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I^ e III^ commissione, Finanza locale, audizioni in seduta congiunta con Anci, Cal e assessori Enti Locali e Bilancio

Data: 11/07/2018 ore 10:30

Le commissioni Bilancio e Enti Locali del Consiglio regionale, riunite in seduta congiunta, hanno dato il via al corposo ciclo di audizioni in materia di assetto dei rapporti economici e finanziari tra lo Stato e la Regione in materia di finanza locale. I primi ad intervenire nei parlamentini presieduti, rispettivamente, da Franco Sabatini (Pd) e Francesco Agus (Misto) sono stati i presidenti di Anci, Emiliano Deiana (sindaco di Bortigiadas) e del Cal, Andrea Soddu (sindaco di Nuoro), seguiti nel pomeriggio dall’assessore degli Enti Locali, Cristiano Erriu e da quello della Programmazione, Raffaele Paci.
Al centro del confronto l’idea della cosiddetta regionalizzazione della finanza locale (in sintesi, la presa in carico da parte della Regione dell’intero sistema degli Enti Locali, attraverso un accordo con lo Stato che preveda una congrua riduzione degli accantonamenti) alla luce dei tagli che da almeno due lustri colpiscono i Comuni e le Province, oltreché la Regione, e che in Sardegna – così è stato dichiarato dai presidenti delle due commissioni – hanno registrato nel decennio una riduzione dei trasferimenti statali dell’87.5% ed accantonamenti a carico del bilancio regionale per un importo di circa quattro miliardi di euro.
Sabatini e Agus hanno ribadito la volontà di procedere unitariamente nel confronto col Governo («serve il contributo e il sostegno di tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione») con una mobilitazione straordinaria che coinvolga l’intera isola ed hanno ipotizzato, insieme con le audizioni di tutti i parlamentari eletti in Sardegna, la richiesta di una convocazione straordinaria del Consiglio regionale e una riunione con tutti i sindaci sardi.
La necessità di una scelta politica per contrastare quella che è stata rappresentata da tutti gli intervenuti come una “situazione drammatica che compromette fin da subito il futuro delle province e di numerosi comuni” è la sottolineatura che ha accomunato i rappresentanti delle amministrazioni locali e i vertici dell’esecutivo regionale, tra loro però distanti sul tema del mancato adeguamento, da parte della Regione, della quota del fondo unico proporzionata alle maggiori entrate tributarie e sulla mancata convocazione del relativo tavolo tecnico tra le parti per accertarne la quantificazione.
I dati che riassumono lo stato di salute dei rapporti economici e finanziari tra Regione e Stato sono quelli però forniti in un quadro di sintesi illustrato dall’assessore degli Enti Locali e dicono che a fronte dei 410 milioni di euro che lo Stato italiano, nel 2009, trasferiva ai Comuni e alle Province sarde si è arrivati ai 51 milioni di euro trasferiti nel 2015. In termini percentuali il trasferimento statale, nel 2009, aveva una incidenza, sul complesso delle risorse a disposizione degli Enti Locali sardi, del 33,8% mentre nel 2015 il peso si è ridotto fino ad arrivare al 5.7%.
«Di fatto – ha dichiarato il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini – il sistema delle Autonomie locali è già in carico alla Regione e serve reagire a questa decennale politica dei tagli che è ormai non più accettabile, né sopportabile».
«La Regione – ha aggiunto il presidente della commissione Enti Locali, Francesco Agus – dal canto suo ha invece confermato nell’arco dell’intera legislatura la dotazione finanziaria del fondo unico che nei fatti rappresenta l’unico strumento sul quale Comuni e Province possono fare affidamento».
Stimolati anche dagli interventi dei consiglieri Daniele Cocco (Art.1-Sdp), Alessandra Zedda (Fi), Paolo Truzzu (FdI), Valerio Meloni (Pd), Daniela Forma (Pd) e Roberto Deriu (Pd), i responsabili di Anci e Cal e gli assessori Erriu e Paci hanno fornito ulteriori precisazioni in ordine alla critica situazione finanziaria della amministrazioni locali, ribadendo la volontà di procedere unitariamente nei confronti del Governo perché siano trovate le opportune soluzioni politiche e istituzionali e scongiurare così, l’annunciato default delle amministrazioni provinciali, della città metropolitana e dei piccoli comuni in Sardegna.
  
 

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