Data: 20/07/2016 ore 12:30
“Per sistemare tutto il tracciato del Trenino Verde che, con i suoi 400 km, è il più esteso d’Italia, servirebbero almeno 130 milioni: sono risorse che non abbiamo e dobbiamo scegliere di intervenire sulle parti della rete meno efficienti da un lato e con maggiori potenzialità turistiche dall’altro, nel quadro di un progetto che coinvolga tutto il sistema-Regione”.
Lo ha dichiarato l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana nel corso di una audizione davanti alla quarta commissione, presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) alla quale hanno preso parte anche il presidente dell’Arst Gianni Caria ed il direttore generale Carlo Poledrini. Scopo dell’incontro, quello di acquisire ulteriori elementi di conoscenza sui motivi che hanno portato alla chiusura, per motivi di sicurezza, di alcune parti della linea del Trenino Verde (Seui-Arbatax e Laconi-Sorgono), argomento oggetto di una precedente audizione con gli amministratori locali dell’Ogliastra e del Madrolisai.
Nel suo intervento l’assessore Deiana ha ricordato inoltre di aver partecipato nello scorso mese di giugno ad una audizione presso la commissione Trasporti della Camera su un disegno di legge riguardante la valorizzazione delle ferrovie turistiche già di proprietà delle Ferrovie dello Stato. In quella sede, ha affermato Deiana, “abbiamo illustrato le specificità storiche, culturali, ambientali e turistiche delle rete sarda, a sostegno dell’iniziativa di alcuni parlamentari sardi che puntano ad inserire il percorso del Trenino all’interno del provvedimento”. Come Regione, ha concluso, “grazie al finanziamento di 5 milioni per anno nel triennio 2016-2018 ritengo che l’Arst possa impostare una buona programmazione ma il problema complessivo va risolto con un progetto più ampio cui partecipino le amministrazioni locali interessate ed i privati, con il sostegno di tutto il sistema-Regione”.
Il presidente dell’Arst Gianni Caria ha fornito alcune cifre sull’attività della linea, che ha fatto registrare una percorrenza annuale di 110.000 km, ricavi per circa 250.000 euro e costi attorno ai 5 milioni. Siamo consapevoli, ha affermato, “che il Trenino Verde è uno strumento delicato e al tempo stesso importante per molte comunità ma riteniamo che la sua mission vada ben oltre l’aspetto trasportistico, ci vuole un progetto integrato guidato da una strategia in più direzioni, senza escludere di segmentare la linea perché un percorso di quasi 5 ore senza alcun servizio di supporto non credo sia sostenibile”.
Il direttore di Arst Carlo Poledrini ha ufficializzato la chiusura di una parte della tratta (un ponte metallico) fra Seui e Gairo, ritenuta da una azienda specializzata in collaudi di infrastrutture ferroviarie “a rischio di crollo improvviso”, assicurando comunque che gli interventi di riassetto sono già in corso e che per l’anno venturo il tracciato sarà transitabile. La linea ferrata, ha spiegato, “è un sistema sofisticato composto da tanti elementi (ponticelli, tombini, gallerie, sovrappassi, traversine, rotaie) ciascuno dei quali ha una funzione; nel nostro caso siamo in presenza di una linea vecchia, in alcuni casi risalente all’800, con specificità ancora più marcate, per esempio le traversine che costano 50 euro l’una, hanno una vita media di 15 anni e devono essere smaltite a fine esercizio come rifiuti speciali, con costi elevatissimi”.
Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Gianni Tatti (Udc), Salvatore Demontis (Pd) ed il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta, che ha sollecitato una risoluzione della commissione sulla materia.
Nelle conclusioni, il presidente della commissione Antonio Solinas ha invitato l’assessore dei Trasporti ad avviare un tavolo comune con gli assessori del Turismo e dell’Ambiente, in vista dell’auspicato progetto di rilancio del Trenino Verde in chiave turistica. Seguiremo passo dopo passo gli sviluppi della vicenda, ha assicurato, “valutando anche la possibilità di una risoluzione da sottoporre al Consiglio”.
(Af)