Mozione n. 228

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 228

AGUS – CADDEO – LOI – PIU – ORRÙ – SATTA Gian Franco – STARA – ZEDDA Massimo sul rinvio dell’applicazione delle clausole di aumento degli accantonamenti contenute nell’accordo sottoscritto il 7 novembre 2019 da Giunta regionale e Governo, sulle ipotesi di rimodulazione del fondo FSC, sul congelamento della norma “quota 34” e sull’equa ripartizione delle risorse statali alle regioni del Mezzogiorno.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– la legge di stabilità statale 2019, legge n. 145 del 2018, all’articolo 1, comma 875, ha previsto la ridefinizione dei rapporti finanziari fra lo Stato e la Regione in materia di concorso alla finanza pubblica mediante la conclusione di appositi accordi bilaterali Stato-Regione;
– il provvedimento rappresenta una tappa rilevante del percorso avviato da tempo per il pieno riconoscimento dei diritti vantati dalla Sardegna nei confronti dello Stato relativamente a due diverse questioni: la prima, la vertenza entrate, sul mancato trasferimento da parte dello Stato delle quote di compartecipazione al gettito reclamate dalla Sardegna ai sensi dello Statuto speciale, la seconda, vertenza accantonamenti, sull’equo contributo a carico della Sardegna per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica;
– su tali conflitti si sono espressi nel corso degli anni diversi organi giurisdizionali tra cui la Corte costituzionale che, con le sentenze n. 103 del 23 maggio 2018, sulla temporaneità delle misure di contenimento della spesa pubblica, e n. 6 del 11 gennaio 2019 sulla mancata attuazione di precedenti sentenze della Corte in favore delle istanze promosse dalla Regione e sulla improcrastinabilità della sottoscrizione di un accordo sui rapporti finanziari Stato-Regione Sardegna, ha pressoché imposto un punto di svolta alla controversia tra i due enti;
– l’accordo del 7 novembre 2019 sottoscritto ai sensi della legge n. 145 del 2018 da Regione e Governo ha stabilito che:
– a decorrere dall’anno 2020 il contributo della Regione alla finanza pubblica, quale concorso al pagamento degli oneri del debito pubblico, ammonta complessivamente a 383 milioni di euro, da versare nelle casse dello Stato entro il 30 aprile di ciascun anno;
– lo Stato riconosce alla Regione 412 milioni di euro da erogare in rate fino all’anno 2025 a titolo transattivo per rinuncia alla vertenza sulle entrate tributarie pregresse promossa dalla Sardegna;
– lo Stato riconosce alla Regione un trasferimento di risorse aggiuntive per spese di investimento di complessivi euro 1.425,8 milioni in materia di istruzione, cultura, difesa idrogeologica del territorio, da erogare in rate fino all’anno 2033 e ulteriori 111 milioni di euro per investimenti in ambito sanitario;
– a decorrere dall’anno 2020 alle province della Sardegna e alla Città metropolitana di Cagliari è attribuito un contributo annuo di 10 milioni di euro;

PRESO ATTO che:
– le clausole contenute nel punto 4 dell’accordo danno la possibilità allo Stato di aumentare di 38,3 milioni, unilateralmente e senza bisogno di alcun assenso da parte della Regione, il contributo di finanza pubblica dovuto dalla Sardegna nel 2020 “per far fronte ad eventuali eccezionali esigenze di finanza pubblica” e di ulteriori 38,3 milioni per finanziare “manovre straordinarie volte ad assicurare il rispetto delle norme europee in materia di riequilibrio del bilancio pubblico”;
– l’emergenza epidemiologica da Covid-19 in atto rappresenta senza ombra di dubbio un evento di proporzioni tali da indurre il Governo a utilizzare ogni strumento necessario a sostenere e finanziare azioni straordinarie di contrasto alla crisi economica prossima a investire tutto il Paese;
– le clausole accettate dalla Regione, quindi, rischiano già dal primo anno di efficacia dell’accordo di far perdere al bilancio della Sardegna 76,6 milioni di euro senza alcuna possibilità di negoziazione;
– le risorse che verrebbero a mancare metterebbero a forte rischio l’attuazione delle misure straordinarie che Consiglio regionale e Giunta regionale hanno in corso di definizione per mitigare gli effetti della crisi economica nell’isola;

RILEVATO che:
– tra le proposte al vaglio del Governo per affrontare l’emergenza sanitaria e consentire la ripresa economica del Paese figurano interventi di rimodulazione dei criteri di ripartizione dei fondi statali FSC in favore delle regioni del centro e nord Italia e il congelamento dell’entrata in vigore della norma statale che destina il 34 per cento degli stanziamenti in conto capitale dello Stato alle aree del Mezzogiorno;
– tali misure sembrerebbero finalizzate a drenare maggiori risorse statali verso le Regioni che hanno registrato una maggiore diffusione dell’epidemia da Covid-19;
– la rimodulazione del Fondo di sviluppo e coesione, nato per sostenere il riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese, consentirebbe di spostare a beneficio delle regioni del centro-nord lo schema di ripartizione del Fondo che attualmente prevede l’80 per cento degli stanziamenti per le Regioni del sud e il 20 per cento per le restanti aree del Paese;
– l’intervento sulla “quota 34”, contenuto nel decreto sud del 2017 e recentemente modificato per agevolarne l’applicazione, è stato promosso quale misura finanziaria finalizzata all’attenuazione del divario nord-sud del Paese, assicurando alle pubbliche amministrazioni del Mezzogiorno stanziamenti ordinari statali in conto capitale calcolati in proporzione alla popolazione residente nei vari territori;
– tale misura contribuisce a invertire la storica inclinazione dello Stato a erogare stanziamenti insufficienti per le esigenze del Mezzogiorno, tendenza ben rappresentata negli ultimi 20 anni dalla media del 26 per cento di contributi statali ordinari concessi agli enti pubblici del sud Italia indubbiamente inadeguata a garantire un’equa distribuzione delle risorse pubbliche in favore di territori con gap di sviluppo importanti che, eppure, rappresentano il 34 per cento della popolazione del Paese;
– le risorse che annualmente verrebbero negate alle regioni del Mezzogiorno con il congelamento della quota 34 ammontano complessivamente a 4 miliardi di euro, importo che comprende anche le risorse obbligatoriamente assegnate alle società partecipate pubbliche come ANAS e Rete ferroviaria italiana per realizzare investimenti infrastrutturali nel sud Italia;

CONSIDERATO che:
– gli effetti delle misure di lockdown hanno impattato pesantemente su tutte le attività del Paese, determinando l’avvio di una crisi economica “simmetrica” che non risparmierà nessuna regione;
– la crisi economica causerà effetti particolarmente gravi nelle aree storicamente già deboli del Paese, le quali non necessariamente coincidono con le regioni che hanno anche registrato una maggiore diffusione del Covid-19;
– le carenze infrastrutturali, gli alti tassi di disoccupazione e dispersione scolastica, lo scarso PIL pro capite, il gap dovuto all’insularità, sono fattori oggettivi che descrivono il ritardo nello sviluppo economico registrato ancora oggi dalla Sardegna rispetto alle aree territoriali del centro-nord Italia e che non possano essere ignorati nelle valutazioni che verranno fatte nei prossimi giorni nei tavoli istituzionali che riguarderanno anche la ripresa economica, sociale e produttiva dell’isola,

impegna il Presidente della Regione a

– rinegoziare urgentemente l’accordo sottoscritto il 7 novembre 2019 da Regione e Governo allo scopo di rinviare le clausole contenute nel punto 4 sull’aumento degli accantonamenti che, se applicate dal Governo a causa dell’emergenza nazionale determinata dalla pandemia da coronavirus, costerebbero alla Sardegna oltre 76 milioni di euro per il solo 2020;
– intavolare una trattativa con lo Stato per consentire che l’ammontare complessivo degli accantonamenti dovuti dalla Sardegna a partire dal 2020, pari a 383 milioni di euro, sia mantenuto nella disponibilità del bilancio della Regione per finanziare strumenti regionali straordinari volti a contenere la crisi sanitaria ed economica causata nell’isola dalla pandemia;
– attivare ogni azione istituzionale finalizzata a scongiurare qualsiasi conseguenza negativa per la Sardegna conseguente alla rimodulazione dei criteri di ripartizione del fondo FSC e di ogni altro strumento finanziario finalizzato a sostenere la crescita socio-economica delle aree deboli del Paese;
– intervenire nelle opportune sedi istituzionali per impedire il blocco dell’entrata in vigore del provvedimento statale “quota 34” che garantirà a tutte le pubbliche amministrazioni del Mezzogiorno stanziamenti ordinari statali in conto capitale calcolati in proporzione alla popolazione residente in ciascuna regione.

Cagliari, 21 aprile 2020

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