CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 409/A
SALARIS – COSSA – MARRAS – SATTA Giovanni Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla deliberazione del Commissario Straordinario dell’ATS n. 214 del 2 aprile 2020 avente ad oggetto “Gestione dei pazienti con infezione respiratoria da sospetto SARS-CoV-2 e dei casi Covid-19 paucisintomatici nelle strutture socio-assistenziali”.
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I sottoscritti,
premesso che in questo momento di grave emergenza sanitaria derivante dalla diffusione del cosiddetto Coronavirus la tutela della salute delle persone risulta essere la priorità e la finalità di ogni azione intrapresa dalle amministrazioni pubbliche ed ancora di più da quelle sanitarie;
considerato che gli anziani e le persone affette da gravi patologie neurologiche, croniche e da disabilità risultano essere le più esposte al contagio e le più fragili nel caso in cui vengano colpite da Covid-19;
constatato che molte strutture socio-assistenziali, in Sardegna come in Italia, si sono trasformate in poco tempo in microfocolai epidemici di difficile gestione e controllo;
tenuto conto che i pazienti anziani e con comorbilità con infezione respiratoria paucisintomatica richiedono nella maggior parte dei casi una terapia di supporto respiratorio, il cui andamento deve essere continuamente monitorato e valutato da un’equipe medica specializzata;
vista la deliberazione del Commissario straordinario dell’ATS n. 214 del 2 aprile 2020 con la quale è stato approvato il documento sulla “Gestione dei pazienti con infezione respiratoria da sospetto SARS-CoV-2 e dei casi Convid-19 paucisintomatici nelle strutture socio-assistenziali”, che impone alle strutture socio-assistenziali di individuare al proprio interno un’area dedicata ai pazienti Convid-19 positivi trattabili in ambiente non ospedaliero;
appreso che la su citata deliberazione del Commissario straordinario dell’ATS ha disposto che all’interno dell’area individuata i pazienti delle strutture socio-assistenziali “debbano essere presi in carico da un’equipe dedicata composta da un medico generalista MMG/geriatra-internista, coadiuvato da uno specialista pneumologo o anestesista rianimatore con esperienza in ventilazione non invasiva e da infermieri adeguatamente formati”;
evidenziato che le strutture socio-assistenziali devono inoltre dotarsi della strumentazione necessaria alla gestione e al trattamento dei pazienti positivi al Covid-19 che non necessitino di ricovero ospedaliero;
sottolineato che il protocollo imposto dall’ATS prevede per le strutture socio-assistenziali un aggravio di costi non indifferente per l’individuazione degli spazi e la conseguente dotazione di apparecchiature e personale dedicato;
ritenuto che le strutture socio-assistenziali, così come gli ospedali, stiano già sopportando un pesante onere derivante dal dover affrontare un’emergenza sanitaria difficilmente prevedibile e contenibile, quale quella che il mondo intero sta combattendo;
valutato che l’imposizione alle strutture socio-assistenziali di un così rigido protocollo di gestione dei casi di pazienti Covid-19 positivi, ma paucisintomatici, non possa essere una soluzione adeguata, ma finirebbe soltanto per scaricare verso tali strutture la pesante responsabilità di garantire la sopravvivenza a pazienti già fragili,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore dell’igiene, sanità e assistenza sociale per sapere se:
1) siano a conoscenza di quanto su esposto;
2) non ritengano di dover immediatamente intervenire presso l’ATS perché ritiri la deliberazione del Commissario straordinario dell’ATS n. 214 del 2 aprile 2020 avente ad oggetto “Gestione dei pazienti con infezione respiratoria da sospetto SARS-CoV-2 e dei casi Covid-19 paucisintomatici nelle strutture socio-assistenziali”, che vorrebbe trasformare le strutture socio-assistenziali in reparti ospedalieri;
3) non ritengano, invece, che i pazienti positivi al Covid-19 trattabili in ambiente ospedaliero debbano essere spostati in appositi reparti, anche non ospedalieri, ma appositamente istituiti fuori dalle strutture socio-assistenziali, al fine di tutelare gli altri pazienti delle strutture e garantire ai pazienti paucisintomatici le adeguate cure e terapie.
Cagliari, 22 aprile 2020