CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 637/A
MELONI, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di autorizzare tutte le strutture sarde che ne abbiano le possibilità ad effettuare i test Covid-19.
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Il sottoscritto,
premesso che:
– stiamo assistendo ad una recrudescenza dei contagi in tutto il Paese, così come nella nostra Isola che, nel pieno della stagione turistica, sta registrando numeri di contagio allarmanti soprattutto tra i giovani in vacanza in Sardegna;
– in tutto il Paese, ma si può dire per tutto il mondo occidentale, sono stati implementati tutti i sistemi per giungere il più rapidamente possibile ad una diagnosi, al fine di intervenire immediatamente, in caso di positività, con le azioni di contrasto al virus e scongiurare così il propagarsi dell’infezione;
– in Sardegna, invece, solo poche strutture pubbliche sono state autorizzate ad effettuare gli accertamenti e dunque numerosi cittadini e turisti, soprattutto giovani, venuti a conoscenza della positività al virus di persone con le quali hanno condiviso la frequentazione dei locali, giustamente preoccupati, si sono rivolti alle strutture sanitarie preposte per poter effettuare il tampone, senza tuttavia ricevere né le prestazioni sanitarie dovute né le necessarie informazioni che consentissero loro di accertare la propria situazione sanitaria relativamente all’infezione da coronavirus;
– è ormai assodato che per la riduzione dei contagi è necessaria una seria assunzione di responsabilità individuale, sia evitando comportamenti a rischio sia, in caso di sospetto contagio, ricorrendo alle autorità sanitarie che, a seguito dell’effettivo accertamento, predispongano i provvedimenti di competenza;
considerato che:
– la questione della carenza delle strutture autorizzate ad effettuare i test diagnostici per le infezioni da coronavirus è stata posta dal sottoscritto diverse volte, già dal 28 marzo scorso, con una lettera inviata al Presidente della Regione e all’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, dove lo scrivente chiedeva l’attivazione di un laboratorio nella città di Olbia che potesse processare i tamponi e fornire il risultato con la tempestività che impone la situazione;
– attesa la mancanza di risposte, nel successivo mese di maggio, con l’interrogazione n. 477/A, rivolta sempre al Presidente della Regione e all’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, il sottoscritto chiedeva le ragioni per le quali ad Olbia e nel nord est della Sardegna non fosse stata mai avviata, e neppure prevista, l’attivazione di detto laboratorio e se non ritenessero necessario e urgente provvedere;
– le richieste sono state reiterate sia attraverso interventi in aula sia con varie note stampa, e tuttavia l’unica risposta, pervenuta via stampa ad opera del capogruppo della Lega in Consiglio regionale, è stato il solito esercizio, tipico della vecchia politica, dello scaricabarile circa la competenza a rilasciare dette autorizzazioni che, a suo dire, sarebbe stata (ma così non è) del Governo nazionale;
– non risulta invece pervenuta alcuna risposta dalle istituzioni preposte, tanto che il Sindaco di Olbia, resosi conto dell’immobilismo della politica della maggioranza regionale, ha “autorizzato” con propria ordinanza il Mater Olbia ad effettuare i tamponi;
– la necessità di poter contare su più laboratori nei quali effettuare gli esami per l’infezione da coronavirus è stata confermata dalla massiccia affluenza registrata al Mater Olbia, che solo nella prima giornata di attività ha effettuato circa trecento tamponi, volontari e a spese del richiedente, mentre l’importanza sanitaria dello screening è altresì confermata dal fatto che la percentuale dei tamponi positivi registrati è stata del 10 per cento;
considerato, inoltre, che:
– numerosi cittadini, spesso per motivi di lavoro, debbono certificare la negatività al virus e che la mancanza di laboratori autorizzati in Sardegna impedisce talvolta la ripresa delle loro attività;
– favorire l’attività di screening della popolazione contribuisce alla conoscenza dell’andamento dell’epidemia e dunque fornisce agli studiosi un utile strumento per orientare le loro ricerche e agire tempestivamente per arginare il contagio;
– l’effettuazione del maggior numero di tamponi è obbiettivo di tutti i paesi del mondo coinvolti nella pandemia e che, nel caso specifico, un’attività così utile per la collettività non avrebbe alcun costo a carico della stessa posta la volontarietà del test e l’imputabilità della spesa a carico del richiedente,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) perché non sia stata autorizzata o meglio liberalizzata nel territorio della Sardegna la possibilità di effettuare gli esami Covid-19 presso i laboratori dell’Isola;
2) quali siano le ragioni che impediscono alle strutture sarde di poter effettuare, anche con spese a carico del richiedente, gli esami Covid-19;
3) se non ritengano opportuno e urgente attivarsi al fine di autorizzare tutti i laboratori pubblici e privati della Sardegna che abbiano le abilitazioni all’uopo richieste ad effettuare i tamponi Covid-19 anche su base volontaria, e quindi con spese a carico dei privati richiedenti, senza alcun onere sulla finanza regionale.
Cagliari, 28 agosto 2020