge 22 è considerata ormai superata e per certi versi inapplicata e come tale bisognosa di una profonda revisione”. Cheratzu ha suggerito l’inserimento in legge di un organismo scientifico che si occupi dei dizionari del sardo («Servono metodo e regole scientifiche contro il proliferare di discutibili pubblicazioni, così come è stato fatto in Friuli»).
La stroncatura al testo unificato è arrivata, invece, dal Coordinamento degli operatori di lingua e cultura sarda che con la presidente Daniela Masia ha criticato duramente l’impostazione della proposta di legge («la lingua sarda è considerata come integrativa all’italiano mentre dovrebbe essere esplicitata la cooufficialità») sia i contenuti: «Con l’istituzione dell’Agenzia sarda per le lingue si crea un altro carrozzone che rischia di appesantire l’intero sistema». La presidente del Colsc insieme con il vice Ivan Marongiu si è detta contraria agli incentivi previsti nella proposta di legge per la certificazione linguistica del personale del sistema Regione e per l’esclusiva adesione volontaria all’insegnamento del sardo nelle scuole («è paradossale immaginare di imparare il sardo solo in cambio degli incentivi economici e nelle scuole della Sardegna dovrebbe essere normale insegnare la lingua sarda»).
Sostanzialmente positivo, invece, il giudizio espresso dall’associazione Campos (coordinamentu de is artis musicalis e poeticas de tradizioni orali de sa Sardigna) che con il presidente Saturninio Porcu ha sollecitato misure e stanziamenti specifici per la salvaguardia e la valorizzazione delle tradizioni musicali e del cosiddetto patrimonio immateriale sardo.