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Ganau: la “grandezza semplice” di Luigi Cogodi

Data: 24/07/2018

Il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau ha ricordato questa mattina, l’ex consigliere regionale Luigi Cogodi, a tre anni dalla sua scomparsa.
Di seguito l’intervento integrale:

La storia dell’Autonomia della Sardegna altro non è che la biografia dei sardi che in questi settant’anni l’hanno ben praticata. Così come la storia della Sardegna immagino che sia fatta da chi, prima ancora di essere un grande, ha saputo essere piccolo. In politica, soprattutto, e nella vita, prima di tutto. Con queste premesse, credo sia più facile per tutti comprendere la “grandezza semplice” di Luigi Cogodi che oggi ricordiamo come sardo, come autonomista, come avvocato, come politico e come uomo.
Per capire l’attualità del suo pensiero e la sua coerenza ideale ritengo invece sia sufficiente elencare i temi all’ordine del giorno della politica sarda: dall’urbanistica al lavoro; dalla lotta alle povertà ai diritti. Sono stati questi, infatti, i titoli dell’agire politico di Luigi Cogodi e mi piace considerare la lotta all’abusivismo, il piano regionale del lavoro, la prima proposta di legge per il reddito di cittadinanza, la tutela delle madri di Plaza de Mayo, come le efficaci declinazioni della sua incessante azione politica e del suo impegno costante contro i soprusi e a difesa dei più deboli. Non c’è retorica in queste parole. C’è, invece, la constatazione dell’impronta profonda che Luigi Cogodi ha lasciato lungo il nostro cammino autonomistico, nel Consiglio regionale e in tutte le istituzioni che hanno avuto l’onore di accoglierlo. Ma il segno che più ci piace ricordare è quello che Luigi ha lasciato nella nostra comunità di sardi, nelle sezioni del partito, tra il popolo, nei piccoli centri della nostra Isola come la sua San Basilio e nelle grandi battaglie per la rinascita della nostra Sardegna. Un segno fatto di profonda umanità, di grande disponibilità verso il prossimo, di generosità d’animo, di semplicità, di speranza e di lotta. Il suo arrivare in alto, partendo dal basso è la lezione che, nei tempi frenetici della comunicazione e delle carriere fulminee e fragili, ci ricorda che passione, dedizione, costanza e impegno sono le premesse della nostra militanza politica. Penso che oggi si possa affermare, senza pericolo di smentita, che un pezzo importante della classe dirigente della sinistra sarda nasce da questa straordinaria esperienza di vita politica vissuta insieme e al fianco del compagno e amico Luigi. E penso anche che non sia un caso che l’uomo e il politico Cogodi manchino così tanto alla politica sarda, prima ancora che alla sinistra sarda.
Perché è evidente a tutti che la narrazione sui blog e il post sui social non può essere sufficiente a nutrire la nostra voglia di buona politica e la necessità di ragionamenti profondi che analizzino e spieghino, vicende complesse e delicate come sono quelle che riguardano le ingiustizie subite e le grandi questioni insolute che penalizzano la Sardegna. Non basta un tweet per ritrovarci attorno a valori comuni, per riconoscerci insieme in un  programma condiviso o per sentirci partecipi di un grande progetto di riscatto per la nostra Isola. Ci serve qualcosa di più e di più grande. Ci serve un’altra volta la politica. Ci serve un’altra volta la buona politica e ci servono politici buoni e capaci, come lo era Luigi Cogodi. Avanguardia ambientalista, quando la sinistra era forse troppo concentrata sulle ciminiere della industrializzazione forzata e primo baluardo contro la cementificazione, quando in troppi pensavano che lo sviluppo si misurasse con i metri cubi vista mare. Inventore del piano regionale del lavoro, quando in molti accarezzavano l’idea di lasciare il destino di operai e disoccupati nelle mani e nelle logiche spietate dei mercati sempre più liberalizzati.Dieci anni consecutivi nel Consiglio comunale di Cagliari, dal 1970 al 1980, in una stagione dunque non banale per la politica e per la società sarda, hanno aperto le porte del Consiglio regionale al fu leader delle battaglie studentesche cagliaritane. È infatti nell’ottava legislatura della Autonomia che Cogodi entra a fare parte dell’assemblea sarda, dove dal 23 gennaio del 1981 e fino al 10 novembre dell’anno successivo, ricopre la carica di presidente della commissione Riforma dello Statuto. Rieletto in Regione, il 6 luglio del 1984,  sempre nelle liste con la Falce e Martello del Partito comunista italiano, il 28 settembre è nominato assessore degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica nella prima giunta laica, sardista e di sinistra, guidata dall’indimenticabile Mario Melis. Confermato all’Urbanistica dopo il rimpasto del 9 agosto ’85 conclude la sua esperienza al governo della Regione nel luglio del 1989, con la delega del Lavoro che aveva ricevuto nell’agosto del 1987. La terza legislatura consecutiva in Consiglio è quella che è andata dal luglio 1989 al 1994 e la svolta della Bolognina spinge Cogodi alla guida del gruppo Misto e poi, dall’agosto ’92 fino al marzo 1993, alla presidenza del gruppo, con gli ex del Psd’Az, denominato Rinascita e sardismo. Una stagione fuori dalle istituzioni e poi, dopo un lustro di pausa, il suo ritorno da protagonista in Consiglio regionale. Nel 1999 è eletto per la Dodicesima legislatura ed è il capogruppo di Rifondazione comunista in una delle stagioni travagliate e incerte della nostra Autonomia. Il 28 aprile del 2006 è proclamato eletto del PRC alla Camera dei Deputati, dove resta, per quello che risulterà il suo ultimo incarico istituzionale, fino all’aprile del 2008. In oltre trent’anni di servizio alle istituzioni, la sua militanza autonomista è stata sempre coerente e ferma, il suo essere comunista è stato però il tratto distintivo e indelebile del suo prezioso impegno. La sua appartenenza a Rifondazione mai è stato un riproporre una stagione passata, un nostalgico voltarsi indietro, quanto piuttosto un guardare ancora avanti, guardando però sempre negli occhi i più umili e gli ultimi. Ecco, tutto questo, per me, è stato Luigi Cogodi. Conscio che il politico, l’uomo e l’amico Luigi sia stato molto altro e molto di più. Soprattutto per quanti, possono onorarsi dell’essergli stati amici, ma anche per noi, che abbiamo avuto modo di apprezzarne l’impegno, la coerenza e l’onestà di sardo generoso e autentico.

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