Data: 26/06/2015 ore 19:15
“Le esperienze professionali e le scelte di Ribichesu valgono più di qualsiasi considerazione”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau aprendo l’incontro che, per iniziativa del Corecom Sardegna, il Consiglio regionale ha voluto dedicare al giornalista Vindice Gaetano Ribichesu ad un mese dalla sua scomparsa.
Ganau ha ricordato fra l’altro le idee riformatrici di Ribichesu, che negli anni ’60 fu il promotore di una cooperativa di giornalisti che pubblicò per la prima volta “La Nuova Sardegna” del lunedì, e le sue scelte coraggiose di quando rifiutò la direzione del quotidiano sassarese allora di proprietà dell’industriale Nino Rovelli che possedeva, in Sardegna, le industrie più importanti, il Cagliari Calcio ed il Brill Cagliari. Vindice Richesu, ha proseguito il presidente Ganau, “fu anche, nella sua veste di capo ufficio stampa del Consiglio, il direttore di Sardegna Autonomia, rivista del Consiglio che fra breve tornerà a vivere in una nuova versione on – line”.
Citando alcuni passaggi di uno scritto del giornalista sassarese sul tema dell’autonomia regionale, che veniva inquadrato in un contesto di marcata specialità derivante “dalla sua posizione strategica nel Mediterraneo occidentale ma in Europa”, Ganau ne ha sottolineato la “estrema attualità” cui deve fare riferimento la classe dirigente della Sardegna per dare un significato forte alla battaglia “in difesa dell’Autonomia e della specialità”.
Ha preso quindi la parola il giornalista Vito Biolchini, che ha portato la testimonianza di un giovane “che non sa bene come cominciare” ed incontra un persona come Ribichesu. “Era un uomo curioso che non faceva mai pesare la sua esperienza, capace anche di un normale eroismo dicendo NO ad uno come Rovelli” , detto ancora Biolchini, suggerendo infine al Consiglio regionale una ristampa antologica degli scritti più significativi del giornalista scomparso.
Alberto Pinna, per lunghi anni inviato del Corriere della Sera ed amico personale di Vindice Ribichesu ha parlato di lui come “un leader che non amava apparire, un professionista precursore del giornalismo investigativo e d’inchiesta promotore di grandi campagne di stampa”.
Per il presidente dell’Ordine dei giornalista della Sardegna Francesco Birocchi, “Ribichesu incarnava il giornalismo con la sua storia esemplare, fatta di passione e di innovazione”.
Il vice presidente della Fondazione Sardinia (di cui Ribichesu fu uno dei promotori e poi presidente) Piero Marcialis si è soffermato sulla sua capacità di tenere assieme un mondo “di provenienze, culture e idee politiche diverse” nel nome del bene della Sardegna. Fu, tra l’altro, uno degli ispiratori della legge istitutiva de “Sa Die de sa Sardigna”.
Giancarlo Murtas, infine, ha messo l’accento sulla solidità dei principi ideali ed etici che portarono Ribichesu, nei primi anni ’70, ad aderire alla Massoneria, frequentando le logge di Sassari e Cagliari. Nella sua domanda di adesione che fu approvata all’unanimità, ha ricordato Murtas, “esprimeva il desiderio di conoscere per conoscere gli altri e di comunicare con gli altri”.
(Af)