Data: 17/09/2019 ore 10:30 Cagliari
Giornata di intenso lavoro per la Commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc). Il parlamentino ha sentito in audizione l’Associazione celiaci, la delegazione dei Medici specialisti ambulatoriali veterinari e l’associazione “Le Rondini onlus”.
Associazione celiaci. L’associazione celiaci ha chiesto di essere sentita in audizione per chiedere un intervento della Commissione affinché la Regione di doti di una legge che obblighi le attività che si occupano di somministrazione di alimenti a frequentare un corso dell’Ats per ottenere una abilitazione alla vendita di prodotti per celiaci. Milena Cau ha spiegato ai commissari che la Sardegna è la regione in cui l’incidenza della patologia è maggiore in proporzione al numero di abitanti e che nel 2017 nell’Isola erano presenti 7mila celiaci. Il problema, ha continuato, è che i gestori di molte attività, che vogliono servire prodotti senza glutine, non conoscono i rischi derivanti dalla contaminazione. Cau ha anche chiesto un rafforzamento del personale del Sian (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione) per effettuare maggiori controlli e quindi consentire ai celiaci di poter mangiare fuori di casa senza rischi per la propria salute. Il presidente Gallus ha garantito l’impegno della Commissione per approfondire l’argomento e valutare le possibili soluzioni.
Medici specialisti ambulatoriali veterinari. I medici specialisti ambulatoriali veterinari che operano nell’ambito dei Servizi veterinari del Dipartimento di prevenzione dell’Ats sono stati sentiti in audizione per la seconda volta dalla Commissione Sanità. Nella scorsa seduta, a giugno scorso, avevano chiesto l’intervento della Commissione per ottenere lo sblocco delle ore per la medicina specialistica e l’aumento del contratto a 30 ore come hanno già fatto in alcune Aziende sanitarie e la sottoscrizione dell’Accordo integrativo. Allo stato attuale, ha spiegato la dottoressa Patrizia Uras, soltanto gli specialisti di Sassari e Nuoro lavorano ancora con un contratto di 18 ore, mentre i colleghi di Oristano, Olbia e Cagliari hanno già ottenuto un aumento delle ore passando a 25-30 ore. “Dal 18 giugno – ha spiegato Piras – ci sono state delle rilevanti novità per la Specialistica ambulatoriale, che hanno riguardato tutte le figure che operano all’interno del Contratto (ACN)”. Il rinnovo e la chiusura dell’Acn a livello nazionale “ha finalmente risolto tutte le criticità che riguardavano i veterinari, rimettendo gli stessi in tutti gli articoli del contratto stesso con le stesse prerogative degli altri professionisti”. La seconda novità, ha spiegato Uras, è poi la delibera n. 26/36 dell’11 luglio, firmata dall’Assessore della Sanità, Mario Nieddu, “che di fatto consente il turnover dei medici specialisti e la possibilità di procedere al completamento dell’orario”.
Uras ha chiesto quindi che la Commissione porti le loro richieste all’assessore Nieddu affinché crei un fondo dedicato ai medici specialisti ambulatoriali veterinari, portando le ore a 25-30 anziché chiamare medici con contratto a tempo determinato da vecchie graduatorie. Si tratterebbe di riconoscere, ha sottolineato la dottoressa, l’impegno profuso con dedizione negli ultimi dieci anni, assumendosi le stesse responsabilità di un Dirigente veterinario al quale vengono riconosciute 38 ore, e sarebbe anche un risparmio per le casse della Sanità, visto che riguarderebbe soltanto 25 medici delle province di Sassari e Nuoro. Il presidente Gallus ha confermato la disponibilità della Commissione ad approfondire l’argomento per cercare una soluzione.
Associazione Le Rondini onlus. La Commissione Sanità ha sentito in audizione l’associazione Le Rondini onlus sul Programma “Ritornare a casa”. L’associazione di volontariato, opera dal 2013 nel Sulcis Iglesiente e si occupa dei disabili gravissimi (ventilati meccanicamente) e nel 2018 ha realizzato a Sant’Antioco il primo stabilimento balneare per l’accoglienza dei disabili gravi. Simona Espa, vice presidente dell’associazione, si è detta preoccupata per la carenza dei fondi del Programma Ritornare a casa e del rischio di alcune famiglie di non sapere come accudire i propri cari. Il presidente Gallus ha rassicurato Espa spiegando che il programma è stato finanziato con altri 20 milioni di euro e sono stati inseriti, nell’ultima variazione di bilancio, anche 300mila euro per il materiale farmacologico.
Espa e la presidente dell’Associazione, Franca Boi, hanno segnalato che il materiale sanitario distribuito alle famiglie dei pazienti “è di qualità scadente e inadeguato”. Le volontarie hanno chiesto alla Commissione di rivedere le linee guida del Programma “Ritornare a casa” e di consentire l’erogazione del contributo massimo anche ai pazienti che non sono ancora stati sottoposti a tracheostomia perché, come nei casi degli affetti dalla Sla, hanno comunque bisogno di assistenza continua nelle 24 ore.
Il presidente Gallus ha sottolineato che la Commissione è sensibile e solidale con le richieste dell’associazione e che è necessario risolvere le problematiche esposte e ridurre al minimo gli adempimenti burocratici a cui devono far fronte i pazienti e i loro familiari. Gallus ha anche annunciato che saranno convocati gli Stati generali della Sanità, che si occuperanno anche del sociale “perché intenzione di questa maggioranza – ha detto – è scrivere una riforma sanitaria completa, ascoltando le osservazioni di chi vive questi problemi sulla propria pelle”. (eln)