Data: 18/05/2016 ore 09:30
“Le diverse proposte in campo hanno l’obiettivo comune di riordinare il sistema per recuperare efficienza nelle prestazioni e nei servizi ed utilizzare meglio le risorse; da parte nostra quindi non ci sono obiezioni alla riduzione del numero delle Asl”.
Lo ha dichiarato il segretario regionale della Cgil Michele Carrus nel corso dell’audizione dei sindacati sull’istituzione dell’azienda sanitaria unica davanti alla sesta commissione (Sanità), presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi).
Carrus ha poi precisato che, in particolare, “il modello proposto dalla Giunta di un sistema sanitario circolare appare apprezzabile perché assicura quel necessario dinamismo che deve accompagnare i processi di aggregazione e, nello specifico, trovare un adeguato coordinamento con la riforma degli Enti locali”.
Non mancano tuttavia, secondo la Cgil, le criticità da correggere. Carrus ha elencato le principali: il deficit di partecipazione popolare e democratica alle scelte di politica sanitaria, la carenza di un sistema incisivo di controlli ed il potere eccessivo assegnato al direttore generale che lascia ai margini perfino il Consiglio regionale, la mancata indicazione di luoghi di confronto e contrattazione sui problemi del personale”.
Per la Cisl Ignazio Ganga ha affermato che “le domande di fondo riguardano la possibilità delle aggregazioni di produrre veri miglioramenti nel sistema e la capacità del modello ipotizzato di rispondere alle specifiche esigenze della Sardegna; a queste domande non abbiamo trovato una risposta”. Noi, ha aggiunto, “avremmo preferito una riforma fondata su tre pilastri, sanità territoriale, emergenza/urgenza e nuova struttura di governo, che partisse dal basso; invece si è seguito il percorso inverso con una proposta che ha un approccio economicistico e centralista che appare lontana dal sentire comune dei cittadini”.
Ganga ha quindi criticato le parti della riforma che prevedono una forte “concentrazione di poteri” nella persona del direttore generale e le lacune della norma sia in materia di controlli che di processi di aggregazione della domanda.
La Uil, attraverso Adolfo Tocco, ha segnalato alla commissione “il profondo malessere sia dei cittadini, che incontrano sempre maggiori difficoltà ad accedere ai servizi sanitari a causa di liste d’attesa, disservizi e burocrazia, che del personale su cui viene scaricata la disorganizzazione del sistema”. Con questa riforma, ha osservato, “si è preferito partire dal vertice ed è un errore che, assieme alle forti riserve sulla validità di una Asl unica che finora nessuno ha dimostrato, ci porta ad una valutazione negativa”.
Sandro Pileri e Nino Marroccu, dell’Ugl, hanno posto l’accento su una riforma “più attenta ai conti che ai territori ed ai cittadini, che configura un nuovo sistema all’interno del quale nessuno capisce se, come e quando si ridurranno le liste d’attesa e come si farà a rispondere meglio alla domanda di salute dei sardi”.
(Af)