I cinque ordini del giorno, rimasti fuori dalla discussione nell’ultima riunione del Consiglio regionale, ritornano sull’uscio dell’Aula sotto forma di mozioni, firmate da Pd, Leu e Progressisti “per offrire – cosi affermano gli esponenti dell’ala sinistra della minoranza – proposte, idee e progetti sui temi chiave della ripartenza sarda”.
All’ex presidente dell’assemblea, oggi capogruppo dei democratici, Gianfranco Ganau, è spettato il compito di spiegare ai giornalisti, le ragioni della contestazione per l’esclusione dei documenti delle opposizioni dal dibattito che ha visto il presidente della Regione riferire sulla gestione dell’emergenza Covid e sulla Fase 3. «Gli ordini del giorno dei gruppi di minoranza – ha affermato Ganau – dovevano essere ammessi alla votazione, perché il Consiglio è stato convocato sulla base delle disposizioni dell’articolo 54 del regolamento e non già, come erroneamente asserito dalla maggioranza, in applicazione degli articoli 121 e 122 che, come è noto, non prevedono votazioni a conclusione del dibattito».
La sostanza delle mozioni che saranno proposte per l’esame in Aula, riguarda il succo del post pandemia e cioè la questione nodale delle risorse del Mes (meccanismo europeo di stabilità) e del Recovery fund (750 miliardi da distribuire ai paesi membri dell’Unione Europea) insieme con le priorità che attengono il ritorno a scuola, la connessione a banda larga anche nei piccoli centri e le regole per la riapertura in sicurezza delle strutture turistiche dell’Isola.
A giudizio del centrosinistra (ma non del M5S, assente infatti alla conferenza stampa) serve che il presidente della Regione si attivi con “tutti gli strumenti politici, istituzionali e persuasivi per sensibilizzare il Governo nazionale a cogliere l’occasione offerta dall’Ue per poter utilizzare le risorse del Mes (37 miliardi per l’Italia) e del Recovey fund, per realizzare un moderno piano di sviluppo”. Cesare Moriconi (Pd) ha parlato di “occasione irripetibile per ridisegnare e rammodernare strutture e servizi sanitari in Sardegna” ed intervenire per colmare “con una quantità di stanziamenti che mai più avremo a disposizione” i gap dell’insularità che, a suo giudizio, sono soprattutto infrastrutturali e riguardano principalmente acqua, trasporti e reti materiali e immateriali.
Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha criticato la proposta dell’esecutivo regionale, contenuta nella “presunta legge quadro per gli aiuti alle imprese”, contenente l’emissione di titoli per finanziare la ripresa post pandemia («è molto pericolosa e altre Regioni anche nel recente passato l’hanno pagata assai cara») ed ha insistito sulla necessità di risposte “certe” sul tema dell’accoglienza dei turisti in sicurezza («al momento si fa confusione anche sul numero dei turisti nell’Isola, scambiando i pernottamenti per gli arrivi»). «Non sono più ammissibili ritardi – ha aggiunto Agus – e gli albergatori chiedono protocolli univoci per certificare la correttezza delle procedure applicate insieme con la sicurezza degli ospiti e dei lavoratori».
«Nei nostri documenti – ha spiegato Eugenio Lai (Leu) – sollecitiamo dunque un confronto sui temi concreti e indichiamo soluzioni, progetti e risorse, mentre la maggioranza, con in testa il presidente Solinas, che dimostra di soffrire l’Aula e continua a promette vagonate di euro, cerca di portarci sulle polemiche sterili e improduttive». «Mes e Recovery Plan – ha dichiarato Piero Comandini (Pd) – sono indicazioni concrete mentre i fondi che ci propone il governo regionale rischiano di essere soltanto un’illusione». «Siamo pronti a contare uno per uno – ha incalzato l’esponente Dem – i 500 milioni annunciati da Solinas per la Fase 3 e invito tutti a verificare dove siano gli euro degli stanziamenti promessi dalla Giunta nei diversi provvedimenti a sostegno delle imprese».
«Parliamo di questioni fondamentali, come il Mes e il Recovery, – ha concluso Massimo Zedda (Progressisti) – e di temi centrali come la scuola, l’innovazione tecnologica, il turismo; mentre la Giunta delibera interventi con coperture finanziarie incerte e in parte frutto di rimodulazioni, e la maggioranza ci propone due testi di legge: uno per la speculazione edilizia sulle coste e nell’agro e l’altro sulla moltiplicazione delle poltrone con la creazione di enti inutili».