CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 291
MELONI – AGUS – CADDEO – COCCO – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – GANAU – LAI – LOI – MORICONI – ORRÙ – PIANO – PISCEDDA – PIU – SATTA Gian Franco – STARA – ZEDDA Massimo sulla situazione dell’Ospedale Paolo Merlo di La Maddalena e sulla necessità di applicare a detto nosocomio quanto previsto dal documento di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna, approvato dal Consiglio regionale in data 25 ottobre 2017, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– la situazione di difficoltà in cui versa l’Ospedale Paolo Merlo di La Maddalena, con i continui tagli, la mancata sostituzione del personale sanitario e il declassamento dello stesso, ha scatenato la protesta dei residenti dell’Isola e dei lavoratori del nosocomio che nei giorni scorsi, guidati dagli amministratori del comune e dai sindacati, sono scesi in piazza per dimostrare il loro disagio e contestare il progressivo depotenziamento dell’ospedale;
– i cittadini rivendicano quindi il loro diritto alla salute che la Costituzione italiana all’articolo 32 riconosce, definendolo un diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività; lo Stato, dunque, deve assumersi il compito di realizzare tutte le condizioni affinché ciò avvenga;
– le competenze istituzionali nel governo della sanità sono oggi distribuite tra Stato e regioni, entrambi impegnati nella regolamentazione e nell’offerta dei servizi sanitari. Allo Stato è demandata la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, mentre la loro attuazione attraverso i servizi sanitari spetta alla Regione;
– altro principio costituzionale, introdotto nel 2012, è tuttavia quello del pareggio di bilancio con il quale occorre confrontarsi anche relativamente alla spesa sanitaria;
– in questo solco si inserisce il documento di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna, approvato dal Consiglio regionale in data il 25 ottobre 2017, che comunque prende in seria considerazione il diritto alla salute anche per i cittadini che risiedono in zone svantaggiate dal punto di vista territoriale, quali sono le isole minori;
– il documento in argomento prevede riguardo ai presidi di zona disagiata la seguente dotazione:
“un pronto soccorso presidiato H24 da un organico medico dedicato all’emergenza-urgenza, preferibilmente inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal decreto ministeriale 30.01.1998 (medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza) e, da un punto di vista organizzativo, integrato alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo;
una unità di degenza di 20 posti letto di medicina generale con proprio organico di medici e personale sanitario non medico;
una chirurgia elettiva a media/bassa intensità di cura che effettua interventi in day-surgery e/o week-surgery, con attività non prettamente di urgenza, ma che assicura, con proprio personale medico, anche attraverso l’istituto della pronta disponibilità, l’urgenza di bassa/intermedia complessità risolvibile in loco e che svolge la propria attività in stretto raccordo con il pronto soccorso. Il team chirurgico è in grado di disporre delle professionalità necessarie ad affrontare nelle 24 ore l’emergenza chirurgica secondo i protocolli di trattamento. L’area di degenza è organizzata in un unico modello di ricovero (con procedure di ricovero a ciclo continuo), dove è prevista un’area di degenza modulare (modulo di area medica e modulo di area chirurgica dotata di posti letto aggiuntivi) a sviluppo preferibilmente orizzontale; sono presenti un’area per gli esami di diagnostica di laboratorio, un servizio di radiologia con trasmissione di immagine collegato in rete al centro HUB o SPOKE più vicino, di anestesia, di farmaceutica e di emodialisi, un’emoteca, nonché gli ulteriori servizi specialistici di supporto alle attività internistiche e chirurgiche”;
– prevede inoltre che attraverso atto aziendale possano disciplinarsi le modalità di rinforzo del Pronto soccorso negli ospedali di zona disagiata soggetti per stagionalità a forti variazioni di utenza e, riguardo agli ospedali di zona disagiata insulare, prevede tre posti letto tecnici aggiuntivi di pediatria, confermando altresì il servizio di camera iperbarica;
– relativamente al punto nascita, altra criticità da tempo lamentata dai cittadini di La Maddalena, il documento recita:
“in considerazione delle condizioni di insularità e delle difficoltà dei trasporti, anche via mare, fortemente condizionati da fattori meteorologici, anche con la piena efficacia del sistema di elisoccorso regionale, dell’attivazione della STAM (Sistema di trasporto materno assistita) e dello STEN (Sistema di trasporto in emergenza del neonato), è immediatamente definito un piano specifico di emergenza che garantisca la possibilità di affrontare le urgenze ostetriche da parte di equipe specialistiche del presidio ospedaliero unico di area omogenea, nel rispetto di logiche organizzative che assicurino la circolarità delle competenze. Inoltre è attuato il percorso nascita in grado di prendere in carico ciascuna gravidanza e di valutarne il rischio ostetrico, permettendo che il parto avvenga nello stesso stabilimento.” E tuttavia, attesa la condizione di insularità, demanda all’Assessorato competente la presentazione di una richiesta di deroga al Ministero della salute;
– relativamente alle inevitabili disattivazioni di alcuni punti nascita, il documento prevede:
” la disattivazione dei punti nascita con un numero di parti inferiori di 500 potrà essere attuata solo a conclusione di un processo di riorganizzazione e potenziamento che consenta ai punti nascita che resteranno aperti di assicurare i volumi di attività ad oggi erogati dai centri da disattivare;” per poi affermare che: “nei territori interessati dalla disattivazione dei punti nascita (e in quelli disattivati dal 2007 ad oggi) dovranno essere predisposti modelli organizzativi integrati tra servizio territoriale ed operatori ex punto nascita che assicurino sia la presa in carico del percorso nascita (presa in carico, gestione e monitoraggio delle gravidanze a basso rischio, corsi di accompagnamento alla nascita, sostegno all’allattamento al seno, collegamento con il punto nascita di riferimento per l’invio della gravidanza a termine) sia la valutazione ostetrica/ginecologica.”;
CONSIDERATO che:
– come può evincersi facilmente da quanto sopra riportato, la riorganizzazione della rete ospedaliera sarda, approvata dal Consiglio regionale nella scorsa legislatura, non intende depotenziare né tantomeno chiudere alcun ospedale nella nostra Isola, ma punta invece a riqualificare l’offerta sanitaria al fine di migliorare l’intero sistema e rendere al cittadino un servizio più efficiente ed efficace;
– alla prevista riorganizzazione, come noto, non è stata data attuazione e le mirabolanti promesse su una riforma sanitaria complessiva che investe anche la riorganizzazione della rete ospedaliera, ad oggi si sono fermate alla sostituzione delle figure apicali dell’Azienda tutela della salute (ATS), delle Aree socio-sanitarie locali (ASSL) del territorio, dell’Azienda ospedaliera Brotzu, delle Aziende ospedaliero-universitarie di Cagliari e Sassari e dell’Azienda regionale dell’emergenza urgenza della Sardegna (AREUS);
CONSIDERATO, inoltre, che la pandemia Covid-19 ha messo a dura prova il sistema sanitario isolano e in particolare gli ospedali più piccoli, per i quali la mancata riorganizzazione e la conseguente incertezza sul loro effettivo ruolo ha determinato il depauperamento delle professionalità presenti, che spesso hanno preferito andare altrove, oltre che la sospensione dei previsti interventi migliorativi, per quanto sopra esposto
impegna il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene
e sanità e dell’assistenza sociale
ad applicare ai presìdi di zona disagiata e insulare, in particolare all’Ospedale Paolo Merlo di La Maddalena, quanto previsto nel documento di riorganizzazione della rete ospedaliera sarda, approvato dal Consiglio regionale in data il 25 ottobre 2017, come peraltro richiesto da associazioni e singoli cittadini di La Maddalena che, anche attraverso centinaia di lettere inviate al Ministero della salute, lamentano la mancata applicazione di quelle disposizioni, previste per il proprio ospedale, che garantirebbero anche ai cittadini residenti in zone considerate territorialmente disagiate e nelle isole minori servizi sanitari pari agli standard offerti al resto della popolazione.
Cagliari 22 giugno 2020