CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 251
MELONI – GANAU – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MORICONI – PIANO – PISCEDDA sulla crisi del settore nautico-turistico della Sardegna indotta dalla diffusione epidemiologica da Covid-19.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– con l’emergenza sanitaria in atto, Stato e regioni hanno disposto delle misure per prevenire e contrastare la diffusione epidemiologica da Covid-19 che hanno riguardato in particolar modo la limitazione della circolazione e del soggiorno delle persone fisiche in qualsiasi parte del territorio nazionale, vietando qualsiasi spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per le vacanze, oltreché la chiusura di numerosi esercizi commerciali – fatti salvi quelli autorizzati alla somministrazione di generi di prima necessità – aziende e luoghi di lavoro, scuola e università ;
– le misure di contenimento stanno arrecando ingenti danni economici a tutto il settore turistico regionale con particolare riguardo alle imprese che si caratterizzano per l’elevata intensità di investimenti, quali le aziende ricettive e della ristorazione;
– il legislatore nazionale e regionale sta definendo un piano di interventi a supporto delle imprese turistiche “tradizionali”;
– lungo i circa 1.800 km di costa della Sardegna si sono nel tempo sviluppati numerosi servizi nautici con finalità turistiche. Si tratta di attività quasi essenzialmente costituite da piccole e micro imprese che creano un tessuto imprenditoriale che può essere definito tipico della Sardegna;
– il settore dei “servizi nautico-turistici” è estremamente eterogeneo e si caratterizza per la grande capacità di adattamento delle imprese alle peculiarità e opportunità dei territori locali; per questo motivo diventa particolarmente difficoltoso inquadrare il settore all’interno di macro categorie o macro classificazioni in quanto non sono rappresentative delle effettive realtà locali;
– è possibile articolare i servizi offerti da questo comparto nei diversi territori della Sardegna come segue:
a) Servizio di escursione passeggeri: si tratta dei servizi di trasporto collettivo che accompagnano i turisti in escursione lungo le coste della Sardegna e le isole minori compiendo degli itinerari che prevedono più fermate per le visite a terra;
b) Servizio di trasporto passeggeri collettivo: si tratta dei servizi di collegamento verso isole minori ovvero verso grotte o altre destinazioni non altrimenti raggiungibili con mezzi alternativi;
c) Servizi di noleggio da diporto: si tratta di servizi simili ai precedenti, ma effettuati con unità da diporto (pertanto sempre con equipaggio ma fino a un massimo di 12 passeggeri);
d) Servizi di osservazione di mammiferi marini (whale watching, dolphin watching): si tratta di servizi di noleggio che accompagnano i turisti nelle acque sarde per l’osservazione della fauna marina;
e) Servizi di visita subacquea: si tratta dei centri diving che operano nella valorizzazione del patrimonio sottomarino della Sardegna e che impiegano professionalità altamente specializzate. Si tratta spesso di imprese a conduzione familiare per le quali l’attività dell’impresa rappresenta l’unica fonte di reddito del nucleo;
f) Servizi di pescaturismo: sono servizi turistici che si sono sviluppati negli ultimi anni e rappresentano un supporto economico alle attività della pesca, soprattutto di quella artigianale;
g) Servizi di locazione di unità da diporto e natanti da spiaggia: sono spesso servizi accessori offerti dalle imprese titolari di una concessione balneare;
h) Servizi di albergo nautico diffuso: sono servizi di ricettività all’aria aperta solitamente svolti a bordo di unità da diporto a vela senza equipaggio (comunemente conosciuti come charter a vela) che rappresenta una forma di ricettività con capacità di attrazione di flussi di incoming autonomi;
– si osserva pertanto che la variegata articolazione delle fattispecie non consente di rispondere alle esigenze degli specifici comparti con soluzioni generalizzate;
– un aspetto in comune a tutte le attività è rappresentato dagli elevati costi fissi per gli investimenti nel parco nautico, dai costi annuali di manutenzione obbligatoria delle unità (costituita da revisioni obbligatorie e altre attività di manutenzione che non dipendono dalle intensità di utilizzo delle unità stesse). Fattori di irrigidimento delle strutture economiche che non consentono a queste piccole imprese di poter affrontare una stagione turistica limitata ovvero assente senza correre il serio rischio di fallimento;
– l’intensità degli interventi annui di manutenzione richiesta genera importanti ricadute economiche su tutto il settore della cantieristica nautica regionale;
– un altro aspetto comune a tutte le società è l’impiego di maestranze specializzate spesso soggette all’ottenimento di specifiche certificazioni per l’esercizio della professione; una forza lavoro specializzata meritevole di tutela affinché possa essere disponibile anche in stagioni turistiche successive;
– la difficoltà di inquadramento giuridico-economico di queste imprese dei servizi nautico-turistici rischia di marginalizzare le stesse dagli interventi di supporto e per questo motivo la presente mozione vuole far emergere le criticità di un segmento dell’offerta turistica regionale che è fondamentale anche per l’arricchimento dei servizi offerti dalle imprese turistiche “tradizionali”;
– l’obiettivo della presente mozione è pertanto quello di agevolare la definizione di interventi di supporto a favore dell’intera filiera turistica regionale;
CONSIDERATO che:
– è necessario analizzare nel dettaglio le caratteristiche produttive e l’apporto al sistema turistico generale delle singole sotto categorie;
– relativamente ai servizi di cui alla lettera a) “servizio di escursioni passeggeri” si evidenzia che:
1) sono servizi turistici accessori che completano, in modo spesso determinante, l’esperienza di vacanza dei turisti, permettendo anche ai turisti di target medio di spesa di poter scoprire le coste della Sardegna non raggiungibili con mezzi autonomi (isole minori degli arcipelaghi, spiagge non connesse con il sistema stradale e così via);
2) rappresentano una fonte di entrata contributiva per gli enti locali (comuni ed enti parco) grazie alle forme di contribuzione ambientale alle quali queste attività sono spesso soggette;
3) raggiungono l’equilibrio economico grazie ad un’elevata capacità di carico delle unità (solitamente compresa fra 70 e 200 passeggeri); pertanto, eventuali disposizioni per il distanziamento sociale potrebbero costituire un ostacolo insuperabile per l’esercizio economicamente sostenibile delle attività anche laddove venissero riaperti gli arrivi turistici in Sardegna;
– relativamente ai servizi di cui alla lettera b) “servizio di trasporto passeggeri collettivo” si evidenzia che presentano condizioni assimilabili a quelle della categoria precedente con la differenza che svolgono, nei fatti, un “servizio pubblico”, collegando isole e/o destinazioni (per esempio, le grotte o isole non connesse da un servizio traghetto) che non sono raggiungibili in modo alternativo. Ne consegue che la prosecuzione di queste attività è indispensabile per garantire la sopravvivenza degli operatori turistici che operano sulle isole interessate ovvero per i servizi turistici connessi con la visita alle grotte interessate;
– relativamente ai servizi di cui alla lettera c) “servizi di noleggio da diporto” si evidenzia che:
1) sono servizi destinati ad un target di clientela di medio-alta capacità di spesa che consente di sviluppare servizi turistici di più alta qualità e minor impatto ambientale;
2) rappresentano spesso un’importante fonte di entrata contributiva per gli enti locali (comuni ed enti parco), grazie alla contribuzione ambientale alla quale sono soggetti;
3) permettono la scoperta del territorio regionale;
4) all’interno di questa categoria sono anche presenti servizi multigiornalieri con soggiorno a bordo;
5) l’attività viene esercitata a bordo di unità da diporto (che hanno quindi dimensioni inferiori rispetto alle categorie precedenti) dove potrebbe essere più difficile l’applicazione di disposizioni di distanziamento sociale anche a tutela degli equipaggi (per esempio, spesso è presente a bordo solo un servizio igienico). Pertanto questo settore potrebbe comunque essere pesantemente influenzato anche in caso di riapertura dei flussi turistici;
– relativamente ai servizi di cui alla lettera d) “servizi di osservazione di mammiferi marini” si evidenzia che:
1) sono per molti aspetti simili alla categoria della lettera c);
2) sono attività che svolgono un’importante opera di sensibilizzazione sulla tematica ambientale, rafforzando e valorizzando tutte le iniziative e gli investimenti realizzati dalla pubblica amministrazione in questo settore;
3) impiegano personale con competenze specifiche in materia ambientale rappresentando quindi anche un’occasione di occupazione privata in un ambito dove la maggior parte dell’offerta di lavoro è connessa agli enti pubblici (ed alle relative ristrettezze di bilancio);
– relativamente ai servizi di cui alla lettera e) “servizi di visita subacquea” si evidenzia che:
1) è una delle attività turistiche regionali con il maggior tasso di destagionalizzazione;
2) impiega risorse umane altamente specializzate che hanno necessità di rinnovare costantemente le proprie abilitazioni;
3) è costituita spesso da aziende a conduzione familiare dove l’intera famiglia è impegnata nell’attività . Ne consegue che un crollo delle vendite potrebbe generare anche un importante problema sociale sui territori, con famiglie che si ritroverebbero per la prima volta in condizioni di disagio economico (con connesse anche criticità psicologiche);
4) sono attività che generano anche gettito contributivo per gli enti locali in quanto spesso soggette a contribuzione ambientale;
5) in molte occasioni queste attività hanno collaborato e collaborano con gli enti locali nelle iniziative di “pulizia dei fondali” marini;
– relativamente ai servizi di cui alla lettera f) “servizi di pescaturismo” si evidenzia che:
1) sono servizi che consentono l’integrazione del reddito alle attività di pesca (soprattutto artigianale) specialmente in quei contesti dove, per ragioni di tutela e valorizzazione ambientale, le attività di pesca sono limitate o comunque fortemente regolamentate;
2) permettono la valorizzazione delle tradizioni e degli antichi mestieri tipici di varie aree della Sardegna che hanno dei forti legami con la pesca;
3) una riduzione dei proventi derivanti dall’attività di pescaturismo potrebbe generare dei disequilibri economici importanti per le piccole imprese coinvolte con conseguenti ripercussioni anche su tutti i servizi turistici a terra connessi con il pescato locale (ristoranti e filiera del pescato locale);
– relativamente ai servizi di cui alla lettera g) “servizi di locazione di unità da diporto e natanti da spiaggia” si evidenzia che:
1) sono solitamente offerti da piccole imprese titolari di concessione balneare;
2) le flotte richiedono periodici interventi di manutenzione che generano importanti ricadute sul comparto della cantieristica nautica locale;
3) tali imprese garantiscono una serie di servizi di interesse pubblico sui litorali interessati (salvamento, pulizia, predio, ecc.) e che l’attività di locazione di natanti e unità da diporto rappresenta un’indispensabile fonte di ricavo accessoria necessaria per garantire l’equilibrio economico dell’impresa;
– relativamente ai servizi di cui alla lettera h) “servizi di albergo nautico diffuso” si evidenzia che:
1) si tratta di una forma di ricettività all’aria aperta svolta nella maggior parte dei casi con imbarcazioni a vela che quindi consente un utilizzo sostenibile della risorsa mare;
2) è una forma di ricettività maggiormente articolata e organizzata rispetto al boat&breakfast già disciplinato dalla Regione nell’articolo 16, comma 3, della legge regionale n. 16 del 2017;
3) è una forma di ricettività autonoma, in grado di generare flussi di incoming propri non in contrasto con la ricettività tradizionale. Infatti, il soggiorno medio ha una durata di 7 giorni ed il turista che vuole trascorrere la sua vacanza su una barca a vela non ha le stesse aspettative di quello che vuole trascorrere una vacanza nel comfort di un albergo;
4) è un’attività fortemente destagionalizzante;
5) è un’attività fortemente rivolta ai mercati esteri con oltre il 90 per cento delle presenze costituita da turisti stranieri;
6) il turista tipo è costituito dal nucleo familiare che loca l’imbarcazione per trascorrere la propria settimana in autonomia lungo le coste della Sardegna. Considerato che si tratta di nuclei familiari è fondamentale che tali attività non vengano assoggettate a obblighi di distanziamento sociale che sarebbero impossibili da applicare a bordo delle imbarcazioni;
7) è una forma di fruizione turistica che genera oltre 200.000 presenze annue, con una spesa turistica giornaliera media pro-capite di circa euro 135 (a fronte di una media regionale di euro 89) e che crea ricadute economiche sul territorio per circa 30 milioni di euro annui;
8) è un’attività che crea un’elevata occupazione sia diretta che indiretta;
9) è un’attività che è erroneamente classificata a livello nazionale e regionale e, per questo motivo, non rientra nell’ambito turistico (né tantomeno in quello ricettivo), con conseguente emarginazione delle imprese coinvolte da tutte le misure a sostegno del settore ricettivo regionale;
10) tali imprese, proprio a causa dell’errata classificazione, dal prossimo anno dovranno applicare l’aliquota IVA al 22 per cento mentre in tutte le destinazioni turistiche concorrenti (Croazia, Grecia, Francia, Spagna) l’aliquota IVA è inferiore al 15 per cento;
TENUTO CONTO che:
– le attività che operano con prenotazioni in anticipo (per esempio l’albergo nautico diffuso) hanno già registrato il blocco completo alle nuove prenotazioni già dall’ultima settimana di febbraio e hanno anche subìto numerose cancellazioni relativamente alle prenotazioni acquisite prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria;
– tutte le attività descritte rivolgono i propri servizi quasi totalmente a turisti non residenti in Sardegna; pertanto, anche nell’ipotesi di una rapida riapertura dei flussi all’inizio della stagione turistica sarà necessario comprendere l’impatto negativo dei seguenti fattori:
1) organizzazione del trasporto aereo, in quanto al momento non è ancora chiaro se ed in quale misura i vettori potranno riprendere le attività . Alcuni dei principali vettori hanno già comunicato che, se assoggettati ad obblighi di distanziamento sociale a bordo dei voli con conseguente riduzione del numero di posti vendibili, non riprenderanno i collegamenti;
2) riapertura dei confini da parte dei principali mercati esteri (Germania, Regno Unito e Francia in primis). Al momento, infatti, tali paesi mantengono un approccio estremamente prudenziale nei confronti dell’Italia cercando di orientare i flussi in uscita dei propri turisti verso destinazioni a più basso rischio Covid (Portogallo, Grecia e Croazia);
3) disponibilità economiche dei potenziali turisti. La crisi che ha attraversato l’Europa in questi mesi ha avuto un impatto importante sia sui dipendenti (che laddove inseriti in programmi di sostegno al reddito – come le casse integrazioni – hanno visto ridurre le proprie entrate di circa il 20 per cento) che i piccoli imprenditori, che hanno dovuto fermare le proprie attività . Sarà necessario quindi valutare l’effettiva disponibilità economica per “fare vacanza”, consci del fatto che con disponibilità economiche più limitate la rinuncia ai servizi turistici è una delle prime scelte di risparmio;
4) disponibilità di tempo libero dei potenziali turisti. La crisi epidemica ha visto la chiusura di numerose attività con obbligo di utilizzo dei giorni di ferie durante i mesi di marzo e aprile. Sarà necessario comprendere quante persone avranno ancora ferie disponibili durante i mesi estivi;
5) timore psicologico ad imbarcarsi su un volo o su un traghetto insieme ad altre persone per raggiungere la Sardegna. È da considerare, infatti, che altre località nazionali ed estere (Liguria, Puglia, Croazia, ecc.) sono raggiungibili con la propria autovettura mentre per la Sardegna è necessario l’utilizzo di un mezzo di trasporto collettivo. È realistico ipotizzare che in questa fase di “convivenza con il virus” molte persone preferiscano minimizzare i rischi e non utilizzare mezzi di trasporto collettivo;
– tutti i fattori descritti in precedenza potrebbero ridurre fortemente i flussi turistici verso la Sardegna con conseguenze economiche negative importanti per tutte le categorie di impresa descritte in precedenza; contrazione che potrebbe rendere non sostenibile economicamente l’attività stessa;
– alcune attività , inoltre, potrebbero non avere la possibilità di attuare disposizioni di distanziamento sociale con conseguente impossibilità di ripresa della produzione;
– è indispensabile supportare tutte le attività descritte, garantendone la sopravvivenza fino al termine dell’emergenza epidemiologica:
1) per via del servizio pubblico da esse svolto nell’offerta turistica territoriale;
2) per la qualità e quantità di occupazione che generano sul territorio;
3) per le ricadute economiche ed occupazionali che generano nel settore della cantieristica nautica regionale;
4) per le ricadute economiche ed occupazionali che alcune di queste forme di attività (per esempio, albergo nautico diffuso) generano su tutte le altre attività turistiche territoriali;
5) per il completamento dell’offerta turistica regionale, in assenza del quale anche le attività ricettive e di ristorazione avrebbero difficoltà di posizionamento sui mercati;
– è pertanto indispensabile, per la salute e solidità del sistema turistico regionale, supportare tali imprese e garantire l’esistenza dei servizi da loro offerti una volta che terminerà l’emergenza epidemiologica, nonché continuare a garantire il gettito contributivo che tali imprese generano a favore degli enti locali (comuni ed enti parco); gettito utilizzato per interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale della Sardegna,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) affinché si realizzino delle iniziative immediate finalizzate a:
a) garantire l’ammissibilità degli strumenti di supporto alle imprese turistiche attivati o attivabili anche alle categorie di cui sopra, attualmente non incluse in quanto non riconducibili alle sezioni ATECO individuate come ammissibili, ma a pieno titolo operanti nella filiera del turismo, attraverso un ampliamento dei codici ammessi;
b) avviare dei tavoli di lavoro con i rappresentanti delle diverse categorie per capire in quale misura e con quali effetti sulla sostenibilità economica delle imprese potranno essere implementate le disposizioni relative al distanziamento sociale, al fine di definire strumenti di sostegno economico che consentano l’esercizio dell’attività anche con un ridotto numero di clienti;
c) creare un regime temporaneo di “oneri di servizio pubblico” per quelle imprese attive nel trasporto marittimo di passeggeri verso isole minori, grotte o altre destinazioni non raggiungibili con mezzi di trasporto alternativi al fine di consentire alle altre imprese operanti nelle destinazioni interessate un flusso minimo di turisti che ne consenta la sopravvivenza;
d) approfondire attentamente la tematica delle modalità di applicazione delle disposizioni per il distanziamento sociale alle unità da diporto utilizzate nell’ambito dell’albergo nautico diffuso qualora prestino i propri servizi esclusivamente a gruppi di familiari, affinché si valuti la possibilità di applicare le norme di distanziamento sociale previste per i gruppi di familiari che utilizzano automobili ad uso privato;
e) approfondire attentamente la tematica delle modalità di applicazione delle disposizioni per il distanziamento sociale ai servizi di locazione di unità da diporto e natanti da spiaggia qualora prestino i propri servizi esclusivamente a gruppi di familiari, affinché si valuti la possibilità di applicare le norme di distanziamento sociale previste per i gruppi di familiari che utilizzano automobili ad uso privato;
f) creare degli strumenti di sostegno di breve periodo che consentano la sopravvivenza delle imprese, in particolare nella prima parte della stagione turistica 2020, e che soprattutto permettano di garantire l’occupazione delle risorse umane, le quali costituiscono il patrimonio sociale ed economico più importante da preservare soprattutto in un’ottica di futura ripartenza del settore;
g) sollecitare il Governo nazionale all’estensione del credito di imposta sulle locazioni di locali commerciali e di altri immobili strumentali ad uso non abitativo anche ai costi di locazione dei posti barca utilizzati dalle imprese per lo stazionamento delle flotte;
2) affinché entro il mese di settembre 2020 si realizzino delle iniziative finalizzate a:
a) valutare l’entità della contrazione dei flussi turistici in ingresso tramite l’analisi dei dati dei passeggeri trasportati nei porti e negli aeroporti regionali nonché degli arrivi e delle presenze ricettive rilevate dalla piattaforma SIRES per iniziare a delineare senza indugio un piano di interventi urgenti di sostegno alle imprese turistiche operanti nel settore nautico-turistico;
b) definire un sistema di analisi delle dinamiche economiche delle imprese basato anche sulle dichiarazioni contabili e fiscali degli anni precedenti per valutare, in accordo con i rappresentanti delle diverse categorie, l’effettivo impatto subito da ciascuna attività al fine di poter creare degli strumenti di supporto compatibili con il Trattato di funzionamento dell’Unione europea e che ne sfruttino appieno le potenzialità ;
c) individuare le situazioni sociali a più elevato rischio di povertà , cioè quelle legate a micro imprese a conduzione familiare dove la maggior parte del reddito del nucleo è connessa alle sorti dell’impresa, al fine di definire strumenti idonei di supporto all’impresa ed al nucleo familiare connesso;
d) emendare la legge regionale n. 16 del 2017, o comunque a esprimere formale parere favorevole verso ogni iniziativa legislativa pervenuta in questa direzione, con l’aggiunta di un nuovo comma all’articolo 16 che oltre a disciplinare il boat&breakfast disciplini anche l’albergo nautico diffuso, in modo tale da permettere immediatamente alle imprese rientranti in questa categoria di accedere agli strumenti di supporto e agli incentivi economici previsti per le imprese turistiche, anche ai fini dell’applicazione dell’aliquota IVA prevista per il comparto ricettivo (mantenendo quindi la propria competitività sui mercati esteri che rappresentano oltre il 90 per cento del loro fatturato dove si applicano aliquote mediamente inferiori al 15 per cento).
Cagliari, 7 maggio 2020