Data: 09/11/2017
Il sistema sanitario costerà alla Sardegna 3,429 miliardi di euro nel 2018. Quasi 127 milioni di euro in più rispetto al 2017 al netto degli stanziamenti per la copertura del disavanzo. La proposta di bilancio è stata illustrata dall’assessore Luigi Arru alla Commissione Sanità del Consiglio regionale. «3 miliardi e 36 milioni di euro rappresentano la quota indistinta – ha detto Arru – serviranno a garantire i Livelli essenziali di assistenza (Lea), 200 milioni andranno invece a coprire il capitolo per il ripiano dei disavanzi pregressi, mentre 134 milioni serviranno per gli investimenti». Nello schema di bilancio 2018 sono previsti inoltre 28,5 milioni di euro destinati al finanziamento aggiuntivo corrente per la copertura dello squilibrio di bilancio (118 ed elisoccorso, sanità penitenziaria), 16,5 milioni per gli extra-Lea (vaccini blu tongue, vigilanza nelle guardie mediche e spese di viaggio per gli ammalati) e quasi 13 milioni per ulteriori spese (borse di specializzazione).
Il bilancio regionale tiene conto delle indicazioni del piano sanitario nazionale anche se la Sardegna paga da sola i costi della sanità. «L’attuale modello dei presidi determina costi aggiuntivi per 126 milioni di euro – ha detto Arru – la riforma della rete ospedaliera avrà bisogno di almeno almeno tre anni per entrare a regime». Il disavanzo per il 2017 sarà di 238 milioni, la metà del quale già ripianata con l’ultimo assestamento di bilancio da 114 milioni di euro.
277 milioni di euro (246 fondi regionali e 31 statali) sarà invece la cifra destinata al sociale. Soldi che serviranno per pagare i programmi di contrasto della povertà, la non autosufficienza, i servizi alla persona, le politiche per la famiglia etc.
Su questo punto si è consumato uno strappo nella maggioranza con il consigliere di art1-Mdp Luca Pizzuto che ha annunciato il suo voto contrario alla manovra. Inaccettabile per Pizzuto la decisione di stanziare 30 milioni di euro per il Reis contro i 44 spesi lo scorso anno (30+14 del bilancio precedente). L’assessore Arru ha spiegato che per questa voce lo stanziamento ammonta complessivamente a 77 milioni, 30 stanziati dalla regione e 44 dallo Stato. «Il problema ha detto Arru è che non si riesce a spendere le risorse nazionali, dei 44 milioni di euro destinati alla Sardegna ne sono stati utilizzati solo sei». Quelli statali sono fondi virtuali – ha replicato Pizzuto – non ci sono soldi nelle disponibilità di comuni e Plus. Noi per il momento registriamo una riduzione del finanziamento regionale del 30%. Un scelta politica molto grave che determinerà il mio voto contrario alla proposta di bilancio». Critiche anche da parte di Michele Cossa (Riformatori): «Assurdo che i comuni non vengano messi nelle condizioni di spendere le risorse. Le procedure sono troppo complicate»
Critiche alla manovra anche da parte della minoranza. Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha segnalato disservizi e il taglio dell’assistenza in alcune Rsa. «Sul disavanzo occorre poi dire la verità – ha detto Oppi – nel bilancio mancano i 60 milioni di euro per il Mater Olbia».
La Commissione ha poi votato, con l’astensione della minoranza, il P/165 che stanzia 154 milioni di euro per il biennio 2018-2019 per la messa a norma antincendio dei presidi sanitari.
Via libera, sempre con il solo voto della maggioranza, anche al P/170 “Contributi e funzionamento dei Centri antiviolenza e delle case di accoglienza”. Il piano prevede un incremento dei fondi stanziati lo scorso anno: si passa da 900mila a 2,398 milioni di euro. Serviranno per aprire nuovi centri della salute e per garantire un’assistenza capillare nel territorio. Su suggerimento della consigliera Rossella Pinna (Pd) il nuovo piano dovrà favorire la creazione di una rete di assistenza organizzata nel rispetto delle linee guida del 2008.