Data: 05/03/2015 ore 17:00
Sono proseguite davanti alla commissione Autonomia, presieduta dall’on. Francesco Agus (Sel) le audizioni sul DL n°176 della Giunta regionale riguardante il riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna.
In rapprsentanza della provincia di Oristano, l’assessore dei Lavori Pubblici Giovanni Pia ha messo l’accento sul fatto che “a causa di una serie di interventi legislativi, l’amministrazione presenta un disavanzo di circa 7.5 milioni che non consentirà di garantire alcuni servizi alla comunità, dal trasporto dei disabili alla manutenzione delle rete stradale e degli edifici scolastici”, riservandosi poi di fornire un rapporto dettagliato sulla situazione finanziaria dell’ente che gli uffici finanziari stanno completando.
Successivamente è intervenuto il presidente dell’Anci Piersandro Scano, che in apertura ha sintetizzato i contenuti del documento elaborato dall’associazione ad Abbasanta il 3 ottobre dell’anno scorso. Il documento, ha spiegato, immagina una riforma “fondata su due pilastri, la Regione ed i Comuni, e prevede il superamento delle province attraverso il potenziamento del ruolo degli stessi Comuni, evitando i rischi di un nuovo centralismo regionale”.
La diffusione dell’associazionismo fra enti locali, ha proseguito, “va inteso non solo come strumento per la migliore gestione di funzioni e servizi ma come vera e propria leva dello sviluppo locale”.
Quanto alla possibile nuova mappa delle autonomie, Scano si è detto convinto che, “anche sul piano culturale, occorre tenere nella massima considerazione le regioni storiche della Sardegna e le esperienze che hanno rappresentato; considerare la storia come riferimento è il miglior antidoto al particolarismo”.
Serve inoltre, ha auspicato il presidente dell’Anci, “molta flessibilità nell’approccio al territorio, immaginando la riforma come un processo dinamico che può articolarsi in almeno due fasi; considerando i tempi non certo brevi delle riforme costituzionali di cui si sta occupando il Parlamento, la Sardegna ha il tempo di definire un modello sardo che, da una parte, assegni un ruolo incisivo alla conferenza Regione-Autonomie locali e, dall’altra, disciplini le modalità di gestione associata dei servizi fondamentali da parte dei Comuni”.
Al termine dell’intervento di Scano hanno preso la parola Salvatore Sanna, che si è soffermato sulla necessità di configurare un livello di governo intermedio che si occupi di programmazione e pianificazione territoriale, e Rodolfo Cancedda che ha suggerito, fra l’altro, di eliminare la doppia suddivisione fra Comuni basata sulla popolazione (da 0 a 3000 e da 0 a 10.000) presente nel Disegno di legge della Giunta ma non prevista dalla normativa nazionale.
Nel dibattito sviluppatosi a dopo le relazioni dei rappresentanti delle autonomie locali, sono intervenuti i consiglieri regionali Roberto Deriu e Franco Sabatini del Pd, Michele Cossa dei Riformatori ed Oscar Cherchi di Forza Italia.
Nelle sue conclusioni il presidente della commissione Francesco Agus ha sottolineato l’utilità del confronto con i rappresentanti delle autonomie anche perchè, ha precisato, “la legge di riforma dovrà disciplinare contesti molto diversi per raggiungere l’obiettivo di un sistema sardo caratterizzato da una precisa identità; non solo, la nuova legge rappresenterà un banco di prova dell’attualità del nostro Statuto Speciale”.
Le audizioni proseguiranno nella giornata di domani con l’intervento dei rappresentanti della Commissione paritetica Stato-Regione. Alle 10.00 saranno ascoltati i componenti espressi dalla Regione Alessandro Demartini e Mario Scano, mentre alle 11.00 sarà la volta del senatore Francesco Sanna e di Ilenia Ruggiu, designati dallo Stato.
(Af)