Aperti i lavori del Consiglio regionale. All’ordine del giorno la mozione n. 361 (Ciusa e più) di sfiducia al Presidente della Regione. In apertura di seduta il Presidente del Consiglio Michele Pais ha detto: “Unitamente alla Conferenza dei capigruppo ho ritenuto di portare immediatamente questa discussione in aula, sottraendola così alla strumentalizzazione e alla spettacolarizzazione televisiva a cui abbiamo assistito in questi giorni, per evitare che venissero minate, ulteriormente, la credibilità delle istituzioni e l’immagine della Sardegna e dei sardi. Mi sia consentito di esprimere tutta la mia amarezza per quanto abbiamo assistito: non è tollerabile e non è accettabile che qualcuno possa affermare, riferendosi alla Sardegna, alle Istituzioni sarde e all’Assemblea legislativa della Sardegna, che “l’umanità viene distrutta dal politico incosciente senza principi e dallo scienziato senza umanità”. Questo non è consentito a nessuno. Un fatto che deve creare indignazione assoluta fuori da quest’aula, ma soprattutto in quest’aula. Queste frasi sono sterili, inutili e, soprattutto, offensive nei confronti di una Sardegna che è stata dipinta come terra di untori mentre invece è stata contagiata. Dico questo perché difendo l’autonomia del Consiglio regionale della Sardegna e le prerogative di tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione che esprimono il loro voto in maniera libera. Il Consiglio regionale ascolta tutti, ma non subisce alcuna pressione. Questo è un fatto che noi dobbiamo ripeterci perché lo dobbiamo alla integrità delle Istituzioni e all’onorabilità delle Istituzioni nei confronti dei sardi che rappresentiamo”. La mozione è stata illustrata dal primo firmatario, il capogruppo del Movimento 5 stelle Michele Ciusa che ha accusato il Presidente della Regione di aver sottovalutato la seconda ondata del virus. Per Ciusa non si può avere fiducia in chi prende decisioni, dicendo che si sarebbe confrontato con il comitato tecnico scientifico e non l’ha fatto, in chi ha preferito quest’estate pensare alle poltrone della governance sanitaria anziché predisporre una strategia mirata di contrasto alla seconda ondata, in chi, probabilmente, ha voluto anteporre gli interessi privati a quelli della comunità sarda. Le sue dimissioni – ha concluso Ciusa rivolgendosi al Presidente della Regione – non le stiamo chiedendo solo noi, ma le chiedono i sardi.