Data: 06/06/2017
«Sono d'accordo con la proposta di mettere in piedi un gruppo di lavoro che veda impegnati intellettuali, politici e società civile nel progettare il futuro della nostra isola, trovando le soluzioni migliori perché possa concretizzarsi un progetto complessivo in cui si riconosce tutto il popolo sardo, aldilà delle appartenenze politiche del momento». Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau ha raccolto la sfida lanciata ieri sera nel corso del convegno dibattito promosso a Sassari nella sede della Fondazione di Sardegna dal titolo “Progettare il futuro”, organizzato dalla Fondazione “Enrico Berlinguer” e dal Centro studi autonomistici “Paolo Dettori”, al quale sono intervenuti, tra gli altri, gli ex presidenti della Regione Pietrino Soddu e Antonello Cabras, Giorgio Macciotta, ex parlamentare e attuale presidente della Fondazione “Casa museo Antonio Gramsci”, in occasione della presentazione dei libri “Laconi, un'idea di Sardegna” di Pier Sandro Scano e “Dalla ricostruzione al Piano di Rinascita” di Luca Lecis.
«La gran parte delle difficoltà attuali che stiamo vivendo – ha sottolineato il presidente Ganau – sono legate a scelte errate del passato, a progetti che non sono stati portati a compimento come gli interventi sul deficit infrastrutturale, o la scelta della monocultura industriale che ha portato allora ad oggettivi vantaggi economici, consentendo alla Sardegna di fare un grande salto in avanti, ma che ha lasciato nel momento della crisi un deserto con complicanze di tipo ambientale, occupazionale e sociale, oggi difficilmente gestibili».
Per il massimo rappresentante dell'Assemblea sarda occorre ripartire dal riconoscimento pieno della condizione di insularità, condizione di specialità di per sé, per la maggiore esposizione a fenomeni migratori, di spopolamento, di difficoltà di trasporti e di approvvigionamento energetico, di fragilità della produzione agricola e di marcate differenziazioni dell'economia “tutte condizioni che giustificano un regime differenziato e politiche mirate per le isole”.
«La battaglia per il riconoscimento della condizione di insularità della nostra Regione, credo sia una delle priorità. La specificità è un valore da rivendicare sempre – ha aggiunto Ganau – caratterizzato da ragioni legate non solo alla condizione geografica, ma anche a forti valori identitari, come la lingua l'ambiente, la cultura e il paesaggio, che non sono abbastanza valorizzati nel testo del nostro Statuto».
Secondo il presidente del Consiglio il tema riguarda il rapporto tra Regione e Stato, in base allo Statuto e alla sua applicazione “un rapporto dialettico e continuo, in grado di adattarsi alle differenti condizioni politiche ed economiche – ha aggiunto – le norme di attuazione sono lo strumento per rendere efficaci i contenuti dello Statuto, e anche nell'utilizzo di questo strumento abbiamo dimostrato scarsa capacità, rispetto alle altre regioni a Statuto speciale. Basti pensare che abbiamo ottenuto dodici decreti attuativi, a fronte dei settanta del Trentino Alto Adige, dei trentadue della Val d'Aosta e dei venticinque del Friuli Venezia Giulia. Serve quindi un'interlocuzione forte con il Governo – ha proseguito – che riparta dall'articolo 3 dello Statuto, purtroppo ancora pienamente attuale, su cui sono stati basati i due piani di rinascita, oggi ancora vivo perché evidenti quelle distanze siderali tra il nostro sistema economico e quello del resto d'Italia. In questo contesto si inserisce il Patto per la Sardegna, siglato con il Governo Renzi, che ha il limite di essere nato da un'interlocuzione tra esecutivi, senza una compartecipazione ampia alle scelte con la società civile che invece è quella che serve alle politiche che noi oggi dobbiamo mettere in campo. La mia convinzione – ha concluso il presidente del Consiglio – è che se noi non colmiamo questi svantaggi strutturali, non ci sarà mai la possibilità di opporsi a fenomeni come quello dello spopolamento, primo grande problema della Sardegna che non riguarda ormai soltanto le zone interne, ma complessivamente tutto il territorio regionale».