Data: 24/02/2015
“Una finanziaria depressiva e inconsistente, incapace di aggredire i nodi della crisi che attraversa la Sardegna, che con contiene alcun segnale positivo in materia di politiche del lavoro e di contrasto alla disoccupazione”.
Lo ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis nel corso di una conferenza stampa in cui è stata illustrata la posizione della minoranza sulla legge finanziaria che questo pomeriggio comincerà il suo cammino in Aula con l’esame dei singoli articoli e degli emendamenti.
Secondo Pittalis inoltre, sul piano politico, emerge il dato di fondo sulla “fine della luna di miele all’interno del centro-sinistra, stanno venendo a galla i nodi di una maggioranza sfilacciata, eterogenea e divisa che non può che esprimere una azione politica fragile, il contrario di ciò che serve alla Sardegna”.
E’una finanziaria, ha aggiunto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, “che non ha un progetto di rilancio per la Sardegna, la voce industria è scomparsa, sostituita da uno stanziamento del tutto insufficiente che per il 58% è assorbito dalle partecipate della Regione; la Sardegna si avvia ad essere, sempre di più, un’Isola di cassintegrati, disoccupati e pensionati”.
Ormai, ha osservato il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, “la nostra Regione è il fanalino di coda dell’Italia, le vere emergenze come quella delle entrate e della riforma degli Enti Locali non vengono affrontate mentre, sulla scuola, assistiamo addirittura ad un taglio lineare di occupazione contro personale che prima pagava lo Stato, abbiamo fatto un favore non richiesto al Governo centrale.”
Sui rapporti fra Regione e Stato si è soffermato anche il capogruppo del Psd’Az Christian Solinas, per lamentare quella che, a suo giudizio, “è la ulteriore marginalità della Sardegna, esclusa dal Piano Junker, ignorata da Bruxelles, gravata da nuove servitù che stanno per arrivare: fra queste una servitù industriale rappresentata dalla bio- raffineria che nascerà nel Sulcis ed una servitù sanitaria che, col S. Raffaele, graverà su ciò che resterà del sistema sanitario regionale”. In sintesi, a parere di Solinas, la finanziaria si esaurisce “in una grande razionalizzazione dell’esistente che non indica una direzione nuova per uscire dalla crisi.”
Il consigliere Modesto Fenu, del gruppo Sardegna-Zona Franca, ha messo l’accento in particolare sulla politica dell’esecutivo in materia di fiscalità di vantaggio. In tutta Europa, ha precisato “le Zone franche intercluse sono ormai uno strumento residuale e la Giunta, con l’esempio del porto di Cagliari, si è infilata in una strada senza uscita proprio mentre la Corsica sta arrivando ad una Zona franca integrale che assicurerà una concreta compensazione fiscale su tutto il territorio.”
Al di là della battaglia delle parole, ha sostenuto il consigliere di Sardegna-Fdi Paolo Truzzu, “i risultati del centro sinistra sono di gran lunga inferiori rispetto alle precedenti esperienze, soprattutto nelle politiche di sostegno al mondo del lavoro e delle imprese, penalizzato dal taglio alle risorse dei Consorzi fidi, e nelle grandi scelte energetiche, con il raddoppio del cavo Sacoi che aumenta il surplus produttivo della Sardegna ma lascia inalterate le questioni strategiche del metano e della bolletta energetica che frena lo sviluppo della Regione”.
E’la manovra dell’assessore Paci, ha sintetizzato il consigliere di Forza Italia Ugo Cappellacci, e contiene tre elementi, tutti estremamente dannosi per i Sardi: “aumenta l’Irap, indebita la Regione e taglia risorse fondamentali per lo sviluppo, l’impoverimento della Sardegna è purtroppo l’unica verità.” Dopo aver evidenziato che sul lavoro e sull’istruzione “siamo tornati al nulla dopo un anno di annunci”, Cappellacci ha ricordato la legge regionale del 2013 che liberava gli Enti Locali sardi dal Patto di stabilità, “legge mai impugnata e perfettamente in vigore ma mai applicata dal centro sinistra”.
(Af)