Data: 15/04/2016
La commissione sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra, ha proseguito il ciclo di audizioni sulla riforma della rete ospedaliera ascoltando i rappresentanti delle strutture sanitarie private.
A nome dell’associazione di categoria, il presidente Andrea Pirastru ha espresso sulla riforma, a livello generale un parere positivo “con riserva”, una riserva che nasce sia dai cambiamenti che sono stati fatti rispetto alle prima proposta del febbraio scorso, sia dalla constatazione che “la riforma deve ancora essere riempita di contenuti, dal nostro punto di vista, per quanto riguarda le specialità da accreditare”.
Dopo aver ricordato che in termini di budget “dal 2012 le assegnazioni di fondi alla sanità privata sono passate da 105 milioni a 99”, Pirastru ha dichiarato che “le strutture private hanno un ottimo livello di appropriatezza che anche il settore pubblico potrebbe raggiungere generando risparmi per circa 50 milioni di euro l’anno”.
Il problema, ha sottolineato, “è che le nostre prestazioni sono controllate con rigore e secondo parametri certi ma non altrettanto avviene nel pubblico e comunque non con criteri omogenei, che purtroppo cambiano non solo fra assessorato e aziende ma anche da un’azienda all’altra”.
Come settore privato, ha aggiunto Pirastru, “possiamo fare la nostra parte per arrivare ad una buona riforma, a cominciare dalla riduzione delle liste di attesa; ricordo in proposito che la Regione aveva stanziato fin dal 2011 risorse importanti (21 milioni, di cui solo 2 per i privati) per una riduzione significativa delle attese dei pazienti, ma questa disposizione è rimasta sostanzialmente inapplicata”.
Sul Mater Olbia il presidente della sanità privata sarda ha detto di non avere niente in contrario, precisando che “siamo imprenditori privati e non possiamo essere contro una impresa privata”. Piuttosto, ha osservato, “è un progetto in piedi da 2 anni e ora si parla del 2017, data che non appare molto realistica; è chiaro comunque che pur non incidendo sul rapporto di 3.7 posti letto per 1000 abitanti quella struttura avrà un impatto sulle convenzioni, penso soprattutto alla pediatria visto che fra i promotori del progetto c’è il Bambin Gesù di Roma”.
(Af)