Data: 19/05/2016 ore 09:30
La commissione Sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) ha proseguito il ciclo di audizioni sull’istituzione della Asl unica ascoltando i rappresentanti sindacali delle diverse specialità dei medici.
Enrico Giua ha espresso una valutazione positiva sulla riforma in linea di massima, raccomandando però di “procedere con la necessaria gradualità negli accorpamenti” manifestando inoltre la propria preferenza per uno schema di tre Asl.
Angela Vacca ha sostenuto che la proposta della Asl unica non appare la più adatta “al governo sanitario di un territorio vasto come la Sardegna; per noi il numero ottimale sarebbe quello di 3 Asl, anche per assicurare una maggiore presenza nei territori che rischiano di essere fortemente indeboliti”.
Maria Luisa Boi ha definito il progetto “fumoso e non adeguato a rispondere alle tante specificità del territorio regionale; sarebbe preferibile uno schema costruito su tre Asl prestando particolare attenzione alle realtà territoriali”. Quello della Asl unica, ha aggiunto, “è un modello che nelle esperienze conosciute non ha prodotto risparmi ma solo un forte accentramento di poteri nella persona del direttore generale”.
Giuseppe Doneddu ha citato il precedente, a suo avviso totalmente negativo, dell’accorpamento fra Microcitemico, Oncologico e Brotzu per dichiarare tutte le sue riserve su un processo che “non ha prodotto risparmi ma nuovi costi ed un forte calo della qualità dei servizi; la Asl unica sarebbe una specie di bad bank con un al vertice un supercommissario senza controlli e, nello specifico, senza alcun ruolo di rappresentanza per i medici”.
Anche Luciana Cois ha ipotizzato un consistente aumento dei costi, aggiungendo che i risparmi, semmai, “potrebbero arrivare dalla centrale unica per gli acquisti che comunque c’è già; quello che manca, invece, è la capacità di produrre buona salute per i sardi.”
Gianfranco Doneddu si è soffermato sulle ricadute dei processi di aggregazione nel settore delle analisi di laboratorio ricordando, sempre a proposito dell’accorpamento Microcitemico-Oncologico-Brotzu, che “si sono perduti ben 600 prelievi”. C’è una fretta paurosa che lascia sbalorditi, ha concluso, “ed avrà ripercussione negative soprattutto sul personale”.
Non possiamo dimenticare, ha detto fra l’altro Cesare Nieddu richiamando l’attenzione della commissione sui problemi dell’emergenza/urgenza, “che prima avevamo otto modelli diversi, ora non abbiamo ancora l’Areus e ci troviamo in una situazione di grave disorientamento che amplifica le tante carenze del servizio.”
Per Anna Maria Lecca “la Asl unica sarà un mostro che moltiplicherà i problemi della sanità sul territorio, dove i ventidue distretti somigliano molto alle vecchie Ausl ed i rapporti fra strutture ospedaliere ed universitarie saranno ancora più complicati; l’unico elemento di chiarezza sono i super poteri del direttore generale, difficilmente controllabili”.
Anche per Susanna Montaldo “la Asl unica non potrà funzionare e non farà risparmiare; si sta procedendo con troppa fretta con una concentrazione di potere eccessiva che nelle Marche, per esempio, ha portato ad uno squilibrio che di fatto ha delegato al direttore generale le funzioni dell’assessore della Sanità”. Lo schema più funzionale, ha concluso, “sarebbe quello di quattro Asl, con confini coincidenti con quelli delle vecchie province”.
Successivamente la commissione ha ascoltato il Rettore dell’Università di Cagliari. La professoressa Del Zompo ha auspicato “una razionalizzazione delle risorse che non perda di vista le grandi potenzialità della facoltà di Medicina, in grado di far crescere tutto il sistema.” Sotto questo profilo, ha ribadito la necessità che l’Università “mantenga la sua autonomia”, principio che l’art.2 del Disegno di legge della Giunta metterebbe in qualche modo in discussione.
(Af)