Mozione n. 378

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 378

CIUSA – MANCA Desirè Alma – LI GIOI – SOLINAS Alessandro sulla necessità di istituire un centro di riferimento regionale dedicato alla cura del “Piede diabetico”.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– negli ultimi 10 anni l’Italia rappresenta una delle nazioni al mondo che più ha migliorato gli indicatori di salute e gli esiti del piede diabetico considerando che il numero delle amputazioni dovute al piede diabetico si è ridotto di circa il 40 per cento;
– questo dato deve essere ricondotto all’aumento della consapevolezza della gravità del piede diabetico tra gli operatori e tra i pazienti, ma anche dei cambiamenti intervenuti a livello legislativo e organizzativo, centrale e regionale;
– il Piano nazionale del diabete e il recepimento a livello regionale delle normative, ha permesso di creare una rete assistenziale integrata territorio-ospedale anche se la distribuzione degli ambulatori podologici nei Centri di diabetologia italiani (CAD) è ancora a macchia di leopardo e ogni anno sono 7 mila gli italiani che subiscono un’amputazione degli arti inferiori a causa del piede diabetico;
– il cosiddetto “piede diabetico” (ulcera del piede) ha un alto impatto epidemiologico; colpisce infatti il 5 per cento dei pazienti diabetici (circa 300 mila italiani) e determina un consumo di risorse pari al 25 per cento circa della spesa complessiva per l’assistenza ai pazienti diabetici giacché il piede diabetico rappresenta, inoltre, il 2/4 per cento di tutti i ricoveri per diabete;
– la qualità di vita del paziente con ulcera del piede risulta gravemente compromessa per i lunghi tempi di guarigione e per la necessità di una continua sorveglianza in prevenzione secondaria: la comparsa di un’ulcera in un paziente diabetico ne condiziona in maniera importante la sopravvivenza a 5 anni (solo il 50-60 per cento raggiunge questo traguardo temporale);
– l’approccio alla cura del piede diabetico negli ultimi anni sta lentamente mutando, poiché l’attenzione oggi non è rivolta solo alla necessità di ridurre il numero delle amputazioni come obiettivo primario ed essenziale;
– la prevenzione delle ulcere è una parte importantissima nella gestione del piede diabetico, in quanto è proprio dall’insorgenza delle ulcere che comincia tutta la catena di eventi che può portare all’amputazione;
– è sempre più chiaro quindi che il piede diabetico deve tempestivamente essere gestito da un team multidisciplinare e multiprofessionale integrato che condivida un progetto di prevenzione, diagnosi e cura del piede diabetico;

RILEVATO che:
– secondo i risultati di un’indagine condotta dalla SID in merito alla distribuzione di ambulatori podologici nei Centri di diabetologia italiani (CAD), emerge che:
– in Friuli Venezia Giulia e Liguria, il 100 per cento dei CAD effettua ambulatorio podologico;
– nelle regioni Marche, Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana e Umbria questa percentuale è del 75 per cento del totale dei CAD;
– in Emilia Romagna è del 50 per cento;
– nelle restanti regioni solo il 25 per cento dei CAD hanno un ambulatorio dedicato al piede diabetico;
– eterogenea è la presenza del podologo nel team multidisciplinare, nonostante gli standard di cura SID-AMD collochino il podologo in ognuno dei tre livelli assistenziali di questi ambulatori (base, intermedio, avanzato);
– nove regioni riferiscono di avere un centro di riferimento regionale “Piede diabetico”: Veneto-Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Liguria, Marche, Umbria, Lazio, Calabria, Campania, Puglia;
– per quanto riguarda i presidi per il piede diabetico (calzature predisposte, tutori da lesione e plantari su misura), il cui utilizzo per il paziente diabetico è fondamentale sia in prevenzione primaria, che secondaria, dall’indagine SID emerge che tutte le regioni hanno la rimborsabilità dei presidi per scarpe predisposte e su misura, plantari su calco e tutori da lesione, attraverso una modalità di distribuzione consolidata nella quasi totalità delle regioni, cioè la prescrizione dello specialista per il paziente con invalidità civile, attestante una o più complicanze agli arti inferiori causate dal diabete;

EVIDENZIATO che:
– la Regione oltre a non avere istituito un centro di riferimento regionale dedicato alla cura del Piede diabetico, registra un eccessivo divario tra territori per quanto concerne il numero di pazienti in carico al singolo diabetologo: si va da una media di circa 850 pazienti per diabetologo nella provincia di Iglesias Carbonia, a oltre 1600 pazienti per diabetologo nella provincia di Oristano;
– ancor più grave è l’assoluta assenza in tutti i centri di diabetologia della figura del podologo e la insufficiente presenza della figura specialistica del dietista e dello psicologo;
– l’elemento delle figure specialistiche applicate, anche se non il solo, ha un peso determinante sul numero di accessi e di visite periodiche di ciascun paziente;
– secondo un recente studio della Associazione nazionale italiana atleti diabetici (ANIAD), incrociando il dato ricavato da una breve indagine condotta dalle persone che fanno parte della RSD, con quello estratto dagli Annali AMD del 2018 (studio della Società scientifica dei medici diabetologi), scaturisce che il paziente con diabete tipo 1 insulino dipendente effettua 2.7 visite/anno se trattato con iniezioni multiple di insulina, e 3.2 visite/anno se trattato con microinfusore; i pazienti con Diabete tipo 2 effettuano mediamente 1,8 visite/anno se trattati con sola dieta, e 2,5 visite/anno se trattati con insulina da sola o associata ad altri farmaci;
– la ripartizione dei pazienti affetti da DM1, circa il 10 per cento, e quelli affetti da DM2 circa il 90 per cento e il numero di risorse specialistiche incoerenti con la distribuzione territoriale e l’incremento del numero di ammalati che annualmente si registra, fa scaturire secondo la stessa AMD la necessità di rimodulare l’organizzazione dei servizi di diabetologia secondo modelli di presa in carico differenziati;
– i vari centri/ambulatori di diabetologia della Sardegna presentano la seguente situazione:
– nel 15/20 per cento dei casi è presente un ambulatorio dedicato all’educazione terapeutica e degli stili di vita;
– non risulta presente in nessun centro un ambulatorio dedicato al controllo del rischio cardiovascolare e gestione complicanze cardiovascolari;
– risulta presente nel 50 per cento dei casi e solo su iniziativa del diabetologo non essendo presente la figura del podologo, un ambulatorio dedicato alla prevenzione e cura complicanze del piede diabetico;
– nel 15/20 per cento dei casi è presente un ambulatorio dedicato a diabete e gravidanza;
– nel 15/20 per cento dei casi nei centri/ambulatori si organizzano campi scuola educazionali;
– a questa mancanza di omogeneità di trattamento della patologia diabetica presso i centri territoriali si aggiunge che la Regione non riconosce la rimborsabilità per la cura locale delle lesioni del piede diabetico (medicazioni e prestazioni ambulatoriali);
– questa mancata rimborsabilità rappresenta di fatto un minor diritto alla cura per i cittadini della nostra Regioni in condizione pre e post ulcerativa o in fase di ulcerazione;
– sarebbe auspicabile che la Regione si uniformasse al resto d’Italia con l’inserimento nell’esenzione per patologia (013.250) dei codici specifici del nomenclatore tariffario del Servizio sanitario nazionale per tutte le procedure diagnostiche e terapeutiche necessarie alla gestione clinica ambulatoriale del piede diabetico;

CONSIDERATO che i punti sopra evidenziati necessitano di un riscontro fattivo e decisivo da parte della Giunta regionale,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) ad istituire un centro di riferimento regionale dedicato alla cura del piede diabetico;
2) a garantire la presenza di un team multidisciplinare in tutti i centri di diabetologia composto anche dal podologo, dal dietista e dallo psicologo, al fine di poter prendere in carico con tempestività il paziente soggetto al rischio della complicanza del piede diabetico;
3) a uniformare la Regione al resto d’Italia provvedendo all’inserimento nell’esenzione per patologia (013.250) dei codici specifici del nomenclatore tariffario del Servizio sanitario nazionale per tutte le procedure diagnostiche e terapeutiche necessarie alla gestione clinica ambulatoriale del piede diabetico.

Cagliari, 21 dicembre 2020

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