CAPPELLACCI – TRUZZU – PITTALIS – CHERCHI Oscar – FASOLINO – LOCCI – RANDAZZO – TEDDE – TOCCO – TUNIS – ZEDDA Alessandra, con richiesta di risposta scritta sulle politiche in materia fiscale e sul riconoscimento della zona franca integrale della Sardegna.
Data: 11/04/2017 ore 11:00
I sottoscritti,
premesso che:
– la Sardegna attraversa una fase di grave difficoltà economico-sociale, che vede un tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Europa (dati Eurostat), 350mila famiglie a rischio povertà, 450mila sardi senza lavoro, una variazione di PIL (0,2 per cento) inferiore alla media del mezzogiorno d’Italia (1,0 per cento);
– tale situazione è aggravata da uno svantaggio permanente, derivante dalla condizione di insularità e dal divario infrastrutturale sofferto dalla Regione rispetto ad altre aree dello Stato e dell’Unione europea;
– nella XIV Legislatura, è stata promossa una serie di azioni per alleviare il peso del fisco e per il riconoscimento della zona franca integrale della Sardegna, formalizzate con le deliberazioni della Giunta regionale n. 8/2 del 7 febbraio 2013, n. 9/2 del 12 febbraio 2013 e n. 23/1 del 24 giugno 2013;
– la Giunta regionale ha approvato altresì la deliberazione n. 39/30 del 26 settembre 2013 per “proseguire e reiterare le azioni nei confronti dello Stato italiano affinché lo stesso formalizzi l’istanza all’Unione europea volta a ottenere l’extra-doganalità di tutto il territorio della Sardegna (zona franca integrale) conseguibile o con la modifica/integrazione del codice doganale europeo, aggiungendo la Sardegna altri territori extra-doganali individuati dallo Stato italiano, ovvero dando seguito a quanto previsto dal medesimo codice in materia di determinazione delle zone franche dove si stabilisce che gli stati membri possono destinare talune parti del territorio doganale della comunità dell’Unione a zona franca (…) e per ogni zona franca, lo Stato membro stabilisce l’area interessata e i punti di entrata e di uscita”;
– la possibilità per lo Stato di formalizzare all’Unione europea le determinazioni che istituiscano in tutto il territorio della Sardegna la zona franca è stata confermata anche durante l’incontro con il vice-presidente della Commissione europea durante l’incontro avvenuto a Roma il 20 settembre 2013;
– sempre con la deliberazione n. 39/30 del 2013, la Giunta regionale ha altresì stabilito “di proporre alla Presidenza del Consiglio dei ministri, interpretando estensivamente il decreto legislativo n. 75 del 1998, un’unica perimetrazione dell’intero territorio regionale quale coincidente con i confini naturali dell’isola e delle sue isole minori circostanti”;
– con nota n. 9015 dell’11 dicembre 2013, il Presidente della Regione ha trasmesso la deliberazione di cui sopra al Presidente del Consiglio dei ministri, significando di aver fatto proprie le indicazioni dei territori riguardo a un’interpretazione estensiva del decreto legislativo n. 75 del 1998 e di individuare un’unica zona franca regionale con perimetrazione coincidente con i confini naturali dell’isola e delle sue isole minori, ha chiesto di procedere e ottemperare alle disposizioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 75 del 1998 in ordine alla delimitazione territoriale della zona franca e alla determinazione di ogni altra disposizione necessaria per l’operatività della stessa, da effettuarsi tramite apposito decreto;
– contestualmente è stata reiterata l’istanza allo Stato italiano perché formalizzasse l’istanza all’Unione europea affinché si proceda alla modifica/integrazione del codice doganale europeo, Sardegna altri territori extra-doganali individuati dallo Stato italiano, ovvero dando seguito a quanto previsto dal medesimo codice in materia di determinazione delle zone franche dove si stabilisce che gli stati membri possono destinare talune parti del territorio doganale della Comunità dell’Unione a zona franca (…) e per ogni zona franca, lo Stato membro stabilisce l’area interessata e i punti di entrata e di uscita”;
– il 6 novembre 2013, il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge nazionale recante la “Istituzione di un regime di zona franca fiscale e doganale integrale nel territorio della Regione autonoma della Sardegna”;
– parallelamente al fine di stabilizzare i primi interventi destinati ad alleviare la pressione fiscale, al termine di una vertenza serrata con lo Stato, la Giunta precedente ha ottenuto la revisione dell’articolo 10 dello Statuto, con l’articolo 1, comma 514, della legge 27 dicembre 2013, n. 147. L’articolo 10 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, è stato pertanto sostituito dal seguente: “Art. 10. La Regione, al fine di favorire lo sviluppo economico dell’Isola e nel rispetto della normativa comunitaria, con riferimento ai tributi erariali per i quali lo Stato ne prevede la possibilità, può, ferma restando la copertura del fabbisogno standard per il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione: a) prevedere agevolazioni fiscali, esenzioni, detrazioni d’imposta, deduzioni dalla base imponibile e concedere, con oneri a carico del bilancio regionale, contributi da utilizzare in compensazione ai sensi della legislazione statale; b) modificare le aliquote in aumento entro i valori di imposizione stabiliti dalla normativa statale o in diminuzione fino ad azzerarle”;
– nel proseguire la battaglia per la fiscalità di vantaggio, con la legge regionale n. 7 del 2014, il Consiglio regionale stabiliva che “ai sensi dell’articolo 8, primo comma, lettera d), e secondo comma della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), nelle entrate spettanti alla Regione sono comprese anche le imposte di fabbricazione su tutti i prodotti che ne siano gravati generate nel territorio regionale anche se riscosse nel restante territorio dello Stato”.
– tale provvedimento rappresentava un’azione di rottura per rivendicare i proventi delle accise sui prodotti fabbricati nel territorio regionale e consentire pertanto una maggiore disponibilità di risorse, tesa a ridurre il prezzo dei carburanti;
– la norma, impugnata dal Governo, è stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale in un giudizio che, per volontà dell’attuale Giunta regionale, non ha visto la difesa della Regione autonoma della Sardegna;
– da allora non risulta nessuna nuova iniziativa concreta né da parte del Governo né da parte della Giunta regionale;
– l’unico atto concreto adottato nella XV Legislatura è l’aumento dell’IRAP, disposto con l’articolo 3 della legge regionale 9 marzo 2015, n. 5,
chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale per conoscere quali iniziative intenda porre in essere al fine di riprendere e rilanciare le azioni tese a perseguire una politica di fiscalità di vantaggio e in particolare per completare l’iter per il riconoscimento della zona franca integrale della Sardegna.
Cagliari, 31 gennaio 2017