CCCXXXIX SEDUTA
(Antimeridiana)
Venerdì 6 Novembre 1998
Presidenza del Presidente Selis
indi
del Vicepresidente Zucca
La seduta è aperta alle ore 9 e 43.
LA ROSA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di mercoledì 7 ottobre 1998 (335), che è approvato.
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Comunico che a seguito dell'adesione dell'onorevole Walter Vassallo al Gruppo Misto, il Gruppo di Rifondazione Comunista viene meno a far data dal 22 ottobre 1998, pertanto anche gli onorevoli Bruno Montis e Marina Concas confluiscono nel Gruppo Misto.
Congedo
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Maria Teresa Petrini ha domandato un giorno di congedo. Poiché non vi sono opposizioni, il congedo è concesso.
Annunzio di presentazione di disegni di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono pervenuti alla Presidenza i seguenti disegni di legge:
"Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 1999)". (459)
(Pervenuto il 19 ottobre 1998 ed assegnato alla terza Commissione.)
"Proposta di bilancio per l'anno finanziario 1999 e di bilancio pluriennale per gli anni 1999-2001". (460)
(Pervenuto il 19 ottobre 1998 ed assegnato alla terza Commissione.)
"Istituti autonomi case popolari. Inserimento nella tab. A) allegata alla legge regionale 23 agosto 1995, n. 20". (462)
(Pervenuto il 28 ottobre 1998 ed assegnato alla prima Commissione.)
"Modifiche all'articolo 106 della legge regionale 29 luglio 1998, n. 23, concernente: "Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna". (463)
(Pervenuto il 28 ottobre 1998 ed assegnato alla quinta Commissione.)
"Modifiche alla legge regionale 27 aprile 1984, n. 14, recante: "Norme relative al marchio di origine e qualità dei prodotti dell'artigianato tipico della Sardegna". (464)
(Pervenuto il 28 ottobre 1998 ed assegnato alla sesta Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è pervenuta alla Presidenza la seguente proposta di legge:
Dai consiglieri MARTEDDU - GIAGU - LADU - LORENZONI - PIRAS - SECCI - TUNIS Gianfranco: "Costituzione dell'azienda speciale per la lotta contro la talassemia". (461)
(Pervenuta il 16 ottobre 1998 ed assegnata alla settima Commissione.)
Annunzio di interrogazioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
LA ROSA, Segretario:
"Interrogazione TUNIS Gianfranco, con richiesta di risposta scritta, sull'Ente Minerario Sardo". (1117)
"Interrogazione FRAU, con richiesta di risposta scritta, sulla metanizzazione della Sardegna". (1126)
"Interrogazione FOIS Paolo - DIANA - GHIRRA - LA ROSA - MURGIA - USAI Piero, con richiesta di risposta scritta, sull'urgenza di una definizione del testo delle norme di attuazione dell'articolo 52, primo comma, dello Statuto Speciale". (1127)
"Interrogazione TUNIS Marco, con richiesta di risposta scritta, sulle provvidenze finanziarie erogate a favore della compagnia barracelli di Quartu S.Elena". (1128)
"Interrogazione CUCCA, con richiesta di risposta scritta, sul mancato funzionamento del Centro di dialisi di Dorgali". (1129)
"Interrogazione ARESU, con richiesta di risposta scritta, sulla ristrutturazione dell'Agenzia ENEL prevista nel territorio del centro Sardegna". (1130)
"Interrogazione FRAU, con richiesta di risposta scritta, sui trasporti navali da e per la Sardegna". (1131)
"Interrogazione TUNIS Gianfranco, con richiesta di risposta scritta, sull'applicazione delle tariffe per il servizio di trasporto marittimo nelle Isole minori di San Pietro e La Maddalena". (1132)
"Interrogazione LADU, con richiesta di risposta scritta, al Presidente della Giunta regionale on. Federico Palomba sulla situazione di emergenza idrica di cinque paesi della Baronia". (1133)
"Interrogazione GRANARA - PITTALIS - BALLETTO - BERTOLOTTI - FLORIS - LIPPI - LOMBARDO - PIRASTU, con richiesta di risposta scritta, in merito all'opportunità di insediare nel territorio del Comune di Portoscuso un impianto I.G.C.C. per la gassificazione del carbone Sulcis". (1134)
"Interrogazione AMADU, con richiesta di risposta scritta, sull'applicazione della normativa sui problemi ambientali e sui rischi connessi alla presenza di amianto in Sassari e nel suo territorio". (1135)
"Interrogazione GIAGU - LORENZONI, con richiesta di risposta scritta, sulle conseguenze negative che potrebbero derivare dall'attuazione integrale del piano industriale delle Poste S.p.A.". (1136)
"Interrogazione MARRACINI, con richiesta di risposta scritta, sullo sfratto della Scuola calcio Gioventù Elmas dal campo nei pressi della zona aeroportuale". (1137)
"Interrogazione BONESU - SANNA Giacomo - SERRENTI sulla gestione del depuratore della zona industriale di Ottana". (1138)
"Interrogazione FRAU, con richiesta di risposta scritta, sull'uso a fini energetici del prodotto 'ORIMULSION' nella termocentrale di Fiumesanto". (1139)
"Interrogazione FRAU, con richiesta di risposta scritta, sulle visite mediche a disabili che praticano attività sportiva". (1140)
"Interrogazione AMADU, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di ripristinare la pesca del calamaro con la lampara". (1141)
"Interrogazione GHIRRA - CUGINI - FOIS Paolo - OBINO - USAI Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla grave vicenda dell'emittente radiofonica di Tempio 'Radio Hobby'". (1142)
"Interrogazione AMADU, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità da parte della Regione di elevare la dotazione finanziaria per il cosiddetto 'Fondo regionale per la montagna'". (1143)
"Interrogazione TUNIS Marco, con richiesta di risposta scritta, sui lavori in corso per la realizzazione di una strada sulla spiaggia di Porto Botte, Comune di Giba". (1144)
"Interrogazione MARRACINI, con richiesta di risposta scritta, sul piano di risanamento e completamento del quartiere 'Medau su Cramu' e il 'Parco del Molentargius'". (1145)
"Interrogazione GHIRRA - CUGINI - BERRIA - FOIS Paolo CHERCHI, con richiesta di risposta scritta, sull'ordinanza di demolizione dell'antenna di Radio Sintony firmata dal sindaco di Cagliari". (1146)
"Interrogazione VASSALLO, con richiesta di risposta scritta, sulla carenza di mezzi di trasporto adeguati per il collegamento del centro città con la nuova sede del servizio edilizia abitativa". (1147)
"Interrogazione AMADU, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di immediati provvedimenti a favore delle aziende agricole sarde gravate da pesanti difficoltà economiche". (1148)
"Interrogazione FRAU, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata chiusura dei piccoli uffici postali della Sardegna". (1149)
"Interrogazione CONCAS - MONTIS, con richiesta di risposta scritta, sulla crisi attraversata dall'Azienda Ferrovie Meridionali Sarde". (1150)
"Interrogazione CADONI - FRAU, con richiesta di risposta scritta, sulla strada provinciale Bosa Alghero". (1151)
"Interrogazione TUNIS Marco, con richiesta di risposta scritta, sul problema relativo all'ammissione alla frequenza al corso di aggiornamento di guardia barracellare riservato alla compagnia di Quartu Sant'Elena". (1152)
"Interrogazione GIAGU - LORENZONI, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di adeguare le strutture portuali di Alghero alle nuove esigenze del traffico marittimo soprattutto in funzione dell'inserimento della città di Alghero nei circuiti delle navi da crociera". (1153)
"Interrogazione VASSALLO, con richiesta di risposta scritta, sulla carenza dell'organico del servizio dell'assistenza sociale (concessione sussidi L.R. 20/97) dell'Assessorato dell'igiene e sanità". (1154)
Annunzio di interpellanze
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
LA ROSA, Segretario:
"Interpellanza MARTEDDU sull'amministrazione della giustizia - segnatamente di quella civile - nel Tribunale di Nuoro". (495)
"Interpellanza PITTALIS - BALLETTO - LOMBARDO - OPPIA - CASU - TUNIS Marco sul patrimonio immobiliare della Regione Sardegna e sulla sua gestione". (496)
"Interpellanza BONESU - SANNA Giacomo - SERRENTI sulle limitazioni alla pesca nei golfi di Cagliari e Oristano". (497)
"Interpellanza PIRASTU - PITTALIS - GRANARA - BALLETTO - LOMBARDO - GIORDO - BIANCAREDDU sul mancato utilizzo di vari materiali giacenti presso i depositi dei compartimenti delle F.d.S. della Sardegna (ex Ferrovie Complementari)". (498)
"Interpellanza CASU - PITTALIS - OPPIA sulla soppressione della scuola media di Guamaggiore". (499)
"Interpellanza LIORI - FRAU - MASALA sul servizio di medicina sportiva nel territorio della Azienda USL n. 7". (500)
Annunzio di presentazione di petizione popolare
PRESIDENTE. Comunico che in data 23 ottobre 1998 è pervenuta a questa Presidenza una petizione per la modifica della legge istitutiva della tredicesima comunità montana Sarcidano - Barbagia di Seulo, e l'inserimento del comune di Nurallao nella tredicesima comunità montana. Se ne dia lettura.
LA ROSA, Segretario:
PRESIDENTE. Ricordo che a norma dell'articolo 103 del Regolamento interno, il fascicolo relativo a detta petizione è a disposizione dei consiglieri presso la prima Commissione.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 429. Ha domandato di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Marteddu. Ne ha facoltà.
MARTEDDU (Popolari). Signor Presidente, sulla proposta di legge 429 A, ai sensi dell'articolo 86 del Regolamento, pongo la questione di sospensiva, e quindi chiedo il rinvio in Commissione dello stesso provvedimento, se l'Aula concede.
PRESIDENTE. E' stata posta la questione di sospensiva per il rinvio in Commissione della proposta di legge numero 429 A. Se non ci sono opposizioni la richiesta è accolta.
Discussione della legge regionale 7 agosto 1998: "Interventi per la riconversione delle aree minerarie, costituzione dell'Agenzia per le risorse Geologiche e Ambientali (ARGEA) e soppressione dell'Ente Minerario Sardo (EMSA)" (CCCVII) rinviata dal Governo
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della legge rinviata numero CCCVII. Ha domandato di parlare il consigliere Bertolotti. Ne ha facoltà.
BERTOLOTTI (F.I.). Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, perché il fatto sollevato dal collega Marteddu pone un problema di tempi relativamente al prosieguo dei lavori. Siccome noi pensavamo di affrontare la discussione della 429, alcuni nostri colleghi stavano lavorando attorno a degli emendamenti sulla legge dell'EMSA, a questo punto chiederemmo una sospensione dei lavori per consentirci di portare avanti, o quanto meno che si possa incominciare con la discussione generale, e sospendere la discussione generale prima di passare alla votazione degli articoli, per consentirci di presentare gli emendamenti.
PRESIDENTE. Credo appunto che questa ipotesi possa essere accolta. Facciamo la discussione generale e poi sospendiamo un momento; la proposta rimane all'Aula.
Dichiaro aperta la discussione generale. Ha facoltà di parlare il consigliere La Rosa, relatore.
LA ROSA (G.D.R.I. e Indip.), relatore. Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, Assessori, onorevoli colleghe e colleghi, come è noto, il Consiglio ha già discusso la legge di riforma dell'Ente Minerario Sardo e ha approvato questa stessa legge nella seduta del 7 agosto scorso.
E` noto anche che vi è stato un rinvio della medesima da parte del Governo, e quindi la prima Commissione ha ripreso in carico la legge che era stata già approvata dal Consiglio regionale.
Nella discussione e nel riesame che la Commissione ha portato a termine con la riapprovazione della legge medesima da parte della Commissione, nella seduta del 22 ottobre 1998, sono state introdotte numerose e sostanziali modifiche al testo votato dal Consiglio il 7 agosto 1998. E ciò non soltanto al fine di superare i motivi del rinvio governativo, che ha investito gli articoli 5 e 10, ma anche nell'intento di migliorare e integrare il provvedimento sottoposto al riesame.
In seguito ai rilievi del Governo, è stato riformulato il comma 6 dell'articolo 5, divenuto pertanto comma 7, chiarendo che l'assunzione del personale dell'ARGEA, mediante concorso riservato, può avvenire soltanto in prima attuazione, e che per partecipare al concorso si richiede sia la provenienza o dal disciolto Ente minerario, o da società che essendo interamente controllate dall'EMSA, di fatto ne costituiscono, per così dire, il braccio operativo, sia il possesso di titoli specificatamente attinenti alle attività di istituto dell'ente che va a costituirsi.
In tal modo si ritiene possano considerarsi superate le riserve sostanziali del Governo, contenute nella lettera B del provvedimento di rinvio; invece, a proposito della lettera A del rinvio, considerato che in effetti non si pongono i problemi di coordinamento con l'articolo 9 in essa prospettati, non si è ritenuto di dover modificare l'originaria scelta secondo cui il personale dell'EMSA passa all'amministrazione regionale, in ragione della prevalente competenza amministrativa del disciolto ente, lasciando a coloro che ne abbiano i specifici titoli professionali e di studio, la facoltà di partecipare al concorso riservato per la prima costituzione dell'organico dell'ARGEA, ente che si caratterizza per una accentuata competenza di tipo tecnico.
Per quanto riguarda infine il terzo motivo di rinvio, occorre premettere che esso si basa implicitamente su una concezione molto restrittiva della potestà della Regione in materia di lavoro - previdenza ed assistenza sociale - sancita dall'articolo 5 dello statuto; potestà sulla base della quale il Consiglio è intervenuto, con il contestato articolo 10, ad integrare ed adattare alle particolari esigenze regionali, esattamente come lo Statuto prevede, le misure di incentivazione dell'esodo e del reimpiego dei lavoratori nel comparto minerario.
Se dunque non può essere in linea di principio accettato un sostanziale svuotamento di tali potestà, va d'altra parte tenuta in considerazione l'esigenza di non frapporre ostacoli alla conclusione positiva dell'iter della legge.
Ciò considerato, la Commissione si è orientata per la soppressione dei primi quattro commi dell'articolo 10, sui quali sussistevano le maggiori riserve da parte del Governo, e per lo spostamento ad altro articolo, e la sostanziale riscrittura dei restanti tre commi, rifusi ora nel comma 5 dell'articolo 8.
In questa nuova stesura, l'oggetto della costituenda società viene più esattamente definito e delimitato, facendo riferimento all'attività di messa in sicurezza degli impianti di ripristino ambientale dei siti minerari dismessi, e correttamente riconducendo il mantenimento dei livelli occupativi a conseguenza anziché a finalità delle iniziative.
La Commissione ha altresì colto l'occasione del riesame della legge per introdurre numerose altre modifiche al testo già votato dal Consiglio.
Tra le novità più rilevanti si possono segnalare l'estensione a tutti gli istituti creditizi operanti in Sardegna con adeguate strutture organizzative, e non solo alla SFIRS e alla Banca CIS, della possibilità di svolgere attività istruttorie previste dall'articolo 2 comma 3; l'istituzione presso l'ARGEA di un comitato tecnico scientifico, come già previsto per gli altri enti regionali che operano in campi di accentuata specializzazione; l'attribuzione all'ARGEA delle funzioni di servizio geologico regionale; la precisazione che gli incarichi del commissario liquidatore dell'EMSA e del collegio sindacale non sono a tempo indeterminato, consentendo con ciò l'opportuna verifica dell'operato degli amministratori prima della loro eventuale riconferma, e la contestuale soppressione del comma 5 dell'articolo 8 del testo originario, che avrebbe creato difficoltà nel caso obiettivamente non improbabile in cui le operazioni di liquidazione non si sarebbero concluse nel termine di diciotto mesi; una nuova stesura della norma sulla cessione dei beni immobili connessi ad attività minerarie, con la quale si conferma, come originariamente previsto dall'articolo 8, comma 7, che i beni immobili pervenuti alla regione al termine di operazioni di liquidazione, sono ceduti a titolo gratuito ai comuni che ne facciano domanda. Ed inoltre si prevede che, fatti salvi i diritti dei creditori, anche in corso di liquidazione si possano cedere beni delle società minerarie a titolo gratuito per la realizzazione di opere pubbliche, o a prezzo di mercato per iniziative imprenditoriali di particolare interesse.
Sono tre quindi in sintesi le direttrici alla base del provvedimento di riforma; il superamento del sistema EMSA, la costituzione dell'agenzia per le risorse geologiche ambientali, il sostegno per la riconversione delle aree minerarie.
L'Ente Minerario Sardo, istituito con la legge regionale 8 maggio '68 numero 24, è soppresso e posto in liquidazione.
Il commissario liquidatore è tenuto, tra le altre cose, a realizzare le opere di messa in sicurezza e di riabilitazione ambientale, come previsto dalla legge, e a tale scopo costituisce una società operativa, che si avvale dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato delle società controllate dall'EMSA. A detta società sono inibite la partecipazione al capitale di rischio di qualunque impresa, nonché gli interventi finanziari del rilascio di garanzie a favore dell'impresa.
L'agenzia regionale per le risorse geologiche ed ambientali, ente regionale di diritto pubblico, ha il compito di servizio geologico regionale, mediante attività di raccolta, archiviazione, divulgazione di dati in materia geologica, geomineraria, geotermica, idrogeologica e geoambientale. Essa ha inoltre finalità di ricerca, di progettazione, di promozione del settore delle risorse geominerarie e del sottosuolo suscettibile di valorizzazione economica, di predisposizione di studi e progetti di messa in sicurezza e di riabilitazione ambientale e di realizzazione del presidio minerario, consistente nel mantenimento in efficienza di alcuni impianti minerari, al fine di conservare e valorizzare le tecnologie e le professionalità minerarie anche a scopi formativi.
Il personale munito di titoli dell'EMSA, delle controllate, costituisce, a seguito di selezione, il primo organico dell'ARGEA. A queste è fatto divieto di partecipare al capitale di rischio di qualunque intrapresa e di concedere finanziamenti o rilasciare garanzie a favore di imprese.
Il sostegno per la riconversione delle aree minerarie rappresenta altro punto rilevante del provvedimento. A tale scopo è dotato di una strumentazione efficace per l'incentivazione degli investimenti produttivi e per la realizzazione delle opere infrastrutturali integrate nei settori dell'industria, dell'agricoltura e del turismo, mediante l'istituzione di un fondo che operi secondo procedure già positivamente ed efficacemente sperimentate.
Col provvedimento in discussione si chiude quindi una fase economica caratterizzata dall'intervento diretto della Regione nel gestione di attività minerarie o di aziende nate al fine di impiegare i lavoratori in esubero nel settore minerario.
La fase che si vuole avviare si caratterizza, invece, per la volontà di promuovere un nuovo processo di sviluppo, basato sul recupero della valorizzazione del territorio e delle risorse culturali ed ambientali, mediante l'attivazione di iniziativa privata e con l'apporto decisivo delle scelte e delle iniziative degli enti locali.
Particolare attenzione è stata riservata nel provvedimento, alla necessità di assicurare la salvaguardia dei livelli occupazionali, mediante la valorizzazione delle diverse professionalità operanti nel settore minerario, indispensabili per la realizzazione delle prospettive di nuovo sviluppo economico per le aree interessate.
PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che intendono intervenire, di segnalare la loro prenotazione nel banco della segreteria generale nel corso del primo intervento.
E` iscritto a parlare il consigliere Balletto. Ne ha facoltà.
BALLETTO (F.I.). Onorevole Presidente, Presidente della Giunta, colleghi, prima di tutto vorrei far rilevare all'Aula ciò che io ritengo sia una anomalia della procedura che è stata seguita, o, se tale non fosse, che quest'Aula prenda coscienza che evidentemente bisogna intervenire sul Regolamento per consentire che l'istruttoria delle leggi si svolga nel pieno rispetto del diritto di tutti coloro i quali partecipano in prima persona alla formazione delle leggi stesse. Mi riferisco alla circostanza che il disegno di legge numero 350, così come approvato dall'Aula, se non ricordo male nell'ultima seduta del mese di agosto, è stato respinto dal Governo, non avendo superato quel controllo e quel vaglio. Ebbene, poiché il sottoscritto era presentatore di una proposta di legge, che poi è stata unificata con il disegno di legge della Giunta e la proposta di legge di cui il primo firmatario era l'onorevole La Rosa, ebbene, nella fase di reistruttoria, e quindi di verifica all'interno della prima Commissione, il sottoscritto non ha avuto la possibilità di intervenire, pur essendo firmatario di una proposta di legge, la quale aveva avuto come sorte l'unificazione con il disegno di legge, che poi è il progetto che è stato elaborato.
Allora io mi chiedo che senso può avere l'intervento di un consigliere che propone, come suo diritto, una legge, e poi, in un momento successivo, non ha il diritto di poter intervenire a titolo proprio, se non a titolo derivato, sostituendo un collega di Commissione.
Mi sembra che questa sia una grossa ingiustizia, Presidente. E` una grossa ingiustizia nei confronti dei proponenti le leggi, se il Regolamento va interpretato in questo modo, ed è evidentemente un imperdonabile errore, se i proponenti avevano il diritto di essere convocati e di partecipare all'istruttoria della legge. Comunque sia, almeno un interesse legittimo è stato violato, e quindi è opportuno che il Consiglio su questo aspetto ritorni e provveda, se del caso, a rimediare alle storture che pure esistono.
Altro aspetto, non di secondo conto, Presidente, è rappresentato dal fatto che questo provvedimento di legge, non è rientrato alla Commissione competente, o meglio, alla Commissione industria, che è competente nel settore dell'industria, quale è poi il settore economico al quale si rivolge l'EMSA, e quindi la legge di riforma.
E` quanto meno singolare che la Commissione competente possa e debba ufficialmente conoscere la proposta, così come è stata licenziata, solamente in Aula, o poco prima, al momento in cui viene trasmessa, e non ha neanche l'opportunità di esprimere un parere sul nuovo testo; parere che, per altro, aveva avuto la possibilità, al di là anzi, molto più del parere, perché il disegno di legge 350 ha avuto un primo controllo, una prima verifica ed una prima stesura di testo proprio nella sesta Commissione, la Commissione industria. Ed allora, se non è una legge rinviata, che è stata modificata nella Commissione nei punti oggetto di rilievo, ma si tratta di nuova legge, come impedire alla Commissione sesta di poter coscientemente esprimere le proprie valutazioni, intervenendo anche con modifiche del testo, così come ha fatto la Commissione prima che, a questo punto, pare sia l'unica titolare del diritto di intervento. Presidente, mi sembra che se questa procedura è legittima, c'è qualcosa certamente che non quadra. Non quadra per la violazione di diritti o interessi legittimi dei singoli consiglieri proponenti, non quadra nel momento in cui una Commissione permanente non ha avuto la possibilità di esprimere il proprio giudizio essendo essa competente per materia. Detto questo, che non è cosa di poco conto, voglio entrare nel merito del disegno di legge. Intanto un primo appunto e una prima censura, se mi è consentito, rappresentato dal fatto che la legge rinviata torna in Aula esattamente il 6 novembre, se non sbaglio, quando il rinvio governativo è dei primi giorni di settembre. Allora la prima domanda: ma dove era tutta questa urgenza della riforma? Dove era tutta questa urgenza di mettere a disposizione del sistema le risorse perché non si poteva tirare avanti e non si poteva provvedere al bisogno? Evidentemente, la legge rientra in Aula solo dopo che ci sono stati nuovi accordi e nuove intese tra i settori della maggioranza, che solo quando questa intesa hanno raggiunto, hanno dato il via alla Commissione per potersi esprimere. Non credo che anche questo sia un comportamento molto coerente. Nel merito noi di Forza Italia abbiamo sostenuto che questa è una riforma di facciata, perché non riforma assolutamente alcunché. E' una legge che addirittura consente e permette la moltiplicazione dei soggetti pubblici, tanto è vero che l'emsa non cessa, la Commissione ha ritenuto opportuno apportare una modifica secondo la quale alla scadenza del termine di 18 mesi, che nella legge rinviata era inteso come perentorio, oltrepassato il quale i componenti le cariche gestorie, quindi il commissario liquidatore e il collegio sindacale, decadevano, e le società ancora facenti parte della gestione liquidatoria e non pervenute a tal fine, passavano in gestione fiduciaria alla Sfirs, quindi un soggetto finanziario autonomo, che con competenza e serietà avrebbe provveduto ad ultimare le operazioni di liquidazione. Ebbene, guarda caso oggi la Commissione ha ritenuto di dover eliminare questo aspetto prevedendo che alla scadenza del diciottesimo mese sia consentito e sia possibile procedere al rinnovo di quelle cariche; questo significa consentire le operazioni di liquidazione all'infinito o, quanto meno, per un tempo indefinito e che non è, evidentemente, lecito immaginare quando queste operazioni potranno completarsi. Ma allora, signori, tanto valeva lasciare le cose come stanno o come stavano. Il processo di liquidazione e di alleggerimento, l'assessore Pinna tante volte ci ha detto che andava e procedeva a spron battuto, ogni volta che sulla materia è stato interpellato ha detto e ha riferito che talune società erano già state liquidate perché cedute a privati, per altre esistevano trattative avviate, per altre esistevano dichiarazioni e manifestazioni di interesse, come dire: il processo è avviato e si sta concludendo. Ma allora che bisogno c'era di mettere in liquidazione l'emsa se poi, nel momento in cui la si mette in liquidazione, non si fissa un termine entro il quale queste operazioni di liquidazione devono essere definite all'interno della struttura emsa? Abbiamo praticamente spalancato una porta dove tutto ciò che vi era prima continua a rimanere tale e quale.
Ho detto moltiplicazione dei soggetti. Certo, perché all'attività che prima svolgeva la Progemisa, fonte di tante disgrazie, di tanti malanni e di tanti malesseri che si sono consumati in questi ultimi decenni, si sostituisce la nuova e immacolata Argea, agenzia per svolgere determinate funzioni di ricerca, progettazione, studio e quant'altro. Basta leggere la vasta attività che può compiere per rendersi conto su quale spazio agirà questa argea. Ma è possibile mai che l'Amministrazione regionale deleghi funzioni a soggetti che istituisce, in maniera tale da poter assumere, dichiarare o affermare che, laddove si è fatto male c'era un soggetto autonomo che era delegato a svolgere quei determinati compiti, e quindi sono compiti altrui e poi, creando il nuovo soggetto, si dà luogo, si dà corso e si continua nella vecchia attività che è quella di creare carrozzoni e di impiegare persone ed assumere persone che, evidentemente, riescono ad accedere al lavoro solamente perché amici di chi governa e di chi sta al potere.
Mi dispiace dire queste cose, che possono anche essere e sembrare dure e sgarbate ma, purtroppo, signori della maggioranza, questa è la situazione; è la situazione che nasce ed è conseguenza di fatti ed episodi di mala gestione di cui questa Amministrazione regionale è costellata, e non l'Amministrazione regionale o solamente l'Amministrazione regionale delle precedenti legislature, ma anche l'attuale legislatura. Ogni giorno, sempre più spesso, appaiono sulla stampa notizie inquietanti di fenomeni di nepotismo. Io non ho letto la stampa di oggi e non so se vi sono smentite da parte dei destinatari delle accuse che sono state loro mosse. Ma se così non fosse la situazione diventa preoccupante, perché il mal costume e il mal governo è dilagante. Non possiamo e non potete lamentarvi del disinteresse da parte della gente alla politica, quando la politica che dovrebbe essere il punto più elevato dall'attività delle istituzioni dà ogni giorno spettacoli di questo genere. Io mi auguro che ci siano smentite e che queste smentite possano essere comprovate anche per restituire un pochino di serenità al nostro ambiente. Però così è, quanto meno negli enti pubblici questo è l'andazzo, questo è il modo di comportarsi e noi non vogliamo che l'ARGEA sia la nuova espressione della Progemisa, non vogliamo che sia l'ennesimo carrozzone che sostituisce un altro che per altro non muore. Sotto questo aspetto devo dire che l'ulteriore testo che nasce dalla Commissione prima è ancora peggiorativo rispetto a quello che l'Aula aveva licenziato qualche tempo fa. Ma è mai possibile, fra l'altro, che due mesi fa quest'Aula ha ritenuto che la gestione liquidatoria non potesse protrarsi oltre i 18 mesi e adesso la Commissione ritiene che quello che è stato deciso dall'Aula due mesi fa non valga più e la gestione liquidatoria possa continuare per un tempo non meglio precisato! Penso che ci sia qualcosa che non funziona, e cioè che l'Amministrazione regionale, che poi alla sua maggioranza darà anche input per comportarsi di conseguenza in Commissione, navighi a vista. Non è pensabile che due mesi fa la gestione liquidatoria dell'EMSA avesse vita prestabilita di 18 mesi e oggi invece questa vita si allunga a dismisura. Non è pensabile! Voi navigate a vista e navigate anche in un mare pieno di nebbia perché non vedete al di là del palmo del vostro naso, queste cose sono inaccettabili, sono cose che, evidentemente, lasciano il segno e il segno sarà il consenso e l'approvazione che l'elettorato alle prossime consultazioni regionali saprà riconoscere a chi ha lavorato bene e a chi ha lavorato male.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Casu. Ne ha facoltà.
CASU (F.I.). Onorevole Presidente del Consiglio, onorevole Presidente della Giunta, Assessori e colleghi, siamo nuovamente alle prese con l'EMSA. Ogni tanto questo ente riappare nelle nostre discussioni in Consiglio, un ente che ha consumato una tale quantità di risorse che dovrebbe far tremare i consiglieri della Regione Autonoma Sardegna nel momento in cui le risorse devono essere utilizzate al meglio perché siamo alle prese, ma sono sempre solo parole, con una disoccupazione a livelli del 22 per cento. No, questi problemi per ristrettezza di risorse sembra che non sussistano quando noi affrontiamo problemi relativi all'EMSA. E` stata nominata una Commissione di indagine e credo che il Consiglio e la cittadinanza sarda avrebbe avuto tutti i diritti di sapere, mentre invece la Commissione non è stata messa in grado di funzionare; si arriva allo scioglimento dell'EMSA e la Commissione, chiaramente, non potrà esprimere alcun giudizio perché non ha affatto funzionato. Io, onorevole Presidente del Consiglio, sono geloso dell'autonomia della Regione autonoma della Sardegna, geloso perché le materie che lo Statuto affida alla Regione in tema di legislazione devono essere veramente affidate alle Regione; mentre invece, ogni tanto, ci troviamo alle prese con dei provvedimenti legislativi che il Governo rinvia al Consiglio. Il Governo rinvia al Consiglio perché è eccessivamente fiscale o rinvia al Governo perché la legge non è stata fatta nel rispetto dei diritti dei cittadini? Pur essendo geloso dall'autonoma regionale, chiaramente, non posso non accettare un controllo governativo quando si tratta di disposizioni di legge che sono nate male; e mi pare che questa disposizione di legge sia nata male perché, ad esaminare l'articolo 5, comma 6, effettivamente dà l'impressione, anche ad uno che non abbia una grande competenza in materia giuridica, di uno scarso rispetto per i cittadini tutti. I cittadini non devono essere divisi in quelli che stanno dentro il carrozzone e devono, a tutti i costi, rimanere dentro il carrozzone e quelli che stanno fuori devono rimanere fuori dal carrozzone. Fortunatamente il nostro secolo ha portato a premiare l'attività personale di ogni cittadino, il 1800 ce lo siamo lasciati alle spalle quando chi nasceva nelle fasce più deboli degli strati sociali era destinato a rimanervi per sempre. Il nostro secolo no, ha cambiato e ha dato la possibilità alle persone di valore, alle persone volenterose, alle persone che hanno coraggio, di progredire nella scala dei valori sociali. Noi vogliamo bloccare questo attraverso l'articolo 5 (e credetemi, ho espresso delle riserve prima ancora di vedere la motivazione che il Governo ha fatto), e quando leggo: "alla copertura dei posti in organico si provvede in fase di prima attuazione e comunque per i primi cinque anni mediante concorso per titoli riservato al personale dipendente dell'EMSA all'atto del suo scioglimento, ovvero (questo è il capolavoro) delle società controllate dall'EMSA con contratto a tempo indeterminato", qui il diritto chiaramente è stato ignorato e i diritti dei cittadini sono stati ignorati. Poteva passare al momento del primo impianto non per i cinque anni successivi, poteva passare per il personale dell'EMSA ma non per le società controllate. I privilegi, evidentemente, creati nel momento dell'assunzione devono rimanere eternamente. Sarei curioso di sapere come sono entrati in servizio, se sono entrati in servizio, i dipendenti dell'EMSA, i dipendenti di tutta quella gamma di società controllate che sono almeno una sessantina; sarei curioso di sapere se nel momento in cui sono entrati in servizio hanno affrontato un concorso. Siccome si tratta di società di diritto privato, società per azioni, società a responsabilità limitata, possiamo noi Consiglio regionale garantire, anche dopo lo scioglimento, il posto dei dipendenti delle società controllate dall'emsa? Credo proprio di no.
Ricordo all'onorevole Presidente della Giunta, che molto acutamente nella relazione sulle linee programmatiche, subito dopo l'insediamento della prima Giunta Palomba, faceva riferimento agli enti e alle società controllate e, a un certo punto affermava, non ricordo le parole esatte del Presidente, ma il concetto lo ricordo perfettamente: "Dobbiamo procedere alla fusione di enti o società regionali, alla liquidazione, alla soppressione, se questo è nell'interesse della Comunità". Una affermazione, caro Presidente, che io condividevo allora e condivido anche oggi, però, continuando, nell'affrontare il problema degli enti e delle società regionali sosteneva: "Si tratta di enti e società che richiedono fiumi di denaro" - ha usato questo termine, Presidente, fiumi di denaro - "per alimentare questi enti e queste società che spesse volte sono nati non per effettiva esigenza della comunità, ma solo per problemi di posti di potere". Nel ricordare questi concetti espressi certamente da persona che merita tutto l'affidamento, chiaramente io non posso dubitare della veridicità di queste cose. Allora oggi mi ritrovo alle prese con quelle persone per le quali si sono create società o, si sono creati enti, che oggi devono essere di diritto assunte senza neanche un pubblico concorso. Credo, quindi, che le osservazioni fatte dal Governo siano assolutamente pertinenti, ma prima ancora delle osservazioni del Governo credo che siano dei principi morali. Può darsi che giuridicamente sia giusto, questa non è mia competenza, lo lascio ai giuristi, ma io ritengo che moralmente non sia giusto continuare a tenere il vita gli enti, e se volete vi farò il calcolo, anche se la Commissione d'indagine è agonizzante o è già morta, dei fondi consumati nello spazio di una decina di anni, delle società che sopravvivono solo per pagare gli stipendi, società che hanno perdite di due miliardi e un volume d'affari zero. Evidentemente, solo a vederli questi dati mi dicono che la conduzione di queste società è una cosa, a mio giudizio, non moralmente accettabile.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Macciotta. Ne ha facoltà.
MACCIOTTA (Gruppo Misto). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghe e colleghi, la mia intenzione è di fare un intervento breve, perché, come negli interventi precedenti un po' si è fatto, riprendere la discussione generale su tutto il sistema dell'EMSA e delle società collegate, riprendere tutta la storia di come si è sviluppato e di come in un certo senso ha deviato dai suoi compiti primari tutto il sistema nel corso degli anni passati, non fa che ripetere una discussione che in occasione del dibattito sulla legge, prima che il Governo la rinviasse, si è svolto in quest'Aula.
A me preme piuttosto sottolineare come non concordi con gli interventi dei colleghi che hanno parlato prima di me nel giudizio sul nuovo testo che perviene in Consiglio a seguito dei rilievi del Governo. Vorrei dire, e questo è stato detto giustamente, che non si è trattato soltanto di un emendamento al vecchio testo, che tenesse conto e superasse i tre rilievi mossi dal Governo, ma si è trattato di un'occasione in cui non c'è niente né di riprovevole, né che costituisca un fatto di cui meravigliarsi, ma penso che attenga piuttosto a quella umiltà e a quella saggezza che il legislatore deve pur dimostrare di possedere, ma anche l'occasione per ritornare su problemi affrontati e risolti in un certo modo nella prima proposta e che, non soltanto alla luce dei rilevi del Governo, ma anche alla luce di un dibattito che in Commissione si è svolto e che ha riapprofondito ulteriormente aspetti della questione che potevano essere ancora controversi, hanno portato a modifiche di aspetti del testo che non avevano niente a che fare con i rilievi del Governo.
Posto quindi questo aspetto fondamentale, che si tratta di una nuova legge e non della vecchia legge che è stata soltanto emendata per quanto riguarda i rilievi critici del Governo, a questo proposito io ho raccolto di sfuggita quanto il collega Balletto ha lamentato, è una discussione che non ci ha coinvolto direttamente, ma come membri della Commissione abbiamo assistito a questa querelle, e direi che il comportamento sia da parte del funzionario della Commissione, che da parte della Commissione stessa, nel suo Presidente, sia stato assolutamente corretto sulla base del Regolamento vigente, proprio perché, una volta che il Governo lo rinvia, si tratta di una discussione su un nuovo testo che taglia i rapporti con quelle che sono state le proposte da chiunque avanzate, da cui è derivato il testo del progetto definitivo.
Che poi questa sia una norma che ci soddisfi, che sia una norma che tenga conto delle considerazioni che giustamente il collega Balletto ha avanzato, questo è un altro discorso; il discorso di prendere in considerazione gli aspetti sottolineati dall'onorevole Balletto mi sembra che sia un compito che la Giunta del Regolamento e lo stesso Consiglio debba giustamente prendere in considerazione, dibatterlo e portare, se è il caso, le opportune modifiche al Regolamento.
Chiuso questo inciso, vorrei dire che, tra le osservazioni proposte dai colleghi, dissento da alcune conclusioni per quanto riguarda la permanenza del sistema, più o meno mascherato, che non modifica sostanzialmente la situazione che è stata giustamente criticata da tutti quanti, maggioranza e minoranza, e che ha portato alla decisione che è un'altra di quelle decisioni che questo Consiglio sta attuando in tema di riforme, della soppressione di un sistema mangia soldi, di un sistema che aveva portato ad una degenerazione dei compiti che inizialmente il sistema stesso aveva come suo obiettivo, e su questo io non ho dubbi. La legge che stiamo approvando è una legge che chiude un certo discorso, è una legge per cui il sistema della catena delle società, delle società a scatola chiusa e a scatola vuota, cessa in un modo o nell'altro.
Il discorso è di tempi. Nel dibattito che si è rinnovato in prima Commissione, a questo proposito, ci sono state delle considerazioni e riflessioni che mi paiono doverose, sul fatto che non si possano ammettere (a mio avviso ritengo che questa sia una considerazione giusta) ad una gestione liquidatoria termini perentori di tempo, soprattutto quando, come in questo caso, si tratti di un sistema piuttosto complesso. Però, non diciamo con questo nuovo testo che creiamo le basi perché si perpetui una situazione che praticamente, come è stato detto, tenga in funzione, con vesti diverse, il sistema che tanto abbiamo giustamente criticato, perché dimentichiamo una norma che sta in testa all'articolo con cui si istituisce la gestione liquidatoria che recita: "L'Ente Minerario Sardo è posto in liquidazione ed è soppresso contestualmente all'entrata in vigore della legge". Questo è un fatto. La gestione liquidatoria deve portare avanti un processo che, come è stato ricordato, è stato portato avanti già in questi anni, a prescindere dalla legge di riforma, a prescindere dall'istituzione di una gestione liquidatoria; e l'obiettivo è quello di completarlo.
Garanzie. Questo sistema, perché abbiamo previsto il rinnovo dopo 18 mesi, è un sistema che si può perpetuare all'infinito, come esempi non certamente lusinghieri, soprattutto in campo nazionale, ci possono far temere. Vorrei fare una considerazione terra terra: qualora alla fine dei 18 mesi, e mi sembra giusto, il commissario liquidatore possa aver bisogno ancora di tempi per completare l'opera, quello che abbiamo scritto significa intanto che il commissario liquidatore non è necessariamente lo stesso, perché questo non lo diciamo, significa che, a quel tempo, perché chiaramente nelle vostre riflessioni legittime molto atterrà alla persona che sarà prescelta a fare questo compito, allora voglio ricordare che 18 mesi può significare che a quella scadenza se, come legittimamente l'attuale minoranza aspira a seguito delle elezioni, dovesse cambiare il colore e l'orientamento di una nuova maggioranza di un nuovo governo regionale, sarà quel Governo regionale a dover eventualmente prorogare ulteriormente alla stessa persona la gestione liquidatoria i suoi poteri o, se non è soddisfatto di come la gestione liquidatoria si è svolta, provvedere ad un cambio di guardia o anche ad una modifica del sistema. Questo era necessario sottolinearlo.
Per quanto riguarda l'intervento, il gioco di bussolotti per cui alla soppressione di un ente se ne sostituisce un altro, io direi che questa è un po' una forzatura; l'ho detto già in occasione di un altro dibattito, perché ad una lettura serena del testo, parliamo di un ente che è strumentale per determinati fini che sono esattamente specificati, che non ha nessuna possibilità, perché gli è vietata per legge, di intervenire come l'EMSA interveniva viceversa nel sistema che ora è in liquidazione, nel gioco delle società, nel gioco delle fideiussioni e degli impegni eccetera; si potrà discutere dell'opportunità o meno delle scelte che sono state fatte, ma si tratta di compiti che nulla hanno a che vedere con quelli giustamente criticati del passato, e che attengono a funzioni che pure in questa Regione - mi riferisco alle funzioni di servizio geologico regionale - sono necessarie e debbono essere garantite, ed è giusto che si tenga conto anche delle professionalità che in questo campo sono maturate, sia nell'ambito dell'amministrazione regionale e sia nell'ambito del sistema che si interessava appunto dell'attività mineraria.
Vorrei dire ancora che considerazioni di questo genere valgono anche, se queste sono le particolari preoccupazioni, per quanto riguarda anche la società a possibile capitale misto, ma comunque la società che nell'ambito della gestione liquidatoria, e il commissario liquidatore è autorizzato a costituire, che ha un obiettivo ben preciso, a cui non ci si può sottrarre. E mi riferisco alla domanda che al collega Balletto, con la sua esperienza, nella mia certamente non paragonabile esperienza in questo campo, avevo posto in occasione del primo dibattito in Commissione. Tra le passività della gestione liquidatoria, sono o non sono contemplabili anche quelle attività di ripristino ambientale che è conseguito ai danni che l'ambiente ha subito da tutta l'attività mineraria e tutto il sistema? La risposta è stata "sì". Ed allora, se in questa gestione liquidatoria, questa è una delle passività a cui la gestione liquidatoria, e per essa sostanzialmente la Regione deve assolvere, cioè il ripristino di quelle attività, questa è la funzione di questa società, questi sono i compiti che la Regione sente doverosamente l'obbligo di espletare, e li espleta nella maniera che ritiene più opportuna. Ma non vi sfugga una sottile differenza che c'è tra l'articolo 4 della legge e l'articolo 8, dove si parla appunto di questa società, perché l'articolo 4, quando parla di ripristino di zone ambientali eccetera, fa un excursus su tutte le zone che possono essere interessate da questo fenomeno nell'ambito del nostra regione, e chiaramente si pone, per l'attività di ripristino, sul mercato; semplicemente concedendo agevolazioni per quelle imprese che si porranno in competizione per queste attività.
Mentre l'articolo 8 recita che il compito in tal senso della società che il commissario liquidatore ha l'autorizzazione di costituire, ha come obiettivo il ripristino ambientale nelle zone su cui si è svolta l'attività mineraria delle società controllate e partecipanti all'EMSA. E` una differenza non da sottovalutare, perché è un obiettivo preciso che in un caso non attiene a quelle che sono passività del sistema, in questo caso attiene a compiti che risalgono a passività del sistema.
Chiudo perché considerazioni giuste se ne possono far tante, e tante ne ho sentito anche da parte dei colleghi che mi hanno preceduto ma, vedete, non guardiamo soltanto all'aspetto più deteriore del problema, guardiamolo anche se sia stato mal condotto, se siano stati fatti abusi, deviazioni, interventi non pertinenti o non corretti. C'è un dato di fatto: che come si è verificato in altri paesi del mondo, ed anche in altri stati di questa nostra Europa, è un epoca che si chiude per attività che un tempo avevano una loro ragione, una loro valenza sotto il profilo per esempio di quelle che erano le necessità energetiche delle comunità e nell'evoluzione della civiltà industrializzata hanno cambiato questa loro valenza. E` un'epoca che si chiude, l'epoca mineraria - in senso largo del termine - certamente subisce delle trasformazioni epocali indipendentemente dalla pochezza umana, dalla saggezza umana o dalla buona o cattiva amministrazione degli uomini. Allora sorgono le necessità di favorire la necessaria transizione ad un altro sistema, ad un altro tipo di impostazione di certi problemi, e io penso che sia nel desiderio e nella coscienza di tutti che questo si svolga senza ignorare che dietro quel sistema, dietro quelle attività c'erano uomini e famiglie con le loro esigenze, col loro lavoro, che si trovano sballottati da una situazione a un'altra.
Io credo, perché questo ho letto sia nelle proposte avanzate dai colleghi del primo testo del provvedimento, sia in quelle avanzate dall'altra parte politica, questa riflessione, questa preoccupazione e le ipotesi possibili per affrontare insieme al problema della liquidazione di un sistema che non va più, anche quello della sistemazione, della collocazione e del venire incontro a quelle che sono le necessità di chi ci ha lavorato.
Possiamo dissentire dalle formule prescelte, ma certamente io credo che sia nell'ambito dei nostri doveri tener conto dell'uno e dell'altro aspetto, per cui confermo il mio giudizio favorevole all'impostazione di questo nuovo testo, e dichiaro di votare a favore di questa proposta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lippi. Ne ha facoltà.
LIPPI (F.I.). Signor Presidente, colleghi, come non si possono condividere, da una parte le perplessità espresse dai colleghi Balletto e Casu e, contestualmente, condividere anche alcuni passaggi dell'intervento del sempre preciso e puntuale professor Macciotta che, seppur per sua ammissione oggi, non si intende specificatamente della materia, arrivando da altri settori della società civile, ma persona alla quale in ogni caso va dato atto e merito di, in ogni occasione, approfondire quelle che sono le tematiche, e a volte riuscire anche ad individuare e precisare meglio concetti e problematiche che il più delle volte riescono a sfuggire anche a chi, come me, proviene da un settore, quello della industria, credendo di essere portatore estremo della verità.
Dicevo, come si può non condividere le perplessità legittime che da una parte il collega Balletto, e dall'altra parte il collega Casu, hanno voluto riproporre oggi all'Assemblea. Perplessità che nascono da quattro anni di battaglie che il Gruppo di Forza Italia ha sostenuto all'interno di questa assemblea, all'interno delle commissioni sui mezzi di informazione, per le strade, andando a visitare personalmente i siti interessati, le aziende interessate, per rendersi realmente conto di quella che era una situazione che, a nostro giudizio, costituiva espressione negativa della nostra società economica regionale.
Se è vero come è vero che l'altro giorno, durante l'audizione degli istituti di credito di interesse regionale, avvenuta in terza Commissione, il Presidente del Banco di Sardegna ha sostenuto e sottolineato che il principale elemento deficitario della nostra economia, e quindi delle nostre imprese, è quello di una esuberanza di credito assistito che negli anni ha portato le nostre aziende, le nostre imprese, più a lavorare nel recepimento di risorse assistite, piuttosto che creare condizioni di sviluppo di mercato, di impresa, reali, questo concetto è applicabile ancora di più per società, come quelle inglobate nel sistema EMSA, che negli anni non solo hanno prodotto una marea di debiti, ma hanno anche fortemente condizionato, con le loro passività, e quindi con il continuo bisogno di denaro pubblico per sanare i debiti, alcuni segmenti della nostra società imprenditoriale. Ed allora abbiamo sempre sostenuto, e credo che su questo ormai ne sia convinta la totalità dell'Assemblea, che la Regione autonoma della Sardegna non può in alcun modo sostituirsi a quello che deve essere il lavoro dell'impresa, il lavoro dei privati.
Non è pensabile, non è possibile che la Regione del 2000 sia una Regione - impresa, ma dev'essere, e dovrà essere sempre di più - ma questo sarà compito di chi, speriamo, andrà a governare già dalla prossima legislatura - una Regione più attenta a garantire servizi reali, a garantire sostegno, a garantire la possibilità alle nostre aziende, da una parte di una crescita, e dall'altra di una penetrazione verso i mercati nazionali ed internazionali, che niente e nulla hanno a che vedere con la gestione politica ed economica che fino ad oggi le giunte che si sono succedute a questa, nelle precedenti legislature, hanno portato avanti.
Vengo ora al problema di oggi, al problema del dover riaffrontare - e debbo dire che questa situazione sta anche un po' stancando, visto che la battaglia si allunga nei tempi - il problema della riorganizzazione, del riassetto di quelle che erano le società minerarie che facevano capo all'Ente Minerario Sardo. Il rinvio da parte del Governo della legge approvata alcuni mesi fa, ha concesso una ulteriore riflessione rispetto al testo che era stato esitato, con le mille perplessità che il Gruppo del quale faccio parte aveva sollevato, e il Governo ha eccepito in particolare su alcuni articoli, sui quali noi, per primi, all'interno di quest'Aula avevamo sollevato forti perplessità. Ma oggi - nonostante quello che qualcuno possa pensare a sei mesi dalle elezioni, nonostante quello che qualcuno tende a voler sostenere a sei mesi dalle elezioni - noi ci troviamo, a mio giudizio, nel classico punto di non ritorno.
La riforma, la soppressione dell'Ente Minerario, e quindi di tutto il suo sistema, oggi ci appare sempre di più necessaria rispetto anche agli avvenimenti, a mio giudizio scandalosi, che ci siamo trovati a dover sentire e leggere, apprendendoli dalla stampa, nelle settimane e nei mesi che hanno preceduto questa riunione di Consiglio. E per meglio dire: l'intendimento di questa Assemblea, al di là di quelle che possono e debbono essere le posizioni chiare e legittime dei singoli consiglieri e dei Gruppi espressione degli stessi, è stata quella, a fine di quella tornata elettorale, di mettere fine al sistema EMSA, ricercando soluzioni, che probabilmente non sono le soluzioni perfette, e riavviando, andando ad eliminare gli sprechi, un sistema di controllo di gestione del territorio probabilmente oggi più consono al modello di Regione che la stragrande maggioranza di questa Assemblea vorrebbe avviato già dalla fine di questo scorcio di legislatura.
E allora lasciano perplessi, nonostante l'intendimento legittimo istituzionale di questa Assemblea, gli atteggiamenti immediatamente successivi che il consiglio di amministrazione dell'Ente Minerario Sardo ha assunto, o ha inteso assumere, a seguito di quel disegno di legge.
Abbiamo appreso dalla stampa, e ce lo siamo ritrovati per chi ha avuto la fortuna di entrare in possesso di documenti a volte richiesti nella loro ufficialità e attraverso strumenti previsti dal Regolamento, e, nonostante questo, lunghe attese per mesi si sono avute prima di ricevere i documenti richiesti, e allora apprendiamo, o apprendo - in considerazione del fatto che presumo che molti colleghi non abbiano avuto la possibilità di ricevere la relazione programmatica e il bilancio preventivo del 1999 dell'Ente Minerario Sardo, a data ottobre 1998, io l'ho avuto ieri pomeriggio, nonostante abbia richiesto alcuni documenti già da tempo - circa l'istituzione della società IGEA, della quale noi tutti abbiamo appreso l'esistenza e la consacrazione dalle pagine dei giornali, alla voce "Semplificazione della struttura del gruppo" testualmente leggiamo: "Nella prospettiva di ricondurre a un unico livello di coordinamento gli interventi di messa in sicurezza e ripristino ambientale, nonché, in generale, le attività di riqualificazione delle aree e dei cespiti in funzione della loro valorizzazione all'interno del parco geo-minerario della Sardegna, si è avviato un processo destinato a concludersi con l'incorporazione in IGEA di Mineraria iglesiente, Bariosarda e Piombo zincifera sarda. Il primo passo di tale processo è consistito nel trasferimento all'IGEA, da parte dell'EMSA, dell'intero pacchetto azionario delle società destinate all'incorporazione, operazione, quest'ultima, in cui si prevede la conclusione, attesi i necessari tempi tecnici, per la fine dell'esercizio in corso".
Domanda: il Consiglio regionale approva una legge che traccia, giusto o sbagliato, delle linee guida precise, inequivocabili. A seguito di questo, probabilmente ancor prima che il Governo stabilisca che la legge debba essere rinviata e rispedita al mittente, il consiglio di amministrazione dell'Ente Minerario Sardo, che a quel punto, in considerazione del fatto che la massima rappresentanza istituzionale in Sardegna ha legiferato in materia, e che quindi a quel punto il consiglio di amministrazione dovrebbe sentirsi quanto meno sollevato (per utilizzare una espressione tecnica che si usa molto nel campo dell'industria, si sarebbe dovuto sentire messo in stand by, e quindi in attesa di nuove indicazioni), pensa bene di aggirare quell'elemento fondamentale, sul quale si reggeva gran parte di quel testo di legge, ovverosia la creazione, attraverso il commissario liquidatore, di una società che avesse la capacità e i poteri per poter in particolar modo agire nel campo della messa in sicurezza e del ripristino ambientale, un nuovo strumento che niente ha a che vedere col discorso del commissario liquidatore, che niente ha a che vedere con quello che è contenuto nel testo di legge, ma che scavalca e anticipa di gran lunga quello che altre persone erano state deputate, da un testo di legge legiferato da questa Assemblea regionale, a fare. E allora questo crea chiaramente forti perplessità, nonostante tutte le assicurazioni che l'Assessore dell'industria nelle ultime settimane può aver fatto. Ma c'è da andare oltre, perché da più parti si sostiene che il processo delle privatizzazioni, lo riferiva anche prima il collega Balletto, evidentemente perché lui, come me, è un attento lettore di giornali, perché il più delle volte le notizie siamo costretti, nonostante la piena legittimità del nostro ruolo, a doverle apprendere dal giornale, probabilmente siamo stati tutti ingannati dal fatto che da più parti si sostenga che il processo di privatizzazione delle società sia praticamente in dirittura d'arrivo.
E` probabile anche che sia così, e di questo evidentemente ne chiediamo lumi all'Assessore dell'industria, già nella sua replica di questa mattina, ma se andiamo attentamente ad analizzare quella che è la situazione, ci rendiamo conto che le società Lana di roccia, Salsarda, Rimisa, Isgra, Sardinia Crystal, Sarda basalti (per il trenta per cento di proprietà della Regione), Nuova Mineraria Silius e Sardinia Gold Mining (quella famosa società che, cercando l'oro, scoprì l'acqua minerale) non hanno ancora subito il processo di privatizzazione. E` probabile -e anche questo speriamo di poterlo apprendere in mattinata da parte dell'Assessore - che ci siano delle trattative in corso; ma il fatto che ci siano delle trattative in corso non può e non deve significare che la privatizzazione sta per avvenire. E questo lo dico in risposta al pensiero che qualcuno si è fatto circa il fatto, appunto, che vada a sostenere in giro che le privatizzazioni sono pressoché concluse. E qui ci si pone un'altra domanda: per quale motivo il consiglio d'amministrazione dell'Ente minerario si è sentito, dopo tanti anni di battaglie, nel dovere e nell'obbligo di accelerare improvvisamente il processo di privatizzazione delle società annesse al gruppo EMSA? Perché viene il dubbio, e forse è qualcosa anche più di un dubbio, che qualcuno abbia tutto l'interesse di attuare le privatizzazioni prima che il commissario liquidatore si possa insediare, proprio per evitare che qualcuno, nella veste quindi del commissario liquidatore, possa andare a verificare o a controllare alcune posizioni che già leggendo i normali bilanci si evincono, e che sicuramente sono poco legittime e poco trasparenti rispetto a quella che dovrebbe essere una gestione amministrativa di una società e di un bene pubblico. Ed allora spaventa sapere, o venire a conoscenza del fatto che per esempio la "Talco Sardegna", o quanto meno la partecipazione residua della "Talco Sardegna", viene trattata per certe cifre dall'amministratore della "Salsarda", e su queste cifre poi parrebbe che intervenga il consiglio d'amministrazione dell'EMSA, riducendo quasi del cinquanta per cento le stesse cifre. Ma allora mi viene da domandare: Assessore dell'industria, ma come stanno avvenendo queste privatizzazioni? Noi stiamo svendendo il nostro patrimonio, lo stiamo regalando, o abbiamo la certezza legittima, quali consiglieri regionali, che il tutto stia avvenendo in un pieno regime di trasparenza? Perché non si capisce il fatto che se esistono degli imprenditori che vogliono comprare a lire mille, non si capisce il fatto che poi ci sia qualcuno che invece voglia offrirglielo per la metà del prezzo. Non si spiegano queste cose. Come d'altro canto non si spiega che ci sia una società, la "Lana di roccia", investimenti per quarantacinque miliardi, contro i venti o i venticinque previsti inizialmente, che registra perdite per il 1997 di oltre otto miliardi; prevedeva passività per il 1997 per un miliardo e settecento milioni, quindi già uno sbilancio di circa sei miliardi rispetto allo stato di previsione del 1997, cosa di non poco conto. Assessore, questi non sono dati che sono frutto della mia invenzione, sono dati che si possono registrare tranquillamente, per chi ha la possibilità di poterli leggere ed avere in tempo reale, attraverso i bilanci delle società dell'Ente Minerario Sardo. Un totale di debiti per trentotto miliardi, e si presume, rispetto a voci che nel mercato dei privati si captano, che la annunciata privatizzazione della "Lana di roccia", comporterà oneri a carico dell'EMSA per ulteriori trenta miliardi.
Io non so se queste cose siano frutto di invenzione delle persone con le quali evidentemente io mi confronto, non essendo un pozzo di scienza e dovendo anche seguire legittimamente altre situazioni, di poter concentrare il mio sforzo solo ed esclusivamente sul problema Ente Minerario Sardo. Ma sia tranquilla la Giunta regionale sarda: vigileremo rispetto a queste posizioni. Perché quello che ha sempre sostenuto il Gruppo di Forza Italia è sì la necessità di arrivare alla privatizzazione di queste società e di questo Ente, ma è anche vero che di fronte alla possibilità che è meglio regalare piuttosto che tenere in casa e continuare ad accumulare debiti, è anche vero che, laddove c'è la possibilità, anche intervenendo oggi con denaro pubblico per cercare di sanare alcune posizioni, per rendere più competitiva ed appetibile la vendita di quella struttura, io credo che piuttosto che regalare a certe condizioni, laddove alcune aziende realmente sono meritorie e possono concorrere, stando sul mercato, e quindi richiamano l'attenzione degli investitori privati, io credo che un ragionamento di questo tipo debba essere fatto. Probabilmente il ragionamento, anzi sicuramente, questo tipo di ragionamento non può essere fatto dal consiglio di amministrazione dell'Ente Minerario Sardo, che oggi appare in pieno conflitto di interessi, perché quel consiglio di amministrazione sono quelle persone che negli anni hanno fortemente voluto la creazione di queste società, e che oggi non possono essere gli artefici della cessione di quelle società stesse.
Allora, io credo che oggi la Regione, la Sardegna intera, i lavoratori che rischiano, e questo l'Assessore dell'industria lo sa quanto lo so io, il pericolo di poter stare senza stipendi, perché anche questo fatto che gli stipendi sarebbero garantiti, in virtù del fatto che le privatizzazioni oggi stanno continuando ad andare avanti, e quindi con i soldi delle privatizzazioni vengono fatti salvi gli stipendi, è una cosa che per certi versi va anche sfatata, e non va dimenticato che la Regione Autonoma della Sardegna è, rispetto al problema dell'EMSA, sotto l'attento e vigile controllo dell'Unione europea; questo non va dimenticato. Che a più riprese ha voluto sottolineare e segnalare le anomalie sulle gestioni di alcune di queste società che certamente si sono opposte in maniera non corretta di fronte ad un libero mercato, a volte anche limitandolo, perché difficilmente si trovava un privato disponibile e disposto ad investire su iniziative che potevano realmente, se gestite bene, dare dei profitti contro aziende e società gestite da "mamma Regione" che in ogni caso alla fine dell'anno avrebbero avuto la certezza di ricevere quelle provvidenze capaci di riportare a pareggio i loro bilanci.
Io sono convinto che ci troviamo di fronte ad un punto senza ritorno. Io sono fortemente convinto che questa legge, al di là di quelli che saranno gli intendimenti dei singoli consiglieri nella presentazione e nell'illustrazione dei loro emendamenti, e quindi in qualunque modo poi si arrivi, fatto salvo l'impianto principale e fondante della legge, alla votazione finale, io credo che realisticamente questa Assemblea, i singoli consiglieri, i singoli Gruppi consiliari dovranno riflettere attentamente su come orientare il proprio voto. Il pericolo è, a mio giudizio, che se oggi questa legge non dovesse essere approvata da questo Consiglio regionale io credo che realmente tutta l'Assemblea uscirebbe sconfitta non solo con le parole ma anche dai fatti, dai fatti che hanno voluto questa legislatura, seppure confusa fin dalle sue prime battute, convinta sulla strada delle privatizzazioni, decisa ad affrontare il problema delle privatizzazioni, poco o molto che si sia riusciti a fare questo non è compiuto mio giudicarlo ma sarà compito di chi dovrà giudicarci da qui a 6 mesi, ma credo e sono convinto che se qualcosa oggi non dovesse andare per il verso giusto a molti di noi, nostro malgrado, sia dentro il Consiglio regionale che fuori non ci resterà che andare a rivolgerci per individuare eventuali responsabilità civili e penali in altri consessi evidentemente diversi da questi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Montis. Ne ha facoltà.
MONTIS (Gruppo Misto). Signor Presidente, colleghi del Consiglio, io voglio sgombrare intanto dal mio intervento una premessa indispensabile. Io e l'onorevole Concas voteremo a favore di questa legge esitata dalla Commissione di recente dopo le osservazioni del Governo, il rinvio del governo della precedente. Votiamo a favore con piena coscienza perché riteniamo che questo problema vada, una volta per tutte, affrontato in una direzione che risolva alcuni dei problemi assillanti che gravano intorno all'ex Ente Minerario e che coinvolge parti importanti del territorio e delle popolazioni dell'isola.
Presidenza del Vicepresidente Zucca
(Segue MONTIS.) Sono cose che abbiamo già detto, abbiamo discusso a lungo su queste cose, abbiamo fatto tutta la storia, ripetutamente, non ci stancheremo di farla ancora tuttavia, sono cose importanti che riguardano aspetti della vita, del lavoro, della storia, della tradizione delle popolazioni minerarie, dei suoi sacrifici, dei suoi sfruttamenti.
Abbiamo detto anche nel corso del dibattito nel mese di agosto che ci furono degli sbagli terribili operati da questo ente. Io ne citavo alcuni tra i più macroscopici: il piano di adduzione delle acque, gli investimenti per il famoso filone mineralizzato del Campidano che non vide mai la luce e tanti altri.
Adesso si ha l'impressione che si giri intorno ad un problema attraverso una campagna non di nervosismo, come ha detto l'onorevole Balletto, ma una campagna scomposta da occasionali amministratori che forse non saranno più, tra non molto, ed è il patrimonio ex minerario. Questo è lo scontro, questo è il problema. Il patrimonio complessivo ex minerario che può rappresentare un rilancio dell'economia, gravemente colpita dall'abbandono dell'attività estrattiva e di quel po' di trasformazione che esisteva nelle zone minerarie, che può rappresentare questo rilancio dell'economia e la soluzioni di molti problemi occupativi e che tuttavia non si ha il coraggio di affrontare nei suoi termini esatti.
Noi l'abbiamo già detto prima, l'hanno detto anche altri, non l'abbiamo detto soltanto noi comunisti, l'hanno detto anche altri in quest'Aula e l'hanno detto anche egregiamente. Il patrimonio ex minerario è patrimonio del popolo sardo nel suo complesso, non è un patrimonio che riguarda i singoli comuni o provvedimenti che possono essere adottati surrettiziamente da singoli comuni per trovare interessi che spesso non sono confessabili.
L'altra questione importante è questa che sosteneva inizialmente l'onorevole Balletto, i tempi di attuazione dello scioglimento dell'Ente, la costituzione dell'ARGEA e le eventuali modalità per una proroga se i 18 mesi previsti dalla legge non bastassero a liquidare l'Ente Minerario e a costituire questa nuova agenzia e a dismettere le imprese che fanno capo all'Ente Minerario nello stesso periodo.
Questo problema va trattato con molto equilibro senza prevedere nuove maggioranze, nuovi governi, nuovi orientamenti nella Regione sarda dopo le prossime elezioni nella XII legislatura. Va precisato che sono 18 mesi quelli che si assegna per lo scioglimento dell'ente e per la costituzione della nuova agenzia e che tali ed eventuali proroghe devono essere fatte con legge del Consiglio regionale, non possono essere affidate al governo della Regione né alla contrattazione con enti o con parti di organizzazioni sindacali, perché ripeto questo investe gli interessi dell'intero popolo sardo, non solo per la dislocazione delle risorse ex minerarie in senso lato, che riguardano l'intero territorio dell'isola ed anche se fosse una sola zona sud occidentale riguarderebbe egualmente l'intero territorio dell'isola perché le risorse finanziarie ad esse destinate dalla Regione sarda, dal Governo della Repubblica in questa direzione sono state ingenti nel corso di questi ultimi trenta o quaranta anni.
Quindi, il problema delle risorse e del patrimonio ex minerario in che direzione deve andare? Noi continuiamo a sostenere che non possono esserci tanti soggetti che decidono su questo, si formano comitati, si annunciano risoluzioni , si annunciano progetti, programmi in tutte le direzioni dalle università, alle associazioni, alle amministrazioni locali, ognuno dice la sua. Credo che abbiano diritto anche di dire la sua se non fosse necessario convergere su un unico obiettivo, quello di una programmazione generale nell'utilizzo di queste risorse complessive, territoriali, strutturali, impianti ex minerari ancora esistenti o che potevano essere ricuperati. A questo proposito debbo dire che già nel 1991, per quanto riguardava la parte Ingurtosu - Montevecchio, e nel 1993 che riguardava l'Iglesiente e qualche zona del Sulcis noi avvertimmo le organizzazioni sindacali ad impedire che ci fosse una cancellazione pura e semplice delle attività minerarie delle strutture che reggevano gli impianti e le coltivazioni che avevano presieduto finora l'attività mineraria, l'estrazione dei minerali in queste miniere. Non fummo ascoltati, purtroppo, pur dicendoci che avevamo ragione. Citavamo ad esempio i provvedimenti presi in materia da parte della Germania, del Belgio, dell'Inghilterra, della stessa Francia e degli Stati Uniti d'America o del Canada, mantenendo in efficienza impianti che potevano essere ripresi o utilizzati in altre direzioni.
Quindi, il problema sono le risorse complessive ex minerarie che devono formare oggetto di rilancio dell'economia di quelle zone attraverso un progetto generale, attraverso un progetto che abbia una visione dell'intero territorio coinvolto da parte dell'Isola e un progetto generale, solo un progetto generale, secondo noi, secondo la nostra esperienza, una nostra visione e una nostra conoscenza dei fatti sardi e dei precedenti in materia può ottenere risorse finanziarie sufficienti da parte dello Stato, da parte dell'Unione Europea e della stessa Regione sarda.
Certo, poi deve estrinsecarsi in progetti particolari, locali, omogenei. Dicevamo i compagni di Iglesias, ieri, in un incontro che abbiamo fatto su questi problemi: "Noi non possiamo ripetere uguale progetto per Iglesias, per Gonnesa, per Fluminimaggiore. Dobbiamo fare in una zona territoriale assolutamente omogenea e confinante come giurisdizione e territorio ex minerario un progetto unico". Credo che abbiano ragione. Quindi sono le amministrazioni locali ad essere coinvolte, se volete, la parola non è molto significativa, ma è indicativa, con progetti stralcio che attingano da questo programma generale per il rilancio delle attività economiche e di sviluppo in queste zone e attingano dalle risorse che possono derivare da questo progetto generale e dall'autorevolezza con la quale la amministrazione regionale può intervenire nei confronti dello Stato italiano e nei confronti dell'Unione europea.
Se questo faremo, avremo fatto un grosso passo in avanti, altrimenti continueremo a privilegiare proposte demagogiche non realizzabili e non realizzabili soprattutto ai fini di uno sviluppo delle zone, di un rilancio delle attività economiche della zona. Come può avvenire? Sono risorse immense, è inutile ricordarlo. Qualcuno ha parlato di una quantificazione di 40 miliardi; credo che sia una valutazione molto modesta; credo che questo intero patrimonio valga centinaia di miliardi in Sardegna e può rappresentare effettivamente un processo nuovo dopo il depauperamento subìto dalle coltivazioni minerarie, dagli inquinamenti e quant'altro e soprattutto dalle popolazioni, dai minatori che hanno pagato duramente l'attività estrattiva e la coltivazione in queste miniere.
Allora, se questo è il problema io credo che questo dobbiamo assegnare alla nuova agenzia: la liquidazione nei tempi previsti dalla legge, l'eventuale proroga attraverso altro provvedimento del Consiglio regionale, il solo abilitato a fare questo, che rappresenta il popolo sardo, la sua istituzione suprema, per la quale è stato investito direttamente dal corpo elettorale, e un progetto generale e risorse finanziarie adeguate che attuato a stralci sotto la direzione e l'egida delle amministrazioni locali, comuni provincie, comunità, organizzazioni sindacali, eccetera, può rappresentare effettivamente lo sviluppo. Altrimenti avremo fatto poesia e ancora una volta, come al solito, le richieste rimarranno nella piccola storia delle trascrizioni registrate dalle apparecchiature moderne di questo Consiglio regionale, che forse nessuno leggerà mai se non qualche studente o studentessa universitaria che farà una tesi di laurea su queste cose, ma rimarrà a una piccola storia e non avrà risolto i problemi, non avrà affrontato i problemi, e queste popolazioni continueranno a lamentarsi, come dice qualcuno, anche con un po' di noia. Cosa che non avverrà mai in noi che proveniamo da quelle zone, da quelle difficoltà e proveniamo da tutta le difficoltà della vita che abbiamo incontrato nelle zone minerarie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Boero. Ne ha facoltà.
BOERO (A.N.). Signor Presidente, gentili colleghe e colleghi , tre mesi fa quando per la prima volta prendemmo in esame questa legge che si pretendeva essere di riforma di tutto il sistema EMSA, presi la parola per sostenere la totale inutilità della stessa. Sottolineavo allora che ciò che bisognava sopprimere non fosse tanto l'ente in quanto tale, bensì il modo di governare al di fuori di una programmazione politica ed economica chiara e trasparente, che lasciasse definitivamente da parte le politiche assistenzialistiche, clientelari e portatrici di interessi di parte, per orientarci finalmente verso una politica tendente alla risoluzione degli atavici problemi della Sardegna e al soddisfacimento delle reali esigenze dei suoi abitanti; una riforma insomma dell'intero sistema Regione.
Oggi, siamo nuovamente qui a riesaminare la stessa legge, dopo il rinvio del Governo centrale, rinvio che certamente non ci ha colti di sorpresa, almeno a me non ha sorpreso, come d'altra parte, non avrebbe dovuto sorprendere nemmeno voi, visto che proprio il sottoscritto da questo banco aveva evidenziato l'illegittimità di alcuni articoli del disegno di legge. Prima di procedere ricordo ai colleghi che parlo a titolo personale.
Sottolineavo la incostituzionalità degli stessi ai sensi e per gli effetti degli articoli 3 e 97 della Carta Costituzionale. Guarda caso, i motivi eccepiti dal Governo: disparità di trattamento (articolo 3), buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione (articolo 97), e questo è innegabile, basta semplicemente andare a consultare gli atti o a risentire le registrazioni dei lavori, ma tant'è che gli emendamenti da me presentati e tendenti almeno a eliminare le illegittimità dal momento che questa legge, come io suggerivo, non è stata accantonata, e suggerivo di accantonarla non perché soggettivamente mi interessa tenere in piedi un mostro, il mostro che gli stessi interventi di vari componenti anche della maggioranza, sia allora che oggi, non negano sia stato. Non mi interessa tenere in piedi un mostro, mi interessa evitare la costruzione di un nuovo mostro; e soprattutto con la trasformazione del mostro precedente mi interessa fare risparmiare tanti danari alle casse della Regione, perché vengano spesi in modo più oculato.
Quindi, dicevo, eliminare le illegittimità, sono stati, chissà perché, questi emendamenti da me presentati respinti. Il perché è ovvio. Quando vengono dall'opposizione in genere, anche se era un intervento a titolo personale, si può spesso e volentieri, nel corso di tutta la legislatura, presentare emendamenti che possono essere oro colato, se vengono dall'opposizione o dal sottoscritto in quanto tale non dovevano essere accolti. Ho appena dimostrato il rinvio della legge proprio sui miei emendamenti, sulla incostituzionalità dei miei emendamenti che non sto autoincensando una parte dell'opposizione quando qualche volta si dice la sacrosanta verità.
Quindi, più inutile di prima perché ormai l'EMSA ha già fatto quasi tutto di ciò che questa legge si propone di fargli fare. Le privatizzazioni della società sono ormai concluse o in via di conclusione; è stata costituita la società prevista dall'articolo 10 comma 5 del disegno di legge in esame. Il parco geominerario e il presidio minerario sono frutto di studi e progetti dello stesso EMSA e recepiti in questa legge e non viceversa.
Allora, arriviamo fuori tempo massimo. Ciò che è avvenuto è la dimostrazione più lampante che non serviva e non serve una legge, e tanto meno una costosa gestione liquidatoria per ottenere i risultati che qui ci prefiggiamo di raggiungere. E` la dimostrazione più lampante che non è l'EMSA o solo l'EMSA che non va, bensì la Giunta e primi tra tutti il suo Presidente e l'Assessore dell'industria, che non hanno saputo o voluto impartire semplici, chiare, decise direttive per ottenere ciò che si è ottenuto in questi tre mesi.
Quindi, torno a chiedere: perché sopprimere l'EMSA, celebrare il suo funerale con una costosissima agenzia, quale è la gestione liquidatoria e poi costituire, come sottolineavo nel precedente intervento, il suo clone? Si ha idea di quali risorse si stiano sprecando nel solo costo di trasferimento del patrimonio dell'EMSA alla Regione e da questi ai comuni? Allora questa legge non ha più senso di essere, non è più attuale, piuttosto si riformi l'EMSA, che è cosa diversa dalla soppressione, sia per i differenti effetti giuridici che le due cose produrrebbero, sia per le risorse economiche che si risparmierebbero; sottolineo: "Per le risorse economiche che si risparmierebbero". Si riformi l'EMSA attribuendo a quel soggetto giuridico nuovi compiti che si vorrebbero affidare al nascituro ente. Rendiamolo più moderno, adeguando la sua struttura alle nuove esigenze, si diano all'EMSA riformato e che chiameremo oppure ARGEA direttive decise, chiare e trasparenti per il trasferimento del patrimonio a quei comuni che ne facciano richiesta, perché, sia chiaro, non tutti i comuni vogliono o sono in grado di gestire tale patrimonio.
Il fatto è che i ragionamenti fin qui svolti in questa Aula fanno dedurre che questa legge sembra voluta quale giusta punizione per l'EMSA e i suoi amministratori, per i danni certamente arrecati, per le risorse scialacquate e quanto altro. Comunque, non è un concetto di legiferare. Ma chi può tirarsi indietro da responsabilità? Cioè che si è verificato è la conseguenza di una economia assistita, portata avanti in questo settore da tutti e dico tutti: partiti, sindacati, associazioni di categoria e quanto altro, media compresi.
Chi aveva il coraggio di dichiarare esaurita una risorsa? L'unica risorsa di una vasta area quale è il Sulcis - Iglesiente - Guspinese, e cioè dichiarare definitivamente finito il pianeta minerario attorno al quale girava con tutto il suo indotto l'economia della zona? Evidentemente si riteneva giusto, devo pensare, attuare una politica di tipo sociale, sperando che le riconversioni e i progetti di un nuovo sviluppo basati su nuove tecnologie portassero frutti.
Un po' come avviene ancora oggi per la Carbosulcis: chi si prova a dire che quei progetti, tutti ancora da dimostrare e verificare nella loro validità economica, sono costati e continuano a costare fior di miliardi, forse più di quanti se ne ricaveranno? Chi si prova a dire a quei lavoratori che ciò in cui loro sperano e credono costa più di quanto la collettività possa permettersi, sia in termini economici che in termini ambientali? Ormai grazie anche o soprattutto all'intervento delle forze di opposizione si è chiuso un ciclo e si è riusciti a far mutare quel tipo di politica della Giunta e costretto il vertice dell'EMSA a privatizzare tutto ciò che fosse possibile privatizzare ma, e mi rivolgo a quei colleghi dell'opposizione che più di tutti si sono battuti per questo cambiamento di rotta, vincere va bene, stravincere è pericoloso perché si rischia di farsi prendere la mano e non riuscire a vedere bene chiaro l'obiettivo, spendendo inutili risorse per ottenere una grande vittoria anziché limitarsi ad una semplice vittoria, ma che sempre vittoria è, ottenuta a costo zero; quando ce ne renderemo conto ormai il danno sarà fatto. Vedete, se oggi, e lo dico con un certo accoramento, se oggi dovessimo approvare questa legge, così com'è impostata, arrecheremo un enorme danno alla Sardegna.
Una delle accuse che, come sardi, ci viene mossa, è quella di soffrire di provincialismo, e questo anche perché, sarà colpa della insularità, inconsapevolmente crediamo che il mondo inizi e finisca nella nostra regione e ci comportiamo di conseguenza.
L'EMSA è tristemente conosciuto nella nostra Isola, ma non è conosciuto in questo modo a Roma, al Ministero dell'industria, che gli ha affidato i lavori della ricerca di base dal costo di un centinaio di miliardi; non è certo la fama che gli attribuiamo che ha fatto sì che divenisse da sempre punto di riferimento certo per il Servizio geologico nazionale presso la Presidenza del Consiglio, che anche recentemente gli ha affidato i lavori di rilevamento per la realizzazione della carta geologica; o che il Ministero del lavoro gli finanziasse i vari progetti per i lavori socialmente utili. Che dire del consorzio tra EMSA, ENEA, AMPA, SNAM, Università ICS UNDO per la realizzazione di un centro internazionale per la formazione di tecnici minerari ed ambientali per i paesi in via di sviluppo?
A livello europeo non gode certo della stessa fama che gli affibbiamo noi; il modello di piano generale di ricerca elaborato dall'EMSA è stato adottato in nazioni come ad esempio la Spagna; l'EMSA ha avuto e ha stretti rapporti di collaborazione con i più importanti e similari organismi nazionali dei vari stati europei, ad iniziare dal BRGM francese.
Forse dimentichiamo (sarebbe meglio dire: non sappiamo) che la CEE ha attribuito all'EMSA diversi progetti per portare avanti, in collaborazione con partners europei, importanti studi in campo energetico, nel campo di quell'enorme miniera che sono rifiuti: il progetto denominato CEN TC 246 per l'armonizzazione delle norme sulle pietre ornamentali che vede interessati, oltre che l'Italia con l'EMSA, la Francia, l'Inghilterra, la Spagna, il Portogallo, la Grecia e la Norvegia, e che diciamo pure che non gode della stessa fama a livello mondiale, se è vero che l'UNESCO ha dato dignità internazionale ad un progetto quale è quello del parco geominerario che, signori, non dimentichiamolo, è farina del sacco EMSA e non di altri.
Cosa andremo a raccontare loro quando perderanno quel punto di riferimento? Andremo a raccontare, come si dice qui, che hanno riposto la fiducia in un organismo che tanto degno poi di quella fiducia non era? Quale credibilità e quale garanzie in questo modo stiamo cercando in favore dell'Argea? Siamo tanto sicuri che il progetto parco geominerario continuerà ad essere portato avanti dall'UNESCO, anche con un nuovo soggetto giuridico?
Con questa legge stiamo screditando agli occhi internazionali non solo l'EMSA ma tutta la Regione Sardegna. Si è già avuta un'avvisaglia di quanto sto affermando non più di un mese fa, a fine settembre, credo fosse il 29 settembre, in occasione del Convegno tenutosi nella cittadella universitaria di Monserrato per la presentazione del parco geominerario.
Signor Presidente della Giunta, ricorda quando prese la parola, credo, un sindacalista per chiedere come mai gli amministratori dell'EMSA si ritenessero non degni di gestire ciò che loro avevano ideato?
Confessi che deve aver provato un brivido freddo, unito oltre che a imbarazzo anche a qualche momento di panico, per il mormorio quanto meno di meraviglia che quelle parole hanno provocato anche negli ospiti stranieri, primi fra tutti quelli dell'UNESCO.
Signor presidente Palomba, questo episodio deve o non deve far riflettere? Signor Presidente della Giunta, si alzi e ribadisca in quest'Aula ciò che con forza ha sostenuto in quella circostanza, sempre che fosse sincero. Mi sbaglio, signor Presidente? O lei ha più o meno detto che gli amministratori dell'EMSA fu lei a nominarli e quindi figuriamoci se la sua stima nei loro confronti fosse mai venuta meno? O che gli stessi tuttora godevano della sua massima fiducia? Perché questo sembra essere il vero motivo, la vera ragione d'essere di questa legge, vale a dire la rimozione degli amministrazioni dell'EMSA, rimozione che non solo non si ha il coraggio di effettuare alla luce del sole, che va fatta, ma alla luce del sole, come se non ci fossero gli strumenti giuridici per farlo, ma li si sostiene pubblicamente per silurarli, e che siluro!, nel segreto dell'urna o meglio del voto elettronico.
PRESIDENTE. Prego i colleghi di evitare le conversazioni durante gli interventi dei consiglieri. Grazie.
BOERO (A.N.). Nel mio precedente intervento avevo sostenuto che speravo che tutta questa operazione non fosse altro che uno scontro di potere; oggi, che invece sia proprio così, ne ho quasi la certezza. Come deve interpretarsi la norma che stabilisce l'inibizione a vita della gestione ARGEA, di chi, in un modo o in un altro, ha gestito nell'EMSA?
Ribadisco che non è mia intenzione difendere nessuno, tanto meno quegli amministratori del gruppo EMSA, lo ripeto ancora a scanso di equivoci, tanto meno gli amministratori del gruppo Emsa, anche perché sicuramente, se ce ne fosse bisogno, lo farebbero da soli certamente in modo migliore di quanto io non possa e non mi interessi fare, e comunque come precedentemente detto spetta più al Presidente della Giunta che non a me.
Sicuramente non posso essere accusato di prendere questa posizione per tornaconto di partito. Ciò che intendo difendere con forza è un principio, è il principio di democrazia di cui ve ne riempite spesso la bocca ma nella pratica la mortificate. Sì, perché l'inserimento di quelle due righe alla fine del 4° punto dell'articolo 5: "Gli amministratori dell'ARGEA non possono essere scelti fra coloro che nell'ultimo quinquennio abbiano rivestito cariche nei Consigli di amministrazione dell'EMSA e delle società controllate" è un atto antidemocratico, un pericoloso precedente atto antidemocratico. Sono due righe che suonerebbero molto meglio in un inno stalinista che non in questa legge; qui si sta condannando qualcuno ad una condanna a vita senza neanche un processo; ci stiamo arrogando un potere che non è nostro; l'interdizione dai pubblici uffici è attribuzione della Magistratura la quale tra l'altro generalmente condanna per periodi di tempo limitati. Compito della politica è la scelta, scelta che significa valutare secondo le circostanze del momento, secondo il pensiero del momento, se chiamare o non chiamare qualcuno ad un determinato incarico usando il comportamento del buon padre di famiglia e non atti antidemocratici.
Quindi, il nostro compito è fare politica, legiferando con buone leggi nell'interesse della collettività, usare il potere che ci è stato conferito per il bene comune; non possiamo in nessun caso diventare vendicatori o comunque esercitare vendetta, anche quando dovesse assalirci la forte tentazione di farlo. Se dovessimo approvare tale articolo così com'è, apriremo la strada ad un pericoloso principio che è quello di sbarazzarci, ex lege, dell'avversario, qualunque avversario.
In conclusione questa a me non sembra una buona legge: è intempestiva, è una legge che crea più danni di quanti se ne proponga di riparare, spreca più risorse economiche di quelle che se ne propone di risparmiare. Certo le si spreca celebrando un inutile funerale, piuttosto che in una politica assistenzialista, ma sempre spreco è; dà l'impressione di essere una legge vendicativa, e forse lo è, certamente non è equilibrata ed è per di più illegittima.
E` strano che chi si batte per denunciare le prevaricazioni della Giunta nei confronti del Consiglio, oggi con questa legge rinuncia ad un suo esclusivo potere e concede alla Giunta un'illegittima delega per approvare un importante atto qual è lo statuto dell'ARGEA, che è e deve rimanere prerogativa del Consiglio.
Voi mi direte: "Ma il Governo non lo ha rilevato.". Un'illegittimità rimane tale e quindi invocabile in qualsiasi momento; l'unica verità è che questa legge va portata avanti il più in fretta possibile ed allora sorvoliamo non solo sulle questioni di principio ma anche su questioni di legittimità.
Stesso discorso può essere fatto a proposito dei rimedi apportati per rimuovere le obiezioni mosse dal Governo. Se n'è tenuto conto? A mio giudizio assolutamente no. Non è certamente con la sostituzione di un termine con un suo sinonimo che si cambia la sostanza degli articoli ritenuti illegittimi.
Se per caso, come si sente dire, queste modifiche fossero frutto di un accordo consociativo tale da superare il controllo governativo, questo non impedirebbe a chiunque di eccepirne l'illegittimità nelle sedi giudiziarie. E` proprio questa ostinazione nel voler perseguire a tutti i costi certi obiettivi palesemente illegittimi che dà il destro ad un'altra lettura e a un'altra ragione d'essere di questa legge: il clientelismo, strategicamente organizzato in questa legge per modi, tempi e circostanze, tali da farla ritenere più che una reale esigenza per il proseguimento(?) perseguimento(?) dell'interesse del popolo sardo, la messa a punto di un piano elettorale, l'inizio delle grandi manovre in vista delle prossime consultazioni regionali.
Per tali ragioni propongo che non si passi all'esame degli articoli, propongo che questa legge venga ritirata e che la Giunta si impegni a predisporre un disegno di legge basato su una seria riforma dell'EMSA perché, signor Presidente della Giunta, signor Assessore dell'industria, questa legge non sancisce solo la fine dell'EMSA ma sancisce anche ciò che da tempo sappiamo, cioè sancisce il fallimento della vostra politica, l'inefficacia della vostra azione di governo dalla qual cosa dovreste trarne le opportune e dovute conseguenze, anche se ciò, conoscendovi, non è sperabile.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (F.I.). Il mio sarà un intervento brevissimo anche perché voglio solo sottolineare alcuni aspetti. Il primo fra tutti è che è proprio grazie al Governo nazionale se questa legge ritorna all'esame del Consiglio. C'è da domandarsi se proprio il Governo ulivista dell'allora presidente Prodi non abbia visto aspetti e incongruenze che poi sono state censurate, e quindi se il giudizio del Governo Prodi su questa materia non possa aver anche determinato l'attuale governo omologo in Sardegna a rivedere l'impianto e l'impostazione complessiva.
Mi pare però che i suggerimenti dettati dal Governo nazionale siano stati assunti come criterio per evitare che la legge, se nuovamente approvata dal Consiglio, possa finalmente continuare il suo iter e cioè essere poi concretamente applicata, ma non con modifiche che ne valorizzino l'impianto complessivo, ma addirittura con la proliferazione di organismi all'interno di questa struttura che nulla modifica ma molto aggiunge in peggio, a nostro modo di vedere.
Quindi, cari signori della maggioranza, se avete i voti necessari e sufficienti per riapprovarvela, bene, sarà un compito tutto ed esclusivamente vostro! Noi non ci assumiamo la responsabilità di ritenerci artefici della mortificazione di un settore che da questa proposta di legge non ha alcuna favorevole positiva soluzione, a nostro modo di vedere.
Dico questo per il settore minerario, inteso come strutture, come comparto, e lo dico soprattutto per i lavoratori di quel settore, visto che vi siete occupati molto dei dirigenti, quelli di nomina politica; molto vi siete occupati di dare una giusta collocazione alla dirigenza, poco invece ai lavoratori, agli operai, ai dipendenti.
Allora, Forza Italia, che in una materia come questa non si sottrae al confronto, preannuncia la presentazione di almeno trenta emendamenti, alcuni dei quali sono rivolti proprio alla soppressione di quegli inutili, dispendiosi carrozzoni, come l'ARGEA e come quei comitati scientifici che vengono costituiti all'interno dell'ARGEA, la IGEA; altro che soppressione! Noi avremmo voluto, assessore Pinna, una sola norma: l'EMSA è soppresso, e con essa far accompagnare un progetto serio di trasferimento diretto ai comuni dove ricadono le aree e gli immobili interessati, un provvedimento che salvaguardasse i posti di lavoro degli operai.
Avete sempre trovato il modo di collocare in Consigli di amministrazione, inventandovene quanti ne volete, uno quotidianamente, tutti coloro che non per meriti o per concorso ma solo per opportunità politica sono stati inseriti all'interno dell'Ente Minerario Sardo.
Vi preoccupate solo di questo aspetto, noi vi chiediamo invece (e su questo siamo pronti in Aula al confronto) di preoccuparvi dei problemi che ho trattato prima. Su questo vi sfidiamo! Non si può equivocare con formule bizantine che a nulla approdano, anche in ordine alla dismissione dei beni; i beni devono essere trasferiti senza bizantinismi, senza lacci burocratici, senza storture procedurali, in maniera semplice ma diretta ai comuni dove ricadono gli immobili e le aree.
E` così difficile? Oppure non si vuole creare anche lì la longa manus di qualcuno che poi possa gestire ed investire in clientela? C'è un altro aspetto, e qui mi rivolgo al Presidente del Consiglio. Chiedo formalmente, signor Presidente, che lei (che in questo momento rappresenta l'intero Consiglio) attivi immediatamente la Commissione d'inchiesta che, non si sa per quale ragione, ormai giace inoperosa; non siamo assolutamente disposti a tralasciare problemi e questioni, anche afferenti a responsabilità precise, di chi ha gestito l'Ente Minerario Sardo nel corso di questi anni; non siamo disposti a coprire alcuna delle responsabilità che dovranno per forza emergere con serenità, senza furore giustizialista, ma con assoluta serenità perché il Consiglio deve essere messo in grado di sapere dove sono andate a finire le ingenti risorse che "mamma Regione" ha puntualmente destinato a questo settore.
Vogliamo capire in cosa sono state investite le centinaia di miliardi, quali e quanti posti di lavoro hanno creato, quali prospettive di sviluppo e quali le ricadute per l'economia della Sardegna. Sono queste le domande che si pone non solo il Gruppo di Forza Italia, ma penso anche tutti i sardi. Chiedo formalmente, signor Presidente, che ai sensi di Regolamento, ella voglia convocare urgentemente la Commissione d'inchiesta sull'EMSA, che era stata già votata e costituita. E mi appello al senso di responsabilità della maggioranza, perché non si crei ancora una situazione in cui commissioni d'indagine, che sono anche prerogativa di tutto il Consiglio, ma sono uno strumento ispettivo consentito alle opposizioni, di vedere ripetersi lo scempio e la vergogna di proporre alla presidenza un esponente della maggioranza.
Questo non è un problema di poltrone. Signori consiglieri, noi assumeremo gratis la presidenza, senza ulteriore sacrifici per il bilancio delle disastrate casse della Regione. Rinunciano a ogni indennità, ma dateci la possibilità di poter fare gli accertamenti e di poter compiere le opportune indagini, perché emerga, una volta per tutte, la storia e la verità su questo Ente.
Allora, signor Presidente, non vorrei che si frapponessero ostacoli perché ormai siamo in chiusura di legislatura, o non so quale altra opposizione possa venire dai banchi della maggioranza. Ieri c'è stata un'importante apertura da parte dell'Assessore del bilancio, Scano. E' la prima volta nella storia di questa legislatura che avviene una simile apertura, un'apertura al confronto e al dialogo sulla legge finanziaria e di bilancio. E noi, che ci rendiamo conto della drammaticità della situazione in cui vivono la Sardegna e i sardi, abbiamo risposto a quell'appello: confronto sulle cose concrete e serie da fare nell'interesse dei sardi. E' evidente che il dialogo e il confronto non può concepirsi a senso unico o per le cose che interessano la maggioranza. Qui chiediamo con forza che venga ripristinata la Commissione d'inchiesta sull'EMSA per far luce sulle vicende che hanno contrassegnato la vita di quest'Ente soprattutto negli ultimi anni.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Prima di dare la parola all'assessore Pinna, voglio ricordare all'onorevole Pittalis che la Commissione era stata insediata e ricordo lucidamente che la prima riunione fu presieduta proprio dal sottoscritto. Quindi, partendo dalle risultanze di quella riunione, che non posso ricordare mnemonicamente in maniera puntuale e precisa, potrà continuare regolarmente il suo lavoro. Non è stata mai sciolta, quindi penso che questo sarà fatto.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'industria.
PINNA, Assessore dell'industria. Forse non sarebbe neppure il caso che ribadisca che questa legge di riforma dell'EMSA già da più di un anno aveva il carattere di estrema urgenza e che quel carattere mantiene, semmai aggravato, anche ora. Credo non si possa dire che dal rinvio del Governo (che data 3 settembre) alla riproposizione di un testo nuovo di legge sia passato tanto tempo; anzi, debbo dare atto che la Commissione ha lavorato intensamente e che nel corso di circa sessanta giorni il testo è tornato in Aula.
L'urgenza, come il Consiglio ben sa, è dovuta a diversi ordini di ragioni: la prima è che la realtà mineraria (le società anche stamani richiamate qui dall'onorevole Lippi) è largamente ridimensionata. A fronte di molte miniere di cui disponevamo, oggi il loro numero - almeno delle miniere attive - è estremamente ridotto; il grosso è scomparso, sono diventate antieconomiche o si sono esaurite.
E` evidente che non è più necessario un ente istituito alcuni decenni fa per gestire realtà che sono per gran parte esaurite, e alcune in corso di esaurimento. Di conseguenza è necessario superare il sistema societario che ha retto questo insieme di miniere e anche le società che, a seguito anche di leggi nazionali, hanno finanziato iniziative sostitutive.
Credo che questo sistema che fa capo all'EMSA - sia in termini di società minerarie, sia in termini di società svolgenti attività sostitutive - debba essere superato per due ordini di ragioni: la prima ragione è che l'amministrazione regionale, sia pure attraverso un proprio ente, deve (ma credo che su questo siamo tutti d'accordo) ritirarsi da certe attività produttive; non può produrre ossido di magnesio, zucchero, pomodori, lana di roccia, sabbie silicee e quant'altro. Questo è compito dei privati, è compito dell'iniziativa privata, non può essere compito della Regione, non perché la Regione voglia recedere dalle proprie funzioni, ma proprio per svolgere in modo più adeguato rispetto a quanto sinora si è fatto, la propria funzione di regione moderna, che è quella di sostenere adeguatamente il sistema delle imprese, e non di fare impresa in proprio, semplificando le procedure, migliorando le leggi di incentivazione, attrezzando le aree nel territorio, ricercando le imprese da portare e da localizzare in Sardegna, sostenendo il sistema di imprese che è già presente.
La seconda ragione per cui questo sistema va superato (l'ho richiamato, se volete posso usare l'espressione "denunciato" già da un paio di anni, altri lo hanno fatto prima di me) è che è tutto un sistema in perdita. Quindi siamo in settori dove non dobbiamo esserci, come amministrazione pubblica, e per giunta in questi settori siamo in perdita.
Allora, questo processo è largamente in corso. Ora viene qui rilevato dall'opposizione e viene posto un quesito: perché si sta procedendo alle privatizzazioni?
Questo quesito lo paventavo da tempo, me l'aspettavo. Se le privatizzazioni non le si fa, se questo sistema non viene dismesso, se si continua a perdere, ci vengono mosse critiche perché quel sistema continua a stare a carico della Regione; se le privatizzazioni vengono fatte, ci si preoccupa del fatto che vengono fatte, ci si chiede perché quel processo viene portato avanti anche con rapidità. Non è l'EMSA che lo ha portato avanti con rapidità, da sola, lo debbo dire con molta franchezza; è la linea politica della Giunta di procedere rapidamente perché in quel settore, non solo minerario, ma anche in tutte le altre società finanziarie, perdevamo - ormai è il caso di dire perdevamo - molte decine di miliardi.
La procedura che abbiamo adottato e che dà risultati - praticamente, quasi non c'è settimana in cui non si portino in Giunta proposte che riguardano privatizzazioni, non solo con riferimento al sistema EMSA - a me pare una procedura adeguata. Nel senso che si è proceduto a bandi di manifestazioni di interesse, si sono raccolte le manifestazioni di interesse, sono state invitate le società interessate, gli imprenditori interessati a produrre delle offerte, si sono valutate le offerte, sempre con l'aiuto e col sostegno di un advisor, sulla base delle deliberazioni dei consigli di amministrazione delle società regionali o dell'EMSA, accompagnate nel caso dell'EMSA, ma anche negli altri casi, dalla relazione dell'advisor, si è proceduto a delibera della Giunta; questo è il percorso che ordinariamente si segue e che noi abbiamo seguito. Allora, onorevole Lippi, non si può volere che le privatizzazioni le faccia il commissario e non le faccia più l'EMSA, allo stesso tempo però condurre le cose per cui questa legge dell'EMSA non riesce a vedere la luce; questo è il punto.
Certo, si può dire che questo è compito della maggioranza, io però mi permetto anche di ricordare che in relazione al primo testo approvato, proprio il giorno in cui la sesta Commissione lo licenziò, fu presentato da parte dell'opposizione un nuovo testo; forse si poteva presentarlo insieme a quello della Giunta e fare un'unica discussione e, quindi, i tempi sono stati allungati anche da questi eventi.
Io credo però che sia indispensabile la legge, concordo con lei. Occorre la legge, una legge, badate, non perfetta, non se ne fanno leggi perfette perché la perfezione non è di questo mondo, come tutti sappiamo, ma una buona legge è quella che abbiamo davanti, altrimenti saremo messi nella condizione o di continuare a privatizzare, così come abbiamo fatto finora, o di continuare a perdere; credo che non sia buona amministrazione e non sarebbe stata buona amministrazione se in attesa della legge la Giunta avesse detto "nessuna privatizzazione". Noi abbiamo già iniziato a risparmiare diverse decine di miliardi con le privatizzazioni fatte.
Dicevo che l'urgenza deriva da diversi ordini di ragioni: occorre uscire da questo sistema, occorre risanare i territori ex minerari, occorre dare (un aspetto che viene di solito trascurato, sottovalutato, lo voglio sottolineare anche in questa occasione) occorre dare alle popolazioni delle aree ex minerarie un'alternativa di sviluppo. questo è il nodo vero e forse anche il più complesso, il più difficile. La legge non trova tutte le soluzioni a questo problema, ma ne individua alcune; ne individua alcune che riguardano, per esempio, un fondo a sostegno delle imprese che si localizzano in quelle aree, che riguarda la disponibilità di risorse attraverso appositi piani per quanto attiene l'infrastrutturazione, in particolare, in relazione allo sviluppo agricolo, allo sviluppo turistico e allo sviluppo industriale, cioè dentro una concezione di sviluppo integrato in aree che spesso sono state aree a sviluppo monoculturale, prevalentemente minerario.
Credo che la legge, anche la nuova legge, il nuovo testo contenga bene tutti questi obiettivi; voglio però richiamare l'attenzione del Consiglio su un altro aspetto che attiene l'urgenza: la legge è urgente anche in relazione al necessario allineamento che noi dobbiamo compiere rispetto alla normativa europea. Vorrei che questo restasse a verbale, ma tutto resta a verbale, e che comunque richiamasse l'attenzione del Consiglio regionale: sarebbe un evento drammatico innanzitutto per i lavoratori, che qui anche l'opposizione dice di voler tutelare, se la legge non venisse approvata in tempi molto rapidi.
E` evidente che l'Unione europea aspetta che il Consiglio regionale della Sardegna approvi una legge, perché questo significa che davvero vi è la volontà di andare oltre una certa situazione che è una situazione in qualche modo divaricata rispetto alla normativa europea.
Credo che questo aspetto debba essere tenuto nella dovuta attenzione, altrimenti si può anche sostenere da una parte che la legge è necessaria, che si vuole tutelare i lavoratori, ma poi di fatto il rischio è che concretamente possa avvenire il contrario. Il nuovo testo rimuove i rilievi che a suo tempo sono stati fatti dal Governo, superando totalmente il vecchio articolo dieci, modificando il comma sei dell'ex articolo cinque, riferito alla formazione e alla costituzione dell'organico dell'ARGEA. Richiamo l'attenzione dell'onorevole Casu su un aspetto, forse erroneamente e chiedo scusa se invece io avessi inteso male onorevole Casu, forse lei erroneamente ha letto il vecchio testo relativamente all'organico dell'ARGEA, perché l'attuale comma sette del nuovo testo non fa più riferimento ai cinque anni, cioè da questo punto di vista abbiamo effettivamente, nel nuovo testo, ristretto molto gli anni, voglio chiarirlo bene questo aspetto. Non c'è più una finestra aperta cinque anni nella formazione dell'organico dell'ARGEA o del personale dell'ex società EMSA. C'è una finestra che è aperta per una sola volta, in termini precisi, a favore del personale proveniente dalle società dell'EMSA, che ha determinati requisiti tecnici e professionali, per costituire l'organico dell'ARGEA. Ed anche qui dobbiamo scegliere. Se riteniamo che l'ARGEA debba esserci, questo è il mio punto di vista, rispetto ovviamente un punto di vista diverso dell'opposizione, eventualmente, ma se riteniamo che l'ARGEA ci deve essere, a mio giudizio dobbiamo anche salvaguardare le professionalità di cui già l'amministrazione regionale dispone. Diversamente ci troveremo in una condizione, in una situazione davvero stravagante: avremo da una parte personale con quelle professionalità, di cui non sappiamo che fare, non sappiamo dove collocarlo e quali attività fargli svolgere, e dall'altra parte apriremo un concorso pubblico per titoli ed esami per formare l'organico dell'ARGEA. Ci troveremo ad avere due organici con un aggravio (credo) insopportabile per il bilancio della Regione, tra l'altro ripeto, anche mantenendo l'organico proveniente dalle attuali società, che credo nessuno di noi si senta di affermare che va mandato a casa, va licenziato, senza sapere dove poterlo collocare e sistemare.
Allora, l'attuale articolo, l'attuale formulazione sana questa situazione: si tratta di un intervento per una sola volta in cui quel personale va a costituire, per la parte che sarà necessaria, l'organico dell'ARGEA e non vi è possibilità, poi, di reiterare questo procedimento.
Per quanto riguarda un aspetto molto delicato, sul quale io mi sono pronunciato già l'altra volta e che voglio richiamare, non voglio omettere neanche questo, perché sia fatta chiarezza, mi riferisco al testo che contiene una preclusione a che il personale dell'EMSA o delle società dell'EMSA possa far parte, diciamo così, del personale dirigente dell'ARGEA, questa non è stata una proposta né della Giunta, né per quel che io so della maggioranza: è stata una proposta dell'opposizione che il Consiglio ha fatto propria e quindi, in quanto tale, non impugnata dal Governo e fatta propria dal Consiglio, la Commissione evidentemente col consenso obtorto collo anche della Giunta l'ha riproposta nel testo. Ma quella viene dall'opposizione come proposta.
Quindi, onorevole Boero, non la vedo in aula, ma non può fare questa obiezione; certo è una norma abbastanza singolare, ma questo deriva un po' dalla logica che l'opposizione porta avanti; in qualche modo l'EMSA e il suo sistema, io lo voglio sempre ricordare, non è nato durante questa legislatura, onorevole Pittalis, affonda le sue radici nella storia politica di questa Regione, e quella storia politica è costituita, è fatta e ha contribuito a farla questo schiarimento di maggioranza, ma anche tanti altri soggetti, tanti altri soggetti che con la politica hanno avuto a che fare, dieci - quindici - venti anni fa. Detto questo, io non sono convinto che l'EMSA sia una sorta "di vasel d'ogni nequizia"(?), non è così, questa è una immagine che viene accreditata, che viene continuamente imposta, ma non è così, non è assolutamente così! Quell'ente come altri enti ha fatto anche cose non buone, ha fatto anche degli errori, forse il Governo regionale gli ha chiesto da molto tempo di fare compiti per i quali non era attrezzato, come altri enti regionali, ma non è l'immagine che di questo ente si vuol dare, io penso che se vi fosse un ripensamento e se fossero vere e sincere le parole, spero che sia così, da parte dell'onorevole Boero che proponga un emendamento che rimuova quella decisione del Consiglio che esclude per legge che i dirigenti dell'EMSA o del sistema EMSA possano far parte del governo della futura ARGEA.
I diciotto mesi del commissario liquidatore. Si è modificato il testo a seguito di una ulteriore riflessione, ma di una riflessione seria; cioè, io ho una difficoltà, lo dico con molta sincerità e con molta onestà, a pensare che ogni proposta che viene avanzata possa essere immediatamente intercettata come una malizia peggiorativa o volta a fini peggiorativi del testo. No! In Commissione c'è stata una riflessione seria che ha portato ad una conclusione diversa rispetto al testo originario che credo che sia coerente anche con gli obiettivi che si prefigge l'onorevole Balletto e che mette insieme, in questo caso come in altri, il punto di vista e la proposta della maggioranza e quella dell'opposizione; che cosa intendo dire?
La modifica del testo non è assolutamente rivolta a recedere da una linea di rigore sui tempi della liquidazione; questo deve essere chiaro. Sono confermati i diciotto mesi, serve semmai quella modifica a rendere chiaro e certo il percorso e l'obiettivo di una effettiva liquidazione. Ammettiamo per un'ipotesi, è solo un esempio, che dopo i diciotto mesi la liquidazione non sia avvenuta, dovrebbe subentrare la gestione fiduciaria della SFIRS; a parte il fatto che c'è il rischio di appesantire la funzione della SFIRS, che è anche diverso, noi avremo un'ulteriore complicazione che di fatto si ferma il processo, mentre il processo deve essere portato fino alla sua conclusione ma con una norma di salvaguardia che è questa: dopo diciotto mesi non ci può essere liquidatore che pensa di poter prolungare il proprio ruolo e la propria attività di liquidazione, perché comunque dopo diciotto mesi per legge decade e spetta all'Amministrazione regionale decidere se per completare la coda di liquidazioni dovrà farlo quel liquidatore oppure potrà essere un altro liquidatore, può anche accadere che siano necessari altri sei mesi e se il liquidatore è stato efficiente, capace e veloce, può darsi che l'Amministrazione regionale riconosca l'utilità che prosegua nei successivi sei mesi per completare, può darsi che invece non abbia manifestato la velocità, la celerità e la tempestività necessaria e che in questo caso l'Amministrazione regionale nomini un altro liquidatore; ad ogni modo nessun liquidatore può illudersi che la sua gestione duri nel tempo sine die e quindi è certamente un elemento di forza in questa direzione.
Sulla cessione dei beni, anche qui credo che il testo, credo per andare incontro anche a delle richieste che sono venute pressantemente dall'opposizione, il testo colga sostanzialmente queste richieste, le coglie perché di fatto è riconosciuto un diritto di prelazione agli enti locali, siamo di fronte ad un diritto di prelazione e di gratuità verso il sistema delle autonomie locali. Questo sistema funziona già da subito, non deve aspettare che sia compiuta per così dire la liquidazione e così via, può funzionare ed è in grado di funzionare da subito, la Giunta dispone delle direttive che sono sottoposte al parere della Commissione competente del Consiglio, quindi, su questa materia di beni c'è anche un sistematico controllo e vaglio del Consiglio. Se in una determinata situazione per un interesse pubblico diverso rispetto a quello di un ente locale la Giunta ritenesse di non dover cedere quel bene, anche in questo caso si ritorna al parere della Commissione consiliare. Quindi, mi pare che da questo punto di vista vi siano le sufficienti garanzie che su questo piano si possa trovare una convergenza di posizioni.
Le modifiche che sono state introdotte, a mio giudizio, rispetto al vecchio testo abbandonato, questa che ho richiamato adesso ed altre, sono migliorative. La legge consente anche nell'attuale riformulazione di conseguire tutti gli obiettivi, già più volte discussi in questo Consiglio; io mi avvio rapidamente a concludere perché credo che tutti ormai abbiamo memoria senza fare interventi fiume, abbiamo memoria di quali sono gli obiettivi che ci si propone. Occorre superare, lo dicevo prima, un sistema non più produttivo che mantiene in carico alla Regione un insieme di società in perdita, dare prospettive ai territori dove quella attività tradizionale, pluri-decennale, secolare se vogliamo, è venuta meno, questo è un punto cruciale, occorre dare una alternativa a quelle popolazioni, e quindi concorrere anche attraverso questa legge, non solo questa legge, i contratti d'area e tutti gli strumenti che consentono un rilancio dello sviluppo dei territori ma anche attraverso questa legge dare delle risposte, quindi, fondo per gli investimenti riservato alle aree ex minerarie e piano per le infrastrutture finalizzato anche esso, infrastrutture nei diversi settori lo dicevo prima, turismo, artigianato, agricoltura, industria, in un progetto di sviluppo integrato, plurisettoriale, quindi, equilibrato ed armonico. La legge individua, e questo era l'altro obiettivo, uno strumento, l'ARGEA, che consente di non disperdere la cultura mineraria che è un valore della nostra Regione, di non disperdere un patrimonio di professionalità che è un valore per la Sardegna e per l'intero Paese, e di poterlo, certo perché no?, anche utilizzare verso altri paesi che cercano una difficile via di sviluppo, se la Sardegna può fare qualche cosa verso questi altri paesi non lo considero un tratto negativo, lo considero un elemento assolutamente positivo, la nostra Regione è una delle regioni dal punto di vista geologico più ricca in Italia, più varia in Italia e credo che sarebbe davvero poco saggio da parte nostra non dotarci di uno strumento che è in grado di apprezzare e di valorizzare questo enorme patrimonio che la natura ci ha messo a disposizione, di non sprecarlo e di utilizzarlo naturalmente con rispetto per l'ambiente.
Sarebbe anche sbagliato non disporre di una struttura che è in grado di studiare e di predisporre i progetti per comprendere bene come intervenire a sanare quanto è avvenuto precedentemente. Io credo che la legge contenga tutti questi elementi e contiene anche quello che consente in modo equilibrato e non in modo semplicistico, perché badate le semplificazioni in questa materia sono sempre a rischio, non in modo semplicistico, di affrontare anche il tema dei lavoratori che dentro quel sistema che è in perdita e che è in fase di dismissione, non possono più trovare collocazione, credo che anche questo, insieme alla ripresa dello sviluppo dei territori, sia un altro dei punti cruciali; la legge anche a questo riguardo individua un meccanismo che consente ad alcuni, non so quanti saranno, ad un certo numero di lavoratori, di vedere il varo della norma con sufficiente serenità nel senso che la Regione non si disinteressa del loro destino ma se ne fa pienamente carico. Ed anche questo credo che sia un pregio della legge.
Io concludo, signor Presidente ed onorevoli consiglieri, dicendo che abbiamo discusso per lunghissimo tempo di questo provvedimento e non credo che sia un provvedimento sul quale possiamo rimproverarci una sorta di improvvisazione, di precipitazione, ne abbiamo discusso in lungo e in largo e io non ho mai la pretesa di dire: questa è la legge migliore in assoluto, probabilmente presenterà dei limiti, non ho mai visto leggi che non presentino alla prova dei fatti qualche necessità di aggiustamento, ma credo che abbiamo riflettuto, discusso e lavorato seriamente per lungo tempo per ritenere che sia una buona legge, della quale peraltro, lo voglio dire ancora una volta, non possiamo più fare a meno, né sul fronte interno regionale, né sul fronte esterno delle responsabilità che abbiamo verso l'Unione Europea.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Metto in votazione il passaggio alla discussione degli articoli. Ha domandato di parlare il consigliere Biancareddu. Ne ha facoltà.
BIANCAREDDU (F.I.). Signor Presidente, chiedo, a nome del Gruppo di Forza Italia, la votazione a scrutinio segreto.
Votazione a scrutinio segreto
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 63
Votanti 63
Maggioranza 32
Favorevoli 39
Contrari 24
Il Consiglio approva.
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: AMADU - ARESU - BALIA - BALLERO - BALLETTO - BERRIA - BERTOLOTTI - BIANCAREDDU - BIGGIO - BOERO - BONESU - BUSONERA - CADONI - CARLONI - CASU - CHERCHI - CONCAS - CUCCA - CUGINI - DEGORTES - DEIANA - DEMONTIS - DETTORI Bruno - DETTORI Ivana - DIANA - FADDA - FALCONI - FANTOLA - FLORIS - FOIS Paolo - FOIS Pietro - FRAU - GHIRRA - GIAGU - GRANARA - LA ROSA - LIPPI - LOCCI - LODDO - LOMBARDO - MACCIOTTA - MANCHINU - MANUNZA - MARROCU - MARTEDDU - MILIA - MONTIS - MURGIA - OBINO - OPPIA - PALOMBA - PIRAS - PIRASTU - PITTALIS - SANNA Salvatore - SANNA NIVOLI - SASSU - SCHIRRU - TUNIS Gianfranco - TUNIS Marco - USAI Edoardo - USAI Pietro - ZUCCA.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Salvatore. Ne ha facoltà.
SANNA SALVATORE (Progr. Fed.). Sull'ordine dei lavori, Presidente; visto l'alto numero degli emendamenti presentati ed avendo sentito informalmente anche i Presidenti dei Gruppi, chiedo che venga sospesa la seduta dell'Aula per dare la possibilità alla Commissione di esaminare gli emendamenti, chiedendo naturalmente che la Commissione si riunisca, qualora l'Aula autorizzi, immediatamente.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, mi pare che si possa accogliere la proposta del Presidente della Commissione, la Commissione è convocata per l'esame degli emendamenti. I lavori riprenderanno alle ore 16 e 30.
La seduta è tolta alle ore 12 e 45.
Allegati seduta
Testo delle interpellanze e interrogazioni annunziate in apertura di seduta
INTERPELLANZA MARTEDDU sull'amministrazione della giustizia - segnatamente di quella civile - nel Tribunale di Nuoro.
Il sottoscritto, premesso che:
- si è svolta per sei mesi, dal marzo al settembre 1998, l'astensione dalle udienze civili e penali degli avvocati del Foro di Nuoro allo scopo di denunciare la annosa, grave situazione degli uffici giudiziari - precipuamente del settore civile - caratterizzata da croniche carenze negli organici dei magistrati e da disfunzioni amministrative che causano, com'è unanimemente riconosciuto, considerevoli ritardi nella definizione dei procedimenti civili e che incidono quindi negativamente sulla corretta amministrazione della giustizia;
- nonostante e malgrado tale clamorosa forma di protesta la situazione degli uffici giudiziari del Foro di Nuoro è, in questi mesi, notevolmente peggiorata atteso che, addirittura, nella Pretura di Nuoro non è presente allo stato neppure un magistrato togato sui sei richiesti nella pianta organica e sono state, conseguentemente, nuovamente sospese le udienze fino all'arrivo di nuovi pretori, previsto forse per la fine dell'anno;
- anche nel Tribunale di Nuoro, ormai da anni, il numero dei magistrati è assolutamente insufficiente rispetto alle molteplici incombenze e attività richieste e considerevolmente inferiore alla pianta organica prevista;
considerato che:
- tale disastrosa situazione - che tra l'altro si concreta in rinvii delle cause civili addirittura al 2000 ed oltre e in giudici civili distolti dalle proprie udienze per sopperire alle esigenze del settore penale - non è tollerabile in un settore attanagliato ancor più che in altre zone della Sardegna da innumerevoli emergenze in cui è esigenza irrinunciabile una più forte e tangibile presenza dello Stato anche attraverso una efficiente attuazione della funzione giudiziaria;
- il Tribunale di Nuoro ha giurisdizione su un territorio interessato da una profonda crisi economica nonché da gravissimi e reiterati fenomeni di criminalità in una certa misura aggravati e ascrivibili anche all'esasperante lunghezza dei tempi di risoluzione delle controversie giudiziarie;
- non è compatibile con tale preoccupante quadro la definizione del contenzioso civile e penale in un arco temporale lunghissimo e quantificabile in numerosi anni;
- non essendo tali tempi tollerabili in una qualsiasi società avanzata e pertanto, e a maggior ragione, è inconcepibile e paradossale la vera e propria paralisi degli uffici giudiziari del circondario di Nuoro che, al contrario, avrebbero richiesto una particolare attenzione da parte degli organi dello Stato competenti,
chiede di interpellare il Presidente della Giunta regionale per sapere se non ritenga opportuno e necessario promuovere un incontro con il Ministro di grazia e giustizia per sollecitare, attesa la peculiare e grave situazione economica e sociale dei territori compresi nella sua giurisdizione, un adeguato ed effettivo potenziamento del Tribunale di Nuoro. (495)
INTERPELLANZA PITTALIS - BALLETTO - LOMBARDO - OPPIA - CASU - TUNIS Marco Fabrizio sul patrimonio immobiliare della Regione Sardegna e sulla sua gestione.
I sottoscritti,
considerato che la stampa riferisce notizie circa la cessione di aree di proprietà regionale in permuta con aree private di minor valore commerciale;
considerato che è, parimenti, riferito di un intero piano di dismissioni attuate dalla Regione Sardegna con modalità sulle quali gli interroganti avevano già da tempo chiesto chiarimenti;
considerato che la Regione, come già dichiarato dall'Assessore competente al Consiglio regionale, è costretta a locare gli immobili in cui ospitare i propri uffici, pur avendo un ingente patrimonio immobiliare;
considerato che pare importante che il Consiglio regionale possa in merito essere adeguatamente informato ed assumere le proprie valutazioni;
chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'urbanistica, patrimonio ed enti locali per sapere:
1) se le notizie riferite dalla stampa siano rispondenti al vero;
2) quanti e quali siano gli immobili dismessi dalla Regione durante la legislatura 1994-1999, a quale titolo e dietro quale corrispettivo;
3) quale sia la situazione degli immobili locati dalla Regione per i propri uffici, quanto si spenda ogni anno e chi siano i proprietari degli immobili locati;
4) quali politiche abbia intenzione od abbia intrapreso l'Assessore competente per ricondurre la gestione del patrimonio immobiliare a criteri di economicità e buona aministrazione. (496)
INTERPELLANZA BONESU - SANNA Giacomo - SERRENTI sulle limitazioni alla pesca nei golfi di Cagliari e Oristano.
I sottoscritti, premesso che:
- con decreto dell'Assessore della difesa dell'ambiente n. 2244 del 17 settembre 1998 sono state stabilite le modalità per l'attuazione del fermo biologico per l'anno 1998;
- l'articolo 8 di detto decreto stabilisce peraltro divieti permanenti di pesca per i prossimi due anni, rinnovabili; particolarmente rilevanti sono i divieti assoluti di pesca professionale e sportiva nei golfi di Cagliari e Oristano. Nel golfo di Oristano viene stabilito un divieto pressoché generale poiché riguarda tutti i fondali inferiori a dieci metri e comunque le aree a meno di un chilometro dalla costa, per cui l'unica zona in cui è consentita la pesca resta il canale di accesso al porto, con conseguente intralcio della navigazione;
- il divieto riguarda l'unica fascia di mare della costa centro - occidentale finora senza limitazioni, confinando a nord con la riserva marina della Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre e a sud col poligono militare di Capo Frasca, per cui oltre cento chilometri ininterrotti della costa occidentale della Sardegna sono stati inibiti alla pesca costiera dove (l'Assessore crediamo conosca bene il fatto) centinaia di pescatori di Cabras, Santa Giusta e Terralba operano con imbarcazioni di minima stazza (i cosiddetti chiattini), non adatte certamente né alla pesca d'altura, né a lunghe navigazioni, ai quali il divieto di pesca nel golfo di Oristano toglie l'unica possibilità di lavoro, con grave danno economico e sociale e con conseguenti pericoli per l'ordine pubblico, indotti dalla disperazione di chi perde la fonte del sostentamento della propria famiglia per colpa di un provvedimento scriteriato;
- gravi conseguenze ha il provvedimento anche nei confronti della pesca sportiva, privando diecimila appassionati del loro hobby e rendendo inutilizzabile una risorsa sfruttata e ancor più sfruttabile a fini turistici;
- seppur di estensione più limitata il divieto di pesca costiera nel golfo di Cagliari, tra capo S. Elia e Punta Zavorra, crea analoghi danni, inibendo in una vasta zona costiera la pesca sia professionale che sportiva;
- la categoria della piccola pesca costiera subisce questo colpo mortale senza alcun indennizzo o ammortizzatore sociale, che consenta di superare i due anni di divieto, e subisce anche la beffa di veder indennizzate con lo stesso provvedimento le limitazioni temporanee di pesca che durano 45 giorni,
chiedono di interpellare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
I. se non ritenga che il provvedimento sia stato adottato senza adeguata ponderazione e valutazione degli interessi delle categorie interessate e delle situazioni locali e se non ritenga invece di dover stabilire i divieti assoluti di pesca per aree singolarmente più limitate, al fine di non penalizzare eccessivamente ed esclusivamente alcune marinerie e consentire a tutti la pesca seppur in spazi più limitati;
II. se non ritenga di dover limitare il divieto solo alle forme di pesca che incidono in modo rilevante sul patrimonio ittico e in particolare se non intenda escludere dal divieto la pesca sportiva da terra. (497)
INTERPELLANZA PIRASTU - PITTALIS - GRANARA - BALLETTO - LOMBARDO - GIORDO - BIANCAREDDU sul mancato utilizzo di vari materiali giacenti presso i depositi dei compartimenti delle F.d.S. della Sardegna (ex Ferrovie Complementari).
I sottoscritti,
premesso che risulta giacente presso il:
- compartimento delle F.d.S. di Cagliari (deposito stazione di Monserrato, Mandas) materiale comprendente traverse in legno, traverse in c.a.p., e rotaie del tipo 27 UNI e 36 UNI per un valore che si aggira intorno ai 4.000.000.000;
- compartimento F.d.S. di Macomer (deposito stazione di Macomer, Lei, Iscra, Oniferi) materiale comprendente rotaie del tipo "27"e del tipo "36", traverse di legno, traverse in c.a.p.; l'ammontare complessivo di detti materiali è stimato in circa 2.200.000.000;
- compartimento F.d.S. di Sassari (deposito stazione di Coghinas, Laerru, Nulvi, Sorso, Sassari, Olmedo) traverse di legno, rotaie del tipo "27" e del tipo "36"; l'ammontare complessivo di detti materiali è stimato in circa 3.500.000.000;
considerato che detti materiali furono acquistati per un loro specifico uso e precisamente per il ripristino e la manutenzione di diverse tratte ferroviarie nei compartimenti sopracitati facenti capo alle stazioni elencate;
rilevato che a tutt'oggi, nonostante il trascorrere del tempo, le tratte ferroviarie in argomento si siano ulteriormente deteriorate creando situazioni non solo di estremo disagio, ma anche di un incombente pericolo per i viaggiatori, come più volte riportato dagli organi di stampa sia locali che nazionali;
preso atto che, nel protrarsi del tempo, il mancato utilizzo dei materiali sopracitati, porterà al loro totale deterioramento e quindi alla successiva rottamazione creando il solito sperpero di denaro pubblico che si può quantificare in circa 15.000.000.000,
chiede di interpellare l'Assessore regionale dei trasporti per sapere se è a conoscenza delle scandalose situazioni sopra descritte e conseguentemente quali iniziative intenda promuovere. (498)
INTERPELLANZA CASU - PITTALIS - OPPIA sulla soppressione della scuola media di Guamaggiore.
I sottoscritti, premesso che:
- la scuola media del comune di Guamaggiore continua ad essere autogestita, nonostante il decreto di soppressione del Provveditore agli studi di Cagliari;
- si tratta di una scuola media che non vuole e non deve morire; non si tratta di un centro che ha il solo compito di ospitare fra i banchi 40 ragazzi della scuola media, esso ha una funzione più ampia per tutta la popolazione del comune, costituisce un luogo di cultura dove trova espressione e sintesi il bisogno culturale di tutti i cittadini;
considerato che la soppressione delle scuole medie dei comuni che hanno un numero ridotto di allievi accentuerebbe gravemente il fenomeno della "desertificazione" anche culturale delle zone interne dell'Isola;
tenuto conto che la spesa per tenere in vita le scuole medie nei piccoli centri costituisce, senza ombra di dubbio, un ottimo investimento e che al limite è preferibile acquisire qualche computer in meno, ma pagare qualche insegnante in più a salvaguardia anche dell'occupazione (occupazione produttiva),
chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
- quali siano gli strumenti messi in atto o che si intenda mettere in atto per tenere in vita la scuola media di Guamaggiore; anche se la Regione non ha competenza diretta nell'istruzione secondaria ha il preciso dovere di salvaguardare il diritto allo studio dei propri cittadini e in tutti i modi la formazione culturale dei suoi figli e anche l'occupazione degli insegnanti;
- se abbiano valutato o no la possibilità di intervento diretto della Regione per integrare eventualmente la maggiore spesa necessaria per tenere in vita la scuola media, ponendola a carico del bilancio della Regione.
I sottoscritti ritengono che relativamente alla spesa il problema della scuola abbia precedenza su tante altre voci di spesa dello stato di previsione della pubblica istruzione. (499)
INTERPELLANZA LIORI - FRAU - MASALA sul servizio di medicina sportiva nel territorio della Azienda USL n. 7.
I sottoscritti,
premesso che per legge dello Stato e per legge della Regione la certificazione di idoneità medica alla attività sportiva è riservata ai medici ex-iscritti alla federazione medico-sportiva, ai libero docenti ed agli specialisti in medicina dello sport,
chiedono di interpellare l'Assessore della sanità per sapere:
1) se corrisponda al vero che nella ASL n. 7 di Carbonia le certificazioni rilasciate dal locale servizio di medicina sportiva non sono firmate da un medico autorizzato a norma di legge;
2) se l'Assessorato intenda pagare come da DRG tali prestazioni se svolte in regime di convenzione;
3) se abbia provveduto ad attivare una verifica della qualità delle prestazioni stesse, che - se dovessero essere state erogate realmente in tale situazione - non avrebbero valore neanche per coprire dal punto di vista assicurativo gli ignari utenti, che si vedrebbero così truffati da una struttura pubblica;
4) quali provvedimenti intenda assumere per eliminare tale vergognosa situazione di malasanità. (500)
INTERROGAZIONE TUNIS Gianfranco, con richiesta di risposta scritta, sull'Ente Minerario Sardo.
Il sottoscritto,
premesso che le forze sociali e sindacali, unitamente ai lavoratori della Bariosarda, società del gruppo EMSA, stanno denunciando da tempo l'alienazione da parte del Presidente dell'EMSA, di importanti pezzi degli impianti produttivi della società mineraria;
considerato che le forze sociali richiamate, pur non essendo contrarie ad avviare la privatizzazione delle attività, non ritengono pensabile attuare tale politica attraverso la vendita per "parti" degli impianti produttivi, così come sta avvenendo, purtroppo, per l'impianto di macinazione del cantiere di Carbonia;
ritenuto che le proteste e le ripetute prese di posizione ritengono utile e necessario far cessare questo che potrebbe definirsi un autentico "raptus da smantellamento" portato avanti con insistenza da parte del Presidente dell'EMSA,
chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dell'industria per sapere se quanto sta avvenendo fa parte di precise disposizioni emanate dall'Assessore dell'industria e, se così non fosse, chiede di conoscere quali iniziative siano state assunte o si intenda assumere per far cessare tale "orgasmo" da smantellamento. (1117)
INTERROGAZIONE FRAU, con richiesta di risposta scritta, sulla metanizzazione della Sardegna.
Il sottoscritto,
premesso che:
a) l'on.Romano Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri, intervenuto a Fiorano Modenese a una manifestazione del circolo degli emigrati sardi, ha confermato l'impegno per la metanizzazione della Sardegna, ricevendo il plauso dei nostri conterranei e dei due Assessori regionali presenti all'incontro;
b) in quella occasione l'on.Presidente del Consiglio non solo confermava solennemente la necessità che anche la Sardegna potesse avere energia pulita a basso costo, ma assicurava che per la metanizzazione dell'Isola "ci sono 1835 miliardi a cui se ne devono aggiungere 2050 per lo stoccaggio nella zona di Porto Torres";
c) questa cascata di ben 3885 miliardi faceva tirare un sospiro di sollievo ai sardi, salvo poi appurare, ad un controllo più approfondito, che le cifre annunciate dal presidente Prodi erano inesistenti,
chiede di interrogare l'on. Presidente della Giunta per sapere:
1) se sia a conoscenza che l'ufficio metanizzazione del CIPE avrebbe ammesso che le risorse disponibili per la Sardegna sono complessivamente solo 250 miliardi dello Stato e della Regione;
2) se sia vero inoltre che alla fine di luglio c'è stata una riunione alla Presidenza del Consiglio, subito rinviata a data da destinarsi, perchè la Corte dei Conti avrebbe formulato tutta una serie di rilievi sul programma di metanizzazione di tutto il Mezzogiorno, la qual cosa non fa ben sperare per il reale arrivo del metano nella nostra isola;
3) se, alla luce di questi fatti, il protocollo d'intesa Stato-Regione, firmato il 21 aprile 1997, col quale il Governo nazionale si impegnava per la metanizzazione della Sardegna, non sia da considerare carta straccia e le cifre sciorinate dell'on. Prodi una ulteriore presa in giro nei riguardi dei sardi. (1126)
INTERROGAZIONE FOIS Paolo - DIANA - GHIRRA - LA ROSA - MURGIA - USAI Piero, con richiesta di risposta scritta, sull'urgenza di una definizione del testo delle norme di attuazione dell'articolo 52, primo comma, dello Statuto Speciale.
I sottoscritti,
richiamata la precedente interrogazione in data 2 agosto 1995, nella quale si auspicava l'adozione di iniziative urgenti volte a favorire una sollecita emanazione delle norme di attuazione dell'articolo 52, primo comma, dello Statuto Speciale;
preso atto della risposta del Presidente della Giunta, in data 11 ottobre 1995, di sostanziale adesione alla prospettata esigenza di una rapida emanazione della suindicata norma di attuazione;
sottolineato l'inserimento, nella più recente legge regionale 15 febbraio 1996, n. 12, della disposizione contenuta nell'articolo 2, lettera c), che assegna all'Ufficio speciale di Bruxelles, con riferimento al citato articolo 52, anche la funzione di acquisire elementi di valutazione sui riflessi che decisioni in via di adozione a livello comunitario sono suscettibili di avere nella situazione economica e sociale dell'Isola;
evidenziato che, allo stato attuale, il citato articolo 52 dello Statuto risulta l'unica disposizione di notevole rilievo a non poter ancora ricevere applicazione, per la mancata emanazione delle relative norme di attuazione;
richiamata l'attenzione sul fatto che, nel corso degli ultimi tre anni, è continuata l'adozione, a livello comunitario e internazionale, di decisioni che si ripercuotono negativamente, specie nel settore agricolo, sui prodotti tipici della Sardegna;
sottolineato che i primi contatti recentemente avviati in seno alla Commissione paritetica sull'applicazione del citato articolo 52 permettono di rilevare l'esistenza di evidenti resistenze da parte della burocrazia statale, che appare attestata sulla pretesa di ridurre alla formulazione di un mero parere la portata di una norma che prevede invece la "partecipazione" della Regione a "negoziati con Stati esteri",
chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale al fine di conoscere:
I. quale sia, nella fase attuale, lo stato dei contatti in corso con lo Stato al fine di dare attuazione all'articolo 52, primo comma;
II. quale precisa posizione negoziale la Giunta regionale abbia assunto nel corso delle trattative volte all'applicazione di una norma che può consentire di prevenire i negativi riflessi di impegni internazionali assunti dallo Stato senza il consenso della Regione;
III. quali ulteriori iniziative la Giunta intenda assumere allo scopo di imprimere una netta accelerazione ad un negoziato volto a dare attuazione, ad oltre cinquant'anni dall'approvazione dello Statuto Speciale e in previsione della prossima entrata in funzione dell'Ufficio di Bruxelles, ad una norma che in modo così rilevante qualifica lo Statuto stesso nel senso della specialità e del federalismo. (1127)
INTERROGAZIONE FOIS Paolo - DIANA - GHIRRA - LA ROSA - MURGIA - USAI Piero, con richiesta di risposta scritta, sull'urgenza di una definizione del testo delle norme di attuazione dell'articolo 52, primo comma, dello Statuto Speciale.
I sottoscritti,
richiamata la precedente interrogazione in data 2 agosto 1995, nella quale si auspicava l'adozione di iniziative urgenti volte a favorire una sollecita emanazione delle norme di attuazione dell'articolo 52, primo comma, dello Statuto Speciale;
preso atto della risposta del Presidente della Giunta, in data 11 ottobre 1995, di sostanziale adesione alla prospettata esigenza di una rapida emanazione della suindicata norma di attuazione;
sottolineato l'inserimento, nella più recente legge regionale 15 febbraio 1996, n. 12, della disposizione contenuta nell'articolo 2, lettera c), che assegna all'Ufficio speciale di Bruxelles, con riferimento al citato articolo 52, anche la funzione di acquisire elementi di valutazione sui riflessi che decisioni in via di adozione a livello comunitario sono suscettibili di avere nella situazione economica e sociale dell'Isola;
evidenziato che, allo stato attuale, il citato articolo 52 dello Statuto risulta l'unica disposizione di notevole rilievo a non poter ancora ricevere applicazione, per la mancata emanazione delle relative norme di attuazione;
richiamata l'attenzione sul fatto che, nel corso degli ultimi tre anni, è continuata l'adozione, a livello comunitario e internazionale, di decisioni che si ripercuotono negativamente, specie nel settore agricolo, sui prodotti tipici della Sardegna;
sottolineato che i primi contatti recentemente avviati in seno alla Commissione paritetica sull'applicazione del citato articolo 52 permettono di rilevare l'esistenza di evidenti resistenze da parte della burocrazia statale, che appare attestata sulla pretesa di ridurre alla formulazione di un mero parere la portata di una norma che prevede invece la "partecipazione" della Regione a "negoziati con Stati esteri",
chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale al fine di conoscere:
I. quale sia, nella fase attuale, lo stato dei contatti in corso con lo Stato al fine di dare attuazione all'articolo 52, primo comma;
II. quale precisa posizione negoziale la Giunta regionale abbia assunto nel corso delle trattative volte all'applicazione di una norma che può consentire di prevenire i negativi riflessi di impegni internazionali assunti dallo Stato senza il consenso della Regione;
III. quali ulteriori iniziative la Giunta intenda assumere allo scopo di imprimere una netta accelerazione ad un negoziato volto a dare attuazione, ad oltre cinquant'anni dall'approvazione dello Statuto Speciale e in previsione della prossima entrata in funzione dell'Ufficio di Bruxelles, ad una norma che in modo così rilevante qualifica lo Statuto stesso nel senso della specialità e del federalismo. (1128)
INTERROGAZIONE CUCCA, con richiesta di risposta scritta, sul mancato funzionamento del Centro di dialisi di Dorgali.
Il sottoscritto, premesso che:
- il 27 gennaio 1996, dopo quattro anni di lavoro, venne inaugurato a Dorgali, grazie all'impegno dei volontari del "progetto dialisi", il Centro dialisi di via Kennedy che avrebbe dovuto porre fine agli estenuanti viaggi dei dializzati dorgalesi a Nuoro;
- la struttura venne completata, in ogni sua parte, a spese della cittadinanza tra la quale scattò una straordinaria gara di solidarietà (banche, enti, aziende, imprenditori e associazioni);
- in occasione della "apertura" del centro i rappresentanti della ASL di Nuoro si erano impegnati a fornire le attrezzature per consentirne l'immediata operatività;
rilevato che l'opera, per la quale sono stati spesi circa 130 milioni, avrebbe dovuto costituire il primo centro extraospedaliero della Sardegna e garantire la creazione di nuovi posti di lavoro,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere quali atti abbia compiuto o intenda compiere per consentire che il Centro dialisi di Dorgali venga dotato delle attrezzature necessarie al suo funzionamento, in modo da evitare i gravi disagi ai quali sono costretti i malati di insufficienza renale che devono recarsi quotidianamente a Nuoro. (1129)
INTERROGAZIONE ARESU, con richiesta di risposta scritta, sulla ristrutturazione dell'Agenzia ENEL prevista nel territorio del centro Sardegna.
Il sottoscritto,
premesso che l'ipotesi di ristrutturazione dell'ENEL in Sardegna prevede l'eliminazione del 50% delle agenzie, compresa quella di Laconi a cui fanno capo 47 Comuni e un territorio fra i più estesi;
considerato che l'ENEL ha già drasticamente ridotto il personale nel territorio in premessa e attualmente, pensa di ritirarsi come struttura organizzata dal centro dell'Isola privilegiando le città e le zone costiere, con grave danno per i cittadini dei 47 Comuni in questione che sarebbero costretti a recarsi a Nuoro o ad Oristano per usufruire dei servizi finora garantiti nel territorio;
ritenuto inopportuno per la già grave crisi che ha colpito il centro della Sardegna, contribuire ulteriormente ad abbassare la qualità della vita a cui hanno diritto i cittadini di tutti i territori, senza discriminazioni dettate da false valutazioni;
rilevato che tale scelta determinerebbe un ulteriore declassamento del territorio del centro Sardegna, con lesioni gravi per gli interessi economici, sociali e produttivi locali, con in più il grave fatto di non aver informato della scelta suddetta gli Amministratori locali,
chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale, l'Assessore regionale degli enti locali e l'Assessore regionale dell'industria per sapere se sono a conoscenza della prevista ristrutturazione in oggetto e per sapere se intendono attivare comuni interventi presso la direzione nazionale dell'ENEL per scongiurare la chiusura dell'agenzia di Laconi che interessa con i suoi servizi un territorio comprendente 47 Comuni, territorio fra i più estesi in Italia; chiusura che discriminerebbe ulteriormente una delle zone più critiche da punto di vista economico, sociale e produttivo dell'intera Isola. (1130)
INTERROGAZIONE FRAU, con richiesta di risposta scritta, sui trasporti navali da e per la Sardegna.
Il sottoscritto, premesso che:
I. la società Tirrenia - che gestisce in maniera esclusiva il trasporto passeggeri via mare tra la Sardegna e il continente - non ha mai mostrato di tenere in alcuna considerazione le esigenze degli utenti sardi, che sono costretti all'uso del mezzo navale per i loro spostamenti;
II. l'utilizzo sulla rotta Olbia - Civitavecchia delle nuove navi veloci ha solo creato maggiori disagi ai passeggeri rispetto alle navi impiegate in precedenza, non solo perché gli utenti hanno a disposizione solo poltrone in saloni collettivi, ma perché gli orari di arrivo e partenza nei porti di Olbia e Civitavecchia non corrispondono più agli orari dei mezzi di trasporto terrestri;
III. per il periodo invernale la Tirrenia ha sostituito le navi "tipo strada", che affiancando nella tratta le navi veloci consentivano comunque una disponibilità di 470 cabine per le navi cosiddette trasformate e di almeno 340 cabine per quelle non trasformate, con le navi "tipo regione", totalmente inidonee al trasporto passeggeri sia come tipologia di nave che come disponibilità di spazi e servizi e dotate ciascuna di sole 40 cabine, peggiorando in modo considerevole il servizio;
IV. l'uso delle navi veloci per tratte notturne obbliga - per gli orari di apertura e chiusura al traffico passeggeri dei porti di Olbia e Civitavecchia - a far viaggiare a velocità ridotta tali mezzi, rendendo la durata della percorrenza della tratta solo di circa un'ora più breve rispetto al tempo impiegato dalle navi utilizzate in precedenza, sicuramente più idonee per la presenza almeno di cabine letto;
V. questa situazione sta creando grande malumore nei nostri conterranei, perché alla mancanza della continuità territoriale si associano disservizi e disagi,
chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale per sapere quali passi intenda intraprendere nei riguardi del Ministero dei trasporti e della società Tirrenia, affinché vengano ripristinate le condizioni di qualità del servizio precedenti all'impiego della navi veloci nella tratta Olbia - Civitavecchia e ritorno, limitando l'uso delle stesse solo alle corse diurne, per rendere giustizia alle esigenze dei tantissimi sardi che sono costretti a servirsi del mezzo navale per gli spostamenti da e per la Sardegna. (1131)
INTERROGAZIONE TUNIS Gianfranco, con richiesta di risposta scritta, sull'applicazione delle tariffe per il servizio di trasporto marittimo nelle Isole minori di San Pietro e La Maddalena.
Il sottoscritto Consigliere Regionale,
premesso che l'alto costo delle tariffe del servizio di trasporto marittimo da e per l'isola di San Pietro e La Maddalena, da parte della Società SAREMAR, causa una perdurante penalizzazione ai residenti in Sardegna e soprattutto a coloro i quali, per legami d'affetto o interessi, sono costretti a recarsi con frequenza nelle isole minori, in quanto le tariffe scontate sono applicate ai soli residenti anagraficamente nelle stesse isole minori;
considerato che tali tariffe colpiranno in maniera rilevante le popolazioni geograficamente disagiate che, soprattutto dal flusso costante delle persone non residenti può trarre notevoli vantaggi e che l'applicazione della tariffa "Non Residenti" ha invece contribuito a produrre una contrazione delle presenze con aggravio alla economia delle isole in questione;
atteso inoltre che l'applicazione delle tariffe "Non Residenti" ha comportato alla Società armatrice un minore introito totale in considerazione dell'avvenuta riduzione del traffico che si è registrata e che, questo fatto, accresce anche, nelle popolazioni interessate, la preoccupazione per un possibile ridimensionamento della flotta Sa.re.mar.;
rilevato che le tariffe in vigore sono state istituite in base alla legge 5 maggio 1989 n. 160 la quale recita in particolare all'art. 6 "Tali aumenti sono ridotti per i residenti nelle isole e per le merci da e per le isole, considerando la rilevante importanza di tale trasporto per l'economia delle isole stesse", senza peraltro distinguere fra Isole maggiori e Isole minori;
considerato ancora che tale articolo consente un'ampia possibilità di interpretazione dalla quale potrebbe derivare un'applicazione delle tariffe agevolate a tutti i residenti in Sardegna che intendano recarsi nelle isole minori, in quanto la norma prevede che le agevolazioni sono destinate ai residenti delle isole, senza specificare se trattasi di isole maggiori o minori,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dei trasporti per conoscere se intende chiedere al Ministro competente una formale interpretazione tesa al riconoscimento a tutti i residenti in Sardegna della tariffa agevolata per il trasporto di passeggeri e merci nelle isole minori sarde (Isola di San Pietro e La Maddalena), come già succede per le tariffe praticate dalla Tirrenia per i residenti in Sardegna che si recano in Continente.
Resta inteso che nell'ipotesi di una interpretazione restrittiva come l'attuale, risulterebbe discriminatorio che un residente in Sardegna debba pagare una tariffa relativamente più alta per raggiungere un'Isola sarda, che non la costa continentale. (1132)
INTERROGAZIONE LADU, con richiesta di risposta scritta, al Presidente della Giunta regionale on. Federico Palomba sulla situazione di emergenza idrica di cinque paesi della Baronia.
Da alcuni giorni, cinque paesi della Baronia (Orosei, Galtellì, Irgoli, Onifai e Loculi), non possono utilizzare l'acqua potabile della condotta pubblica a seguito dell'inquinamento della diga di "Pedra 'e Othoni", che attinge dal fiume Cedrino.
Inutile evidenziare quante e quali difficoltà oggettive investano le popolazioni interessate, le quali manifestano forti preoccupazioni per l'indispensabile utilizzo dell'acqua per usi domestici. Non da oggi, ma da tempo, le forze politiche in generale e in particolare dei cinque comuni coinvolti nell'emergenza idrica, hanno manifestato la necessità di convogliare le acque della sorgente de "Su Gologone" direttamente nella rete idrica degli abitati, attraverso una torre di presa che si trova nell'invaso di "Pedra 'e Othoni".
Attualmente la sorgente de "Su Gologone" riversa circa 200 litri al secondo direttamente sul fiume Cedrino, che praticamente vengono sprecati per quanto riguarda l'uso potabile. Infatti, sul fiume Cedrino, si riversano anche gli scarichi fognari della città di Nuoro e dei numerosi centri limitrofi, senza che tali acque vengano adeguatamente depurate.
Ecco perché oggi il Cedrino è gravemente inquinato e le sue acque sono inadeguate per un approvvigionamento idrico, che il potabilizzatore di Galtellì, pur dotato di sofisticati sistemi, e da cui si diparte la rete idrica dei cinque paesi, non può garantire.
A questo proposito bisogna ricordare che, da diverso tempo, è previsto un finanziamento regionale di 13 miliardi di lire per la costruzione di un depuratore a Nuoro, del quale stranamente non si vede nessun riscontro.
La popolazione della Baronia, intanto, attende risposte concrete e sollecita giustamente immediati interventi. Il progetto, già predisposto dal Consorzio Govossai, può essere attuato con un finanziamento di sei miliardi di lire ed è capace di garantire una portata di oltre 90 litri al secondo di acqua direttamente in rete, senza confluire nel fiume Cedrino.
In questa fase di emergenza il Consorzio Govossai, ente gestore degli impianti dei comuni interessati, non riesce a garantire l'approvvigionamento idrico potabile dalla rete, ed è costretto all'impiego di autobotti con mezzi anche della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco.
E' questa una soluzione di vera emergenza che non può protrarsi a lungo e, pertanto, occorrono interventi immediati per il breve e lungo termine da parte della Regione, che non pare abbia dimostrato in merito la dovuta sensibilità.
A tal proposito si interroga la S.V. per sapere:
I. se è a conoscenza della gravosità della situazione idrica che ha investito i cinque comuni della Baronia;
II. quali provvedimenti si intendono adottare in merito;
III. se non ritenga di assoluta priorità rompere gli indugi e procedere all'immediato finanziamento del progetto di sei miliardi di lire, predisposto dal Consorzio Govossai e, nel contempo, intervenire con consistente apparato tecnico della Regione per superare un inquinamento ambientale che è intollerabile ed inconcepibile ai giorni nostri. (1133)
INTERROGAZIONE GRANARA - PITTALIS - BALLETTO - BERTOLOTTI - FLORIS - LIPPI - LOMBARDO --PIRASTU, con richiesta di risposta scritta, in merito all'opportunità di insediare nel territorio del Comune di Portoscuso un impianto I.G.C.C. per la gassificazione del carbone Sulcis.
I sottoscritti,
considerato che con D.P.C.M. del 23.04.1993 veniva decretato il risanamento dell'area ad alto rischio ambientale nel Comune di Portoscuso e che in tale piano si prevedeva inoltre la costruzione di un impianto I.G.C.C. mirato all'utilizzo in termini non inquinanti del carbone, individuando il posizionamento dello stesso a bocca di miniera e che tale indirizzo era condiviso da tutti gli organi di governo;
verificato che gli intendimenti del piano di risanamento presupponevano che nel territorio di Portoscuso non si sarebbero installati altri impianti capaci di aggravare ulteriormente la già delicata situazione ambientale;
preso atto che nonostante le popolazioni del territorio abbiano più volte chiesto che si verificasse se esista relazione tra inquinamento e patologie tumorali notevolmente presenti in tale territorio, gli organismi regionali hanno invece continuato a rilasciare ulteriori deroghe alle industrie di Portovesme;
appurato che tale impianto di I.G.C.C. non favorirà comunque l'utilizzo del carbone Sulcis, considerato che sarà più economico bruciare carbone e scorie petrolifere estere;
valutato che da tempo la popolazione di Portoscuso ha manifestato la propria volontà di avviare un referendum popolare affinché sia espressa nei termini più democratici la volontà di tale territorio e che invece l'Amministrazione comunale per ora non si è ancora dotata del relativo regolamento,
chiede di interrogare il Presidente della Regione autonoma della Sardegna, l'Assessore dell'industria, l'Assessore della difesa dell'ambiente ed quello della sanità per sapere:
1) se sono a conoscenza che l'impianto citato, che costerà 2.500 miliardi, non determinerà alcun incremento occupazionale e non modificherà comunque la sorte purtroppo oramai segnata degli impianti estrattivi della Carbosulcis;
2) quali garanzie si possono dare su tale insediamento industriale, visto che anche il Ministro dell'ambiente non si è ancora pronunciato in merito alla valutazione di impatto ambientale ed alle osservazioni opposte dai cittadini e dalle associazioni del territorio;
3) quali valutazioni di impatto ambientale sono in corso, considerato che nel frattempo la tecnologia della gassificazione a suo tempo proposta, è stata modificata;
4) con quale coerenza la Giunta regionale intende operare, visto che nella zona industriale di Portotorres si vuole condannare, perché inquinante, un impianto energetico appena costruito alimentato a carbone e favorirne invece nel Sulcis un altro che comporterà sicuramente maggiori danni ambientali;
5) se è stata valutata, vista tale gravissima e irreversibile situazione ambientale, la possibilità anche in termini finanziari di spostare l'abitato di Paringianu, come già avvenuto in passato per gli insediamenti di Tratalias, Villarios, Palmas Suergiu. (1134)
INTERROGAZIONE AMADU, con richiesta di risposta scritta, sull'applicazione della normativa sui problemi ambientali e sui rischi connessi alla presenza di amianto in Sassari e nel suo territorio.
Il sottoscritto, premesso che:
- con la Legge 27 marzo 1992, n. 257, recante "Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto", il Parlamento ha inteso avviare, in particolare, le procedure di bonifica e di decontaminazione delle aree interessate dall'inquinamento da amianto, dettando norme a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini;
- con decreto del Presidente della Repubblica 8 agosto 1994 è stato emanato l'Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per l'adozione di piani specifici ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto;
tenuto conto del fatto che compete alla Regione, in collaborazione con le Province e le Aziende Sanitarie Locali, adottare provvedimenti quali: il censimento delle aree a rischio di inquinamento da amianto, il controllo delle condizioni di lavoro e salubrità ambientale, la valutazione dei rischi connessi alla presenza di amianto negli edifici, strutture e impianti e le prescrizioni da impartire circa i piani di controllo e manutenzione, la rilevazione sistematica delle situazioni di pericolo derivanti dalla presenza di amianto, il censimento degli edifici nei quali sono presenti materiali o prodotti contenenti amianto libero o in matrice friabile, la predisposizione di specifici corsi di formazione professionale destinati a lavoratori addetti alle attività di rimozione, smaltimento e bonifica;
rilevato che recentemente una vibrata protesta dei dipendenti dell'Ente Poste di Sassari, evidenziando una grave situazione di pericolo derivante dallo stato dell'edificio in cui lavorano a forte concentrazione di amianto, ha posto all'attenzione della pubblica opinione e degli amministratori pubblici l'urgenza di decisioni, a tutti i livelli di responsabilità al fine di evitare i rischi per la salute causati dall'esposizione a fibre di amianto,
chiede di interrogare gli Assessori regionali della difesa dell'ambiente e dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
I. quali provvedimenti la Giunta regionale abbia assunto ai fini dell'applicazione delle normative citate;
II. quale azione di coordinamento viene svolta con le Province e le Aziende Sanitarie Locali;
III. di quali atti sia possibile disporre immediatamente per valutare, in particolare, la situazione esistente in Sassari e nel suo territorio. (1135)
INTERROGAZIONE GIAGU - LORENZONI, con richiesta di risposta scritta, sulle conseguenze negative che potrebbero derivare dall'attuazione integrale del piano industriale delle Poste S.p.A..
I sottoscritti
preoccupati per le conseguenze che potrebbero derivare dall'attuazione integrale del piano industriale delle Poste S.p.A. che prevede un taglio al personale di 17.000 unità entro il 2002, di cui 170 nel Sassarese, località che verrebbe inoltre colpita dal disagio della chiusura di numerosi sportelli e uffici;
consapevoli che in collaborazione con le organizzazioni sindacali e la consulta dei piccoli comuni, occorra individuare tutte le iniziative per contrastare e modificare questo piano che seguendo solamente criteri aziendalistici, trascura le esigenze primarie delle popolazioni nelle plaghe più deboli della Provincia, eliminando servizi socialmente utili;
ritenuto che è necessario procedere al risanamento ambientale di molti uffici secondo le recenti prescrizioni delle leggi in materia e procedere ad adeguare gli uffici con un organico che, paradossalmente oggi insufficiente, assicuri un servizio allineato alle esigenze di una società in continua modificazione;
verificato che il pericolo di tale ridimensionamento è reale, nonostante le assicurazioni fatte a parlamentari sardi ai quali si dichiarava priva di ogni fondamento la voce di soppressione degli uffici postali nei piccoli centri, e che tale pericolo si è ultimamente concretizzato nella erogazione dei servizi a giorni alterni;
constatato che gli sportelli periferici potrebbero avere un ruolo indispensabile non solo nella raccolta di denaro attraverso dei servizi finanziari, ma anche mettendo il personale e gli spazi per fornire agli utenti informazioni e certificazioni attraverso le nuove tecnologie informatiche così come è già stato sperimentato, con successo, attraverso il progetto comunitario Tierras: in pratica possono svolgere per la loro capillarità e per il grado di preparazione degli addetti, la funzione di "sportello al cittadino",
stante queste premesse, chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale per conoscere quali siano gli intendimenti della Giunta a tal proposito; se non ritiene intervenire con urgenza per scongiurare questo ulteriore attentato alla pur fragile situazione occupazionale della zona e se non ritiene, infine, necessario e urgente far decollare il Piano telematico regionale che potrebbe in questo caso esser utile al conseguimento delle iniziative su esposte. (1136)
INTERROGAZIONE MARRACINI, con richiesta di risposta scritta, sullo sfratto della Scuola calcio Gioventù Elmas dal campo nei pressi della zona aeroportuale.
Il sottoscritto,
premesso che la SOGAER, società che gestisce l'aeroporto di Elmas, ha deciso lo sfratto da un terreno adiacente all'attuale zona aeroportuale della Scuola di calcio Gioventù Elmas che ha usufruito finora del campo per gli allenamenti;
considerato che la Scuola calcio suddetta offre una opportunità di impegno a circa 140 tra bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 15 anni coinvolti in una attività agonistica sana che può senz'altro impedire a questi giovani di approdare a pericolose devianze sociali;
rilevato che la SOGAER, invece, reclama il terreno, di proprietà del Ministero dei trasporti, ma finora dato in concessione al Comune di Elmas, per la costruzione di un "edificio polifunzionale", offrendo alla società sportiva che gestisce la Scuola calcio un aiuto pratico al trasferimento in altra zona;
ritenuto opportuno da parte dell'Amministrazione comunale di Elmas e della SOGAER trovare una soluzione idonea alla continuazione dell'attività sportiva della suddetta Scuola, individuando luoghi e mezzi per la realizzazione di un nuovo campo,
chiede di interrogare gli Assessori regionali dei trasporti e della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, per sapere se siano a conoscenza della difficile situazione in cui si trovano i numerosi giovani atleti della Scuola calcio Gioventù Elmas, sfrattati dal loro campo a causa del diverso utilizzo previsto dal terreno in cui questo sorge da parte della società aeroportuale e se intendano intervenire preso la stessa società e presso l'Amministrazione comunale di Elmas al fine di individuare e, particolarmente, di attrezzare un nuovo campo di calcio, fondamentale per la sana crescita sociale dei giovani di Elmas. (1137)
INTERROGAZIONE BONESU - SANNA Giacomo - SERRENTI sulla gestione del depuratore della zona industriale di Ottana.
I sottoscritti chiedono di interrogare gli Assessori della difesa dell'ambiente e dell'industria sui seguenti fatti:
- l'impianto di trattamento dei reflui industriali e civili del Consorzio Industriale della Media Valle del Tirso era gestito dalla ENI-Ambiente;
- successivamente la gestione è stata assunta dalla SACEV, società formata con la partecipazione del consorzio industriale e di privati;
- col cambio di gestione i costi per l'utenza sono aumentati, da sei miliardi a nove miliardi annui;
- tale aggravio incide pesantemente sulla situazione economica delle aziende operanti nell'area compromettendone l'equilibrio gestionale;
- l'area industriale di Ottana è l'unica seria possibilità occupativa nel settore industriale nell'area della Sardegna Centrale, ma è notorio che le industrie ivi insediate soffrono di notevoli diseconomie, che sono aggravate se il costo dei servizi consortili, quali la depurazione, sono superiori a quelli di altre zone industriali della Sardegna;
- se la SACEV riceva contributi regionali per la gestione del depuratore, come sia stata determinata, e con quale procedura, la tariffa, nonché se intendano intervenire ed in quale forma. (1138)
INTERROGAZIONE FRAU, con richiesta di risposta scritta, sull'uso a fini energetici del prodotto "ORIMULSION" nella termocentrale di Fiumesanto.
Il sottoscritto, premesso che:
I. con decreto del Presidente del Consiglio on. Dini del 2 ottobre 1995 sono state disciplinate le caratteristiche merceologiche dei combustibili aventi rilevanza ai fini dell'inquinamento atmosferico nonché delle caratteristiche tecnologiche degli impianti della combustione;
II. con detto decreto è stata sensibilmente elevata la soglia inquinante ammessa in relazione a prodotti bituminosi emulsionati in acqua, tollerando per i metalli pesanti, quali vanadio, nichel e magnesio di cui sono note le caratteristiche tossico nocive, un contenuto sino al limite di 450 parti per milione, pertanto doppio rispetto all'olio combustibile;
III. l'allora Governo Dini aveva in quel momento concluso un contratto con la società venezuelana Bitor per l'acquisto di 500.000 tonnellate del prodotto denominato "ORIMULSION", cioè una miscela di bitume (65%) e acqua (35%), con un contenuto in zolfo del "27%, quindi pari a quasi tre volte quello massimo previsto dalla Legge 625 del 1995 per gli altri combustibili;
IV. per l' "ORIMULSION" tale contenuto di metalli pesanti è da riferirsi all'emulsione "tal quale", cioè con un contenuto reale pari a 690 parti per milione;
V. sembrerebbe che dei quantitativi di "ORIMULSION" stiano per essere importati in Sardegna per essere bruciati nella centrale termoelettrica di Fiumesanto, creando giustificati malumori fra le popolazioni preoccupate per lo sviluppo e la vocazione turistico - naturalistica del territorio;
VI. numerosi paesi stranieri si sono opposti all'utilizzo nei loro territori dell' "ORIMULSION", vietandone persino il trasporto con le navi,
chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore della difesa dell'ambiente per sapere:
I. se siano a conoscenza che l'ENEL intende utilizzare nella termocentrale di Fiumesanto il prodotto denominato "ORIMULSION", con alti contenuti in zolfo e metalli pesanti (quali vanadio, nichel e magnesio), superiori persino a quanto disposto dal decreto Dini del 2 ottobre 1995;
II. se questa "trovata" dei vertici dell'ENEL - di gran lunga peggiorativa rispetto anche all'uso del carbone - non sia una ulteriore riprova della poca considerazione dei desideri delle popolazioni del territorio, che a più riprese si sono espresse contro l'uso di sostanze altamente tossiche e inquinanti;
III. quali passi intendano fare presso il Ministero dell'ambiente e presso l'ENEL affinché venga scongiurato l'uso a Fiumesanto dell' "ORIMULSION", la cui utilizzazione va contro la realizzazione del parco dell'Asinara e la vocazione turistica di tutto il territorio;
IV. se l'uso dell' "ORIMULSION" non sia una ulteriore prova che il metano mai e poi mai arriverà nella nostra Isola con buona pace di tutti i sardi. (1139)
INTERROGAZIONE FRAU, con richiesta di risposta scritta, sulle visite mediche a disabili che praticano attività sportiva.
Il sottoscritto chiede di interrogare l'Assessore della sanità per sapere:
1) se sia vero che le AA.SS.LL. abbiano ricevuto una circolare con la quale si stabilisce che le visite mediche di idoneità e gli accertamenti sanitari sono gratuiti solamente per gli atleti con età inferiore a anni 18 , imponendo nel contempo il pagamento delle suddette visite agli atleti disabili ultra diciottenni che ne erano da sempre esenti;
2) se non sia opportuno intervenire per sanare una situazione che va a colpire sia gli stessi atleti disabili ( spesso senza alcun reddito) che le loro società, le quali già si debbono sobbarcare enormi spese per la partecipazione ai vari campionati o manifestazioni agonistiche. (1140)
INTERROGAZIONE AMADU, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di ripristinare la pesca del calamaro con la lampara.
Il sottoscritto,
vista la petizione inoltrata da centinaia di cittadini di Golfo Aranci con la quale si chiede con forza il ripristino della pesca con la lampara;
preso atto che la motivazione della richiesta è valida e razionale: infatti, la pesca del calamaro con la lampara, attività tradizionale nel mondo marinaro di Golfo Aranci, avviene con la lenza sospesa dal fondo tre - quattro metri senza danneggiare l'ambiente. Inoltre la fonte luminosa induce l'esca a rimanere ferma favorendo la creazione di idonea alimentazione per tutte le altre specie di pesci;
rilevato che, alle giustificate motivazioni di ordine economico evidenziate dai presentatori della citata petizione, stante la crisi del settore ittico - si noti, peraltro, che in questo periodo di fermo biologico, in Sardegna si consuma pesce non proveniente dai mari della Sardegna - si aggiunge il fatto che il brillare delle lampare ha nei secoli costituito una caratteristica tradizionale del mare di Golfo Aranci;
ritenuto che i benefici derivanti dalla possibilità di pesca con la lampara sono obiettivamente dimostrabili,
chiede di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se ritenga di assumere urgentemente i necessari provvedimenti al fine di ripristinare la pesca con la lampara, aderendo alla giustificata richiesta sottoscritta da centinaia di cittadini di Golfo Aranci. (1141)
INTERROGAZIONE GHIRRA - CUGINI - FOIS Paolo - OBINO - USAI Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla grave vicenda dell'emittente radiofonica di Tempio "Radio Hobby".
I sottoscritti
venuti a conoscenza del fatto che l'Ecopost ha messo i sigilli all'emittente radiofonica Radio Hobby di Tempio, costringendola in tal modo ad interrompere i programmi di informazione dopo venti anni di attività;
constatato che ciò avviene sulla base di un Decreto del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni del 3 giugno 1997, che ha consentito alla Telecom di occupare le frequenze usate in precedenza dalle allora 82 emittenti radiofoniche sarde, costrette, come Radio Hobby, a spostarsi, per ben tre volte in un anno, sulla base di autorizzazioni provvisorie, nella fascia dei megaherz, e ora dirottate, sempre in via provvisoria, sulla fascia dei gigaherz (il che comporta fra l'altro spese superiori ai 40 milioni);
considerato:
che tutto ciò costituisce una ulteriore grave limitazione del pluralismo dell'informazione in una Sardegna nella quale restano in campo soltanto pochi, talvolta inquietanti, monopoli editoriali;
che il caso di Radio Hobby, che pure paga annualmente una concessione di lire 5.700.000 al Ministero, è tutt'altro che isolato, tanto che numerose emittenti stanno vendendo le loro concessioni ai grandi network nazionali,
chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, informazione, spettacolo e sport per sapere se:
1) intendano attivarsi per l'immediata riapertura di Radio Hobby, privata di studio e ripetitore, e perciò della possibilità di continuare ad irradiare notiziari di informazione;
2) intendano porre fine all'inerzia che ha sin qui caratterizzato l'attività della Regione a sostegno del sistema dell'emittenza radiofonica intervenendo immediatamente presso il Ministero delle Comunicazioni e l'Ispettorato territoriale per le comunicazioni affinché adottino soluzioni tecniche, di concerto con i rappresentanti delle emittenti radiofoniche locali, nell'ambito di quanto disposto dal D.M. 3 giugno 1997, in modo da permettere alle radio dell'Isola di utilizzare provvisoriamente le frequenze che verranno loro assegnate all'interno del piano di assegnazione definitivo, che risulta essere allo stato attuale in avanzata fase di gestazione;
3) intendano attivarsi presso il Governo centrale e le sedi istituzionali competenti, per l'introduzione di azioni di sostegno all'emittenza sarda che tengano conto delle peculiarità dell'Isola e dello stato di estremo disagio dell'emittenza locale alla quale vanno garantiti canoni concessori da commisurarsi al bacino di utenza dell'intera Regione, e non al numero delle province servite, così come accade per l'emittenza televisiva. (1142)
INTERROGAZIONE AMADU, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità da parte della Regione di elevare la dotazione finanziaria per il cosiddetto "Fondo regionale per la montagna".
Il sottoscritto,
premesso che con la legge finanziaria n. 8 del 1997 il Consiglio regionale ha istituito il Fondo regionale per la montagna che rappresenta un riconoscimento importante dei bisogni dei territori e delle popolazioni montane;
considerato che nella proposta di bilancio 1998 è stata prevista una dotazione di sette miliardi destinati alla attuazione di interventi speciali per il potenziamento dello sviluppo dell'ambiente montano;
tenuto conto del fatto che, nonostante tale dotazione finanziaria, le Comunità montane vivono un momento di crisi politico-amministrativa a causa della cessazione del trasferimento di cui alla Legge n. 93 del 1981,
chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per sapere se intendano intervenire in sede di approvazione del bilancio 1999 affinché la dotazione del fondo già prevista dal bilancio dell'anno in corso sia elevata a circa 13 miliardi, somma pari all'entità dei cessati trasferimenti previsti dalla Legge n. 93 del 1981, in modo da permettere alle Comunità montane e ai territori interessati di superare la crisi in cui versano per il mancato recepimento della normativa prevista dalla Legge n. 97 del 1994. (1143)
INTERROGAZIONE TUNIS Marco Fabrizio, con richiesta di risposta scritta, sui lavori in corso per la realizzazione di una strada sulla spiaggia di Porto Botte, Comune di Giba.
Il sottoscritto,
premesso chesono in corso, con progetto da parte dell'Amministrazione provinciale di Cagliari, i lavori per la costruzione di una strada bitumata nella località di Porto Botte ubicata nel Comune di Giba, strada distante appena 10 metri dalla battigia;
osservato che l'area interessata dai lavori stradali è tutelata con specifico vincolo paesaggistico ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lett. a), della Legge n. 431 del 1985 e degli articoli 1 e 5 della normativa di attuazione del Piano Territoriale Paesistico (P.T.P.) n. 14 esecutivo con D.P.G.R. 6.8.1993, N. 279 (in sup. ord. N. 1 al Buras n. 44 del 19.11.1993) ed è altresì sottoposta a vincolo di conservazione integrale ai sensi dell'art. 2, comma 1, lett. a) e g) della legge regionale n. 23/1993 e quindi come tale, ricade in zona "1" (conservazione integrale) nel vigente P.T.P. n. 14. Infine, la stessa è tutelata ai sensi e per gli effetti della direttiva CEE n. 92/43 sulla salvaguardia degli habitat naturali e seminaturali (codice ITB002226), esecutiva con D.P.R. 357/1997;
denunciato che i lavori di realizzazione della strada stanno distruggendo una delle spiagge più suggestive del Sulcis senza alcun obiettivo economico-sociale che possa in qualche modo controbilanciare il danno ambientale (che un'opera di questo genere comporta);
chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale, gli Assessori della difesa dell'ambiente e della pubblica istruzione per sapere:
1) se corrisponde al vero che i lavori di realizzazione della strada sull'arenile di Porto Botte abbiano avuto inizio senza le necessarie autorizzazioni di legge (nullaosta paesaggistico, concessioni edilizie, concessioni demaniali, ecc. ) ai sensi dell'articolo 14, comma 3, della Legge n. 348/1990, e degli articoli 1 e 6 del D.L.G.S. n. 39/1997 e delle leggi regionali n. 47 del 1986 e n. 40 del 1990;
2) se, nella ipotesi di risposta positiva, non intendano intervenire immediatamente per bloccare il cantiere ed avviare il consequenziale procedimento di demolizione di quanto realizzato, il tutto a spese della Provincia di Cagliari, ente appaltante dei lavori citati e "mandante" dello scempio ecologico ambientale naturale predetto.
Al fine di salvaguardare per il futuro che simili episodi possano ripetersi, chiede che l'eventuale ente attuatore delle opere ripristini a proprie spese la situazione preesistente e si astengano per il futuro dal creare azioni che sanno di arroganza e decisionismo deteriore attuato dalla cosiddetta maggioranza dell'Ulivo sardo anche nelle attività della Regione. (1144)
INTERROGAZIONE MARRACINI, con richiesta di risposta scritta, sul piano di risanamento e completamento del quartiere "Medau su Cramu" e il "Parco del Molentargius".
Il sottoscritto,
premesso che la popolazione del quartiere "Medau su Cramu - Is Arenas", che ha radici storiche urbane precedenti agli anni '50, risalenti ai primi insediamenti rurali, in sintonia con le leggi di allora, è in attesa dell'approvazione definitiva del nuovo Piano Urbanistico Comunale e che queste strutture hanno caratterizzato e dato una fisionomia urbana a tutta la zona, tanto che i cittadini hanno trasformato l'intera area in zona di espansione; inoltre, anche se ritenuta zona agricola, priva di strade e piena di zanzare, è stata sfruttata da molti, spinti dalla necessità di avere un'abitazione, anche se disagiata;
considerato che tale sviluppo si protrasse fino al 1975, ponendo solo nel 1977 dei vincoli e creando, di conseguenza, una serie di reazioni da parte degli abitanti, i quali presentarono ricorso la Tribunale Amministrativo Regionale della Sardegna per l'annullamento del Piano paesaggistico di Molentargius e Monte Urpinu;
tenuto conto che, dopo ben dodici anni, il TAR dichiarò il Piano paesaggistico privo d'efficacia per difetti procedurali, facendo così rientrare tutte le costruzioni nell'abusivismo in quanto sorte in semplice terreno agricolo e quindi sanabili con le leggi parlamentari sull'abusivismo stesso;
appurato che finora, in questa zona, è mancato un progetto definitivo concordato con gli abitanti e una precisa demarcazione fra la zona umida interessata al Parco e il territorio compromesso da centinaia di costruzioni che hanno trasformato una parte della zona in "insediamento edilizio",
chiede di interrogare gli Assessori regionali della difesa dell'ambiente e degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere se intendano predisporre un piano di risanamento e completamento del territorio compatibile col resto del Parco che resta comunque nel cuore di tutti, ma che sia parimenti rispettoso dei sacrifici di centinaia di piccoli proprietari, i quali, con la speranza di realizzare il sogno di una casa, hanno rinunciato a tutto. (1145)
INTERROGAZIONE GHIRRA - CUGINI - BERRIA - FOIS Paolo - CHERCHI, con richiesta di risposta scritta, sull'ordinanza di demolizione dell'antenna di Radio Sintony firmata dal sindaco di Cagliari.
I sottoscritti,
venuti a conoscenza della decisione, assunta dal sindaco di Cagliari, di ordinare la demolizione di un tubo metallico costituente parte integrante dell'antenna che consente le trasmissioni dell'emittente cagliaritana Radio Sintony;
rilevato che tale antenna è stata installata nel 1975 ed è stata censita (insieme al tubo metallico che la sorregge) nel 1985 in base alle leggi, tant'è che se ne fa menzione nell'atto di concessione per la radiodiffusione locale del ministero delle Telecomunicazioni rilasciato in data 1° marzo 1994;
constatato che l'attuazione dell'ordinanza comprometterebbe le trasmissioni della radio, aggravando la crisi dell'intero settore dell'emittenza, già fortemente penalizzato nell'Isola dall'occupazione delle frequenze da parte della Telecom e da costi insopportabili;
evidenziato che la crisi del settore radiotelevisivo aggrava la già drammatica situazione del mondo dell'informazione nell'Isola, e che provvedimenti restrittivi hanno già costretto e stanno costringendo alla chiusura numerose delle 82 emittenti radiofoniche;
chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dell'informazione per sapere se intendano intervenire presso il sindaco di Cagliari per ottenere un riesame di una questione così delicata per la sopravvivenza di un'emittente di rilevante importanza nell'Isola, garantendo così la permanenza di una voce informativa in una Sardegna nella quale le limitazioni al diritto dei cittadini a essere informati hanno già raggiunto livelli intollerabili. (1146)
INTERROGAZIONE VASSALLO, con richiesta di risposta scritta, sulla carenza di mezzi di trasporto adeguati per il collegamento del centro città con la nuova sede del servizio edilizia abitativa.
Il sottoscritto,
appreso che i locali dell'Ufficio edilizia abitativa, attualmente ubicati in via Gallura, sono in fase di trasferimento in via San Simone (loc. Santa Gilla);
rilevato che:
- i nuovi locali distano dal centro della città;
- la via San Simone è inaccessibile per via della carenza di adeguati mezzi di trasporto;
- tutto ciò comporta gravi disagi, non solo per i dipendenti dell'ufficio medesimo, ma soprattutto per numerosi cittadini che non dispongono di mezzi di trasporto propri,
chiede di interrogare gli Assessori regionali dei lavori pubblici e dei trasporti per sapere se abbiano o meno contattato le autorità comunali competenti affinché venga garantito un adeguato servizio di trasporti pubblici mediante una linea speciale di bus - navetta che consenta agli utenti di poter raggiungere la via San Simone con minori disagi possibili. (1147)
INTERROGAZIONE AMADU, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di immediati provvedimenti a favore delle aziende agricole sarde gravate da pesanti difficoltà economiche.
Il sottoscritto,
premesso che il sistema delle imprese agricole dislocate su tutto il territorio sardo sta attraversando un momento di gravissima crisi economica, soffocato dai pesanti tassi di interesse sui mutui erogati dalla Regione;
considerato che le difficoltà economiche in cui si dibattono gli imprenditori agricoli sardi dipendono, inoltre, da vari fattori quali:
- la progressiva diminuzione dei prezzi dei prodotti agricoli, a fronte di un considerevole aumento dei costi produttivi;
- le ultime annate negative a causa di fattori climatici avversi, e dei rientri forzosi da parte delle banche;
- le gravi carenze strutturali ed infrastrutturali che impediscono alle aziende sarde di raggiungere un adeguato grado di competitività a livello nazionale ed europeo;
- i rientri forzosi da parte degli Istituti di Credito sui mutui regionalizzati;
rilevato che l'economia agricola sarda soffre in particolare della carenza di una adeguata politica regionale nel settore che sia in grado di fronteggiare la grave situazione di crisi e di riportare l'agricoltura al ruolo di fattore economico trainante;
ritenuto indispensabile l'intervento della Regione al fine di ridefinire in termini sospensivi la L.R. n.44/88 al fine di tutelare gli imprenditori agricoli salvaguardando la base produttiva e fronteggiando energicamente la situazione debitoria delle aziende agricole, con interventi decisi nei confronti delle banche;
chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale dell'agricoltura per sapere se sono al corrente della gravissima situazione di crisi in cui versano le aziende agricole dislocate su tutto il territorio sardo e per conoscere quali interventi intendono mettere in atto al fine di favorire la ripresa della produttività nel settore e il ripianamento delle passività del sistema delle imprese agricole isolane, al fine di dare positiva risposta alla richiesta di razionalizzazione della spesa, di pieno utilizzo delle risorse e di adeguamento delle imprese agricole al mercato nazionale ed europeo, combattendo in particolare il ruolo degli Istituti di Credito completamente autonomo rispetto alle decisioni della Regione in materia di mutui agricoli. (1148)
INTERROGAZIONE FRAU, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata chiusura dei piccoli uffici postali della Sardegna.
Il sottoscritto chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale per sapere:
I. se siano vere le notizie che, col nuovo progetto di riorganizzazione delle Poste, potrebbero essere chiusi ben 174 piccoli uffici postali, con una perdita netta di ben 350 posti di lavoro, di cui ben 170 nel solo territorio della provincia di Sassari;
2) quali passi intenda intraprendere presso l'Ente Poste e il Ministero delle poste e telecomunicazioni per scongiurare questa situazione che - sommandosi alla chiusura delle scuole, delle caserme, di altri uffici pubblici e persino delle parrocchie - porterebbe all'abbandono di moltissimi centri della nostra Isola da parte di quelle popolazioni, con gravi ripercussioni sociali ed economiche. (1149)
INTERROGAZIONE CONCAS - MONTIS, con richiesta di risposta scritta, sulla crisi attraversata dall'Azienda Ferrovie Meridionali Sarde.
I sottoscritti,
appurato che l'Azienda F.M.S. ha registrato un forte calo per quanto riguarda il numero dei viaggiatori trasportati, dal 1984 al 1997 la perdita è pari a duemilionicinquecentosettantacinquemila passeggeri;
constatato che l'Azienda in data 06.08.1997, assunse l'impegno di sottoporre all'attenzione delle organizzazioni sindacali, nel rispetto della tempistica sottoindicata, un piano di sviluppo delle attività così articolato:
1) piano di formazione definitivo 97/98 entro settembre/97
2) informatizzazione entro ottobre/97
3) progetto turistico entro ottobre/97
4) riordino dei servizi in ambito urbano entro novembre/97
5) marketing e sistemi tariffari entro novembre/97
6) riordino uffici entro dicembre /97
7) posizionamento dell'azienda nel sistema trasportistico isolano entro gennaio /98
visto che gli impegni assunti sono stati disattesi, creando gravi conseguenze in un settore dove la Regione Sardegna potrebbe svolgere un ruolo di coordinamento, di pianificazione e di controllo,
chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dei trasporti per sapere:
1) se intendano verificare i motivi per cui:
a) l'azienda ha registrato un forte calo di passeggeri,
b) è mancato un piano di sviluppo,
2) come intendano intervenire per sanare questa situazione. (1150)
INTERROGAZIONE CADONI - FRAU, con richiesta di risposta scritta, sulla strada provinciale Bosa Alghero.
I sottoscritti, premesso che:
I. da oltre dieci anni al km 23 della strada provinciale che collega Bosa con Alghero - causa una frana - la carreggiata è stata ridotta ad una sola corsia, con gravi problemi per la circolazione;
II. circa venti giorni orsono sono iniziati i lavori di manutenzione straordinaria per il consolidamento del costone interessato alla frana e per il ripristino della sede stradale;
III. i lavori - che vanno a rilento - di fatto impediscono il transito degli autobus di linea, che trasportano principalmente gli studenti che frequentano l'Istituto Alberghiero ad Alghero, causando disagi notevoli agli stessi, costretti a percorrere altra strada con un allungamento del percorso e dei tempi;
IV. tali disagi potevano essere superati almeno in parte se fosse funzionante il convitto dell'Alberghiero, che sarà fruibile solamente dopo dicembre,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:
I. se non sia opportuno intervenire con urgenza presso l'Amministrazione provinciale di Sassari, affinché i lavori vengano accelerati, consentendo il transito - anche in via eccezionale - almeno ai mezzi di linea;
II. se non sia necessario - nelle more dell'apertura della strada - consentire agli studenti di poter usufruire del Convitto o di altre strutture ricettive, al fine di eliminare i disagi cui gli stessi vanno incontro. (1151)
INTERROGAZIONE TUNIS Marco Fabrizio, con richiesta di risposta scritta, sul problema relativo all'ammissione alla frequenza al corso di aggiornamento di guardia barracellare riservato alla compagnia di Quartu Sant'Elena.
Il sottoscritto,
premesso che la Regione Sardegna, Assessorato regionale del lavoro e formazione professionale, ha affidato, ai sensi della legge regionale 47/79 all'ente di formazione professionale I.S.O.G.E.A. un corso di aggiornamento di guardia barracellare (Buras 10 settembre 1994) riservato ai componenti la compagnia di Quartu Sant'Elena, su richiesta di quest'ultima presentata al sopra indicato Assessorato il 2 maggio 1994;
rilevato che tale corso si svolse regolarmente dal 19 giugno 1995 al 13 ottobre 1995 con positivo esito finale per coloro che lo frequentarono,
chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore del lavoro e formazione professionale per sapere se corrisponda al vero che al corso di cui sopra parteciparono degli allievi non facenti parte, nel periodo di riferimento, della compagnia barracellare di Quartu Sant'Elena, in probabile violazione dell'articolo 32 della legge regionale 25/88 e dell'articolo 1, commi 1 e 2, della stessa legge, (anche perché la medesima compagnia era stata sospesa dal TAR Sardegna). (1152)
INTERROGAZIONE GIAGU - LORENZONI, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di adeguare le strutture portuali di Alghero alle nuove esigenze del traffico marittimo soprattutto in funzione dell'inserimento della città di Alghero nei circuiti delle navi da crociera.
I sottoscritti chiedono di interrogare l'Assessore regionale dei lavori pubblici per conoscere quali siano gli intendimenti della Giunta regionale in ordine alla necessità che il porto di Alghero sia attrezzato adeguatamente per consentire l'attracco di navi da crociera che frequentano i porti del Mediterraneo.
I sottoscritti fanno rilevare che, purtroppo, la poca attenzione riservata alla questione sta determinando l'esclusione dei porti sardi, compreso appunto quello di Alghero, dai circuiti delle navi da crociera. L'argomento, del resto, era stato già evidenziato nel 1993 da un ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale con il quale si impegnava la Giunta regionale ad affrontare il problema onde evitare una ulteriore penalizzazione del turismo sardo.
Inoltre si interroga l'Assessore dei lavori pubblici per sapere se intenda proporre in capo ai finanziamenti CIPE il progetto esecutivo sulla ristrutturazione integrale del porto di Alghero, progetto presentato dal Comune di Alghero, approvato dalla Regione e avviato per usufruire dei finanziamenti in capo alla Legge 64 che, come è noto, non è stata più rifinanziata. (1153)
INTERROGAZIONE VASSALLO, con richiesta di risposta scritta, sulla carenza dell'organico del servizio dell'assistenza sociale (concessione sussidi L.R. 20/97) dell'Assessorato dell'igiene e sanità.
Il sottoscritto,
premesso che il servizio dell'assistenza sociale dell'Assessorato dell'igiene e sanità presenta una carenza di organico;
rilevato che questa situazione penalizza non solo i Consiglieri regionali che non riescono ad avere informazioni in tempo utile, ma soprattutto gli utenti sui quali gravano una serie di disservizi e ritardi nell'espletamento delle pratiche relative alla concessione del sussidio economico previsto dalla L.R. 30 maggio 1997, n. 20;
considerato che si potrebbe ricorrere ad assunzioni a tempo determinato o all'indizione di concorsi al fine di coprire i vuoti di organico e garantire un servizio efficiente,
chiede di interrogare l'Assessore dell'igiene e sanità e l'Assessore del lavoro per sapere:
1) se siano a conoscenza dei ritardi dell'espletamento delle pratiche relative alla L.R. 20/97;
2) se non ritengano opportuno un intervento immediato al fine di garantire un organico adeguato. (1154)