Interrogazione n. 661/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 661/A

LI GIOI, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta di deroga presentata per il Punto nascita dell’Ospedale Paolo Merlo di La Maddalena.

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Il sottoscritto,

premesso che:
– il documento di “Ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna” approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 25 ottobre 2017 inquadra l’Ospedale Paolo Merlo di La Maddalena nel Presidio unico DEA I livello Gallura e lo individua come Stabilimento di sede disagiata insulare e Ospedale di comunità;
– l’Allegato 1 al decreto ministeriale 2 aprile 2015, n. 70, precisa, a tale proposito, che le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano possono prevedere presidi ospedalieri di base per zone particolarmente disagiate, distanti più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso), superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace, e che in tali presidi occorre garantire un’attività di pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto, attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta;
– con specifico riferimento ai punti nascita, nel documento di ridefinizione della rete ospedaliera del 2017 si legge che la rete regionale dei punti nascita “si uniforma ai principi definiti dall’accordo Stato-regioni del 2010 (accordo 137/CU 16/12/2010 “Piano Fazio”), adattandoli alla realtà sarda”;
– l’Accordo Stato-regioni del 16 dicembre 2010 sul documento concernente “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo”, recepito dalla Regione con atto del 2011, fissa il numero di almeno 1000 nascite/anno quale parametro standard a cui tendere, nel triennio, per il mantenimento/attivazione dei punti nascita e prevede la possibilità di tenere aperti punti nascita con numerosità inferiore e comunque non al di sotto di 500 parti/anno, “solo sulla base di motivate valutazioni legate alla specificità dei bisogni reali delle varie aree geografiche interessate con rilevanti difficoltà di attivazione dello STAM”;
– il documento regionale del 2017, in considerazione delle condizioni geomorfologiche della Sardegna, delle difficoltà dei trasporti nel territorio regionale e per le criticità legate all’insularità, fissa il volume minimo per ciascun punto nascita in almeno 500 parti/anno;
– per quanto concerne il punto nascita di La Maddalena, con un volume inferiore ai 500 parti/anno, “in considerazione delle condizioni di insularità e delle difficoltà dei trasporti, anche via mare, fortemente condizionati da fattori meteorologici, anche con la piena efficacia del sistema di elisoccorso regionale, dell’attivazione dello STAM (Sistema di trasporto materno assistito) e dello STEN (Sistema di trasporto in emergenza del neonato)” il documento regionale prevede l’immediata definizione di un piano specifico di emergenza che garantisca la possibilità di affrontare le urgenze ostetriche da parte di equipe specialistiche del presidio ospedaliero unico di area omogenea, nel rispetto di logiche organizzative che assicurino la circolarità delle competenze;
– il documento del 2017 prevede, inoltre, che per il punto nascita di La Maddalena l’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale presenti la richiesta di deroga al Ministero della salute;
– l’accordo del 2010 prescrive, inoltre, l’istituzione di una funzione di coordinamento permanente per il percorso nascita, attraverso un Comitato per percorso nascita (CPN) nazionale e singoli CPN regionali;
– in Sardegna, il CPN regionale è stato costituito presso l’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale con il decreto assessoriale n. 29 del 31 maggio 2012 e la sua composizione è stata aggiornata con svariati decreti successivi, fatto salvo il coordinamento del comitato, costantemente affidato al Direttore generale della sanità secondo le indicazioni ministeriali;
– il decreto assessoriale n. 34 del 28 agosto 2018 ha disposto di affidare al comitato anche le funzioni di supporto al monitoraggio costante della qualità dell’assistenza nei punti nascita con un numero di parti inferiori a 500/anno, così come previsto dal documento di Riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, nonché alle valutazioni di ordine tecnico previste per l’ottenimento/mantenimento di specifiche deroghe in ragione delle condizioni di insularità e di dispersione demografica dei territori regionali;
– il decreto ministeriale 11 novembre 2015 prevede all’articolo 1, commi 1, 2 e 3, la possibilità che le regioni o province autonome possano presentare al tavolo di monitoraggio di cui al decreto ministeriale 29 luglio 2015 “eventuali richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui e in condizioni orograficamente difficili (decreto n. 70 del 2015) in deroga a quanto previsto dall’Accordo Stato-regioni del 16 dicembre 2010”;
– il suddetto decreto ministeriale prevede il parere consultivo del CPN nazionale sull’istanza di deroga presentata dalla Regione;
– al fine di regolamentare le modalità di presentazione e valutazione delle richieste di deroga, il CPN nazionale ha elaborato, in un momento successivo, il “Protocollo metodologico per la valutazione delle richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/annui e in condizioni orogeografiche diffìcili (articolo 1 decreto ministeriale 11 novembre 2015)”, articolato in tre fasi:
1. Formulazione della richiesta di deroga da parte della Regione o pubblica amministrazione;
2. Valutazione della richiesta di deroga da parte del CPN nazionale;
3. Monitoraggio regionale e nazionale;
– relativamente alla prima fase, il protocollo metodologico stabilisce che la richiesta di deroga debba essere formalizzata dall’Assessorato regionale competente in materia di salute, sentito il parere del CPN regionale, e che debba contenere i seguenti elementi, imprescindibili per la valutazione della stessa:
a) standard operativi, tecnologici e di sicurezza del Punto nascita (PN) in deroga: all’atto della richiesta di deroga la Regione o pubblica amministrazione deve effettuare un’autovalutazione rispetto alla presenza degli standard operativi, tecnologici e di sicurezza del PN e, ove necessario, formulare un piano di adeguamento agli standard previsti dall’allegato 1b dell’accordo del 2010 con la specifica delle modalità ed il relativo cronogramma;
b) descrizione della Rete dei punti nascita, incluso STAM/STEN: è necessario che la Regione o pubblica amministrazione dimostri che il punto nascita in deroga si inserisce in modo organico nella rete di offerta dei punti nascita di I e II livello (hub e spoke), con una particolare attenzione alla modalità di attuazione del sistema di trasporto in emergenza della madre e del neonato (STAM e STEN) nell’ambito dell’area interessata ed anche, se necessario, per altre province limitrofe;
c) bacino d’utenza attuale e potenziale per il PN in deroga: la richiesta di deroga da parte delle regioni deve essere corredata da un’analisi dei flussi di mobilità attiva e passiva delle partorienti rispetto ai Punti Nascita di cui si chiede la deroga, compresa la georeferenziazione, che evidenzi l’attuale bacino di utenza dei singoli punti nascita, nonché il potenziale bacino di utenza degli stessi al fine di mostrare il potenziale numero di parti dell’area interessata; inoltre, le regioni devono elaborare un programma finalizzato ad incrementare l’indice di attrazione dai comuni del bacino di utenza, comprensivo del cronoprogramma degli obiettivi da raggiungere per il reclutamento delle partorienti nel PN di cui si richiede la deroga;
d) definizione del responsabile del PN in deroga e formazione: nell’ambito del modello organizzativo che la Regione intende sviluppare, è necessaria una formalizzazione della responsabilità professionale del PN in deroga (da specificare nella richiesta di deroga);
e) analisi dei costi: la richiesta deve contenere un’analisi dei costi previsti conseguenti al mantenimento del PN in deroga;

considerato che a fine gennaio 2020 l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale ha dichiarato di aver presentato al Ministero della salute una richiesta di deroga per poter riaprire il punto nascita dell’Ospedale di La Maddalena;

dato atto che:
– in data 11 giugno 2020 il sottoscritto ha presentato all’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale istanza, ai sensi dell’articolo 105 del Regolamento interno del Consiglio regionale, volta all’acquisizione, con la massima urgenza consentita, di copia della richiesta di deroga per la riapertura del Punto nascita dell’Ospedale Paolo Merlo trasmessa a fine gennaio 2020 dall’Assessorato medesimo al Ministero della salute, compresi eventuali atti e informazioni correlati all’istanza;
– la predetta istanza ex articolo 105 del regolamento, ad oggi, è rimasta del tutto priva di riscontro nonostante apposito sollecito inviato lo scorso 16 luglio dallo scrivente, che nello stesso giorno ha provveduto a informare il Presidente del Consiglio regionale circa l’inerzia della competente struttura regionale, chiedendo un suo tempestivo intervento affinché il diritto di accesso agli atti non fosse ulteriormente pregiudicato dall’ingiustificato silenzio dell’Amministrazione regionale;

sottolineato che:
– pertanto, lo scrivente non è stato messo in condizione di conoscere il contenuto dell’istanza di deroga né, tantomeno, la documentazione allegata alla stessa, né, infine, se la richiesta fosse stata supportata dal contributo del CPN regionale nelle necessarie valutazioni di ordine tecnico previste per l’ottenimento delle singole deroghe in ragione delle condizioni di insularità e di dispersione demografica dei territori regionali, tenuto conto che anche il protocollo metodologico stabilisce che la richiesta di deroga debba essere formalizzata previo parere del CPN regionale;
– non è dato nemmeno sapere se l’istanza di deroga contenga gli elementi prescritti dal protocollo metodologico, senza i quali la richiesta stessa non può essere valutata, elementi volti a dimostrare che sono rispettati gli standard operativi, tecnologici e di sicurezza del PN in deroga e che il PN in deroga si inserisce in modo organico nella rete di offerta dei Punti nascita di I e II livello;
– non è, infine, noto se la richiesta di deroga presentata sia stata corredata dall’analisi dei flussi di mobilità attiva e passiva delle partorienti rispetto al PN di cui si chiede la deroga, compresa la georeferenziazione, da un programma finalizzato ad incrementare l’indice di attrazione dai comuni del bacino di utenza, comprensivo del cronoprogramma degli obiettivi da raggiungere per il reclutamento delle partorienti nel PN di cui si richiede la deroga, nonché dall’analisi dei costi previsti e conseguenti al mantenimento del PN in deroga;

considerato che:
– ad oggi, in effetti, non si è a conoscenza di alcun atto o documento ufficiale prodotto dalla Regione in merito alle azioni dell’accordo Percorso nascita del 2010 successivamente al report presentato dalla Regione (dopo essere passato per le mani del CPN regionale) al Ministero della salute e contenente il monitoraggio al 31 dicembre 2014 dell’attuazione delle azioni previste dall’accordo Stato-regioni del 2010;
– come riportato dal CPN nazionale nel documento “Analisi al 31 dicembre 2014 dell’attuazione delle azioni previste dall’Accordo Percorso Nascita del 16 dicembre 2010 nella Regione Sardegna”, relativamente ai punti nascita presenti del territorio sardo il report regionale precisava per l’Ospedale Paolo Merlo, sotto la voce “azioni intraprese nel 2014 per i PN inferiore 500 parti/anno”, che “in considerazione delle condizioni di insularità” era “previsto un programma di disattivazione del PN” condizionato alla piena efficacia del sistema di elisoccorso regionale e alla definizione e attuazione di un piano specifico di emergenza che garantisca la possibilità di affrontare le urgenze ostetriche;
– pertanto, ci si attende che l’istanza di deroga asseritamente presentata il 30 gennaio 2020 dall’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale contenga tutti gli elementi e la documentazione necessari per supportare tecnicamente la deroga richiesta e per superare quanto in precedenza riferito al Ministero della salute, rivedendo, sul punto, le azioni previste dalla Regione in base all’accordo del 2010;

evidenziato che:
– del resto, l’Ospedale Paolo Merlo è un presidio di zona particolarmente disagiata e la chiusura del reparto di ostetricia e del punto nascita di La Maddalena ha costretto negli ultimi anni le gestanti maddalenine a recarsi a partorire all’Ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, con i gravissimi disagi connessi alle distanze e ai lunghi tempi di percorrenza, se si considera che, tra l’altro, il servizio di elisoccorso non è garantito nelle 24 ore e che risente delle condizioni meteorologiche, spesso incompatibili con il trasporto aereo;
– in queste condizioni, sussiste il rischio, non più tollerabile, che si verifichino disgrazie come quella che si è consumata lo scorso 27 marzo, allorquando una giovane donna alla 38esima settimana di gravidanza, a causa di un distacco di placenta, ha perso la sua bambina durante il trasporto in elicottero da Alghero all’Ospedale di Olbia;

appreso recentemente che:
– la richiesta di deroga non solo non è stata supportata dal contributo del CPN regionale nelle necessarie valutazioni di ordine tecnico previste per l’ottenimento della deroga in ragione delle condizioni di insularità e di dispersione demografica del territorio, ma addirittura il CPN regionale, organismo istituito presso l’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale e coordinato dal Direttore generale della sanità, ha reso parere negativo prima dell’invio della richiesta stessa;
– tale circostanza di non poco rilievo – non resa nota al sottoscritto nonostante plurime istanze di accesso agli atti e sottaciuta alla comunità maddalenina, la quale da gennaio, a seguito della sbandierata presentazione della richiesta di deroga, nutre grandi aspettative circa la riapertura del Punto nascita sul territorio – rischia, ovviamente, di per sé di pregiudicare ab origine l’esito della richiesta di deroga,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza delle problematiche sopra esposte;
2) se l’istanza di deroga presentata dall’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale nel mese di gennaio 2020 per il Punto nascita dell’Ospedale Paolo Merlo di La Maddalena, presidio di zona particolarmente disagiata, contrariamente a quanto appreso dallo scrivente sia stata supportata dal parere favorevole e dal contributo concreto del comitato Percorso nascita regionale nelle necessarie valutazioni di ordine tecnico previste per l’ottenimento della deroga;
3) in caso contrario:
a) quali siano le valutazioni e le motivazioni alla base del parere negativo del CPN regionale;
b) quali siano le valutazioni tecniche e le motivazioni che hanno condotto l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale a presentare l’istanza di deroga per il punto nascita in questione nonostante il parere negativo del CPN regionale;
c) quali siano gli elementi addotti dalla Regione al fine di superare le ragioni del parere negativo del CPN regionale;
4) se la suddetta istanza contenga tutti gli elementi e i documenti tecnici prescritti dal protocollo metodologico per la valutazione delle richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/annui e in condizioni orogeografiche difficili (articolo 1 decreto ministeriale 11 novembre 2015)”, indispensabili per supportare tecnicamente la deroga richiesta e per superare quanto in precedenza riferito al Ministero della salute nel 2014, rivedendo, sul punto, le azioni previste dalla Regione in base all’accordo del 2010;
5) al di là della formale presentazione della richiesta di deroga, quali atti e misure siano stati finora adottati dall’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale al fine di creare concretamente le condizioni operative, tecnologiche e di sicurezza prescritte dall’accordo del 2010 per il Punto nascita in deroga.

Cagliari, 22 settembre 2020

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