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Resoconto della seduta n. 67 del 11/07/2000

LXVII Seduta

Martedì 11 luglio 2000

Presidenza del Vicepresidente Carloni

indi

del Vicepresidente Spissu

INDICE

La seduta è aperta alle ore 17 e 24.

MANCA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana di mercoledì 14 giugno 2000, che è approvato.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente Serrenti e i Consiglieri Demontis e Emanuele Sanna sono fuori sede per impegni istituzionali.

Comunico inoltre che il Governo, in data 30 giugno 2000, ha rinviato a nuovo esame del Consiglio la legge regionale 7 giugno 2000 recante "Norme sull'esercizio dell'attività di controllo sugli atti degli enti locali. Modifica della legge regionale 13 dicembre 1994 numero 38". La legge rinviata è stata già trasmessa alla prima Commissione.

Annunzio di presentazione di disegno di legge

PRESIDENTE. Comunico che è pervenuto alla Presidenza il seguente disegno di legge:

"Istituzione dell'Agenza regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna - ARPAS". (97)

(Pervenuto il 4 luglio 2000 ed assegnato alla quinta Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono pervenute alla Presidenza le seguenti proposte di legge:

Dai consiglieri Deiana - Dettori Bruno - Dore - Stara:

"Norme in materia di concessione di mutui per l'acquisto di fondi rustici e di impianti serricoli ed agevolazioni per i trasferimenti di proprietà dei terreni agricoli". (96)

(Pervenuta il 28 giugno 2000 ed assegnata alla quinta Commissione.)

dai consiglieri Pusceddu - Cugini - Lai - Dettori Ivana - Calledda - Demuru - Falconi - Marrocu - Morittu - Orru' - Pacifico - Pinna - Pirisi - Sanna Alberto - Sanna Emanuele - Sanna Salvatore - Scano - Spissu:

"Norme per la prevenzione delle molestie e persecuzioni psicologiche negli ambienti di lavoro e per la tutela dei lavoratori vittime di mobbing". (98)

(Pervenuta il 5 luglio 2000 ed assegnata alla sesta Commissione.)

dai consiglieri Fantola - Cossa - Cassano - Demontis.

"Disciplina dell'imposta regionale sulle attività produttive". (99)

(Pervenuta il 6 luglio 2000 ed assegnata alla terza Commissione.)

Risposta scritta ad interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

Interrogazione FRAU su alcune strane nomine presso la ASL n. 1 di Sassari. (38)

(Risposta scritta in data 29 giugno 2000.)

Interrogazione CAPPAI sul reinserimento dei lavoratori della società SIACA. (150)

(Risposta scritta in data 29 giugno 2000.)

Interrogazione CASSANO sulla mobilità, incarichi e promozioni alla ASL n. 1 di Sassari. (152)

(Risposta scritta in data 29 giugno 2000.)

Interrogazione LA SPISA - CALLEDDA sulla situazione ex dipendenti SIACA. (153)

(Risposta scritta in data 29 giugno 2000.)

Interrogazione PINNA - CALLEDDA - PACIFICO sull'esigenza di eliminare lo stato di grave pericolo per i cittadini in cui si trova la SS 130 che collega Cagliari con Iglesias. (130)

(Risposta scritta in data 10 luglio 2000.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

MANCA, Segretario:

Interrogazione FOIS, con richiesta di risposta scritta, sul focolaio di peste suina classica. (179)

Interrogazione LIORI, con richiesta di risposta scritta, sulle cure climatiche e termali a favore di invalidi per causa di guerra, per servizio e categorie assimilate, ai sensi dell'articolo 57 della legge n. 833 del 1978. (180)

Interrogazione FRAU, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione del settore carburanti presso l'Azienda Foreste Demaniali di Sassari. (181)

Interrogazione FADDA, con richiesta di risposta scritta, sui disservizi amministrativi e gestionali che si stanno determinando nello IACP di Cagliari per effetto della mancata delega alla firma al nuovo Presidente del Consiglio di amministrazione e per il ritardo della nomina del rappresentante della Provincia di Cagliari nello stesso organo. (182)

Interrogazione FRAU, con richiesta di risposta scritta, sulle sostanze tossiche scaricate a Porto Torres. (183)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

MANCA, Segretario:

Interpellanza BALIA - IBBA - MASIA sul mancato pagamento da parte dell'ESAF per i lavori di gestione esterna. (46)

Interpellanza TUNIS Marco Fabrizio sulla mancata istituzione del Parco geominerario ambientale della Sardegna e sul licenziamneto di lavoratori socialmente utili. (47)

Interpellanza PINNA - CALLEDDA - PACIFICO - PUSCEDDU sul fallimento della privatizzazione dello stabilimento SARDAMAG di Sant'Antioco. (48)

Interpellanza LA SPISA sul recupero del concorso pubblico sugli interessi di cui all'articolo 5 della L.R. 13 dicembre 1988, n. 44, imposto dalla Commissione Europea. (49)

Interpellanza BALIA - IBBA - MASIA sulla improrogabile necessità di ripristinare il servizio di guardia medica nel Comune di Ussassai. (50)

Interpellanza CUGINI - LAI - SPISSU - MORITTU - GIAGU - DETTORI Bruno - SANNA Giacomo - DEIANA - VASSALLO sul progetto per la realizzazione di un impianto di itticoltura a Santa Teresa di Gallura. (51)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

MANCA, Segretario:

Mozione PUSCEDDU - CUGINI - CALLEDDA - PACIFICO - PINNA - SANNA Alberto sulla mancata utilizzazione dei finanziamenti statali erogati, ai sensi della legge 24 marzo 1989, n. 122, per la realizzazione di parcheggi pubblici. (20)

Mozione USAI - FLORIS Emilio - BIGGIO - PILI - COSSA - AMADU - PIANA - LOMBARDO - LA SPISA - SANNA NIVOLI - DEMONTIS - BALLETTO - CAPELLI - CORDA - MURGIA - PILO - FRAU - GRANARA - LICANDRO - CARLONI -RANDAZZO - LIORI - ONNIS sul DPGR 13 gennaio 2000, n. 4, concernente la ridefinizione dei Servizi delle Direzioni generali della Presidenza della Giunta e degli Assessorati. (21)

Sulle dimissioni del Questore Gianfranco Tunis

PRESIDENTE. Ricordo al Consiglio che, nella seduta del 27 giugno scorso, è stata data lettura della lettera di dimissioni del questore Gianfranco Tunis, delle quali il Consiglio, in quella occasione, non ha preso atto, come prescrive il comma 8 dell'articolo 11 del Regolamento, a causa dell'assenza del medesimo consigliere Questore. Quindi, l'ordine del giorno della seduta odierna reca al primo punto la presa d'atto delle dimissioni del Questore Tunis.

Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS GIANFRANCO (Popolari-P.S.). Signor Presidente, colleghi, ritengo giusto e doveroso che oggi, in quest'aula, vengano spiegate le ragioni delle dimissioni date dal sottoscritto per solidarietà col Gruppo dei Popolari, per la nota azione violenta e contra legem che è stata adottata nei confronti di questo Gruppo. Io oggi, qui, non voglio entrare nel merito delle ragioni, e per astratto posso anche pensare che le ragioni fossero dalla parte di chi ha dato l'ordine, però debbo subito dire che nessuno è autorizzato ad esercitare arbitrariamente le proprie ragioni, e non

può, soprattutto colui che deve garantire, in questo consesso, la legalità, dare corso a ordini che sono in palese violazione anche del Codice penale.

Quindi ho voluto esprimere solidarietà, ma anche protesta, soprattutto perché non mi è stata data nessuna informazione al riguardo (ho appreso la notizia in via Roma, da alcuni viandanti), e anche perché altre volte dagli Uffici sono state assunte iniziative senza un coinvolgimento del sottoscritto. Questo dibattito mi consente, inoltre, di informare l'Aula su alcune situazioni di illegalità e di violazione di leggi e regolamenti che si verificano da diverso tempo. In particolare voglio denunciare che si tende ad esautorare il Collegio dei Questori, in violazione dell'articolo 1 bis del Regolamento di amministrazione e contabilità, in quanto questo organismo non viene posto in condizione di lavorare, perché non viene neppure comunicato dagli Uffici l'elenco delle questioni da affrontare. Inoltre, in questi uffici si provvede di norma ad effettuare gare informali, utilizzando antiquati sistemi burocratici che non garantiscono trasparenza. Viene altresì utilizzato spesso l'espediente di spezzettare gli importi ed eludere in tal modo i limiti di impegno, ma soprattutto, come ho già detto, in violazione dell'articolo 1 bis del Regolamento di amministrazione e contabilità, vengono esperite delle gare, che sono di competenza del Collegio dei Questori, con la sola presenza di un Questore, adducendo motivi di urgenza che poi, in ogni caso, vengono

puntualmente vanificati dal fatto che il Segretario Generale aggiudica la gara dopo almeno venti giorni.

Ritengo questa situazione di illegalità e di ripetute illegittimità molto preoccupante e poco dignitosa per il Consiglio e per i suoi organi interni, per cui credo che sia giusto dare una spallata a questo tipo di burocrazia, non facendo volare gli stracci, come spesso avviene, ma puntando direttamente alla testa di questo tipo di burocrazia. Soltanto così può essere ridata dignità e certezza di diritto alle istituzioni e certezza di operare nel bene per gli organi interni di questo Consiglio. Naturalmente, mi assumo la piena responsabilità delle mie dichiarazioni. Sono a disposizione, eventualmente, di chi volesse sentirmi e sono in grado di dimostrare ogni cosa che ho detto.

PRESIDENTE. Ai sensi del comma 8 dell'articolo 11 del Regolamento, il Consiglio, si deve pronunciare sulle dimissioni del consigliere Gianfranco Tunis che sono state riconfermate.

Ha domandato di parlare il consigliere Fadda. Ne ha facoltà.

FADDA (Popolari-P.S.). Signor Presidente, chiedo scusa a lei e ai colleghi se mi permetto di intervenire su un tema che credo mai, nella storia del nostro Consiglio regionale, sia stato dibattuto. Consentitemi innanzi tutto di ringraziare il collega Gianfranco Tunis per il gesto di solidarietà che ha compiuto nei confronti del Gruppo dei Popolari e di chiedervi di respingerne le dimissioni, perché, badate, cari colleghi, questa volta è capitato a un consigliere regionale del Partito popolare trovare la propria stanza di lavoro chiusa e credo, che se non avessimo la capacità di dibattere sia su quanto è successo, sia, come diceva il collega Tunis, della organizzazione e del funzionamento del Consiglio regionale, noi commetteremmo un gravissimo errore.

Si dibatte sempre, delle dimissioni di un Assessore; credo che le dimissioni del collega Tunis, anche per le motivazioni che egli ha portato, ma non solo per queste, meritino l'attenzione di quest'Aula e un dibattito su un'azione che ritengo gravissima soprattutto per il modo in cui è stata compiuta.

Mi rivolgo al Questore che è stato delegato a risolvere questo problema, al quale ho chiesto di visitare i nostri locali. Comprendo che alla gran parte del Consiglio possa non interessare questo dibattito, perché il Gruppo dei Popolari effettivamente si trovava e si trova in una situazione di privilegio rispetto ad altri Gruppi, però, credetemi, il modo in cui è avvenuta la chiusura delle stanze del Gruppo dei Popolari è indegno.

Tralascio, come ha fatto il collega Tunis, perché l'intervento diventerebbe molto lungo, tutte le ragioni che hanno spinto la Conferenza dei Presidenti di Gruppo a cercare di trovare una soluzione al dramma di molti colleghi che non avevano una stanza in Consiglio regionale. Devo dire però che mi meraviglio che il Segretario Generale, nonostante il Capogruppo abbia inviato una lettera a lui e al Presidente del Consiglio, indicandogli delle stanze vuote - erano quattro o cinque le stanze vuote - abbia permesso, caro onorevole Contu, che lei rimanesse senza stanza. Il Gruppo dei Popolari ha chiesto che, prima di tramezzare l'unico salone disponibile per una serie di Gruppi, si riflettesse, perché la sala riunioni è necessaria a tutti noi per poter incontrare le persone. Ho chiesto, e non mi è stata data risposta, che si facesse una ricognizione precisa delle stanze vuote in Consiglio regionale, e il Capogruppo ha dichiarato la piena disponibilità, se si fosse reso necessario, a fare in modo che alcune stanze fossero lasciate libere da parte del Gruppo dei Popolari. L'ultimo colloquio col Segretario Generale, è stato, debbo dire, abbastanza acceso, e lo ha riportato anche la stampa. Siamo stati dal Presidente del Consiglio per cercare di fargli capire che le stanze non dovevano, caro Segretario Generale, essere utilizzate come magazzini, perché ad una mia segnalazione di una stanza vuota mi è stato risposto che quello era un magazzino. Ma la cosa grave è che, il venerdì mattina prima del sabato fatidico, il dottor Pirina ha mandato il dottor Pinna al Gruppo dei Popolari per poter discutere la soluzione che si voleva dare al problema delle stanze in Consiglio regionale. Dopo un colloquio di circa un'ora con il dottor Pinna e con un altro funzionario, ho chiesto al dottor Pinna di riferire al dottor Pirina, e il dottor Pinna mi ha confermato di averlo fatto, che lunedì mattina, al rientro del Presidente del Consiglio, mi sarei recato a discutere con lui del problema per trovare una soluzione assieme ad altri Gruppi del Consiglio regionale. Ebbene, il dottor Pirina, nonostante gli sia stato riferito che il Gruppo dei Popolari avrebbe avuto un incontro col Presidente del Consiglio, il lunedì, ha chiamato, credo con un ordine di servizio scritto, degli operai, non sappiamo chi, di buon mattino, perché nessuno potesse accorgersene e ha fatto chiudere le stanze del Gruppo dei Popolari. Credo che gli operai siano stati anche pagati con lo straordinario, e lo verificheremo.

USAI (A.N.). Stiamo riducendo il Consiglio regionale ad un condominio.

FADDA (Popolari-P.S.). Ho chiesto scusa.

USAI (A.N.). Mi è stato suggerito, ma sono d'accordo con il collega di Forza Italia e condivido quello che ha detto l'autorevole esponente di Forza Italia: è un condominio!

FADDA (Popolari-P.S.). Se qualcuno lo ha ridotto così deve pagare.

(Interruzione del consigliere Usai)

PRESIDENTE. La discussione è libera, onorevole Usai, lei interverrà dopo l'onorevole Fadda, non sia intemperante.

FADDA (Popolari-P.S.). Io, tra l'altro, non disprezzo mai i condomini perché ci abito. Non capisco in che condominio abiti il collega. E' grave che un Segretario Generale dia un ordine scritto violando, secondo me, le leggi, impedendo ad un Gruppo consiliare di poter dialogare con il Presidente del Consiglio per trovare una soluzione. Ma, badate, il problema delle stanze del Gruppo dei Popolari è per noi un grosso problema, un problema di immagine, un problema di sostanza perché si è impedito a qualche collega di lavorare. Mi dispiace dirlo, signor Presidente, ma il Segretario generale non ha più neanche l'autorevolezza necessaria per poter governare il personale, con i dirigenti ormai ha solo una comunicazione scritta, non riesce a riunirli per poter discutere e affrontare i problemi del Consiglio regionale. Non sono riuscito a venirne in possesso ma mi risulta che ci sia una corrispondenza tra i dirigenti e il Segretario Generale che lo dimostra. E quando un Segretario Generale perde autorevolezza con i più stretti collaboratori o con l'ultimo dei dipendenti, io credo che una riflessione dovrebbe farla.

In questi giorni sono avvenuti altri episodi gravissimi. La Commissione bilancio, per esempio, ha esitato un provvedimento che non poteva esitare.

BIGGIO (A.N.). Non l'ha esitato.

FADDA (Popolari-P.S.). Ha tentato di esitare un provvedimento.

BIGGIO (A.N.). Dica le cose come stanno non cose che non sono vere.

PRESIDENTE. Onorevole Fadda, prego. Vi ricordo che l'oggetto della discussione sono le dimissioni del questore Tunis. Prego, onorevole Fadda.

CUGINI (D.S.-F.D.). Collega Biggio, questa è la sede del Consiglio regionale, non è la sede del fascio!

BIGGIO (A.N.). Io non l'ho conosciuto, me lo presenti lei!

FADDA (Popolari-P.S.). Dicevo che la Commissione bilancio ha votato gli articoli, onorevole Biggio, dell'assestamento di bilancio, senza che i documenti dell'assestamento di bilancio venissero inviati alle Commissioni di merito. Questa è la dimostrazione del funzionamento del Consiglio regionale. Potremmo parlare delle dimissioni dell'onorevole Pilo e dell'accettazione e non accettazione delle dimissioni. Potremmo parlare del via vai continuo all'interno del Consiglio di persone non autorizzate, che girano per i Gruppi.

Credo che il dibattito debba svolgersi con la massima serietà, non credo che di un fatto di questa portata, signor Presidente, visto che lei era il Presidente incaricato in quel momento, lei sia stato informato, perché da quello che mi risulta lei non era neanche a conoscenza, nonostante stesse svolgendo le funzioni di Presidente, che non era stato informato l'Ufficio dei Questori che ha competenza tra l'altro su questa materia. Credo che irregolarità ce ne siano tante. Io mi auguro che, nel dibattito che faremo sul Regolamento, si decida che, così come avviene per gli altri dirigenti della Regione, valga anche per il personale del Consiglio regionale l'ultimo emendamento che è stato presentato dalla maggioranza, in modo che il Segretario Generale possa essere sostituito se non si dimostra all'altezza del proprio compito.

Lo dico con molta serenità: se non vogliamo che il Consiglio diventi un condominio, come diceva il collega Usai, si devono creare le condizioni perché fatti come quelli che sono accaduti e che stanno accadendo in questi giorni in questo Consiglio non possano più verificarsi. .

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Tunis Marco Fabrizio. Ne ha facoltà.

TUNIS MARCO (F.I.-Sardegna). Signor Presidente, colleghi consiglieri, all'ordine del giorno c'è un argomento ben determinato, ed avremmo dovuto procedere rispettando questo ordine del giorno, invece ci siamo trovati, e me ne dispiace, come consigliere regionale ma anche come ex funzionario del Consiglio regionale, a disquisire di argomenti che non hanno nulla a che vedere con l'oggetto del contendere, cioè con le dimissioni del consigliere questore Tunis Gianfranco.

Col pretesto della discussione delle dimissioni si è tentato di fare una discussione di tipo diverso, tranciando giudizi sui funzionari del Consiglio e censurando i comportamenti dei vertici di questa Amministrazione. Io, interpretando i desideri della parte politica alla quale appartengo e della maggioranza, dico che noi non abbiamo all'ordine del giorno questo argomento. Avevamo già richiesto in precedenza di discutere della funzionalità del Consiglio regionale in una apposita seduta, e ancora oggi non abbiamo avuto la possibilità di disquisire di questo argomento. In quella occasione avremmo potuto discutere anche di questi delicati argomenti, che riguardano la funzionalità, le eventuali mancanze, le attrezzature di cui dotare i servizi, e, dove occorre, provvedere anche a supplire alle carenze di personale. Orbene, oggi, con questi interventi, si vuole far ricadere la responsabilità su questa amministrazione o su questa maggioranza. Signori miei, non è così. Questa è una presa d'atto di una situazione fallimentare che risale ad anni precedenti, nei quali abbiamo avuto Presidenti del Consiglio appartenenti alla vostra parte politica, e una struttura che voi avete governato a vostro piacimento.

Non posso tollerare, collega Fadda - non si allontani, stia qui ad ascoltarmi - che ella si permetta di mettere in dubbio la funzionalità di questa struttura e di formulare giudizi offensivi. Occorre mettere questo argomento all'ordine del giorno e trattarlo nei modi previsti dal Regolamento, perché trattandosi anche di esprimere di giudizi sulle persone si potrebbe anche decidere di fare una discussione a porte chiuse. Invece, forse perché soffrite per la vostra scarsa rappresentanza in questo Consiglio regionale, voi consiglieri di un piccolo partito, vi permettete di utilizzare un argomento per ampliarlo ed accusare la maggioranza di inefficienza.

Signori miei, su questo argomento io dico che bisogna stopparvi e non permettervi di offendere nessuno, nessun funzionario e nessuna struttura, perché nel Consiglio regionale esiste una amministrazione ed esiste un Collegio dei Questori che è preposto al suo buon andamento, e il collega Tunis Gianfranco ne fa parte. Il collega aveva quindi tutte le possibilità di fare le proprie osservazioni all'interno del Collegio dei Questori, ma non ha il diritto di venire in aula a fare di tutta l'erba un fascio ed accusare a destra e a sinistra.

Signori miei è ora di smetterla, il Consiglio regionale è una cosa seria, è una struttura efficiente, lo è sempre stata. Se si deve discutere di questo lo si faccia con un ordine del giorno ben preciso: "Discussione sulla mancanza di funzionalità del Consiglio regionale". Invece vi siete permessi di utilizzare le dimissioni di un questore per trattare questo tipo di argomenti. Mi rifiuto di accettare questa logica, e non soltanto perché non ho nulla a che vedere con questa vicenda, perché il consigliere Tunis è mio fratello, ma perché si è permesso di offendere una struttura della quale faceva parte. Lei aveva tutte le possibilità all'interno del Collegio dei Questori di sospendere, modificare, accelerare le procedure. Non è che tutto fosse sbagliato ed appena lei è arrivato ha sistemato le questioni.

Signori miei, quello che voglio dire è che bisogna ritrovare il giusto equilibrio. Il Consiglio ha già deciso di mettere all'ordine del giorno questo argomento. In quella sede se ne discuterà, si vedranno le eventuali mancanze, si vedrà il disastro che è successo nella precedente legislatura, con la presidenza del collega Selis che non ha consentito al Consiglio di funzionare. Noi stiamo pagando le conseguenze del passato, signori miei.

Tutto ciò premesso, all'ordine del giorno oggi ci sono le dimissioni del questore Tunis, quindi o si respingono o si accettano, ma non possiamo permettere a nessuno di far entrare dalla finestra cose che non possono entrare dalla porta. La correttezza istituzionale deve imperare in quest'Aula. Il Consiglio regionale non può essere trasformato, come ha detto il collega Usai, in un condominio.

PRESIDENTE. Suppongo che non vi sia bisogno di ricordarlo, però, quando all'interno del Consiglio si fanno considerazioni sui colleghi, questi hanno diritto a replicare, per difendere la propria dignità personale, Quando si attaccano le strutture o il personale della Regione, vi prego di tenere in considerazione che, citando nomi, cognomi e fatti specifici, si oltrepassa la correttezza, perché non è questa la sede opportuna, anche perché chi è accusato in modo così esplicito non ha la possibilità di ribattere. Quindi, vi prego di contenere il dibattito all'interno dell'argomento in discussione che è quello delle dimissioni del questore Tunis.

Al tema del funzionamento del Consiglio saranno dedicate delle apposite sedute, come già è stato richiesto, ma vi prego di restare nei limiti della correttezza, perché le persone non possono essere offese senza che abbiano la possibilità di replicare alle accuse.

Ha domandato di parlare il consigliere Cugini. Ne ha facoltà.

CUGINI (D.S.-F.D.). Io la ringrazio per la precisazione e devo dire che non è e non sarà nelle mie intenzioni offendere colleghi consiglieri o funzionari di questo Consiglio, ma devo aggiungere che non mi pare che i colleghi Gianfranco Tunis e Fadda nei loro interventi abbiamo offeso nessuno.

Il collega Tunis ha richiamato una situazione della quale è bene che lei, in qualità di Presidente, si faccia carico. Io non ho commenti da fare in merito alle considerazioni che ha fatto il collega Gianfranco Tunis. E` chiaro però, lo abbiamo sentito tutti, che sono stati fatti dei rilievi precisi sul funzionamento della nostra organizzazione e sono stati fatti in seduta pubblica. È vero, avrebbe potuto proporli all'attenzione dei Capigruppo, in una sede diversa, però avremmo escluso la stragrande maggioranza del Consiglio dalla conoscenza di un argomento delicato che il collega Tunis ha voluto sottoporre alla nostra attenzione.

Quindi, io chiedo che sul tema che è stato indicato nel suo intervento, ci sia un rapido incontro anche informale dei Presidenti di Gruppo che ci permetta di entrare nel merito delle diverse considerazioni che sono state fatte, perché lei, oltre ad essere Presidente del Consiglio, svolge anche la professione di avvocato e ha più chiaro di me quello che è stato sottoposto alla nostra attenzione. Lei ha la sensibilità giusta per concludere che le considerazioni del collega Tunis meritano attenzione, approfondimento ed aggiungo - per quanto mi riguarda - una definizione puntuale, perché puntuale è stato il rilievo - io non uso neanche il termine denuncia - puntuale è stato il rilievo. E tanto è stato puntuale il rilievo che ha costretto il collega Tunis ad annunciare le sue dimissioni dalla funzione di Questore, ma la correttezza sta nel fatto che non ne ha parlato neanche con la parte che lo ha proposto e votato, perché ha voluto giustamente rispondere di questa funzione all'insieme del Consiglio, quindi io penso che l'argomento debba essere richiamato con estrema puntualità e portato alla giusta definizione.

Sull'altra questione che è stata richiamata, rispondendo al collega Marco Fabrizio Tunis, ci tengo a dire che il suo intervento non c'entra niente con l'argomento che ha svolto il collega Fadda. Ha sbagliato l'occasione, non gli capita spesso di azzeccarla, per dire la verità. Però in questa occasione mi pare che il collega Fadda non abbia fatto nessun rilievo - ci sono gli atti - nei confronti della maggioranza. Non ha fatto nessun rilievo e, quando ha richiamato colleghi della maggioranza, lo ha fatto con garbo e con attenzione alla situazione di difficoltà che altri colleghi consiglieri vivono in questo Consiglio, perché se il capogruppo Cossa è stato costretto a dare le dimissioni da questa funzione perché privo di locali per svolgere l'attività del Gruppo, penso che questo sia un argomento che interessa l'insieme del Consiglio. E se altri colleghi, ad oggi, non hanno una sede nella quale poter svolgere la loro attività, credo che sia giusto richiamare l'argomento ed anche richiamare, non per offendere, io sono d'accordo, la funzione che in questa organizzazione svolgono i consiglieri ed anche i funzionari, per dire che occorre stabilire un punto di incontro tra le esigenze che abbiamo come Consiglio regionale, le disponibilità che nel Consiglio ci sono, e le attività che conseguentemente devono essere svolte per rispondere positivamente alle esigenze dell'organizzazione del lavoro del Consiglio. Però il collega Marco Fabrizio di queste questioni non si interessa, introduce argomenti fuorvianti, aggiungo inutili, anche a nome e per conto di altri colleghi della maggioranza, che, mi risulta, in altre occasioni, con puntualità e con indicazioni costruttive di lavoro, hanno richiamato l'argomento per proporne una soluzione. Quindi io non credo che lei fosse stato delegato a trattare, così come l'ha trattato, questo argomento, in modo improprio, aggiungo scorretto e improduttivo per quanto riguarda l'indicazione che ha dato il collega Fadda.

Io credo che il tema, lo dico per gli amici funzionari, possa essere ripreso alla luce della situazione odierna e possa essere portato a conclusione. Abbiamo incaricato un collega Questore per verificare le possibilità di soluzioni diverse che abbiamo proposto, so che si sta lavorando in quella direzione, quindi io mi limito ora a sostenere gli argomenti che il collega Fadda ha proposto in nome e per conto del Partito popolare, che ha subito, lo dobbiamo dire, un torto, ma quando si usano strumenti di questo tipo, è chiaro che si è subito un grande torto. Certo questo non può essere quantificato dal punto di vista materiale, ma, dal punto di vista dei rapporti all'interno del Consiglio, è chiaro che non si possono mettere i sigilli nella sede di un partito, e soprattutto non possono mettere i sigilli nella sede istituzionale di un Gruppo. Effettivamente, non capisco perché questo sia avvenuto.

Concludo quindi - come vede Presidente io ho accolto il suo invito, che coincideva del resto col mio proposito - dicendo che le due questioni, che sono separate e che solo improvvidamente il collega Marco Fabrizio ha proposto alla nostra attenzione, dovranno essere trattate rapidamente e, penso, con il contributo di tutti.

TUNIS MARCO (F.I.-Sardegna). Pensi a lei; non cerchi di scaricare su altri.

CUGINI (D.S. - F.D.). Io effettivamente posso pensare a me perché ho la testa per pensare. Questo non posso dirlo del collega Marco Fabrizio che, pur avendo la testa, non sa pensare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cogodi. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.). Signor Presidente, onorevoli (oggi davvero bisogna dire tanto onorevoli) colleghi, io, come diversi di voi, pensavo che avremmo potuto ancora una volta, in questo Consiglio regionale, vederne e sentirne delle belle, ma per quanto sia fervida la nostra fantasia ritengo che molti di noi non abbiano mai pensato che avremmo potuto vivere una seduta di tal fatta. Fosse vero che questa può essere assomigliata ad una riunione di condominio, con tutto il rispetto per i condomini e per le riunioni, sarebbe stata una cosa più seria.

Fosse vero che qui c'è qualcuno che si sente offeso ed altri che vogliono rimediare alle illegalità, saremmo tutti pronti ad approfondire l'argomento e a trovare soluzioni. Io dico, con molta tranquillità e sincerità, che non ho capito il senso e la finalità della discussione che si è aperta oggi nel Consiglio regionale della Sardegna, e chiedo che chi ha avviato questa discussione, chi ha pensato di portare il Consiglio regionale a questo punto, operi un supplemento di intervento, e ci aiuti a capire, perché vogliamo venire a capo di questa situazione. Sono tante le anomalie e alle tante anomalie oggi si aggiunge questa. Le dimissioni di un componente dell'Ufficio di Presidenza, formalmente presentate - così come è certificato negli atti - per solidarietà con il proprio Gruppo, per un presunto torto subito ad opera di una iniziativa dello stesso Ufficio di Presidenza, si trasformano non in una dichiarazione, ma in una elencazione di irregolarità e di illegalità di cui sarebbe affetto il Consiglio regionale della Sardegna, per il voluto cattivo funzionamento dei suoi uffici, delle sue strutture, della sua organizzazione, in ordine alle quali irregolarità e illegalità - e si aggiunge ed è agli atti - "penalmente rilevanti", si annuncia di essere pronti ad essere uditi in qualsiasi sede per darne dimostrazione.

Io mi posso fermare qui. Come consigliere regionale della Sardegna, come componente del Gruppo della Rifondazione Comunista, che è composto di gente che ha ancora il senso dell'appartenenza a qualcosa, a valori, a idealità, ed anche un senso di disciplina e di organizzazione e di serietà della politica e del tutto, chiedo di avere qui ed ora, nell'Aula del Consiglio regionale, nel Parlamento del popolo sardo, questi elementi dimostrativi. Noi li vogliamo, non vogliamo pensare che vi sia nessun Giudice da nessun altra parte che possa giudicare della regolarità e della legalità del funzionamento dell'Assemblea parlamentare del popolo sardo, che è giudice di se stessa e del proprio funzionamento, perché se non è capace di essere giudice del proprio buon funzionamento, questa Assemblea non ha diritto di stare neppure un giorno di più in quest'Aula. Non è che Tunis uno - quello che si dimette da questore - o Tunis due - quello che non si è capito cosa vuole dire - non possano stare in un organo interno del Consiglio, nessuno di noi ha diritto di stare qui se non accerta e se non garantisce che tutti gli elementi che stanno alla base innanzitutto della legalità e del corretto funzionamento del Consiglio sono garantiti e rispettati in quest'Aula.

Questa è il luogo della rappresentanza popolare, questo è il luogo della legalità. Quando questo Consiglio regionale vota una legge, costruisce legalità per tutti gli altri e per sé stesso innanzitutto. E se avesse il dubbio di non vivere nella totale legalità non avrebbe diritto di costruire legalità per gli altri. Questa è un'assemblea parlamentare che fa le leggi, che costruisce la legalità per gli altri. Quindi è preliminare che tutti gli elementi siano accertati, che si tratti di denunce, indicazioni, elencazioni, petizioni, non contano le parole, vale la sostanza. Noi vogliamo avere la certezza di essere componenti di un Consiglio regionale, di un'assemblea parlamentare che vive nella più totale legalità. Sono troppe le anomalie alle quali assistiamo e guai a farne passare una senza reagire a sufficienza, a modo e a tempo.

Intanto c'è l'anomalia del Presidente del Consiglio regionale. Come è possibile che oggi sia iscritto all'ordine del giorno questo argomento che primariamente vede come parte, non dico in causa, ma come parte che dovrebbe dare le dovute garanzie, il Presidente del Consiglio regionale, il quale si è assunto pubblicamente la responsabilità del fatto che ha originato le dimissioni del consigliere Tunis dall'Ufficio dei Questori per protesta, per un'iniziativa che è firmata dal Segretario Generale, ma di cui il Presidente del Consiglio si è assunto la diretta responsabilità, e che quest'ultimo non sia presente? Come può un Presidente iscrivere all'ordine del giorno i temi che più direttamente riguardano il funzionamento del Consiglio e non essere presente alla discussione, lasciando la responsabilità nella conduzione dei lavori di questa Assembla a un vicepresidente, che esercita pienamente le funzioni di presidente, ma non c'entra nulla in questa vicenda. Potrà dare spiegazioni, come dire, di scuola, astratte, ma non in ragione dei fatti che sono accaduti.

La seconda anomalia è determinata dal fatto che questo Consiglio regionale ha deciso una cosa alla quale chi doveva dare seguito non dà seguito. Quando abbiamo approvato il bilancio interno del Consiglio si è dichiarato in quest'aula, e tutti ne hanno preso atto e tutti i Gruppi hanno concordato - e quindi la Presidenza era tenuta a garantire il rispetto di questa decisione - che si sarebbe proceduto quanto prima ad un esame d'insieme della funzionalità del Consiglio, e che si sarebbe discusso di questo argomento in quest'Aula, perché queste cose potessero essere discusse pubblicamente, coram populo, in modo costruttivo, per trovare rimedi e per migliorare tutto il sistema di funzionamento del Consiglio, che non si esaurisce in quest'Aula. Questa è l'assemblea parlamentare, ma ci sono anche gli uffici, le strutture, la logistica e quant'altro è di supporto al miglior funzionamento del Consiglio regionale. Sono passati circa quattro mesi, e non si è fatto niente. Allo stesso modo, la Giunta regionale non adempie le prescrizioni di legge dell'articolo 2 della finanziaria, che obbligava la Giunta a presentare un assestamento di bilancio entro il 30 giugno. La legge non vale per la Giunta, le deliberazioni del Consiglio non valgono per la presidenza del Consiglio, e così tra cose che non valgono da una parte e che non valgono dall'altra, non si capisce più qual è il senso non solo della politica, ma anche delle decisioni che si assumono.

La verità è che questo Consiglio, è inutile negarlo, risente e risentirà ancora, finché vorrà ostinarsi a lavorare in questo modo, di quel vizio d'origine, di quello strappo alle regole che ha portato la politica a non essere più rispettata e rispettabile. Questo Consiglio regionale vive una condizione nella quale il Presidente del Consiglio è tale perché ha negato la sua funzione, quando ha votato per una parte politica, negando la funzione arbitrale della Presidenza. Questo Consiglio risente soprattutto, e ho finito Presidente, dello strappo iniziale di una parte dell'Assemblea eletta dal popolo con un mandato, che ha deciso di esercitare il proprio mandato nel campo avverso. Questa Assemblea ha un governo che non è più fondato sulla legittimità politica del mandato popolare.

Torneremo su questi argomenti, quando affronteremo gli altri punti che sono iscritti all'ordine del giorno del Consiglio, di ben altra consistenza rispetto a questo. Il Governo della Regione presume di essere un governo che ha autorità e vive nella legalità, e trae la sua presunta legittimazione da una parte del Consiglio che ha "passato il campo", che ha chiesto agli elettori un mandato e quel mandato poi non l'ha esercitato, ma ha esercitato il mandato contrario. La politica non può essere appartenenza e appannaggio personale, e se il presidente Floris, oltre che nella sua chiacchierata feriale usuale col suo collega assessore Masala, nella sua consueta intervista domenicale…

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Presidente della Giunta. È un dibattito che non mi interessa. Non sono obbligato a partecipare a tutti i dibattiti, abbia pazienza!

COGODI (R.C.). Il dibattito non la interessa? Presidente, io ho tanta pazienza, ma lei conferma con questa sua ammissione la mia tesi di fondo, che questo Consiglio non è legittimato a stare qui e che lei e la sua Giunta non siete legittimati a stare lì, perché se lei è lì perché deve starci, ma non le interessa, e afferma che quello che si dice in quest'aula, qualunque cosa si dica, non le interessa e neppure è tenuto ad ascoltare, noi stiamo...

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Presidente della Giunta. Credo che non interessi a nessuno.

COGODI (R.C.). A lei deve interessare, lei è lì per essere interessato a quello che accade in Consiglio.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Presidente della Giunta. Alle cose interessanti.

COGODI (R.C.). Lei non può distinguere le cose. Vedete, io dovrei rinunciare, perché una battuta polemica la posso capire, ma che il Presidente della Regione, che la Giunta regionale, la cui assenza determina addirittura la non legalità delle riunioni del Consiglio, dichiari che un argomento che è discusso in Aula, perché è iscritto all'ordine del giorno, può non essere ascoltato e tanto può non interessare da non sapere neppure di che cosa si discute, ci porta oltre quel confine che non è di formale legalità, ma che è di fondamentale serietà. Così come, avrei tante cose da dire, e ci saranno le occasioni per dirle, anche sulle interviste domenicali del Presidente della Giunta, il quale...

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Presidente della Giunta. Quelle del sabato sono migliori, la domenica non produce niente.

PRESIDENTE. Onorevole Cogodi, non raccolga, stiamo al tema delle dimissioni del Questore.

COGODI (R.C.). No, a me quello che dice il Presidente della Regione interessa.

Le dimissioni dell'onorevole Questore sono determinate da dei fatti che sono stati in parte enunciati nella motivazione delle dimissioni, e in gran parte sono state motivate oggi col suo intervento in Aula. Questo è l'argomento in discussione. In ogni caso io posso benissimo concludere il mio intervento dicendo che né io, né i colleghi consiglieri regionali del Gruppo della Rifondazione Comunista, Velio Ortu e Walter Vassallo, accettiamo, e vogliamo che risulti negli atti del Consiglio, che si possa affermare , come è stato fatto, che questo Consiglio regionale vive nella irregolarità e nella illegalità, e che di ciò non si dia dimostrazione e che il Consiglio non pretenda di venirne a capo subito e innanzitutto. Noi, personalmente e come Gruppo politico, non accettiamo che siano denunciati in quest'Aula dei fatti che costituiscono non solo delle irregolarità ma dei reati, qualora fossero accertati, come lo il frazionamento artificioso delle gare, e mi fermo a questo, perché ben altre cose sono state denunciate, tipo l'effettuazione di gare informali per acquisti, il richiamo a falsi motivi d'urgenza per consentire l'aggiudicazione a determinati fornitori. Questo abbiamo sentito, e questo avete sentito tutti ed è certificato negli atti del Consiglio, e noi, per quanto ci riguarda, personalmente e come Gruppo politico, con ci stiamo. Noi ciò abbiamo sentito e di ciò chiediamo un immediato e preliminare accertamento alla Presidenza del Consiglio e alla Giunta regionale per quanto è di sua competenza. Chiediamo questo accertamento innanzitutto agli organi istituzionali della Regione. La nostra conclusione pertanto è che non sono più sufficienti le dimissioni del consigliere Tunis da Questore, perché in questa situazione dovrebbero dimettersi anche gli altri Questori. Altro che respingere quelle di Tunis, perché con questa barzelletta delle dimissioni non vere "alla Mariella Pilo", non si capisce più nulla! Consiglieri che si dimettono da Presidente di Commissione perché la maggioranza non li sostiene, e che ritirano le dimissioni per lo stesso motivo, perché la maggioranza non li sostiene e quindi non li rieleggerebbe! E chi ci capisce più nulla!

Per queste ragioni, noi non voteremo per respingere le dimissioni del collega Tunis, se potessimo, noi voteremmo per le dimissioni di tutti i Questori e di tutto l'Ufficio di Presidenza per poter fare un ragionamento serio e venire a capo, un volta per tutte, del problema della funzionalità dell'Assemblea parlamentare.

In ogni caso appena sarà esaurito questo scambio di opinioni, a caldo, perché noi non sapevamo nulla di quello che sarebbe accaduto stasera, poiché nessuno ci ha avvertito, neanche il collega Tunis, che pure è Questore per conto della minoranza. Il Regolamento infatti, nel prescrivere che nella votazione per eleggere i tre Questori ogni consigliere indica solo due nomi, stabilisce chiaramente che tutte le parti politiche, debbano essere più o meno rappresentate nell'ufficio dei Questori, e il collega Tunis era Questore della minoranza, è stato votato anche da me, rappresentava anche me, non me o noi in astratto come consiglieri, noi come parte politica. Mai, in nessuna circostanza, il collega Tunis ci ha dato un'informazione sulle illegalità o irregolarità di cui oggi ha detto di essere stato a conoscenza. Noi l'abbiamo appreso qui e siamo anche un pochino turbati, ragione per la quale chiediamo fin d'ora che, a conclusione di questo scambio di opinioni, si sospendano i lavori del Consiglio e si concordino le modalità con cui si deve procedere, perché, ripeto, fosse anche stata una riunione di condominio, anche le riunioni di condominio hanno la loro dignità e s devono essere regolari e soprattutto devono avere una conclusione che abbia efficacia, fosse anche solo per imbiancare la facciata del palazzo di tutti.

PRESIDENTE. A seguito dell'intervento dell'onorevole Fadda, che sostanzialmente è contrario alla presa d'atto delle dimissioni dell'onorevole Tunis, ritengo che il Consiglio debba pronunciarsi in merito. Trattandosi di una votazione riguardante persone, ai sensi dell'articolo 96 del Regolamento, la votazione ha luogo a scrutinio segreto. Ha domandato di parlare il consigliere Cogodi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.). Voglio solo dire, perché rimanga agli atti, che, coerentemente con le argomentazioni che sono state svolte da me per conto del Gruppo della Rifondazione Comunista, il nostro Gruppo non partecipa a questa votazione.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto sulle dimissioni del consigliere Gianfranco Tunis dalla carica di Questore.

TUNIS Gianfranco (Popolari-P.S.). Devo dichiarare il mio voto.

PRESIDENTE. Siamo in fase di votazione, non si possono più fare dichiarazioni di voto. Interverrà dopo.

TUNIS Gianfranco (Popolari-P.S.). Devo fare una dichiarazione di astensione. Devo dichiararlo prima o dopo il voto? Che cosa dice il Regolamento?

PRESIDENTE. Siamo in sede di votazione quindi non si possono fare dichiarazioni di voto.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu. Ne ha facoltà.

CONTU (C.C.D.). Presidente, lei ha indetto la votazione e le do atto di questo.Ma qui molte cose sono irrituali, perché per la verità il Regolamento parla di una presa d'atto.

PRESIDENTE. Onorevole Contu le ricordo che siamo in fase di votazione, e in questa fase non possiamo fare disquisizioni sul Regolamento.

CONTU (C.C.D.). Voglio arrivare alla votazione. Io credo, però, che se un Gruppo, oppure un singolo consigliere, vogliono dichiarare la propria astensione, possono farlo.

PRESIDENTE. Lo possono fare prima della votazione. Siamo in fase di votazione a scrutinio segreto.

CONTU (C.C.D.). Io ho alzato la mano, Presidente.

PRESIDENTE. Prima dell'apertura della votazione poteva esprimere le sue opinioni sul Regolamento e su tutto.

CONTU (C.C.D.). Presidente, io ho alzato la mano prima che lei dichiarasse aperta la votazione.

PRESIDENTE. Le ricordo ancora che siamo in fase di votazione a scrutinio segreto.

CONTU (C.C.D.). Faccia come crede.

Risultato della votazione

Il PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 41

astenuti 25

maggioranza 21

favorevoli 14

contrari 25

nulli 2

(Il Consiglio respinge le dimissioni)

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: AMADU - BALIA -BIANCAREDDU - BIGGIO - CALLEDDA - CAPELLI - CARLONI - CASSANO -CORONA - CUGINI - DEIANA - DEMURU - DETTORI Ivana - FADDA - FALCONI -FOIS - GIAGU - GRANARA - IBBA - LAI - MANCA - MARROCU - MASIA -MORITTU - NUVOLI - ONIDA - ORRU' - PACIFICO - PIANA - PILI - PINNA - PIRISI - PUSCEDDU - RANDAZZO - SANNA Alberto - SANNA Giacomo -SANNA Salvatore - SCANO - SELIS - SPISSU - STARA.

Si sono astenuti i consiglieri: BALLETTO - CORDA - COSSA - FANTOLA - FEDERICI - FLORIS Emilio - FLORIS Mario - FRAU - LA SPISA - LADU - LICANDRO - LIORI - LOMBARDO - MASALA - MILIA - MURGIA - ONNIS - PILO - PIRASTU - PITTALIS - RASSU - SANNA NIVOLI - SCARPA - TUNIS Marco - USAI.)

Si prende atto del fatto che il consigliere Gianfranco Tunis non ha preso parte alla votazione.

Svolgimento di interpellanze

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'interpellanza numero 3/A dei consiglieri Dore, Dettori Ivana, Dettori Bruno, Pinna e Lai sul nulla osta paesaggistico relativo al progetto immobiliare per i colli di Sant'Avendrace (Tuvixeddu).

Non essendo presenti i firmatari dell'interpellanza numero 3/A si passa alla successiva.

L'ordine del giorno reca la discussione dell'interpellanza numero 4/A a firma Pacifico e più, sui gravi fatti avvenuti presso l'azienda ospedaliera Brotzu, riportati dagli organi di stampa.

Poiché non è presente nessuno dei firmatari si passa alla successiva.

L'ordine del giorno reca la discussione dell'interpellanza numero 19/A. Se ne dia lettura.

MANCA, Segretario:

Interpellanza Vassallo - Cogodi - Ortu sui criteri di attuazione della legge regionale 3 luglio 1998, n.22, relativi alla concessione di contributi a sostegno dell'editoria locale.

I sottoscritti,

APPURATO che in data 12 dicembre 1999 è apparso sui quotidiani sardi l'avviso, dell'Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione spettacolo e sport, sui criteri di attuazione e conseguente concessione dei contributi relativi alla legge regionale 3 luglio 1998, n.22, riguardante interventi della Regione a sostegno dell'editoria locale;

RILEVATO CHE:

- i criteri di attuazione succitati sono stati pubblicati nel BURAS n. 37 dell'11 dicembre 1999;

- per l'anno in corso, le istanze delle aziende di produzione libraria per l'acquisto di opere a fini di sostegno (art. 4, L.R.22/98) dovranno essere inoltrate entro la data del 16 dicembre 1999, corredate da una articolata documentazione;

CONSIDERATO che la brevità dei tempi previsti per la presentazione delle istanze comporterà, per diverse aziende di produzione libraria, oggettive difficoltà per la presentazione della documentazione richiesta entro il termine stabilito con possibili danni per la mancata corresponsione dei contributi previsti,

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione spettacolo e sport, per sapere quali possano essere le ragioni di equità e di opportunità perché le Aziende di produzione libraria abbiano appena quattro giorni di tempo per predisporre la documentazione necessaria per la presentazione delle istanze e per conoscere quali rimedi intendano adottare per garantire la par condicio di tutti gli aventi diritto. (19)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vassallo. Ne ha facoltà.

VASSALLO (R.C.). Questa interpellanza, pur arrivando in Aula in ritardo, è ancora attuale, in quanto la Giunta regionale, proprio oggi, dovrebbe avere provveduto alla rideterminazione e al completamento dei criteri di programmazione.

(Interruzioni)

La Giunta dovrebbe avere provveduto in data odierna a rideterminare i criteri per la disciplina della pubblicità istituzionale.

PRESIDENTE. Prego i colleghi di consentire all'oratore di svolgere il suo intervento.

Chi ha interesse a discutere altri argomenti si accomodi fuori dall'aula.

VASSALLO (R.C.). Presidente, evidentemente la sua autorità in quest'Aula non è sentita, perché nonostante i suoi appelli io vedo che tutti continuano a chiacchierare e questo non è il modo di lavorare.

Se volete che rinunci, rinuncio pure.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta sospesa alle ore 18 e 41, viene ripresa alle ore 18 e 47.)

PRESIDENTE. La seduta era stata sospesa durante l'intervento dell'onorevole Vassallo. Prego, onorevole Vassallo, continui il suo intervento.

VASSALLO (R.C.). Stavo dicendo che la Giunta in mattinata si dovrebbe essere riunita proprio per rideterminare i criteri di programmazione relativi alla legge numero 22 del 1998, riguardante gli interventi della Regione a sostegno dell'editoria locale. Il problema al quale fa riferimento l'interpellanza in realtà, non riguarda solo questa materia, in quanto molto volte nel predisporre ii bandi che fissano i criteri per la concessione dei contributi previsti dalle leggi regionali, si fissano dei tempi per la presentazione delle domande, molto ridotti, quindi assolutamente non congrui. Con questa interpellanza vogliamo quindi richiamare la Giunta all'osservanza di una norma di buon senso, che è quella di permettere a tutti gli interessati l'accesso ai vantaggi previsti dalle leggi vigenti.

Per quanto riguarda la questione dell'editoria locale, la pubblicazione dell'avviso dell'Assessorato è avvenuta nel B.U.R.A.S. numero 37, dell'11 dicembre 1999, e la data di scadenza per la presentazione delle domande, corredate da una documentazione non dico complessa, ma che, non essendo conservata negli uffici delle singole imprese, va richiesta e prodotta da altri enti, era fissata al 16 dicembre. Gli interessati avevano quindi esattamente cinque giorni per preparare tutta la documentazione. Se poi si considera cheil BURAS arriva dappertutto un giorno o due dopo la pubblicazione, i giorni si riducono da cinque a tre. Io sfido chiunque, se non chi fosse preventivamente informato, a presentare le domande in un tempo così limitato.

L'interpellanza si pone l'obiettivo di denunciare questo sistema che ritengo non sia adeguato e giusto, per cui invito la Giunta a farsi carico di esaminare il problema, non soltanto con riferimento a questa legge, ma per tutte le leggi che prevedono la concessione di contributi previa presentazione di domanda da parte del cittadino interessato. Dal momento in cui i criteri di assegnazione sono pubblicati nel B.U.R.A.S. deve essere dato un tempo congruo affinché le imprese concorrenti possano presentare la domanda, altrimenti si può ingenerare il sospetto che queste cose vengano fatte ad arte per far partecipare solamente coloro che sono più vicini ai centri di potere, che sono informati preventivamente dei contenuti del bando.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.

ONIDA (P.P.S.), Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Chiedo scusa al collega Vassallo per la mia assenza che è frutto di una distrazione.

I problemi denunciati nell'interpellanza sono ormai tutti superati. L'emergenza ha portato gli uffici, anche in considerazione del dettato legislativo, a mantenere i termini fissati nel bando, ma per quanto riguarda la possibilità di presentare le domande nei termini stabiliti, non ci sono state osservazioni particolari, anzi si è intrapreso, con l'associazione degli editori e anche con gli editori liberi, un lavoro comune che va nella direzione di un superamento della legge numero 22, che fino al 2001 dovrà operare in regime de minimis, per apportare le modifiche richieste dall'Unione europea. Nel frattempo, oggi la Giunta ha approvato i criteri aggiornati per un'attuazione corretta della legge, con l'unanime consenso dell'associazione degli editori e degli editori liberi..

Un incontro di qualche settimana fa con i dirigenti competenti dell'Unione europea ha consentito anche di conoscere quelli che saranno i paletti che ci consentiranno di superare l'attuale regime de minimis e di partire nel 2001 con un provvedimento legislativo che non violi le direttive comunitarie e consenta agli editori, anche con il loro accordo, di utilizzare la legge nel modo migliore. L'obiettivo è quello di aiutare, ma nel rispetto delle norme comunitarie, questo tipo di impresa che è determinante per portare avanti le politiche di sviluppo culturale della regione Sardegna.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Vassallo per dichiarare se è soddisfatto.

VASSALLO (R.C.). Assessore, devo dichiarare la mia assoluta insoddisfazione, perché la risposta non è pertinente al contenuto dell'interpellanza da noi presentata. Lei era assente quando io l'ho illustrata, perciò ribadisco due concetti di principio: io chiedo, non soltanto a lei, ma anche a tutti gli altri Assessori, che in futuro, nei bandi relativi all'attuazione delle leggi approvate dal Consiglio regionale, si stabiliscano dei termini che consentano a tutte le imprese interessate di presentare le domande. Nel caso a cui fa riferimento l'interpellanza, i giorni utili per presentare le domande dal momento della pubblicazione del bando erano esattamente sei e, se si tiene conto che il bollettino viene spedito da Cagliari agli altri centri della Regione e che ci vuole qualche giorno perché arrivi ovunque, si comprende che i tempi fissati non erano congrui.

Ribadisco il concetto che non è giusto che abbia potuto presentare la domanda solamente chi era a conoscenza preventivamente del contenuto del bando, e non a caso ne era a conoscenza l'Associazione degli editori. Ma si deve tenere conto che ci sono editori associati ed editori non associati. In provincia di Sassari e accaduto che, invece di rivolgersi all'Assessorato competente, gli editori, per avere lumi su come procedere, hanno dovuto chiedere le informazioni necessarie all'Associazione degli editori. È bene che questo non succeda più, vi chiedo di prenderne atto. Grazie.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'interpellanza numero 4. Se ne dia lettura.

MANCA, Segretario:

Interpellanza Pacifico - Calledda - Cappai - Cassano - Corona - Cossa - Demuru - Lai - Liori - Manca - Orru' - Piana - Pinna - Pusceddu - Randazzo - Sanna Emanuele sui gravi fatti avvenuti presso l'Azienda Ospedaliera Brotzu, riportati dagli organi di stampa.

I sottoscritti,

APPRESO che negli ultimi giorni hanno avuto ampio risalto sulla stampa i provvedimenti adottati dal Dr. A. De Lorenzo, Direttore generale dell'Azienda Ospedaliera G. Brotzu, nei confronti d'alcuni stimati professionisti rimossi dalle loro funzioni e, in un caso, con provvedimento che appare affrettato ed ingiustificato nella misura, con licenziamento in tronco;

CONSTATATO che da anni sono segnalate situazioni di gravità, di divergenza nei metodi ed obiettivi tra la direzione generale e la dirigenza sanitaria, che spesso sono state denunciate dai dirigenti sanitari situazioni di rischio nell'erogazione di prestazioni d'elevata specificità professionale, che spesso dai banchi del Consiglio regionale sono state indirizzate interpellanze ed interrogazioni sui metodi, che appaiono ai più criticabili, seguiti dalla direzione aziendale nella gestione e nei rapporti con i dirigenti sanitari ed amministrativi,

CONSIDERATO che l'Azienda Brotzu è l'unica struttura interamente ad alta specializzazione della Regione sarda e che, sinora, ha garantito prestazioni d'assoluta eccellenza nei settori chirurgici di più elevata professionalità portando la nostra Isola, negli anni antecedenti all'arrivo del Dr. De Lorenzo, all'avanguardia in Italia nel campo dei trapianti d'organo;

PRESO ATTO del parere contrario, espresso all'unanimità, del Consiglio dei sanitari dell'Azienda sull'ipotesi di ristrutturazione dei dipartimenti (verbale del Consiglio dei sanitari del 12.07.99) imposto con atto d'imperio dalla direzione aziendale;

TENUTO CONTO che la concertazione con i sanitari appare un essenziale ed imprescindibile elemento di consultazione e di programmazione dellla politica sanitaria aziendale, alla luce delle professionalità maturate in lunghi anni d'esperienze in settori di tale delicata rilevanza;

CONSIDERATO che da tempo i dirigenti medici e le organizzazioni sindacali lamentano con preoccupazione l'atteggiamento verticistico e l'assenza di una costruttiva dialettica interna;

VERIFICATA la sistematica disattenzione di pareri e volontà espressi dagli organismi tecnico-sanitari dell'Azienda oltre che su provvedimenti di grande rilievo come il bilancio ed i dipartimenti anche sulla dotazione organica ed il più congruo utilizzo logistico dell'ospedale;

APPRESO dell'uso, a volte intimidatorio, di provvedimenti disciplinari per stroncare qualunque opinione divergente manifestata dai dipendenti anche con rilevanti ruoli sindacali;

EVIDENZIATA la sistematica sottovalutazione delle attività da cui deriva la qualifica d'ospedale ad alta specializzazione ad iniziare dai trapianti d'organo mentre si assiste, al contrario, all'assunzione e convenzionamento con rapporti di consulenza di un enorme numero d'ingegneri;

EVIDENZIATO, alla luce di quanto su esposto, che i provvedimenti adottati appaiono come atti di forza arbritari e prevaricatori, assunti in maniera unilaterale, disattendendo i più elementari doveri d'equità normati dalle leggi vigenti e senza la opportuna concertazione con gli organismi tecnico-sanitari;

ACQUISITA con preoccupazione la notizia d'iniziative con carattere epurativo, adottate dai vertici aziendali nei confronti di alcuni tra i più stimati dirigenti sanitari,

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale della sanità per sapere quali iniziative intendano intraprendere per il risanamento dell'attuale, inaccettabile, situazione di degrado creatasi all'interno dell'Azienda Brotzu, al fine di consentire il superamento dello stato di conflittualità interno alla struttura a tutela della dignità degli operatori sanitari e del rapporto fiduciario tra aziende sanitarie e cittadini-utenti. (4)

PRESIDENTE. Uno dei presentatori dell'interpellanza numero 4 ha facoltà di illustrarla.

PACIFICO (D.S.-F.D.). È passato un anno, dalla presentazione dell'interpellanza sottoscritta da più consiglieri di diversi schieramenti, a seguito di fatti che hanno avuto notevole risalto sulla stampa regionale, avvenuti nell'Azienda ospedaliera Brotzu. Per quanto l'Assessore sia subentrato successivamente, io ritengo che la valenza dell'interpellanza permanga, anche perché allora non si ebbe risposta, e questo è comprensibile se si considera la situazione politica del Consiglio in quel periodo, ma credo che la situazione illustrata nell'interpellanza sia rimasta, da allora, pressoché invariata, ed è agli occhi di tutti che diverse cose nel mondo della sanità non vanno, e che i direttori generali hanno un potere che appare veramente straordinario rispetto alle loro funzioni, un potere quasi di vita e di morte rispetto ai dipendenti delle aziende stesse. Il fatto ha assunto rilevanza eclatante, perché ha colpito uno stimato professionista che è stato licenziato e diversi altri professionisti che sono stati rimossi dalle loro funzioni, per avere espresso, all'interno del Consiglio dei Sanitari, parere contrario rispetto all'ipotesi di ristrutturazione dipartimentale, ma non è l'unico esempio di mal costume nella sanità.

Il giorno successivo alla non accettazione dell'ipotesi di ristrutturazione proposta dalla Direzione generale, da parte del Consiglio dei Sanitari, che è l'organo tecnico sanitario principale di un'azienda sanitaria locale, il Direttore generale ha rimosso dalle loro funzioni i due capi dipartimento del Dipartimento di rianimazione e del Dipartimento di diagnostica e di anatomia patologica, e ha licenziato in tronco un dipendente con un'accusa che appare risibile: non avere incassato l'importo di due ticket. Questa almeno è la motivazione ufficiale dell'atto deliberativo.

Io credo, al di là del fatto che in questa vicenda sia stato implicato un professionista, che nessun dipendente pubblico possa essere sottoposto, nelle nostre Aziende sanitarie locali e nelle strutture pubbliche, a procedimenti di licenziamento per giusta causa senza che vengano seguite le procedure previste per legge a garanzia del dipendente. Non c'è stata alcuna commissione di disciplina, alcuna inchiesta da parte dell'Azienda sanitaria locale, le deduzioni appaiono assolutamente prive di fondamento e di decoro rispetto alle procedure che devono essere seguite, ma soprattutto abbastanza risibili!

Io credo, a nome dei consiglieri che hanno sottoscritto questa interpellanza, di dover esprimere una ferma protesta in merito ad episodi di questo tipo, soprattutto perché oggi noi assistiamo, nel mondo della sanità, a una difficoltà enorme, in Sardegna, che è quella del passaggio verso l'aziendalizzazione, che non è compresa, io credo, in gran parte soprattutto dai Direttori generali. I professionisti, gli operatori della sanità non vengono assolutamente incentivati nelle loro funzioni; si è iperburocratizzato il sistema, si assiste a un sovradimensionamento delle convenzioni - e su questo io credo che l'Assessore possa dirci qualcosa - mentre si assiste a un sottodimensionamento delle risorse professionali che devono essere sviluppate. Questo, appare più evidente e più marcato soprattutto quando nella struttura principe della sanità nella nostra regione, che è l'ospedale Brotzu. E' chiaro che noi dobbiamo esprimere forte preoccupazione in merito a queste vicende, ma è fondamentale per tutti comprendere che nessun dipendente pubblico - ma credo che queste cose debbano essere condannate anche se avvengono nel settore privato - possa essere sottoposto ad un procedimento disciplinare di questo tipo, con la perdita del posto di lavoro, senza che vengano assolutamente rispettate le procedure che la legge prevede, perché questo risulta a noi che abbiamo sottoscritto questa interpellanza, ma anche agli altri consiglieri regionali.

Chiedo all'Assessore se abbia potuto accertare se in questo caso vi siano state delle procedure non corrette. Io credo che un esempio vada dato, perché il rispetto dei lavoratori della sanità deve essere un segnale di rispetto della professione e dell'impegno che deve essere assunto in questo settore. Non si può punire qualcuno perché esprime un dissenso nelle sedi istituzionali, e il Consiglio dei Sanitari è una sede istituzionale! Non si può punire qualcuno soltanto perché non incassa l'importo di due ticket, soprattutto quando queste non sono le sue funzioni.

Io credo che vada rimarcata la necessità di rispettare i doveri, ma anche i diritti dei lavoratori e, in questa situazione, chiedo all'Assessore se, in merito a questa interpellanza, abbia avuto modo di svolgere quanto meno qualche indagine e prendere dei provvedimenti.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

OPPI (Gruppo Misto), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Già l'altra volta avevo premesso che la domanda rivolta a me in qualità di assessore è un po' anomala, stante il fatto che questa interpellanza è stata predisposta il 15 settembre 1999 e che c'è un riferimento, nel secondo capoverso, che è abbastanza anomalo. Questo capoverso dice infatti: "Spesso dai banchi del Consiglio Regionale sono state indirizzate interpellanze e interrogazioni sui metodi, che appaiono ai più criticabili, seguiti dalla direzione aziendale nella gestione dei rapporti con i dirigenti sanitari e amministrativi". Quindi si tratta di una cosa vecchia, che si è ripetuta nel tempo, e io avrei voluto avere indicazioni precise sulle azioni messe in essere a seguito di questo comportamento, perché ritengo che, nonostante le interrogazioni e le interpellanze già presentate in quest'aula negli anni passati, non si sia arrivati a nessuna determinazione.

In questa interpellanza si dice anche che prima che arrivasse De Lorenzo il Brotzu funzionava bene e che poi non è stato più così. Mi sembra un po' eccessivo.

Io penso che vi sia stato un eccesso di permissività nei confronti dei Direttori generali - lo diceva il presidente Amato in questi giorni - ai quali è stato dato un potere che va molto al di là delle loro competenze. Recentemente ho citato dei dati: quest'anno nell'ambito delle ASL in Sardegna si è sforato di oltre 400 miliardi il budget. Ai manager è consentito praticamente di fare tutto e il contrario di tutto; la mia battuta sulle 130 consulenze del vecchio manager di Nuoro non è una barzelletta. E in questo Consiglio regionale si discute dell'opportunità che il Presidente della Giunta possa avere una disponibilità finanziaria per le consulenze, superiore a 500 milioni!. Perché dico questo? Perché lo strumento che poteva consentire un raccordo e un controllo delle A.S.L. era il bilancio. Purtroppo l'Assessorato della Sanità, come abbiamo detto molte volte, ha carenza di responsabili di servizi, io ne ho trovato soltanto uno, ma anche il mio predecessore ne aveva soltanto due. La situazione non cambia. Il fatto che non esistesse - oggi esiste, ma ci sono molte difficoltà - un sistema di controllo, perché di fatto non avveniva un controllo di merito sui bilanci dei manager, ha permesso che essi facessero tutto e il contrario di tutto.

In queste condizioni si sono verificate più volte anomalie ed ingiustizie, perché il problema di cui tratta l'interpellanza, che si è risolto positivamente per l'interessato perché c'è stata una sentenza a suo favore da parte dell'organo giudiziario competente, non. è il solo. La verità è che il Brotzu, pur avendo un bacino di utenza notevolissimo, è la struttura sanitaria che ha il minor introito in termini di entrate proprie, quindi il problema non è quello dei due ticket non riscossi, perché probabilmente i ticket che non vengono pagati sono migliaia. Io ho creato con il manager un rapporto di cordialità e gli ho detto che stava sbagliando; l'Assessore non ha altri poteri. Si sta cercando di impostare un discorso diverso, perché io ho diffidato i manager perché non avevano presentato il bilancio consuntivo del 1998; che ho fatto poi passare per decorrenza dei termini, bocciando successivamente tutti i budgets del 1999, che sono un raccordo fondamentale con il bilancio consuntivo del 1999 per poter verificare perché una A.S.L. spenda il 50 per cento in spese generali, nonostante non possa andare oltre il 12 per cento, o perché un'altra spenda eccessivamente, magari nella prevenzione, o superi il tetto di spesa attraverso altri canali.

Io credo che l'argomento, che è alla nostra attenzione oggi, interessi tutti. Non è la prima volta che accadono episodi simili. Pasqualino Asara è stato mortificato, perché è stato rimosso dalla sua funzione. Forse ha avuto una reazione inconsulta; ma si è trovato da un giorno all'altro sul lastrico. Ha vinto la causa e probabilmente recupererà 1 miliardo, ma alla gente questo interessa relativamente.

Nel caso specifico, noi siamo voluti andare a fondo, abbiamo parlato con l'interessato, abbiamo contestato altri particolari da voi messi in evidenza; l'assessore Fadda, a suo tempo, mandò una lettera di indirizzo dicendo che, in attesa di direttive, non si potevano istituire i dipartimenti. Io questo l'ho ribadito e li ho bloccati; è chiaro che l'errore di fondo è stato fatto quando, senza sentire i sanitari, si sono istituiti i dipartimenti. Noi abbiamo anche detto ai manager che, in qualsiasi caso, si la responsabilità degli eventuali oneri sarebbe stata loro. Non è pensabile che non si ottemperi alle direttive dell'Assessore, si sfori il budget, si spenda per le consulenze, si cacci via la gente! Io penso che nessuno, in Sardegna, abbia mai avuto questo potere Stiamo cercando di trovare gli strumenti, attraverso un servizio che abbiamo istituito, per fare quei riscontri e quelle verifiche che sono necessarie per conoscere bene la situazione, perché non sempre abbiamo un quadro di riferimento preciso. Nella nostra Regione si è dato un eccessivo potere alle A.S.L.. Basta pensare che le A.S.L. sono tutte informatizzate, perché la singola A.S.L. può decidere in merito, mentre non lo è l'Assessorato. Si può verificare così che, quest'anno, per quanto riguarda la mobilità noi spendiamo 100 miliardi, e ne ricaviamo 12, per un'anomalia, che deriva dal fatto che, a causa della mancata informatizzazione, non possiamo recuperare le prestazioni sanitarie effettuate in Sardegna, né quelle farmaceutiche, né le farmaceutiche ospedaliere, né le specialistiche, proprio perché non abbiamo ancora quella informatizzazione generalizzata che stiamo cercando di porre in essere.

Credo che la razionalizzazione debba portare a una riduzione dei poteri dei direttori generali, magari con la centralizzazione degli acquisti, altrimenti può verificarsi, come è già accaduto, che qualcuno decida di comprare due macchinari per le risonanze magnetiche per 15 miliardi. Ci sono volute due lettere per dirgli che il costo reale era di 3 miliardi, e non è servito a niente. La centralizzazione potrebbe evitare queste storture, ma la stortura vera è che, se i manager bandiscono delle gare per spese al di sotto di 1 miliardo non sono soggetti a nessun tipo di controllo; vengono quindi bandite spesso gare per importi che non superano i 999 milioni, di conseguenza, non soggette a controllo.

Si tratterà di studiare tempi e modalità per modificare la situazione e spero che, in un prossimo futuro, magari attraverso una norma legislativa o un regolamento interno, si possano introdurre alcuni vincoli, prevedendo che l'Assessore possa fissare gli indirizzi e gli obiettivi, e che il manager debba agire in modo compatibile con le esigenze generali; perché non possiamo continuare a incrementare il deficit nel settore della sanità, il cui onere alla fine ricadrà sui cittadini sardi. La Regione interviene già col 58 per cento di risorse proprie, e non riesce a contenere la spesa.

Per concludere, voglio dire che ho trovato nell'ingegner De Lorenzo un atteggiamento di disponibilità, che però è successivo al fatto denunciato nell'interpellanza; c'era forse l'intenzione di licenziare anche qualche altro collega, parente o affine, ma non è stata messa in atto, e il comportamento successivo è stato corretto. Per quanto riguarda l'episodio specifico vi è stata una sentenza che ha reso giustizia al dipendente, e di conseguenza è palese che quest'ultimo non avesse quei torti, con i quali era stata giustificata la sua cacciata dal posto di lavoro.

Io sono intervenuto, nei limiti delle mie competenze, nei confronti del direttore generale, per cercare di porre un rimedio alle disfunzioni di cui ho parlato, e per evitare che da quel momento in poi si verificassero ancora situazioni di questo genere. C'è un rapporto di cordialità reciproco, che però non mi consente di dare direttive, per i limiti che la legge stessa impone all'Assessore nei confronti del direttore generale di una A.S.L..

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico per dichiarare se è soddisfatto.

PACIFICO (D.S.-F.D.). Io mi ritengo parzialmente soddisfatto, l'incongruenza di questa interpellanza è anche dovuta, al fatto che l'assessore Oppi, nel periodo in cui si sono svolti gli episodi ai quali essa fa riferimento, non ricopriva questa carica. E` chiaro che io auspico che i meccanismi di controllo dell'Assessorato rispetto alle attività delle aziende sanitarie siano più incisivi, anche perché, se il disavanzo delle Aziende Sanitarie Locali nella nostra Regione è di 400 miliardi, con i ricorsi contro i "licenziamenti per giusta causa", che è un termine improprio, come in questo caso è avvenuto, e come avvenne per Pasqualino Asara, io credo che i miliardi che le nostre A.S.L. dovranno pagare per le cause presso i Tribunali amministrativi del lavoro andranno ad incidere ulteriormente su questo budget. Grazie.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SPISSU

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'interpellanza numero 34/A.

Se ne dia lettura.

MANCA, Segretario:

Interpellanza Morittu - Cugini - Orru' - Sanna Alberto - Pirisi sulla mancata attuazione dell'accordo di Programma-quadro per la metanizzazione della Sardegna per le parti immediatamente attuabili e di sola competenza della Regione autonoma della Sardegna.

I sottoscritti,

VISTA l'Intesa Istituzionale di Programma tra il Governo della Repubblica e la Giunta regionale della Sardegna firmata in data 21 aprile 1999, pubblicata nella G.U. n. 127 del 2 giugno 1999, che prevedeva la stipula di un Accordo di Programma-quadro per la metanizzazione della Sardegna con una dotazione finanziaria iniziale di 250 miliardi, di cui 100 miliardi a valere sulla Legge 402/94 (CIPE 6 maggio 1998) e 150 miliardi a valere sulla Legge 266/97 (CIPE 22 dicembre 1998);

VISTA la deliberazione CIPE del 30 giugno 1999 pubblicata nella G.U. del 16 settembre 1999 con la quale vengono resi disponibili 150 miliardi già previsti nell'accordo di Programma e destinati 227 miliardi alla progettazione, realizzazione di nuove reti di distribuzione ed eventualmente per il completamento di quelle già finanziate per le città capoluogo con delibera CIPE del 25 marzo 1992;

RITENUTO che le risorse disponibili (227 miliardi) previste nell'Accordo di Programma, seppure non sufficienti per la realizzazione di tutte le reti cittadine e dei relativi impianti di stoccaggio, sono aggiuntive rispetto a quelle già rese disponibili con precedenti provvedimenti per le città capoluogo dove i relativi lavori sono già iniziati ed a quelle previste per la realizzazione di reti in alcuni comuni del Nuorese con finanziamenti PIA e rappresentano una considerevole dotazione finanziaria alla quale si aggiunge il 45 per cento di cofinanziamento privato per un totale di circa 500 miliardi sufficienti per realizzare le reti di distribuzione nella metà dei Comuni della Sardegna;

CONSIDERATI i positivi effetti che ne ricaverebbe la Sardegna con l'avvio di una così importante mole di investimenti soprattutto per la positiva ed immediata ricaduta occupazionale sia nella fase esecutiva che nella futura fase gestionale;

CONSIDERATI, inoltre, i notevoli benefici economici che ne deriverebbero dal minor costo dell'energia per le imprese e per le famiglie: per queste ultime si calcola un risparmio medio di circa 1.000.000/anno per famiglia;

ACCERTATO che nell'Intesa di Programma e nella richiamata delibera CIPE del 30 giugno 1999 veniva delegato alla gestione operativa del Piano l'Assessore dell'industria della Regione autonoma della Sardegna,

chiedono di interpellare l'onorevole Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dell'industria per conoscere se e quali iniziative la Giunta regionale abbia già messo o intenda mettere in atto per l'immediato avvio del Programma di metanizzazione e quali siano i motivi del grave ritardo che a tutt'oggi si registra nell'avvio delle procedure di competenza dell'Assessore e della Giunta rispetto agli adempimenti ed ai tempi previsti nella scheda allegata al programma contenuto nell'intesa sottoscritta col Governo. (34)

PRESIDENTE. Ha facoltà di illustrare l'interpellanza il consigliere Morittu.

MORITTU (D.S.- F.D.). Grazie signor Presidente, non le nascondo la difficoltà ed anche il disagio personale ad introdurre in quest'Aula argomenti e problemi che toccano da vicino gli interessi generali della gente, in un clima, come quello nel quale è iniziato questo Consiglio, abbastanza irreale ed assai artificioso. Ritengo comunque, nonostante ciò, utile richiamare l'attenzione sul problema della metanizzazione dell'Isola, che interessa cittadini, lavoratori, ed imprese, cioè la maggior parte della cittadinanza isolana.

Ad oggi non ho informazioni sull'attività della Giunta al riguardo, ricordo che l'intesa istituzionale di programma firmata nell'aprile del 1999 prevedeva all'interno dell'Accordo di Programma quadro sulla metanizzazione, una dotazione finanziaria iniziale di duecentocinquanta miliardi, di cui cento miliardi a valere sulla legge "402" del 1994 e centocinquanta miliardi messi a disposizione dallo Stato con delibera del CIPE del 30 giugno 1999, pubblicata il 16 settembre 1999, quindi da allora immediatamente spendibili. La cifra di duecentocinquanta miliardi era destinata per duecentoventisette miliardi alla realizzazione di nuove reti cittadine di distribuzione del gas in Sardegna, ed eventualmente al completamento di quelle già in fase di realizzazione nelle città capoluogo e in alcuni comuni del Nuorese, dove le reti cittadine erano state finanziate attraverso i P.I.A. regionali. Quindi si tratta di duecentoventisette miliardi aggiuntivi rispetto a quelli già resi disponibili per le reti già in esecuzione, e considerato il fatto che il cofinanziamento privato non può superare il quarantacinque per cento dell'opera, l'investimento complessivo assomma a circa cinquecento miliardi. L'intervento, interesserebbe, se fosse avviato immediatamente, oltre la metà dei comuni della Sardegna, e molti di questi, come Macomer, Elmas e tanti altri, sono già pronti ad avviare i lavori.

Io credo che non sfugga a nessuno dei consiglieri regionali e alla Giunta l'importanza di questa partita, e credo che a nessuno sfugga che, se immediatamente avviata, essa può produrre lavoro e sviluppo per la nostra Isola, oltre che avere una ricaduta sul risparmio energetico, che è stato calcolato in circa un milione a famiglia, e non è un risparmio di poco conto.

Onorevole Assessore, i tempi previsti nell'intesa istituzionale di programma sono abbondantemente scaduti. L'intesa prevedeva che i lavori si sarebbero dovuti avviare a gennaio del 2001 dopo una serie di adempimenti da parte della Giunta regionale, il primo dei quali è la pubblicazione del bando con i criteri e le modalità per accedere ai finanziamenti da parte dei comuni dell'isola.

Non c'è traccia di questo bando, non ho visto negli atti della Giunta niente di simile, e sulla questione dell'informazione voglio solo fare un piccolo accenno; io credo che il problema dell'informazione, o meglio della carenza di informazione dei consiglieri, ma non solo dei consiglieri, rispetto agli atti prodotti dalla Giunta regionale, sia un problema che va affrontato in maniera seria. Non è pensabile che, nell'era di Internet, nell'era cioè dell'informazione tempestiva, globale, immediata e così via, un consigliere regionale debba andare, dopo mesi, a pietire una delibera della Giunta regionale, per non dire della carenza di trasparenza negli atti deliberativi della Giunta che ne consegue.

Il collega Vassallo, illustrando la sua interpellanza sui contributi all'editoria locale, ricordava poc'anzi che gli atti deliberativi della Giunta sono stati pubblicati solo pochi giorni prima della scadenza del termine per la presentazione delle domande per accedere ai finanziamenti previsti dalla legge. Questo, secondo me, è un problema, che va portato all'attenzione di questo Consiglio regionale e va affrontato in maniera radicale, se vogliamo dare risposte esaurienti ai cittadini. Se vogliamo davvero che questa Regione si apra; non basta dare i computer ad ogni famiglia, bisogna dare un'informazione contestuale e tempestiva a tutti i sardi, e in primo luogo io credo ai consiglieri regionali.

Credo che non sfugga comunque a nessuno che la questione del metano non è soltanto un problema di carattere economico ed energetico. E` un problema di civiltà, è un problema di eguaglianza per un'isola che è l'unica regione in Italia priva di reti di metanizzazione.

Mi riservo di approfondire qualche considerazione in sede di replica. Credo che questa Giunta debba interessarsi al problema in maniera urgente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore dell'industria.

PIRASTU (F.I.-Sardegna), Assessore dell'industria. Signor Presidente, onorevoli colleghi, colgo l'occasione per ripetere alcune delle informazioni che al collega Morittu forse sono sfuggite in occasione della seduta del Consiglio regionale in cui si è dibattuta la mozione presentata dall'opposizione sullo stato di attuazione del programma della Giunta. In quella occasione ho dato alcune notizie su questo argomento, e non ho difficoltà a ripeterle, aggiornandolo anche sullo stato dell'arte. Visto che il collega Morittu giustamente ha sottolineato l'importanza che Internet deve avere anche per quanto concerne la comunicazione degli atti consiliari, vorrei preliminarmente, far presente al collega Morittu che tutti gli atti, disegni di legge, bandi e quant'altro dell'assessorato della industria, sono inseriti in rete in tempo reale, ed egli può, come tutti gli altri cittadini della Sardegna, connettendosi con Internet, prenderne visione.

Gli interpellanti ricostruiscono correttamente le fasi che hanno portato, nell'ambito dell'intesa istituzionale di programma, alla stipula dell'Accordo di Programma quadro per la metanizzazione della Sardegna. Peraltro parlare di ritardo per chi sa come si sono svolti i primi mesi di legislatura non sembra corretto. E` vero infatti che i tempi previsti per il compimento degli atti amministrativi di attuazione del progetto di metanizzazione, illustrati nell'allegato all'Accordo di Programma quadro, non sono stati rispettati. Ma ovviamente il mancato rispetto non può essere ascritto alla responsabilità della attuale Giunta, ma semmai alla Giunta precedente. Vorrei infatti ricordare che il primo adempimento previsto dall'articolo 5 dell'accordo, consistente nella nomina del consulente esterno, con l'incarico di provvedere alla predisposizione di un piano di lavoro di cui al punto 5.3 dell'accordo, avrebbe dovuto essere concluso entro il 30 giugno 1999. L'attuale Giunta, come è noto, si è insediata il 27 novembre 1999.

Vorrei far presente che il 21 aprile, quando la Regione sarda firmò l'importante intesa, sapeva benissimo che quei tempi non potevano essere rispettati. Voi sapete bene che sottoscrivere il 21 aprile un accordo che prevedeva che uno degli atti fondamentali fosse effettuato entro il 30 giugno era utopistico, in quanto ricordo che il ballottaggio delle elezioni regionali si è svolto il 27 giugno.

Lasciamo perdere le traversie che hanno caratterizzato la nascita della Giunta, ma anche se ci fosse stata una maggioranza schiacciante dell'ottanta per cento, del novanta per cento, che avesse potuto dare vita subito ad una Giunta, in tutti i casi, considerati i tempi fisiologici, considerato che il Consiglio regionale si è insediato il 18 luglio, il termine del 30 giugno non era verosimile. Il 21 aprile, quando fu firmata quell'intesa, si sapeva che la data del 30 giugno era una data impossibile da rispettare per qualsiasi Giunta di qualsiasi colore. Ciò premesso, con riferimento alle domande sulle iniziative che la Giunta regionale ha già messo o intenda mettere in atto per l'immediato avvio del programma di metanizzazione, informo il Consiglio che, a seguito di documentate e insistenti richieste, da parte del Presidente della Giunta e dell'Assessore dell'industria, in data 13 marzo 2000 si è riunito il comitato istituzionale di gestione, che ha provveduto tra l'altro all'indicazione della responsabile della preparazione del piano di lavoro di cui prima accennavo. E` appena il caso di accennare che il piano di lavoro costituisce il documento preliminare che indicherà le linee operative del programma di metanizzazione e condizionerà quindi la futura attività amministrativa della Regione nel settore.

Il Ministero del Tesoro, in occasione di un successivo incontro tenutosi a fine marzo, ha presentato uno studio di fattibilità che indica diverse ipotesi di realizzazione della metanizzazione della Sardegna. Questo gruppo è in fase di elaborazione e preparazione della gara internazionale, per cui sono previsti, lo ricordava l'interpellante, precisamente venti miliardi per la preparazione della gara internazionale, tre miliardi per la progettazione, e 227 miliardi per la costruzione della dorsale Cagliari-Oristano-Sassari-Nuoro che dipende ovviamente dalle scelte che il comitato e la Regione dovranno fare sulla base dello studio presentato dal Ministero del Tesoro.

Nell'intesa si faceva anche riferimento alla situazione di disparità della Regione sarda nei confronti delle altre diciannove regioni italiane, perché come è noto la Regione Sardegna è l'unica regione che non ha il metano, e la Giunta regionale, sempre con delibera regolarmente inserita in Internet, ha richiesto al Governo nazionale di rispettare lo spirito e la lettera dell'accordo. Oggi, infatti, non si può, nelle more della metanizzazione, dare alla Sardegna come risposta i provvedimenti e i bandi, che peraltro sono stati fatti tempestivamente il 31 dicembre e il 29 aprile, relativi alla mancata metanizzazione, che però prevedono per le imprese esclusivamente la possibilità di ottenere dei rimborsi pari a centomila Euro nel triennio, ovvero duecento milioni. Siccome l'intesa prevedeva invece una parificazione della Regione sarda alle altre regioni, la Giunta regionale, con delibera, ha chiesto al Governo nazionale di modificare i provvedimenti di cui alla legge numero 73 del '98 per far sì che, nelle more della metanizzazione, i rimborsi dei maggiori oneri sostenuti dalle imprese sarde siano corrisposti integralmente. Noi ci auguriamo che questa rivendicazione fatta dalla Giunta con apposita delibera sia accolta dal Governo nazionale, per far sì che siano ripettati gli accordi sottoscritti.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Morittu per dichiarare se è soddisfatto. Onorevole Morittu, poiché lei ha usato abbondantemente del tempo disposto dal Regolamento, ha pochissimi secondi per dire se si ritiene soddisfatto o no.

MORITTU (D.S. - F.D.). Sono profondamente insoddisfatto, in quanto l'Assessore non ha risposto ai quesiti posti nell'interpellanza, ma ha navigato sulla problematica più generale della metanizzazione, che io non 'ho messo in conto né all'Assessore, né all'attuale Giunta. Non ho parlato dei passi che dovevano essere fatti entro il 30 di giugno, ho chiesto semplicemente perché non si fanno i bandi per spendere i 227 miliardi resi disponibili a settembre con una delibera del CIPE pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del settembre 1999. La mia interpellanza è del 3 marzo 2000, sono passati quattro mesi, io pensavo che l'Assessore, nel frattempo, facesse il bando e rendesse quindi inutile questa interpellanza. Il bando a tutt'oggi non è stato emanato, né mi risulta che sia presente su Internet, ma sulla tematica dell'informazione io mi riservo di assumere un'ulteriore iniziativa nei confronti della Giunta.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'interpellanza numero 40. Se ne dia lettura.

MANCA, Segretario:

Interpellanza Balia - Masia - Ibba su alcuni problemi sorti nell'applicazione del Programma quadriennale 1992/1995 (Legge 17 febbraio 1992, n. 179) "Interventi di edilizia agevolata - Localizzazione interventi e approvazione criteri e modalità di attuazione - Concessione di contributi destinati al recupero di alloggi di civile abitazione.".

I sottoscritti,

VISTO il programma quadriennale 1992/1995 (Interventi di edilizia agevolata - Localizzazione interventi e approvazione criteri e modalità di attuazione) approvato dalla Giunta regionale il 15 giugno 1998, con deliberazione n. 82/22, resa esecutiva con decreto dell'Assessore dei lavori pubblici 29 giugno 1998, n. 290/2;

PRESO ATTO che i Comuni destinatari dei previsti contributi per le diverse categorie di intervento (nuova costruzione; recupero; risanamento parti comuni) hanno predisposto i bandi comunali di concorso per la concessione dei medesimi ai cittadini aventi diritto;

RILEVATO che tali amministrazioni comunali hanno predisposto un modulo per la richiesta di concessione dei contributi nel quale viene, tra l'altro, richiesta l'indicazione meramente presuntiva del costo complessivo convenzionale dell'intervento da realizzare, su cui commisurare la concessione del contributo pubblico;

CONSTATATO come tra la documentazione richiesta per l'effettiva erogazione del contributo ci sia la compilazione del progetto esecutivo dell'intervento corredato del Quadro tecnico economico nel quale sono indicati tutti gli elementi tecnici e l'ammontare preciso del costo complessivo dell'intervento previsto;

OSSERVATO inoltre come, a causa del protrarsi delle necessarie formalità burocratiche (pubblicazione del Programma nel supplemento straordinario al BURAS n. 26 del 31 agosto 1998 e determinazione comunale definitiva gennaio-febbraio 2000) numerosi cittadini abbiano già intrapreso la realizzazione degli interventi di recupero, sovente necessitati e improcrastinabili, dopo la semplice presentazione della domanda di richiesta di contributo, senza attendere l'atto formale di determinazione del comune,

chiede di interpellare l'Assessore regionale dei lavori pubblici:

a) per sapere se è a conoscenza che molti dei comuni destinatari dei previsti contributi per le diverse categorie di intervento prendano come punto irremovibile di riferimento l'importo, indicato presuntivamente nel modulo di presentazione della domanda, piuttosto che la più puntuale e precisa indicazione contenuta nel Quadro tecnico economico, così come previsto anche nel testo del Programma regionale;

b) per sapere se i Comuni, nella corretta applicazione della legge e del Programma, riconoscano il contributo a coloro che, in possesso dei requisiti previsti dal bando di concorso, abbiano iniziato i lavori dopo la richiesta di partecipazione, ma prima della formulazione delle graduatorie definitive;

c) per conoscere quali iniziative e misure l'Assessorato intenda assumere per assicurare una corretta, legittima applicazione delle disposizioni del Programma, nonché la puntuale realizzazione tecnica degli interventi;

d) per sapere se l'Assessorato abbia deliberato di procedere ad una verifica dei concreti risultati conseguiti dal Programma, con particolare riferimento alla certezza dell'effettiva erogazione dei contributi per gli interventi di recupero più urgenti. (40)

PRESIDENTE. Uno dei presentatori dell'interpellanza ha facoltà di illustrarla.

MASIA (F.S.D.). Grazie signor Presidente. La situazione alla quale fa riferimento l'interpellanza va avanti da diverso tempo. Erano sorti problemi in alcune amministrazioni comunali relativamente all'attribuzione dei fondi che la legge numero 179 del 1992 metteva a disposizione per il recupero degli alloggi di civile abitazione. Ho dovuto, dopo aver presentato un'interrogazione su questo argomento nel mese di febbraio, presentare anche un'interpellanza. Proprio perché l'applicazione di questa legge in molti enti locali stava trovando delle difficoltà, mi sono preoccupato, nel frattempo, di ottenere almeno una risposta scritta che potesse in qualche modo servire a queste amministrazioni comunali. Il problema era in particolare quello della distribuzione delle risorse derivanti da questa legge, in quanto essendoci due momenti distinti, quello della presentazione della domanda con l'indicazione di un importo presunto dei lavori da affrontare, e quello della definizione dell'importo che scaturisce da un progetto e da computi ben precisi, occorreva sapere quale importo dovesse essere utilizzato, stante il fatto che sulla base di questo dovevano essere compilate le graduatorie, e quindi definite le entità dei contributi da assegnare. Ho ottenuto risposta relativamente a questo argomento, e anche al quesito se abbiano diritto ai contributi anche coloro che, in possesso dei requisiti previsti dal bando di concorso, abbiano iniziato i lavori dopo la richiesta di partecipazione, ma prima della pubblicazione delle graduatorie, e credo di potermi ritenere soddisfatto. Non so se questa tematica, che a me è stata esposta da parte di alcuni comuni, sia nota a tutti gli altri comuni che sicuramente stanno applicando la legge in questione. Rimane quindi forse il problema di portare a conoscenza dei diversi enti locali, le informazioni sul modo di attuare la legge numero 179, perché se è vero che questo problema è sorto in alcuni comuni, è probabile che sia sorto anche in molti altri. Per il resto l'unica lamentela che io posso fare è che, se si fosse un po' più tempestivi, probabilmente oggi non staremmo a discutere di questo argomento, forse anche correndo il rischio di vanificare il contenuto della legge, tenuto conto che si tratta di problemi che toccano molti cittadini, che vorrebbero maggiore tempestività e una risposta più immediata per poter utilizzare queste risorse che, se non diventano immediatamente spendibili, perdono parte del loro valore.

PRESIDENTE. Quindi, consigliere Masia?

MASIA (F.D.S.). Quindi, Presidente, sono intervenuto per dire che io ho già avuto una risposta e che mi ritengo soddisfatto, ma non sono soddisfatto dei tempi, né della mancata conoscenza di questo argomento da parte di diversi enti locali che su questo tema, forse, sono del tutto all'oscuro, e che probabilmente stanno gestendo male la distribuzione di questi contributi.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Masia. Quindi la sua interpellanza è superata della risposta scritta, pur con le precisazioni che, lei ha fatto.

L'ordine del giorno reca ora lo svolgimento dell'interpellanza numero 3 a firma Dore e più. Poiché è assente l'Assessore interessato, se gli interpellanti sono d'accordo, possiamo rinviarla a domani.

L'ordine del giorno reca lo svolgimento della interpellanza numero 51. Se ne dia lettura.

MANCA, Segretario:

Interpellanza Cugini - Lai - Spissu - Morittu - Giagu - Dettori Bruno - Sanna Giacomo - Deiana - Vassallo sul progetto per la realizzazione di un impianto di itticoltura a Santa Teresa di Gallura.

I sottoscritti,

APPRESO che l'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente ha recentemente approvato, senza consultare l'Amministrazione comunale e senza tenere conto della disciplina pianificatoria del Comune nell'area in questione, un progetto privato per la realizzazione di un impianto di allevamento ittico intensivo a "gabbie galleggianti" in località Porto Liscia nel territorio di Santa Teresa di Gallura, i cui lavori sono in corso di esecuzione,

RILEVATO che il progetto appare in contraddizione con i criteri e gli indirizzi emanati dalla stessa Amministrazione regionale per la realizzazione di questo tipo di impianti: distanza adeguata da emergenze ambientali, sufficiente idrodinamismo, zone non a vocazione balneare e turistica e non interessate da traffico marittimo;

sottolineato inoltre che:

- il PUC del Comune di Santa Teresa di Gallura individua la penisola di Coluccia come Zona G8.6 a parco di iniziativa pubblica ricadente in ambito "1" del vigente PTP dove sono consentiti esclusivamente interventi volti al recupero e potenziamento delle specificità naturalistiche presenti, con particolare riferimento agli aspetti vegetazionali;

- nel territorio prospiciente l'area interessata dal progetto l'Amministrazione comunale di Santa Teresa di Gallura e quella di Palau, di concerto con la Comunità Montana n. 4, hanno programmato un progetto LIFE di riqualificazione ambientale che inibisce qualunque intervento edificatorio privato;

- l'area interessata è da sempre indicata nelle carte nautiche come punto d'ancoraggio dove, in condizioni meteorologiche avverse, si rifugiano imbarcazioni di vario tonnellaggio;

EVIDENZIATO come il tipo di impianto previsto, in evidente contrasto con gli interessi della popolazione di Santa Teresa di Gallura, sia destinato a danneggiare in modo irreparabile la zona attraverso l'inquinamento del mare, la morte della poseidonia con la conseguente mancanza di ossigeno per flora e fauna, la fine dalla vocazione-turistico-balneare,

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore della difesa dell'ambiente per sapere quali atti intendano porre in essere per recedere dalla decisione di approvazione del progetto e per scongiurare la realizzazione dell'intervento.(51)

PRESIDENTE. Uno dei presentatori dell'interpellanza ha facoltà di illustrarla.

CUGINI (D.S.-FD.). L'assessore Pani ed anche il presidente Floris conoscono l'argomento perché in queste settimane sono stati attori di iniziative nei confronti del sindaco di Santa Teresa di Gallura e anche di quello di Palau. Io, più che illustrare l'interpellanza, chiedo una risposta e conseguenti iniziative capaci di rimuovere il problema per il quale interveniamo stasera, sapendo in premessa che ci sono difficoltà di tipo tecnico, perché l'autorizzazione è stata rilasciata molto tempo fa e l'impresa si è attivata in ragione delle autorizzazioni ottenute, però credo che sia ormai chiaro, sia per il presidente Floris che per l'assessore Pani, che si tratta di un'attività che effettivamente danneggia il territorio e anche le attività economiche in essere in quella zona. E' un provvedimento che deve essere chiaramente ragionato, ma assunto in tempi certi, perché è vero che si tratta di una iniziativa positiva, se localizzata in sede diversa, però è stato scelto un sito che io considero, ma credo anche l'assessore Pani, il presidente Floris, e chi conosce il territorio, inadatto. Inoltre può danneggiare un'attività imprenditoriale che è già in essere da tantissimi anni e che, a fronte del fatturato previsto di questa nuova attività di circa 600 milioni annui, mette a rischio oltre un miliardo di salari all'anno che vengono ora erogati ai dipendenti di quella struttura.

L'interpellanza si diffonde in modo preciso sul perché non deve essere sostenuta questa iniziativa. I cittadini e gli imprenditori che sono intervenuti in un'assemblea molto ampia che è stata fatta nella spiaggia dove dovrebbe sorgere questo impianto, hanno sostenuto l'esigenza dell'assunzione di un provvedimento immediato nella procedura. Nelle risposte informali dell'assessore Pani nei giorni passati, durante la visita del ministro Bordon, è stato indicato l'autunno come data d'inizio dell'attività. Quella data, assessore, è prevista nel piano aziendale, non è una scelta che dobbiamo fare noi; in quella data si darà inizio ai lavori effettivi. Occorre dunque decidere - io avevo chiesto una risposta scritta, ma chiedo ora una risposta precisa al Presidente e alla Giunta per il tramite dell'assessore Pani che risponderà - di intervenire per fare in modo che quella concessione venga ritirata. So che ritirarla può comportare un onere finanziario da parte della Regione, ma quest'onere, anche quando dovesse essere quantificato in qualche miliardo, eviterebbe comunque un danno al territorio di Santa Teresa, di Palau, di La Maddalena, e alle attività che vi si svolgono. In più - e concludo su questo concetto - tutto l'iter per la realizzazione di questo insediamento è stato messo in essere senza consultare mai le amministrazioni comunali interessate. Capisco che si tratta di un intervento sul mare, ma è che investe anche il governo - non delle acque, chiaramente - ma di un territorio, in cui il Comune di Santa Teresa ha previsto in modo specifico un intervento di salvaguardia, e un intervento di quelle dimensioni nel territorio, per un'attività, che danneggia l'ambiente e il sistema imprenditoriale già presente, deve essere dettagliatamente discusso con gli amministratori.

Assessore Pani, non mi risponda - come fanno diversi Assessori- dicendo che il provvedimento è stato assunto quando lei non era assessore, perché questo lo so. Il provvedimento ha un riferimento temporale preciso, che mi pare sia il periodo in cui era assessore Pasquale Onida o forse precedente. Quindi io, risposte di questo tipo, lo dico adesso, non posso considerarle soddisfacenti.

La risposta che mi attendo dalla Giunta è che il problema venga rapidamente affrontato e si risolva con l'annullamento delle concessioni. Io so di che cosa stiamo parlando, ma l'unico provvedimento apprezzabile non solo dalle parti politiche che propongono l'interpellanza, ma dalla gente che vive in quel territorio, è l'annullamento degli atti sin qui proposti. Se c'è da pagare un costo economico lo si paghi, perché non sarà mai rapportabile al danno che un insediamento di quel tipo può comportare per il territorio.

Quindi, Assessore, le ho anche suggerito il tipo di risposta che sarebbe gradita, non a me, ma penso a tutti quelli che hanno, in un'assemblea delle popolazioni interessate, trattato questo argomento.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore della difesa dell'ambiente.

PANI, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Onorevoli consiglieri, io ho esaminato già da tempo i problemi che sono connessi allo sviluppo dell'economia ittica isolana. Sono problemi che si stanno facendo sempre più importanti e sempre più urgenti perché sono connessi allo sviluppo turistico che, finalmente, io dico finalmente a voce alta, nella intera nostra Regione sta assumendo aspetti sempre più importanti.

Ogni volta che si parla di questo problema o di questa serie di problemi, ci troviamo di fronte ad una serie di obiezioni, di controinteressi, di richieste che, in un senso o nell'altro, cercano di indirizzare le risorse per scopi che sono tutti lodevoli ma che debbono essere, a mio giudizio, attentamente soppesati. Le linee di intervento dell'acquacoltura, con particolare riferimento all'allevamento nelle gabbie galleggianti, si sono imposte all'attenzione dell'amministrazione regionale nel 1994, quando l'Assessorato, e soprattutto gli uffici che seguivano le sorti dell'attività della pesca, avevano riscontrato, attraverso indagini di mercato, che non è difficile verificare, che la Regione sarda era tributaria verso le regioni esterne di una parte della quota di pescato utilizzato di circa il sessanta per cento. Io sono per la continuità, non mi sentirete mai dire: "Non è colpa mia, è colpa di un precedente assessore", non è così. Voi lo sapete benissimo. Io mi rivolgo a consiglieri che ormai mi conoscono perché con loro ho discusso di temi di particolare importanza e interesse. Io non ho mai usato espressioni come "chi ha prima di me fatto", "chi ha prima di me gestito". Dico "abbiamo fatto" e "abbiamo gestito". Abbiamo, in questo caso, deciso, nel 1994, di attuare una particolare politica di implementazione dell'attività connessa all'itticoltura, con finanziamenti ad hoc Sicché, ribadendo i programmi che, vi ripeto, nel 1994 sono stati presi in esame e che risalivano al 1988 - 1989, si è dato poi corso all'esame delle prime iniziative. Sembrerà un assurdo, fatto sta che questa è una di quelle prime iniziative; ne stiamo parlando nel 2000, ma è una di quelle iniziative. che ha ottenuto tutti i benestare, tutti i pareri, tutte le necessarie autorizzazioni. L'Università di Sassari, che è quella principalmente interessata agli studi di carattere scientifico sulla realizzazione di questo intervento e sui programmi connessi, ha presentato una documentata relazione, che è stata contestata dalle amministrazioni locali perché non perfettamente combaciante con le situazioni localmente riscontrate. L'ho potuto accertare parlando con i sindaci dei comuni interessati e con la popolazione di San Pasquale, che è retrostante a questa zona, che mi hanno contestato, perché, vivendo nella zona sanno benissimo quali sono i movimenti delle spiagge che contornano la Sciumara - Sciumara si chiama tutta la spiaggia in questione - e che io frequentavo da ragazzo, quindi molti anni fa Pescavo degli arselloni che erano una meraviglia proprio nel lato ovest della spiaggia. Il programma, quindi, mi ha interessato; ho visto, ho esaminato, ho voluto parlare con la gente, capire bene se il fondo era sabbioso e fangoso. Questi sono gli appigli ai quali io mi voglio riferire, perché intendo contestare la validità delle ricerche fatte.

(Interruzioni)

Abbiate pazienza! Io sto dando notizie che sono leggermente diverse da quelle che ha dato l'onorevole Cugini. Quando è stata contestata l'iniziativa, onorevole Cugini, la società aveva già installato le boe di perimetrazione dell'intera concessione. Quindi non è vero che secondo i programmi si doveva iniziare in autunno, si doveva iniziare nel mese di maggio. Questo per dirla chiara! E, posizionando le boe, i soggetti interessati agli indigeni che chiedevanocosa stessero facendo, hanno detto che stavano sistemando i punti nautici per delimitare la concessione per l'impianto che dovevano installare.

PRESIDENTE. Assessore, ha usato abbondantemente il tempo a sua disposizione, le do ancora qualche secondo per concludere.

PANI, Assessore della difesa dell'ambiente. Ancora un minuto, perché l'argomento è interessante, Presidente, mi consenta.

PRESIDENTE. Io sono qui per far rispettare il Regolamento.

PANI, Assessore della difesa dell'ambiente. Certo, la ringrazio. In quella circostanza, io ho accertato che, per esempio, nelle condizioni della concessione si parla di ancoraggio al fondo in assenza di poseidonia oceanica. Si parla, per esempio, di profondità che deve essere, come minimo, di 17 metri. Si parla di un'ampiezza della concessione di oltre diecimila metri quadri e invece la perimetrazione accertata, dovrebbe essere di oltre ventimila metri quadri. Di fronte a tutta questa serie di contestazioni, io ho chiesto prima di tutto che si sospendessero i posizionamenti, e che si procedesse ad una verifica del rispetto delle condizioni fissate nell'atto di concessione del 1995. Nel verificare le condizioni poste allora, ho la fondata presunzione che forse ci sarà da chiedere in termini ultimativi che sia rivisto il posizionamento in accordo con le amministrazioni locali.

Ricordo agli onorevoli consiglieri che mi ascoltano che ho disposto in maniera tassativa che, per l'innanzi, per tutte le iniziative come queste, che riguardano specchi acquei, si coinvolgano, in maniera obbligatoria, le amministrazioni locali interessate.

Appena sono venuto a conoscenza della situazione che tale provvedimento ha determinato nei riguardi dei comuni di Santa Teresa di Gallura e di Palau, ho subito provveduto a dare disposizioni ai competenti uffici affinché fosse rispettata questa condizione, convinto che ancora si trattasse di un progetto in itinere, e invece, al momento, ho appreso, che si trattava di una concessione già data, di attività già autorizzate, di contributi già introitati dal concessionario. D'accordo con le amministrazioni locali, ho dunque convocato una riunione delle parti interessate - questa forse è una notizia che agli interroganti non era ancora nota - per la settimana ventura proprio per verificare la possibilità di raggiungere un accordo, per traslare la concessione spostandola fuori dalla spiaggia della Sciumara, magari all'interno del golfo di Santa Teresa, e nel rispetto delle autorizzazioni e concessioni che, per altro, non devono costituire pericolo per la navigazione - questo è un altro aspetto importante - accogliere questa istanza che, io ritengo - ed esprimo un giudizio personale - assolutamente legittima, cioè quella della sospensione prima e della revoca poi della concessione. Però non vorrei attrarre sopra il mio capo responsabilità di carattere economico che sono quelle che, attraverso un esame preliminare che io ho fatto...

PRESIDENTE. Assessore, ha superato di sette minuti il tempo concessole, sono stato attento alla importanza dell'argomento ma la prego di concludere. Può lasciare agli atti i documenti.

PANI, Assessore della difesa dell'ambiente. Ci sarebbe un indennizzo che supera i sette miliardi e mezzo. Ne prendiamo atto. Io ho il dovere di comunicarlo ai signori consiglieri; dopodiché assieme decideremo il da farsi.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Cugini per dichiarare se è soddisfatto. CUGINI (D.S.-F.D.). Io apprezzo il lavoro che ha svolto l'assessore Pani, quindi mi limito a questa considerazione per farne subito un'altra, che è la seguente: l'obiettivo di quel territorio è quello di salvare i beni ambientali e le attività economiche in essere; poi, se l'Assessore raggiunge l'obiettivo di spostare l'impianto in un sito diverso, anche questo è un risultato positivo.

Il punto, presidente Floris, è che vi sono cose che noi abbiamo messo per iscritto che impediscono la realizzazione dell'insediamento nel sito che è stato individuato. Sette miliardi e mezzo non sono nulla di fronte all'importanza dell'argomento che stiamo trattando. Quindi, Assessore, io concordo con le considerazioni che lei ha fatto, ma aggiungo che, se è necessario pagare sette miliardi, è bene pagarli e impedire quello scempio, perché vale molto ma molto di più la soluzione del problema che noi stiamo proponendo all'attenzione del Consiglio regionale. Sette miliardi sono una regalia per salvaguardare quel bene. Quindi va bene tutto quello che lei dice, però se è necessario trovare sette miliardi non ci sarà nessun consigliere che,di fronte a questa situazione, si esprimerà contro questa spesa per impedire quello scempio.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno prevede adesso la discussione delle mozioni. Se il Consiglio è d'accordo, propongo di concludere la seduta odierna e di riprendere i lavori del Consiglio domani mattina alle ore 10, con lo svolgimento dell'interpellanza numero 3A che abbiamo rinviato stasera, e la discussione della mozione.

Ha domandato di parlare il consigliere Cugini sull'ordine dei lavori.

CUGINI (D.S. -F.D.). Sono d'accordo con la sua indicazione, però chiedo all'assessore Masala, al Presidente della Commissione Nuvoli, ai commissari presenti ed ai Capigruppo, un incontro breve per trattare il punto all'ordine del giorno di domani che riguarda il personale.

PRESIDENTE. La seduta è tolta.

La seduta è tolta alle ore 20 e 02.



Allegati seduta

Risposta scritta a interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione FRAU su alcune strane nomine presso la ASL n. 1 di Sassari. (38)

Si trasmettono allegati alla presente gli elementi di risposta relativi alla materia di cui sopra acquisiti e trasmessi dagli Uffici di questo Assessorato.

In relazione a quanto richiesto con nota n° 12546 del 6 aprile 2000 si comunica quanto segue:

- l'assetto organizzativo dell'Azienda risulta individuato nel Regolamento approvato con Del. n° 3088 del 16/10/1997 ed in questa sede si trova elencata l'articolazione organizzativa (definita "Settore consultori") che, all'interno del Servizio Materno Infantile, svolge funzioni di coordinamento e di gestione dei "consultori familiari", caratterizzati dagli interventi interdisciplinari dell'equipe.

Tale settore, per l'elevata autonomia organizzativo-gestionale, per le risorse umane, strumentali e per gli appositi spazi esclusivi dedicati verrà formalmente identificato quale "struttura semplice" del Servizio Materno Infantile anche sulla scorta delle indicazioni del Gruppo di Lavoro appositamente incaricato per la rilevazione degli incarichi dirigenziali venendo a costituire in questo modo uno specifico "centro di responsabilità" ai sensi della L.R. 10/97.

La proposta di organizzazione interna del "Settore Consultori" che era stata recepita nella Deliberazione n° 2469 del 30/07/1999, successivamente annullata, è stata presentata dal responsabile del Servizio Materno Infantile. Essa prevedeva una serie di articolazioni (definite moduli strutturali) che ripartivano su diverse aree professionali la responsabilità della gestione. Venivano definite infatti come responsabilità gestionali e di risultato quelle affidate ad alcuni dirigenti che, come può leggersi nella "relazione" del Responsabile del Servizio dovevano essere più esattamente qualificati come coordinatori di aree professionali (ginecologica, pediatrica, psicologica e sociale) e, quindi, senza la specifica "autonomia organizzativo-gestionale" richiesta dalla normativa per il riconoscimento di "struttura".

Anche per la deliberazione n°2468 del 20/07/99 valgono le stesse considerazioni; il "Centro di prevenzione e diagnosi ginecologica e ostetrica" non poteva essere attivato come "struttura" in assenza dei requisiti specifici che la identificano come tale.

Ciò premesso e considerato che l'Onorevole interrogante è a conoscenza dell'avvenuto annullamento di entrambe le deliberazioni, si forniscono di seguito le ulteriori precisazioni richieste:

- in relazione a quanto indicato al punto g) dell'interrogazione dell'on/le Frau si evidenzia che si sarebbe realizzata una violazione dell'art. 15 ter del D.L.vo 229/99 se si fosse trattato di "struttura complessa"; nel caso specifico si identificavano (erroneamente) dei "moduli strutturali" ovvero delle "strutture semplici" per le quali valgono i criteri di affidamento degli incarichi previsti dal "Regolamento degli incarichi dirigenziali".

- In relazione al quesito n° 3 si è già precedentemente riferito che la proposta di attribuzione degli incarichi è stata formulata dal Responsabile del Servizio Materno infantile.

- In ordine alle ipotesi ventilate nel punto 4) dell'interrogazione si fa rilevare che, al di fuori di qualsiasi ipotesi di organizzazione "strutturale", niente impedisce all'Azienda di riconoscere funzioni professionali specifiche a dirigenti medici che svolgono le funzioni di "coordinamento" per area disciplinare e nell'ambito di quanto si è detto nel I capoverso di questa lettera.

- Per quanto riguarda la possibilità che funzioni dirigenziali del "Settore" siano affidate ad un dirigente che presta servizio presso un centro privato, secondo il CCNL della Dirigenza Medica e Veterinaria, al dirigente che ha optato per la libera professione extramoenia non possono essere affidati incarichi di direzione di struttura, mentre nulla osta al conferimento di incarichi di tipo professionale.

Risposta scritta dell'Assessore dell'industria all'interrogazione CAPPAI sul reinserimento dei lavoratori della società SIACA. (150)

In allegato alla presente, si trasmette la risposta all'interrogazione n. 150 sulla situazione degli ex dipendenti SIACA.

Con riferimento all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti chiarimenti:

Non risulta che sia stato "garantito ai lavoratori licenziati della S.I.A.C.A. SPA la mobilità o il reimpiego nelle imprese consorziate incaricate di gestire lo scalo".

Promessa che non poteva essere peraltro fatta perché gli ex dipendenti della SIACA hanno acquisito esclusivamente professonalità inerenti la gestione di lavori di costruzione del porto e non di gestione di scali portuali, tanto più che trattasi di uno scalo di transhipment di contenitori su rotte transoceaniche attrezzato di mezzi di movimentazioni complessi che richiedono competenze altamente specialistiche.

Proprio per tale motivo la società concessionaria della gestione dello scalo, la C.I.C.T., ha chiesto ed ottenuto dalla Regione Sarda il finanziamento di uno specifico corso di formazione professionale delle maestranze, mentre per il personale di qualifiche professionali di alto livello ha dovuto ricorrere al loro reperimento sui mercati, oltre che regionale, nazionale ed internazionale attraverso apposita azione pubblicitaria.

Il Consorzio non potrebbe comunque, anche volendo, assumere il personale perché la gestione dello scalo è stata assegnata dall'Autorità Portuale di Cagliari, ai sensi della legge 84 del 1994, ad una società, la C.I.C.T., dalla quale il Consorzio, per espressa delibera della Giunta Regionale, è stato escluso.

Il Consorzio ha già assunto presso di sé o presso le sue partecipate le unità lavorative idonee a coprire i posti vacanti in organico ed ha proposto agli Assessorati ai Lavori Pubblici, all'Industria ed al Lavoro della Regione Sarda ipotesi di affidamento alla P.T.M. - Porto Terminal Mediterraneo S.p.A. (alla quale partecipa oltre il CASIC la stessa Regione Sarda e la SFIRS) od allo stesso Consorzio di un ulteriore ruolo nella gestione di lavori pubblici (quali la progettazione e realizzazione di centri intermodali, di strade ecc…) che avrebbe consentito l'assorbimento, anche se non totale, dei dipendenti ex SIACA in attività lavorative confacenti alle loro attitudini.

Tale proposta, dopo un primo periodo di attenzione da parte dell'Assessorato ai Lavori Pubblici, è rimasta disattesa.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione CASSANO sulla mobilità, incarichi e promozioni alla ASL n. 1 di Sassari. (152)

Si trasmettono allegati alla presente gli elementi di risposta relativi alla materia di cui sopra acquisiti e trasmessi dagli Uffici di questo Assessorato.

E' stata trasmessa dal "Gruppo Riformatori Sardi" presso il Consiglio Regionale l'interrogazione dell'On/le Gavino Cassano, Segretario della Commisisone Consiliare Sanità, tendente ad ottenere una risposta scritta su alcune delibere di trasferimento, promozioni ed incarichi effettuati nella fase di proroga dei poteri di gestione di questa Azienda.

A tal proposito si precisa che:

- gli atti deliberativi ai quali si riferisce l'interrogante non contengono promozioni o conferimento di incarico in quanto trattasi di provvedimenti ricognitivi delle funzioni effettivamente svolte da dipendenti nell'ultimo decennio e che dovranno essere comunque valutati quale "esperienza lavorativa specifica" nell'ambito dell'applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di lavoro del "Comparto Sanità".

- A questo proposito, i Sindacati hanno rivendicato la competenza a definire i criteri per una rilevazione generale delle funzioni svolte ai fini della partecipazione alle selezioni previste dal CCNL. Nell'intento di proseguire nelle trattative per la stesura del Contratto integrativo aziendale, questa Azienda procederà ad una revisione dei citati atti deliberativi.

- In relazione a quanto affermato in materia di trasferimento non risulta chiaro a quali atti si riferisca l'interrogante in quanto tutti i provvedimenti di mobilità del personale sono finalizzati al razionale impiego delle risorse umane e, comunque, sono stati effettuati nel rispetto delle normative contrattuali.

- Per quanto riguarda l'utilizzazione di personale in ambiti profesisonali non specifici si fa rilevare che si tratta di situazioni determinatesi in anni passati e che, comunque, potranno (e dovranno) essere sanate nell'ambito dell'applicazione del Contratto Collettivo che consente tale possibilità.

Risposta scritta dell'Assessore dell'industria all'interrogazione LA SPISA-CALLEDDA sulla situazione ex dipendenti SIACA. (153)

In allegato alla presente, si trasmette la risposta all'interrogazione n. 153 sulla situazione degli ex dipendenti SIACA.

Premesso quanto precisato in relazione all'interrogazione dell'On. Cappai, nel merito di questa si precisa ulteriormente quanto segue.

Il CASIC ha assorbito una parte dei lavoratori licenziati dalla SIACA esclusivamente secondo criteri di professionalità e sulla base delle esperienze maturate presso la SIACA ed in relazione sia ai posti vacanti nell'organico CASIC sia ai programmi operativi dello stesso.

Ciò è dimostrabile attraverso il curriculum di ciascuno.

Le assunzioni sono state effettuate nell'osservanza delle norme statutarie e regolamenti del CASIC, nonché delle disposizioni di legge in materia.

Risposta scritta dell'Assessore ai Lavori Pubblici all'interrogazione PINNA-CALLEDDA-PACIFICO sull'esigenza di eliminare lo stato di grave pericolo per i cittadini in cui si trova la SS 130 che collega Cagliari con Iglesias. (130)

Con riferimento all'oggetto, si trasmettono gli elementi di risposta forniti dal Direttore Generale di questo Assessorato.

Con riferimento all'interrogazione n° 130 relativa all'oggetto, che ad ogni buon fine si restituisce in copia, si forniscono i seguenti elementi di risposta:

- La G.R.S. con deliberazione n° 40/22 del 17.10.1997 ha destinato un finanziamento di lire 35.000.000.000 per interventi tesi alla eliminazione delle intersezioni a raso lungo la SS. 130 (strada classificata di tipo III delle norme CNR 80) nella tratta Cagliari - Decimomannu.

- Per la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva dei lavori, l'Assessorato ha bandito una pubblica gara di cui è rimasta aggiudicataria l'Associazione temporanea tra professionisti con capogruppo l'ing. Sergio IADANZA avente sede ad Isernia. In data 13.10.1998 è stata stipulata la convenzione per l'incarico della progettazione dell'opera del costo complessivo di lire 35.000.000.000 di cui lire 25.000.000.000 per lavori.

- I suddetti professionisti ad oggi hanno fatto pervenire per il tramite ANAS, Compartimento della Viabilità per la Sardegna, preposto quale referente tcnico per la sorveglianza e direzione dell'incarico regolato dalla citata convenzione, i seguenti elaborati:

a) Studio di funzionalità;

b) Studio del traffico con schema di modellizzazione della rete e delle sue caratteristiche;

c) Studio con la individuazione dei sondaggi per le indagini geognostiche.

- Per quanto attiene ulteriori opere sull'arteria in argomento, i competenti Uffici dello scrivente Assessorato, nel corso di riunioni svoltesi recentemente, hanno avuto conoscenza dell'autorizzazione rilasciata dalla Direzione Nazionale ANAS al relativo Compartimento della Viabilità per la Sardegna, per la redazione di un progetto che riguarda, essenzialmente, la posa in opera del guard-rail centrale nonché l'allargamento della carreggiata di un metro (50 cm per parte).

Testo delle interpellanze, interrogazioni e mozioni annunziate in apertura di seduta

Interpellanza Balia - Ibba - Masia sul mancato pagamento da parte dell'E.S.A.F. per i lavori di gestione esterna.

I sottoscritti,

VENUTI a conoscenza dei gravi problemi in cui versano numerose imprese che, avendo portato a termine già da diverso tempo i lavori di gestione esterna per conto dell'E.S.A.F. affidati in base a regolari gare d'appalto, lamentano a tutt'oggi il mancato pagamento dei relativi importi;

CONSIDERATO che il protrarsi del ritardo produce danni esponenziali sui bilanci e sulla gestione delle imprese in questione, già operanti in una situazione economica problematica;

CONSIDERATO altresì che la suddetta situazione ha di fatto portato le suddette imprese all'impossibilità di assolvere al pagamento dei salari ai propri lavoratori, che si trovano quindi in arretrato di diverse mensilità,

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale, l'Assessore regionale della programmazione e l'Assessore dei lavori pubblici:

- per sapere se il mancato pagamento sia dovuto a ritardi imputabili all'ente strumentale E.S.A.F. oppure al mancato trasferimento dei fondi da parte della Giunta regionale;

- per conoscere quali urgenti iniziative intendano assumere per ovviare a tale situazione di grave disagio per le imprese e per i lavoratori. (46)

Interpellanza Tunis Marco Fabrizio sulla mancata istituzione del Parco geominerario ambientale della Sardegna e sul licenziamento di lavoratori socialmente utili.

Il sottoscritto,

PREMESSO che l'Assemblea generale dell'UNESCO, tenutasi a Parigi dal 24 ottobre al 12 novembre 1997, ha accolto positivamente la proposta presentata dalla Regione autonoma della Sardegna per il riconoscimento del valore internazionale del Parco geominerario della Sardegna;

EVIDENZIATO che, a seguito di quanto in premessa, il Governo nazionale il 10 dicembre 1997 ha assunto impegni precisi circa l'istituzione per legge del Parco geominerario in tempi relativamente brevi (marzo 2000);

DENUNCIATO che, anziché ottemperare all'intesa raggiunta con Regione, il Governo nazionale ha invece emanato il decreto legislativo 28 febbraio 2000, n. 81, e contribuito perciò al licenziamento di cinquanta lavoratori socialmente utili, "colpevoli" di non aver maturato tra il 1° gennaio 1998 e il 31 dicembre 1999, dodici mesi di attività nei cantieri del Parco attivati in via transitoria,

chiede di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere se non ritengano opportuno e necessario attivarsi immediatamente nelle opportune sedi istituzionali, affinché il Governo e il Parlamento ottemperino agli impegni assunti circa l'istituzione del Parco geominerario e ambientale della Sardegna e provvedano alla rapida modifica dell'articolo 2, punto 1, del decreto legislativo n. 81 del 2000, al fine di consentire il reintegro tempestivo nei diversi cantieri dei lavoratori ingiustamente licenziati, i quali sopravvivono, peraltro, con le loro famiglie con lire 800.000 mensili. (47)

Interpellanza Pinna - Calledda - Pacifico - Pusceddu sul fallimento della privatizzazione dello stabilimento SARDAMAG di S. Antioco.

I sottoscritti.

PREMESSO che, nel corso delle audizioni effettuate dalla Sesta Commissione permanente del Consiglio regionale il 17 maggio u.s., il rappresentante legale della SEAMAG S.p.A. ha comunicato alla stessa Commissione l'esistenza di ostacoli che impediscono la realizzazione del piano industriale oggetto del contratto di privatizzazione dello stabilimento per la produzione di ossido di magnesio di S. Antioco della società regionale NUOVA SARDAMAG S.r.l. in liquidazione ;

CONSTATATO che ad oltre due anni dalla stipula del contratto per la privatizzazione dello stabilimento non sono stati rispettati gli impegni sottoscritti per la ristrutturazione e la riattivazione produttiva dello stesso stabilimento con la prevista assunzione di 125 lavoratori;

PRESO atto che l'Assessore regionale dell'Industria, nel corso della stessa audizione del 17 maggio u.s., ha ribadito i contenuti di una nota stampa diffusa nei giorni precedenti nella quale ha sostenuto come "la Regione abbia adempiuto a tutte le obbligazioni contrattuali previste nel contratto di cessione del ramo di azienda stipulato in data 4.04.1998";

VALUTATO che la mancata realizzazione del piano industriale oggetto del contratto di privatizzazione determina l'immediata rescissione dello stesso contratto senza oneri per la Regione che ha adempiuto a tutte le obbligazioni;

RILEVATO che a distanza di oltre un mese dalla conferma del fallimento della privatizzazione da parte dei soggetti contraenti nulla è stato fatto per la risoluzione del contratto;

APPRESO che la SEAMAG S.p.A., pur avendo comunicato che sono venute a mancare le condizioni per il rispetto degli impegni contrattuali, sembrerebbe ancora pretendere di commercializzare i prodotti giacenti nello stabilimento di S. Antioco e quelli rivenienti dalla cava di proprietà della società PALMAS CAVE S.p.A. ubicata nello stesso Comune di S. Antioco ed oggetto di contratto di affitto al solo scopo di consentire alla SEAMAG S.p.A. di utilizzare i materiali estratti ed estraibili esclusivamente per la produzione di ossido di magnesio;

EVIDENZIATO che la commercializzazione e l'utilizzo dei prodotti giacenti nello stabilimento e quelli rivenienti dalla cava, se effettuati al di fuori del rispetto dei vincoli contrattuali, creano ulteriori danni economici, se pure indotti, alla Regione Sarda;

ATTESO che il tanto propagandato progetto turistico alternativo all'attività industriale si è rivelato privo di consistenza tecnico-economica oltre che di titolarità, avendone anche l'Assessore del turismo, nella richiamata audizione del 17 maggio u.s., negato la paternità attribuitagli dal rappresentante legale della SEAMAG S.p.A. nel corso della stessa audizione;

CONSIDERATO che non è stato ancora dato avvio ai lavori per il risanamento ambientale dello stagno di Is Pruinis nel quale sono stati riversati gli scarichi dello stabilimento della NUOVA SARDAMAG, nonostante siano stati già stanziati per l' esecuzione di tali lavori 10 miliardi a valere sugli interventi per il risanamento dell' area ad alto rischio di crisi ambientale del Sulcis tra i quali è compreso questo importante compendio umido naturale recentemente inserito tra i siti di interesse comunitario (NATURA 2000 ) ;

RICORDATO che è stata finora disattesa la risoluzione approvata all' unanimità dalla Sesta Commissione del Consiglio Regionale in data 18 maggio 2000 con la quale si invitava la Giunta e l'Assessore regionale dell'Industria "a provvedere all'immediato ricollocamento di tutti i1 125 lavoratori ex NUOVA SARDAMAG, compresi quelli già assunti dalla SEAMAG, nell'ambito di aziende regionali nel rispetto degli impegni assunti dall'Assessore regionale dell'Industria";

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale, l'Assessore dell'industria, l'Assessore del turismo e l' Assessore dell' ambiente per sapere se non ritengano, nell'esercizio dei poteri di indirizzo e di controllo di cui dispongono e a cui sono tenuti per tutelare gli interessi della Regione sarda, di :

1) richiedere la rescissione dei contratti per la cessione dello stabilimento della NUOVA SARDAMAG S.r.l. in liquidazione e per l'affitto della cava della PALMAS CAVE S.p.A. essendo venute a mancare, come ammesso dal privato contraente, le condizioni per realizzare l'oggetto degli stessi contratti;

2) impedire che, anche nella more della definizione dei rapporti contrattuali, la SEAMAG S.p.A. prosegua nelle operazioni di commercializzazione dei prodotti giacenti nell'impianto e nella cava di S. Antioco con conseguente presumibile aggravio degli oneri a carico della Regione;

3) verificare se l' impiego dei ricavi rivenienti dalle vendite già effettuate dei prodotti giacenti nello stabilimento e dei materiali della cava siano stati utilizzati nel rigoroso rispetto dei vincoli contrattuali pattuiti;

4) dare attuazione agli impegni sottoscritti con le organizzazioni sindacali e sollecitati dalla Sesta Commissione del Consiglio Regionale per l'immediato ricollocamento di tutti i 125 lavoratori ex SARDAMAG, compresi quelli già assunti dalla SEAMAG S.p.A., nell'ambito di aziende regionali;

5) impiegare gli stessi lavoratori nelle operazioni di demolizione degli impianti, di bonifica del sito industriale, di recupero ambientale dell'area di cava e di risanamento dello stagno di IS PRUINIS sotto la direzione della società regionale già operante nel settore del risanamento ambientale, utilizzando, d'intesa con il comune di S. Antioco, le risorse finanziarie già disponibili, al fine di contenere gli oneri a carico della Regione;

6) chiarire il ruolo svolto e le finalità perseguite dall'Assessore del turismo nel promuovere e propagandare il fantomatico progetto turistico alternativo all'attività industriale il quale ha contribuito ad accrescere l'ostilità che ha impedito la ripresa dell'attività produttiva dello stabilimento, causa principale, quest'ultima, degli oneri conseguentemente generati a carico della Regione per la ricollocazione dei lavoratori e per la risoluzione dei rapporti contrattuali con la SEAMAG S.p.A.;

7) vigilare affinché i lavori di risanamento ambientale dello stagno di IS PRUINIS, qualora non affidati direttamente ad un ente regionale dotato di strutture aziendali competenti con il vincolo di impiegare i lavoratori ex SARDAMAG, vengano assegnati a società di comprovata esperienza e capacità nel rigoroso rispetto della normativa in materia di appalti pubblici, anche per non deludere le aspettative degli oltre 3000 abitanti di S. Antioco che, nel sottoscrivere una specifica petizione popolare, hanno richiesto il risanamento ambientale dell'area per tutelare la salute dei cittadini e non già per favorire gli interessi di novelli ed improbabili imprenditori ambientali;

8) procedere, a seguito della risoluzione dei richiamati contratti, alla dismissione delle proprietà immobiliari della NUOVA SARDAMAG S.r.l. in liquidazione e della PALMAS CAVE S.p.A. attraverso bandi pubblici di vendita affidati da un adivisor qualificato al fine di rendere trasparenti le operazioni di cessione del patrimonio delle società pubbliche regionali assicurando nel contempo la riconversione economica dei siti nel rispetto degli strumenti di programmazione e di sviluppo adottati dall'Amministrazione comunale di S. Antioco;

9) verificare la correttezza degli atti compiuti in relazione alla gestione dei rapporti contrattuali sulla cessione dell'impianto, sull'affitto della cava e sull'affidamento dei lavori per il risanamento ambientale dello stagno di Is Pruinis al fine di fugare eventuali dubbi e perplessità sulla legittimità delle procedure seguite come segnalato da più parti attraverso la stampa locale. (48)

Interpellanza La Spisa sul recupero del concorso pubblico sugli interessi di cui all'articolo 5 della L.R. 13 dicembre 1988, n. 44, imposto dalla Commissione Europea.

Il sottoscritto,

CONSIDERATO che l'Amministrazione regionale si sta attivando per il recupero delle somme erogate alle oltre 5300 aziende agricole che hanno beneficiato degli incentivi previsti dalla legge regionale n. 44 del 1988;

rilevato in particolare che:

- per molte di queste aziende sono in corso atti giudiziari posti in essere dagli Istituti di credito a partire dal 1990 in poi, dove i contratti di mutuo originari sono stati a tutti gli effetti revocati e rivendicati per l'intera somma per vie legali;

- alcuni Istituti di credito hanno continuato a percepire semestralmente il concorso interessi da parte della Regione mentre altri non hanno mai incamerato nessuna somma in merito lasciandole giacenti in Ragioneria regionale;

preso atto che:

- tali situazioni provocano gravi ingiustizie nei confronti delle imprese agricole agonizzanti a vantaggio degli Istituti di credito;

- l'origine della bocciatura dell'articolo 5 della legge regionale n. 44 del 1988 riguarda responsabilità imputabili prevalentemente all'Amministrazione regionale;

- sono in corso trattative tra le banche e l'Assessore competente in merito alla deliberazione della Giunta regionale n. 40/51 del 26 ottobre 1999 che riconosce un indennizzo ai produttori di pomodori in serra per danni da virus giallo,

chiede di interpellare il Presidente della Giunta regionale per conoscere quali iniziative abbia assunto o intenda assumere per accertare le responsabilità esistenti e soprattutto per avviare una concreta proposta finalizzata alla risoluzione del problema. (49)

Interpellanza Balia - Ibba - Masia sulla improrogabile necessità di ripristinare il servizio di guardia medica nel comune di Ussassai.

I sottoscritti,

APPRESO da organi di informazione che il comune di Ussassai è privo del servizio di guardia medica, chiuso dai lontani anni '70;

CONSIDERATO che si tratta di un servizio essenziale, tantopiù che il paese non può fruire dei servizi di alcuna altra struttura sanitaria per i casi di emergenza;

CONSTATATO che la guardia medica più vicina si trova a Seui, distante 16 tortuosi chilometri, difficilmente percorribili tutto l'anno ed estremamente pericolosi per neve e gelo durante i mesi invernali;

CONSIDERATO, altresì, che il paese non è neppure servito da ambulanze di volontari e che, anche di recente, in seguito ad alcuni incidenti, i feriti sono stati accompagnati in auto presso l'ospedale di Lanusei, anch'esso non raggiungibile prima di un'ora;

RILEVATO che ad Ussassai è sito uno stabile di proprietà dell'ASL inutilizzato ed in stato di degrado tale da costituire un costante pericolo per l'incolumità dei cittadini, ove non si provveda agli interventi necessari per un suo immediato recupero;

RILEVATO, altresì, che il suddetto stabile, se restaurato, potrebbe essere utilizzato proprio per il ripristino del servizio di guardia medica e per altri servizi necessari alla popolazione;

TENUTO CONTO, inoltre, che la intollerabile situazione suesposta non fa che aggravare ulteriormente l'isolamento in cui versa il paese e che sta portando al suo progressivo spopolamento,

chiede di interpellare l'Assessore della sanità per conoscere quali urgenti misure intenda adottare per assicurare al comune di Ussassai questo servizio sanitario indispensabile per non negare ai cittadini le fondamenta stesse del diritto alla salute. (50)

Interpellanza Cugini - Lai - Spissu - Morittu - Giagu - Dettori Bruno - Sanna Giacomo - Deiana - Vassallo sul progetto per la realizzazione di un impianto di itticoltura a Santa Teresa di Gallura.

I sottoscritti,

APPRESO che l'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente ha recentemente approvato, senza consultare l'Amministrazione comunale e senza tenere conto della disciplina pianificatoria del Comune nell'area in questione, un progetto privato per la realizzazione di un impianto di allevamento ittico intensivo a "gabbie galleggianti" in località Porto Liscia nel territorio di Santa Teresa di Gallura, i cui lavori sono in corso di esecuzione,

RILEVATO che il progetto appare in contraddizione con i criteri e gli indirizzi emanati dalla stessa Amministrazione regionale per la realizzazione di questo tipo di impianti: distanza adeguata da emergenze ambientali, sufficiente idrodinamismo, zone non a vocazione balneare e turistica e non interessate da traffico marittimo;

sottolineato inoltre che:

- il PUC del Comune di Santa Teresa di Gallura individua la penisola di Coluccia come Zona G8.6 a parco di iniziativa pubblica ricadente in ambito "1" del vigente PTP dove sono consentiti esclusivamente interventi volti al recupero e potenziamento delle specificità naturalistiche presenti, con particolare riferimento agli aspetti vegetazionali;

- nel territorio prospiciente l'area interessata dal progetto l'Amministrazione comunale di Santa Teresa di Gallura e quella di Palau, di concerto con la Comunità Montana n. 4, hanno programmato un progetto LIFE di riqualificazione ambientale che inibisce qualunque intervento edificatorio privato;

- l'area interessata è da sempre indicata nelle carte nautiche come punto d'ancoraggio dove, in condizioni meteorologiche avverse, si rifugiano imbarcazioni di vario tonnellaggio;

EVIDENZIATO come il tipo di impianto previsto, in evidente contrasto con gli interessi della popolazione di Santa Teresa di Gallura, sia destinato a danneggiare in modo irreparabile la zona attraverso l'inquinamento del mare, la morte della poseidonia con la conseguente mancanza di ossigeno per flora e fauna, la fine dalla vocazione-turistico-balneare,

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore della difesa dell'ambiente per sapere quali atti intendano porre in essere per recedere dalla decisione di approvazione del progetto e per scongiurare la realizzazione dell'intervento. (51)

Interrogazione Fois, con richiesta di risposta scritta, sul focolaio di peste suina classica.

Il sottoscritto chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere quali provvedimenti intenda adottare per affrontare la nuova epidemia di peste suina classica, di recente verificatasi nel territorio di Pattada e che coinvolge anche i territori dei comuni di Ozieri, Nughedu, Bultei, Benetutti e Nule.

Dalle notizie in possesso parrebbe che l'Assessorato in questione non avrebbe ancora dato corso al rifinanziamento del piano per la peste suina classica e africana in Sardegna, con il conseguente licenziamento di diversi tecnici di laboratorio, veterinari e agenti tecnici che da anni ormai, sotto la gestione dell'Istituto Zooprofilattico di Sassari, davano un fondamentale contributo alle ASL della Sardegna per la lotta contro tali malattie.

In particolare appare veramente difficile la situazione nel distretto di Ozieri, sede dell'attuale emergenza, nel quale i veterinari dipendenti della ASL n. 1, a seguito della notevole mole di lavoro e degli organici ridotti all'osso, non sarebbero in condizioni, senza l'ausilio dell'équipe dell'Istituto Zooprofilattico, di affrontare in maniera rapida ed efficace il focolaio; si consideri che sarebbero circa 400 le aziende sotto vincolo sanitario nei territori del Monte Acuto e del Goceano e circa 3000 i capi da sottoporre a prelievo da parte dei veterinari della ASL.

Il rischio reale è che le operazioni di risanamento si trascinino per diversi mesi e quindi gli allevatori siano costretti a non movimentare i suini per tutto questo tempo, con conseguenti gravi ripercussioni per l'economia di questo territorio già così fragile. (179)

Interrogazione Liori, con richiesta di risposta scritta, sulle cure climatiche e termali a favore di invalidi per causa di guerra, per servizio e categorie assimilate, ai sensi dell'articolo 57 della Legge n. 833 del 1978.

Il sottoscritto, premesso che:

- con la Legge dello Stato n. 833 del 1978 sono concessi benefici agli invalidi per causa di guerra , di servizio e altre categorie assimilate, in tutela della salute di detti soggetti, necessitanti di periodiche cure termali e climatiche;

- con determinazione del Ministero della Sanità di cui alla nota n. 100/DCPS/15.18303 viene previsto che le prestazioni sanitarie per cure termali siano a carico del sistema sanitario nazionale che provvederà con fondi regionali;

- con la deliberazione della Giunta regionale n. 10/23 del 16 marzo 1995 è stato soppresso il contributo giornaliero di lire 55.000 per spese di soggiorno per cure termali (limitandolo alle spese sanitarie) e ridotto a quindici giorni tutto il periodo massimo soggetto a contributo per le cure climatiche;

considerato che:

- nelle altre Regioni della Repubblica il periodo rimborsabile per cure climatiche è di 21 giorni ed alcune di loro hanno provveduto ad indicizzare l'importo della diaria giornaliera secondo gli indici ISTAT;

- il 60 per cento delle Regioni ha già provveduto a ripristinare i contributi per le spese di soggiorno per le cure termali;

- molti tra i soggetti fruitori delle suddette cure sono ex benemeriti servitori dello Stato (forze di polizia, carabinieri, militari di carriera, ecc.);

- l'esclusione del rimborso delle spese di soggiorno per le cure termali incide sulle scarse risorse economiche di pensionati costretti ad effettuare periodicamente cicli di cure;

ritenuto che i soggetti di cui sopra siano altamente meritevoli di tutela da parte del nostro ordinamento e della nostra Regione e che coloro che tra questi risiedono in Sardegna non debbano in alcun modo essere penalizzati rispetto ai residenti in altre zone d'Italia;

tutto ciò premesso chiede di interrogare l'Assessore regionale della sanità per sapere se intende intervenire nelle sedi di sua competenza onde garantire la più ampia tutela a coloro che necessitano di cure climatiche e termali ed in particolare ripristinando le prestazioni nella misura originariamente prevista assicurando altresì che agli aventi diritto residenti in Sardegna siano riconosciuti i benefici in misura almeno pari a quelli riconosciuti nella media nazionale. (180)

Interrogazione Frau, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione del settore carburanti presso l'Azienda Foreste Demaniali di Sassari.

Il sottoscritto chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'ambiente per sapere:

1) se sia a conoscenza di una relazione del funzionario competente nella quale si evidenziano gravi e grosse "anomalie" sulla regolarità della gestione dei carburanti presso vari cantieri demaniali dell'Azienda Foresta Demaniali di Sassari, nei quali non viene regolarmente contabilizzato il consumo degli stessi;

2) se sia vero che dopo tale relazione - che evidenzia un problema che si trascina da anni e che era stato denunciato in altre occasioni - con note n. 7158 del 16 maggio 2000 e n. 8044 del 31 maggio 2000 sono state richieste "strane e dettagliate giustificazioni" al funzionario che aveva eseguito il controllo;

3) se siano vere inoltre le voci che questo funzionario - che ha avuto l'ardire di denunciare simile e ripetitivo "andazzo" - stia per essere trasferito ad altro incarico, in luogo invece di venir premiato;

4) quali intenzioni intenda assumere, senza guardare in faccia ad alcuno anche se collocato "in alto loco", affinché la relazione del funzionario non venga insabbiata e paghino finalmente gli eventuali responsabili. (181)

Interrogazione Fadda, con richiesta di risposta scritta, sui disservizi amministrativi e gestionali che si stanno determinando nello I.A.C.P. di Cagliari per effetto della mancata delega alla firma al nuovo Presidente del Consiglio di amministrazione e per il ritardo della nomina del rappresentante della Provincia di Cagliari nello stesso organo.

Il sottoscritto chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per conoscere quali iniziative intenda adottare la Giunta in merito alla gravissima situazione che si sta verificando nello I.A.C.P. di Cagliari.

Risulta infatti al sottoscritto che la mancata delega alla firma al nuovo Presidente dello I.A.C.P. , da parte del Presidente della Giunta regionale, unitamente al ritardo della nomina nel consiglio dello stesso del rappresentante della Provincia, non consente la formalizzazione di alcuni atti importanti tra i quali la stipula degli atti di vendita degli alloggi agli inquilini che ne hanno titolo.

Questa situazione sta privando l'Istituto dell'introito di quelle somme destinate per legge alla ricostruzione, ristrutturazione e manutenzione del patrimonio con il conseguente immaginabile disservizio che si sta determinando a scapito degli utenti e a danno dell'Istituto.

Inoltre l'impasse nella definizione delle attribuzioni si sta trasformando in un insopportabile e inaccettabile danno economico per quegli inquilini che hanno deciso di acquistare l'immobile e che da diversi mesi, non potendo stipulare i rogiti notarili, sono costretti a pagare il canone di affitto e contemporaneamente a far fronte agli impegni presi con le banche. (182)

Interrogazione Frau, con richiesta di risposta scritta, sulle sostanze tossiche scaricate a Porto Torres.

Il sottoscritto, premesso che:

a) nel marzo scorso furono scaricati in una banchina del molo industriale di Porto Torres 54 container con non meglio identificati rifiuti solidi urbani e solamente la fuoruscita di sostanze maleodoranti e "strane" porto al sequestro del carico da parte della Polizia;

b) questo carico, partito da Genova per Cagliari con la nave "Robur" per conto della società Grendi, fu poi trasferito a Porto Torres per essere sicuramente interrato in una delle discariche presenti nel territorio, e che solo l'intervento della Polizia prima e del Magistrato poi impedì simile smaltimento;

c) fu subito commissionata una perizia sulla reale natura dei rifiuti contenuti nei 54 container e proprio in questi giorni si è saputo che la nave "Robur" aveva importato nella nostra Isola un ingente quantitativo di sostanze altamente nocive, che si cercava di smaltire in modo fraudolento nel nostro territorio;

d) quanto successo è sicuramente il risultato nell'aver individuato parte del territorio del nord-ovest della Sardegna - e contro le reiterate proteste di quelle popolazioni e delle istituzioni locali - quali siti per lo smaltimento di rifiuti speciali e tossici, trasformando la zona in una immensa pattumiera, in contrasto con la vocazione agricola e turistica,

chiede di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:

1) se sia a conoscenza dell'arrivo a Porto Torres di 54 container con sostanze altamente tossiche, del sequestro degli stessi, delle indagini svolte dalla Polizia e dalla Magistratura e a quale discarica fossero destinati;

2) se altri carichi del genere abbiano raggiunto Porto Torres per essere smaltiti nelle discariche private del nord-ovest della Sardegna;

3) quali controlli vengano effettuati prima di ogni autorizzazione allo smaltimento, se esista in ogni discarica un registro sulla quantità e sulla qualità delle sostanze da smaltire e quali siano i doveri e le responsabilità dei gestori delle discariche al momento dell'accettazione dei rifiuti;

4) quali azioni intenda intraprendere nei riguardi del comandante della nave e del rappresentante legale della società Grendi per aver trasportato nella nostra Isola grandi quantità di sostanze altamente nocive senza le prescritte autorizzazioni;

5) se non sia opportuno - al fine di non ripetersi di simili episodi - che la Regione sarda, anche in nome della sua specialità, debba dare in ogni caso il proprio benestare su qualsiasi carico di rifiuti che si voglia smaltire in Sardegna, con la possibilità comunque di diniego a simili "immigrazioni" di sostanze tossiche e nocive, aumentando nel contempo con l'ausilio di tutte le forze di Polizia i controlli. (183)

Mozione Pusceddu - Cugini - Calledda - Pacifico - Pinna - Sanna Alberto sulla mancata utilizzazione dei finanziamenti statali erogati, ai sensi della Legge 24 marzo 1989, n. 122, per la realizzazione di parcheggi pubblici.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO CHE:

- con la Legge n. 122 del 1989, recante disposizioni in materia di parcheggi, il legislatore ha affrontato una delle maggiori emergenze dell'ultimo decennio: la congestione veicolare urbana;

- la finalità della normativa va identificata nella necessità di agire sul fronte dell'emergenza attraverso la funzione di indirizzo delle scelte degli enti locali verso quegli interventi che vengono ritenuti più idonei a realizzare gli obiettivi programmati;

- con le leggi n. 537/93 e n. 594/95 le competenze sono state trasferite dal Ministero per le aree urbane alle Regioni;

ACCERTATO CHE:

- con decreto del 30 novembre 1990 del Ministro per i problemi delle aree urbane, in attuazione delle norme recate dagli articoli 6 e 7 della Legge n. 122 del 1989 prevedenti misure contributive in favore delle aree urbane maggiormente popolate, venivano ammessi a contributo a favore del Comune di Cagliari, quale prima annualità del programma triennale dei parcheggi, i seguenti interventi: "S. Paolo", "Via Jenner", "Via Puglia";

- gli impianti erano rivolti a ridurre l'afflusso dei veicoli al centro urbano e prevedevano 3.650 posti auto nei limiti di spesa di 41.964 milioni;

- con successivo decreto del 16 luglio 1993 il Ministro per le aree urbane apportava alcune modifiche al decreto precedente, per cui Cagliari programmava due parcheggi per un totale di 1850 posti, nei limiti di spesa di 25.464 milioni;

- circa lo stato di attuazione di tali parcheggi programmati, il Sindaco del Comune di Cagliari ha testualmente riferito che "non risultano affidate progettazioni per le opere ammesse al finanziamento, la cui attuazione è stata differita nel tempo";

- con decreto del 26 luglio 1991 il Ministro per le aree urbane ammetteva al contributo previsto dall'articolo 4 della Legge n. 122 del 1989, quale prima annualità per il 1989, 22 interventi nella regione Sardegna, localizzati nei comuni di Sestu, Sinnai, Carloforte, Assemini, Quartu Sant'Elena, Macomer, Siniscola, Arzachena, Olbia e Sassari, per un totale di 3.832 posti auto, 411 moto e 56 bus per una spesa complessiva ammessa di 21.292 milioni;

- circa lo stato di attuazione di detti interventi programmati solo il Comune di Sassari, per il parcheggio di "Via Pirandello" si è attivato per la concessione di un mutuo ventennale presso la Cassa DD.PP.;

- la Corte dei Conti con la relazione al Parlamento sui risultati dei controlli eseguiti su gestioni di enti locali, ai sensi della Legge 14 gennaio 1994, n. 20, allegata alla deliberazione n. 1/2000, ha testualmente evidenziato che "la Regione Sardegna non si è attivata sufficientemente per sollecitare, né per revocare i finanziamenti a quegli enti che, a distanza di 10 anni, ancora non mostrano interesse alcuno per gli interventi pur programmati";

- la suddetta Corte dei Conti ha altresì rilevato che "la Regione, a speciale autonomia, ha ricevuto per l'articolo 3 e l'articolo 6 la somma di 29.178 milioni, erogati dal Tesoro fino al 31 dicembre 1999 per gli obiettivi della Legge n. 122 del 1989, nessuno dei quali risulta realizzato con grave disagio per le collettività locali per il mancato utilizzo delle opportunità offerte da una legge, la n. 122 del 1989, rimasta negli enti della Regione, e specie nel Comune di Cagliari, completamente disattesa",

impegna la Giunta regionale

1) a riferire immediatamente in Consiglio regionale:

- sullo stato di attuazione degli interventi ammessi a contributo ai sensi della Legge 24 marzo 1989, n. 122, distinguendo tra lavori non avviati, in corso di esecuzione e ultimati;

- sulla esatta consistenza delle risorse finanziarie erogate dal Tesoro per la realizzazione degli obiettivi della Legge n. 122 del 1989;

- sulla corretta applicazione sotto il profilo di legittimità, efficacia, efficienza ed economicità dell'azione amministrativa degli uffici regionali e degli enti locali al fine della realizzazione dei sopra citati interventi sul settore della sosta veicolare;

2) a svolgere ogni utile iniziativa finalizzata:

- ad acquisire elementi conoscitivi sulle cause di eventuali ritardi e difficoltà incontrate dai destinatari degli interventi;

- a sollecitare i Comuni inadempienti pena la revoca dei finanziamenti;

- ad una eventuale rimodulazione della programmazione del Piano parcheggi, in correlazione con le risorse ancora disponibili ed in coerenza con i criteri determinati dalla Conferenza Stato-Regioni;

- alla realizzazione di un piano parcheggi di cui la collettività avvertiva ed avverte tuttora la necessità e l'urgenza. (20)

Mozione Usai - Floris Emilio - Biggio - Pili - Cossa - Amadu - Piana - Lombardo - La Spisa - Sanna Nivoli - Demontis - Balletto - Capelli - Corda - Murgia - Pilo - Frau - Granara - Licandro - Carloni - Randazzo - Liori - Onnis sul D.P.G.R. 13 gennaio 2000, n. 4, concernente la ridefinizione dei servizi delle Direzioni generali della Presidenza della Giunta e degli Assessorati.

IL CONSIGLIO REGIONALE

APPRESA dalla stampa la notizia dell'atteggiamento assunto dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti della Sardegna in relazione al decreto del Presidente della Giunta regionale 13 gennaio 2000, n. 4, concernente la ridefinizione dei Servizi delle Direzioni generali della Presidenza della Giunta e degli Assessorati;

VERIFICATO che la Corte dei Conti ha deliberato l'inefficacia del decreto del Presidente della Giunta regionale n. 4 del 2000 citato, sulla base del presupposto che lo stesso dovesse essere presentato al preventivo visto dalla Corte medesima, in quanto avente, a suo giudizio, natura regolamentare;

ACCERTATO che il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 4 del 2000, pubblicato nel BURAS n. 1 del 15 gennaio 2000, è stato emanato in attuazione dell'articolo 71, commi 4 e 5, della legge regionale n. 31 del 1998, con le modalità prescritte dall'articolo 13 della stessa legge;

VISTOche l'articolo 13 della legge regionale n. 31 del 1998 per l'istituzione, modificazione o soppressione dei Servizi, quali articolazioni delle Direzioni generali, prevede espressamente il decreto del Presidente della Giunta, da adottare su conforme deliberazione della Giunta regionale;

VERIFICATO che la potestà regolamentare è riservata dallo Statuto di autonomia al Consiglio regionale;

VISTIgli atti preparatori della legge regionale n. 31 del 1998 dai quali risulta affermato in maniera inequivocabile che la materia riguardante l'organizzazione delle Direzioni generali è riservata esclusivamente alla Giunta regionale;

CONSTATATO che il Consiglio regionale, nel prevedere espressamente il decreto presidenziale e nel dichiarare l'esclusività della competenza della Giunta alla emanazione dei provvedimenti di organizzazione delle Direzioni generali, ha anche escluso tassativamente il ricorso al regolamento consiliare per la ridefinizione dei Servizi;

RITENUTO che la pretesa della Corte di qualificare come regolamento il decreto Presidenziale emanato in perfetta coerenza alle prescrizioni della legge regionale n. 31 del 1998 costituisca surrettizia contestazione della legittimità dell'articolo 13 della medesima legge e conseguente lesione della autonomia della Regione del suo Consiglio,

delibera

di riaffermare la volontà del Consiglio di tener separate le proprie funzioni da quelle dell'organo esecutivo al quale la legge regionale n. 31 del 1998 ha affidato in via esclusiva, senza alcuna ingerenza del Consiglio medesimo, di definire le articolazioni delle Direzioni generali;

conseguentemente,

impegna la Giunta regionale

ad assumere ogni utile iniziativa volta a tutelare le prerogative della Regione. (21)