Data: 11/05/2017 ore 11:30
La situazione dei lavoratori “ex utilizzo” e la loro prosecuzione con i cosiddetti “cantieri verdi” è stata al centro dei lavori della Seconda commissione che questa mattina ha svolto l’audizione dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ed ha ricevuto una delegazione dei 389 lavoratori, impiegati in 88 Comuni della Sardegna (113 lavoratori in provincia di Nuoro, 104 nel Sulcis, 61 ad Oristano, 63 nel Medio Campidano, 35 a Cagliari, 8 a Sassari, 4 in Ogliastra e 1 in Gallura).
L’assessore Mura ha confermato lo stanziamento di 4,5 milioni di euro da destinare ai Comuni che ne fanno richiesta ed ha ricordato che con l’approvazione della legge di stabilità oltre agli Enti Locali anche le aziende sanitarie potranno predisporre e attuare i progetti per l’impiego dei cosiddetti lavoratori “ex utilizzo” attraverso i cantieri verdi. Virginia Mura ha quindi precisato che sono in corso interlocuzioni con l’assessore della Sanità per procedere in tempi rapidi, in accordo con il manager dell’Ats, all’attivazione dei cantieri verdi in seno all’azienda unica.
Sui fondi a disposizione per l’impiego dei lavoratori “ex utilizzo” nei Comuni il presidente della commissione, Gavino Manca, facendo sintesi anche delle osservazioni avanzate dai consiglieri Pietro Cocco (Pd), Tendas (Pd), Rossella Pinna (Pd), Rubiu (Udc) e Dedoni (Riformatori), ha ribadito l’impegno per incrementare di un milione di euro lo stanziamento iniziale di 4.5 milioni destinato ai Comuni («così da assicurare la copertura finanziaria per un anno di impiego dei 389 lavoratori ») ed ha rivolto l’invito all’assessore, che lo ha accolto, perché sia garantito un tempestivo monitoraggio della situazione con l’invio di una comunicazione urgente agli 88 Comuni finalizzata ad avere contezza di quanti, tra gli enti interessati, confermeranno i cantieri verdi e il conseguente impiego dei 389 “ex utilizzo”.
I consiglieri regionali intervenuti e gli stessi rappresentati dei lavoratori non hanno mancato di sottolineare le disparità di trattamento che si registrano tra coloro che sono chiamati al lavoro direttamente dalle amministrazioni comunali e quelli che prestano la loro opera per il tramite delle cooperative. A questi ultimi, la retribuzione verrebbe decurtata, in media, di circa il 30% e verrebbe così meno la soglia minima di reddito prevista, pari a 700 euro al mese per ciascun lavoratore. A ciò si aggiunga che il termine entro il quale i Comuni potranno procedere alla presa in carico diretta degli “ex utilizzo” è fissato per il 23 giugno 2017.
L’altra rilevante criticità è rappresentata dalla non univoca interpretazione delle norme circa l’obbligo di inserire nel bilancio degli enti interessati i costi del personale interamente coperti dagli stanziamenti della Regione (è questo il caso per l’impiego degli “ex utilizzo”).
«La commissione e l’assessore – ha dichiarato a conclusione dei lavori il presidente Gavino Manca – hanno quindi assunto l’ulteriore impegno di predisporre in tempi compatibilmente rapidi nuove norme che regolino la materia e che consentano di definire un chiaro, corretto e trasparente percorso amministrativo e finanziario per l’impiego dei lavoratori “ex utilizzo”».