Data: 24/07/2018
L’assessore regionale dell’Ambiente, Donatella Spano, il direttore generale dell’assessorato, Paola Zinzula, e il presidente dell’Arpas, Alessandro Sanna, sono stati sentiti, questa mattina, in audizione dalla Commissione d’inchiesta sulle vicende relative alle politiche industriali dell’area di Ottana, presieduta da Luigi Crisponi (Riformatori sardi per l’Europa), per riferire sullo stato di inquinamento del territorio. I tecnici dell’assessorato dell’Ambiente hanno spiegato che i dati in loro possesso, alcuni risalenti al 2009 e altri al 2017, hanno evidenziato una situazione molto meno rischiosa rispetto ad altri siti industriali, ma che richiede, come ha sottolineato il presidente dell’Arpas, comunque un approfondimento e un continuo monitoraggio.
Paola Zinzula nella sua relazione ha spiegato che “dal 2009 è attiva nella Regione Sardegna la rete di monitoraggio delle acque sotterranee predisposte nell’ambito della programmazione POR Sardegna 2000 2006 – Misura 1.7 c Monitoraggio ambientale “interventi di indagine preliminare e realizzazione del monitoraggio siti inquinati: aree industriali di Assemini, Sarroch, Ottana e Porto Torres”, costituita da punti di indagine distribuiti nel territorio regionale, di cui 22 sono presenti nel territorio comunale di Ottana”.
Entrando nel dettaglio le indagini, realizzate dalla Regione Autonoma sulle aree pubbliche nel 2009, hanno evidenziato che non c’era contaminazione nei terreni insaturi (ossia quelli non acquiferi), mentre nella falda c’era contaminazione di arsenico, manganese e presenza puntuale di cobalto, nichel, piombo, vanadio, triclorometano solfati, fluoruri, cloruro di vinile, 1,2 dicloroetano, tricloroetilene, PCB eccedenti le Concentrazioni soglia di concentrazione (Csc), anche se di lieve entità. Soltanto nell’area ex Montefibre è stata rilevata la presenza di amianto nel top soil in tre punti dell’Isola 5, già rimossi nel 2010. In conclusione i tecnici dell’assessorato hanno evidenziato “un’assenza di contaminazione sui terreni insaturi e sul top soil (i primi dieci centimetri di terreno) e una contaminazione limitata all’acqua di falda con eccedenze per lo più puntuali e di non elevata entità”.
Il presidente della Commissione ha chiesto un approfondimento chiaro, dettagliato e aggiornato, che specifichi in che modo e in quali punti siano stati fatti i rilievi, con i relativi dati. Crisponi ha anche chiesto una relazione sull’analisi delle acque del Tirso nella zona che insiste sull’ex area industriale di Ottana.
L’assessore Spano ha, poi, riferito alla Commissione di aver partecipato a un tavolo interistituzionale a Roma, in cui ha chiesto che il sito di Ottana venga riconosciuto come area speciale. Un riconoscimento che servirebbe a ottenere maggiore supporto da parte dello Stato, in termini di risorse e di agevolazioni, lasciando però la cabina di regia alla Regione Sardegna. Per l’assessore questa strada è preferibile rispetto al riconoscimento dell’area come Sin (sito di interesse nazionale), che comporterebbe il passaggio di competenze dalla Regione al Ministero dell’Ambiente e, quindi, ogni singola autorizzazione richiesta per Ottana dovrebbe essere rilasciata da Roma.