Versione per la stampa http://www.consregsardegna.it/wp-content/plugins/print-o-matic/css/print-icon-small-black.png


Consiglio regionale: pieno sostegno alle rivendicazioni della magistratura onoraria

Data: 29/06/2017 ore 16:30

“Il prossimo 7 luglio il Consiglio dei Ministri approverà la riforma della magistratura onoraria, una riforma che riteniamo sbagliata perché precarizza ulteriormente questi professionisti che, invece, garantiscono il buon funzionamento della giustizia”.

Lo ha dichiarato il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, illustrando le ragioni che hanno portato tutti i capigruppo e lo stesso Consiglio regionale della Sardegna (così come hanno fatto altre 8 Regioni) ad approvare due mozioni per chiedere al Governo di correggere in modo sostanziale il progetto di riforma.

La riforma proposta dal Governo, ha aggiunto il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) “è doppiamente sbagliata perché, da una parte, mortifica il lavoro dei magistrati onorari tagliando retribuzioni e diritti e, dall’altra, assegna loro più competenze e più responsabilità, un atteggiamento che, da parte dello Stato, è inammissibile”.

Per la consigliera Anna Maria Busia (Misto) “la cosiddetta giustizia di prossimità, quella alla quale si rivolgono tutti i cittadini, è non solo una efficiente giustizia ma rappresenta anche la parte virtuosa di un sistema pubblico che fa bene ad altri settori della società come l’economia; senza i magistrati onorari, oltretutto, il lavoro dei tribunali resterebbe di fatto bloccato”.

In Sardegna, ha ricordato Daniela Muntoni a nome dalla categoria, “operano circa 160 magistrati onorari, in alcuni casi da circa 20 anni, che percepiscono una indennità media inferiore ai 1500 euro lordi mensili tenendo 5 udienze alla settimana nelle quali vengono esaminati dai 20 ai 40 fascicoli a seconda della complessità dei casi”.

Una notevole mole di lavoro pari ad oltre la metà del contenzioso civile, ha aggiunto, “impossibile garantire con la riforma che limita l’attività a 2 soli giorni la settimana, con retribuzioni più che dimezzate e senza diritti come previdenza, malattia e maternità”.

(Af)

 

 

Condividi: